Benedetto XVI nel 25° Anniversario della storica visita
di Giovanni Paolo II all'U.N.E.S.C.O.
Intervista a Mons. Francesco Follo

L’educazione e la cultura sono un diritto per ogni uomo. È quanto sottolinea Benedetto XVI in una lettera al cardinale Jean-Louis Tauran, oratore principale all’odierno colloquio dell’UNESCO, a Parigi, su cultura, religione e libertà. L’evento ricorda il XXV anniversario della storica visita di Giovanni Paolo II all’UNESCO. Benedetto XVI mette l’accento sul ruolo del suo amato predecessore per la difesa dei diritti umani e la promozione della cultura.


Mobilitare le energie dell’intelligenza affinché sia garantito, specie nei Paesi più poveri, il diritto all’educazione e alla cultura. È l’auspicio di Benedetto XVI che ricorda l’esempio straordinario di Giovanni Paolo II in favore dell’uomo, della sua dignità fondamentale, fonte di diritti inalienabili. In un mondo sempre più sottoposto alle esigenze della mondializzazione - si legge nella lettera pontificia - la Chiesa offrirà, nell’annuncio del Vangelo, il suo contributo alla comunità umana, ribadendo con forza il legame tra ogni uomo e il Creatore. Impegno che implica la difesa della dignità dell’essere umano, dal concepimento alla morte naturale. La Chiesa - ribadisce Benedetto XVI - rinnova la fiducia negli intellettuali impegnati nella sfida esaltante della ricerca della verità. La Chiesa cattolica continuerà, dunque, “a mobilitare tutte le proprie forze, che sono soprattutto di natura spirituale, per concorrere al bene dell’uomo in tutte le dimensioni del suo essere”. All’UNESCO si ricorda dunque la memorabile visita di Giovanni Paolo II di 25 anni fa:

PAR MON INTERVENTION, J’ESSAIERAI D’APPORTER…

Con il mio intervento - disse Papa Wojtyla - “cercherò di portare la mia modesta pietra all’edificio dell’UNESCO”. Proposito riuscito in pieno, tanto che in molti considerano quel discorso quasi un secondo atto costitutivo dell’UNESCO. Al centro dell’intervento di Giovanni Paolo II, l’uomo e il rispetto dei suoi diritti. Ancora oggi risuonano in tutta la sua forza le parole che il Papa rivolse, in quell’occasione, ai rappresentanti delle nazioni:

OUI! L’AVENIR DE L’HOMME DEPEND DE LA CULTURE !

“L’avvenire dell’uomo dipende dalla cultura. Sì, la pace del mondo dipende dal primato dello spirito. Sì, l’avvenire pacifico dell’umanità dipende dall’amore”. Un appello vibrante. Sull’eredità più duratura lasciata da Giovanni Paolo II all’Unesco e al mondo della cultura, afferma mons. Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede all'UNESCO e promotore del colloquio odierno:

R. – Non è tanto una teoria sulla cultura, quanto una testimonianza. Il Papa ha donato, non solo all’UNESCO, una testimonianza in favore dell’uomo, ricordando che tutte le sue dimensioni vanno tenute presenti, non solo quella materiale, ma anche quella spirituale.

D. – Sempre in quella occasione, Giovanni Paolo II lanciò un allarme sui pericoli per l’uomo derivanti dall’uso della scienza a fini contrari alla morale. Parole che 25 anni dopo suonano di straordinaria attualità ...

R. – Certamente. Ha dimostrato che un’etica che non sia fondata su riferimenti superiori, quindi in Dio, alla fine è fragile. Noi parliamo come cristiani e anche come filosofi di legge naturale, ma ovviamente la natura presuppone sempre un Creatore.

D. – Nel suo Pontificato, Giovanni Paolo II ha sempre sottolineato che la cultura è uno strumento per la promozione della pace, del dialogo, della comprensione fra i popoli. Si può dire che questa è una sfida che il Papa ha lasciato a tutti senza distinzioni di credo religioso?

R. – È una sfida che è stata anche raccolta. Secondo me, uno dei compiti che la Santa Sede svolge anche attraverso gli osservatori permanenti, è proprio quello di essere presente e di aiutare a nome della Chiesa la ricerca ed anche fare riferimento alla verità. Cristo ha detto: “la verità vi rende liberi”. La società contemporanea molte volte ha trasformato questo in “la libertà vi rende veri”. Il Papa ha ricordato l’insegnamento di Cristo nella sua autenticità e quindi il riferimento etico viene riproposto.

D. – Papa Benedetto XVI è un uomo di grande cultura. Come è stata accolta all’UNESCO l’elezione del cardinale Ratzinger alla cattedra di Pietro?

R. – Quando questo Papa è stato eletto, tutti hanno riconosciuto il suo grande vigore intellettuale. In quei momenti c’era il consiglio esecutivo dell’UNESCO e il presidente all’inizio dell’Assemblea plenaria ha letto una dichiarazione di felicitazioni e di stima al Papa.
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[Fonte: Radio Vaticana 2 giugno 2005]


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