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Molotov contro l’abitazione di un attivista cristiano a Betlemme

Si tratta di Samir Qumsieh, proprietario e direttore dell’unica televisione privata cristiana in Palestina. Da tempo è oggetto di intimidazioni e minacce, ma i suoi appelli alle autorità continuano a rimanere inascoltati.

Si fanno sempre più aggressive le minacce di morte al direttore e proprietario dell’unica televisione privata cristiana in Palestina, Samir Qumsieh. Preoccupato per la sorte della sua famiglia e della sua tv il giornalista non smette di chiedere l’intervento delle autorità, che però continuano a rimanere sorde ai suoi appelli. Fondatore nel 1996 dell’emittente Al-Mahed (la Natività), con sede a Betlemme, Qumsieh racconta ad AsiaNews di convivere ormai con costanti minacce alla sua vita e con la prospettiva di dover chiudere la sua Tv, più volte apprezzata dagli esponenti della comunità cristiana in Terra Santa. In passato Qumsieh ha denunciato varie volte volenze contro i cristiani in Terrasanta.

Pochi giorni fa Qumsieh si è rivolto al governatore di Betlemme Salah Al-Ta’mari, chiedendogli di far luce su un grave episodio. Dopo la mezzanotte del 17 agosto scorso persone non identificate hanno gettato alcune bottiglie molotov nel giardino della sua abitazione. “Solo per miracolo – racconta l’attivista cristiano – si è evitata la catastrofe: una delle bottiglie è caduta sull’erba umida, causando lievi danni, e l’altra non è esplosa affatto”.

L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie. Qumsieh ricorda che “spesso in passato sono circolati volantini diffamatori e intimidatori nei miei riguardi”. E denuncia: “Nonostante le mie numerose richieste per scoprire i colpevoli di questi gesti, le forze di sicurezza non hanno mai agito”. Nella lettera inviata al governatore, e per conoscenza anche ai responsabili della sicurezza locale e ai leader cristiani, il giornalista individua nelle minacce a suo carico “un grave e pericoloso fenomeno, da prendere in seria considerazione”.  

Ma su Qumsieh incombe anche una minaccia di tipo economico. Al-Mahed potrebbe chiudere per mancanza di fondi; l’editore racconta che i “Born Again” (gruppi evangelici già presenti in Terra Santa) e Hamas sarebbero già intenzionati a comprarla. Il problema dei finanziamenti non è nuovo, ma l’attivista cristiano non si è mai arreso. Già in passato aveva dichiarato che “la cosa più dura sarebbe chiudere la tv. Si tratta di una questione che riguarda un’intera comunità: se essa chiude, non ce ne sarà una simile”. 
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[Fonte: AsiaNews 22 agosto 2006]

   
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