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Italia e Cipro, un ponte tra le Chiese
Salvatore Mazza, Avvenire 14 giugno 2007

Chrysostomos II incontra Bagnasco e, in Vaticano, Bertone e Kasper

L'arcivescovo Chrysostomos II in visita alla Cei: insieme in difesa dell'uomo e della famiglia. Bagnasco: «Condividiamo i sogni di pace e di sviluppo del vostro popolo». Comune lo sguardo sull’Europa «una terra dalle radici cristiane oggi minacciate, perseguitate e ferite: essenziale la nostra testimonianza»


La speranza, e l'obiettivo, è sempre il perché tutti siano uno lasciato da Gesù come suo comandamento. Per questo, una volta ancora, «la Chiesa italiana assicura la volontà di fare tutto il possibile perché si coltivi il dialogo e il rapporto fraterno, al fine di giungere alla piena comunione e, nel momento contingente, lavorare insieme con strategie pastorali solidali perché il Vangelo sia predicato ad ogni creatura».
Sono le parole con cui ieri mattina il presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Angelo Bagnasco, ha accolto l'arcivescovo ortodosso di Cipro Chrysostomos II, in visita ufficiale a Roma che sabato prossimo, alla vigilia del suo rientro a Cipro, culminerà con l'incontro con Benedetto XVI in Vaticano. Incontro davvero semplice e fraterno, quello di ieri mattina nella sede della presidenza della Cei sulla Circonvallazione Aurelia, dove insieme allo scambio di rinnovati auspici di unità è risuonata la «fraterna solidarietà» espressa da Chrysostomos II a Bagnasco, «difensore della dignità umana, della famiglia cristiana, del matrimonio come lo vuole la tradizione della Chiesa».
L'arcivescovo ortodosso di Cipro, alla guida di una delegazione di tre metropoliti e un archimandrita, e accompagnato da monsignor Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, è arrivato alla Cei attorno alle 10.30, accolto da monsignor Bagnasco, dal segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Betori e da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo. L'incontro è iniziato nella Cappella della sede della presidenza Cei, con la preghiera guidata da Bagnasco, e terminata con la recita in latino del Padre nostro.
Qui ndi, dopo un colloquio privato durato una decina di minuti svoltosi in una delle sale a pianterreno, le due delegazioni si sono spostate nell'aula del Consiglio permanente per lo scambio dei discorsi e dei doni. «Rendiamo grazie per la fede e la bella testimonianza cristiana dei nostri popoli - ha affermato il presidente dei vescovi italiani nel suo discorso -. Condividiamo - ha aggiunto - i sogni di pace del popolo cipriota. Tali aspirazioni di pace e di sviluppo nella concordia si sono ulteriormente accresciute con l'ingresso di Cipro nella Ue». Stringere «rapporti di amore tra le comunità», ha detto ancora Bagnasco, «ci spinge a essere più uniti per combattere le divisioni, i mali, le violenze e le ingiustizie che travagliano la vita dei nostri Paesi. Intraprendere azioni pastorali comuni, sostenere insieme il principio di libertà e democrazia, significa dare testimonianza corale all'unico Vangelo e rendere ragione della speranza che è in noi».
Rispondendo al saluto di monsignor Bagnasco, Chrysostomos II ha ricordato la difficile situazione di Cipro e le difficoltà della sua Chiesa: «Il nostro patrimonio - ha detto - viene costantemente derubato, maltrattato, venduto all'estero da quelli che occupano una parte della nostra isola». Per questo ha chiesto il sostegno della Chiesa italiana «per la nostra giusta intenzione di voler restaurare i nostri monumenti occupati, distrutti o lasciati in rovina poiché i luoghi sacri di Cipro, cattolici, maroniti, armeni, ebraici e ortodossi, appartenenti tutti al patrimonio culturale dell'umanità, rischiano di scomparire per sempre».
Parlando quindi dell'Europa, Chrysostomos II l'ha definita «la nostra casa comune, un luogo che diventa troppo spesso causa di disperazione, ma anche di speranza verso una meta comune, quale è il Regno di Dio». Un territorio, ha aggiunto, «dove la famiglia è in pericolo di estinzione a causa di chi non rispetta ormai la legge di Dio. Una terra dalle radici cristiane ma con un cristianesimo minac ciato, perseguitato, ferito». Per questo «i tempi non possono aspettare, dobbiamo unire i nostri sforzi, le nostre fatiche, la nostra testimonianza cristiana, affinché il mondo creda».
In tutto questo, l'arcivescovo non ha voluto far mancare il sostegno a monsignor Bagnasco, al centro di critiche e minacce: «Siamo qui per manifestare la nostra fraterna solidarietà a lei... Siamo qui per incoraggiarla nel suo alto incarico di presidente della Cei dicendole: Avanti con Dio fratello! Non sei solo, e la primavera viene dopo l'inverno, come l'arcobaleno dopo la pioggia».


In Vaticano i primi incontri con i cardinali Bertone e Kasper        
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Sabato firmerà il testo di una dichiarazione comune con il Papa. Oggi all’Università Urbaniana e l’incontro con Prodi sui monasteri distrutti

Il cardinale Segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, e il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Sono stati loro, al termine della visita al presidente della Conferenza episcopale italiana, i primi interlocutori vaticani di Chrysostomos II, arcivescovo di Giustiniana e di tutta Cipro. Due incontri importanti, in preparazione all’udienza che, sabato prossimo, gli sarà riservata da Benedetto XVI. La missione di Chrysostomos II, che era presente ai funerali di Giovanni Paolo II e all’intronizzazione di Papa Ratzinger, è la prima del genere compiuta da un capo della Chiesa ortodossa cipriota. «La Chiesa di Cipro è una Chiesa di successione apostolica – ha spiegato Kasper ai microfoni della Radio Vaticana, illustrando importanza e significato della visita, e la risonanza che potrebbe aver sul piano ecumenico –. È una "vecchia Chiesa", e questo è importante. Già l’apostolo Paolo, e poi Barnaba, hanno predicato su quest’isola. Inoltre questa Chiesa è un ponte tra Oriente ed Occidente, e il nuovo arcivescovo vuole essere mediatore tra Occidente ed Oriente». Un evento, dunque, da vedere come «un ulteriore passo verso il ria vvicinamento con le Chiese ortodosse... che sicuramente aprirà la strada a nuovi contatti», ha sottolineato il porporato, osservando inoltre che la questione dei rapporti tra le comunità greca e turca di Cipro «certamente è una grande preoccupazione dell’arcivescovo, perché l’isola è divisa». «Lui – ha aggiunto – parlerà probabilmente di questo e chiederà il supporto della Santa Sede soprattutto per opporsi alle distruzioni dei monumenti storici, delle Chiese e dei monasteri nel nord dell’isola». Nell’agenda del colloquio con Benedetto XVI, secondo quanto affermato nei giorni scorsi dallo stesso Chrysostomos II, ci sarà l’espressione della volontà di mediare per rendere possibile un incontro tra Papa Ratzinger e il patriarca di Mosca Alessio II, al quale l’arcivescovo di Cipro è legato da uno stretto rapporto di amicizia personale. Un «auspicio», come l’ha definito monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale della Cei per l’ecumenismo e il dialogo, secondo il quale il fil rouge di tutta la missione romana di Chrysostomos è «il tema, molto importante, dell’Europa e del cristianesimo», tanto più attuale «nel momento in cui riparte la discussione sul futuro trattato costituzionale europeo». Chrysostomos, che guida una delegazione di cui fanno parte i metropoliti Giorgio di Pafos, Niceforo di Kikkos e Chrysostomos di Kition, insieme all’archimandrita Ignazio Sotiriadis, è arrivato a Roma nella serata di martedì scorso, accolto a Fiumicino con il cerimoniale di Stato vaticano. La sua fitta agenda romana prevede la visita alle quattro Basiliche Papali dell’Urbe, alla basilica di San Clemente, dove renderà omaggio alla tomba di San Cirillo, e a quella di Santa Maria in Trastevere, dove parteciperà alla preghiera dei Vespri con la Comunità di Sant’Egidio. Al centro del programma odierno, dopo la laurea honoris causa in missiologia assegnatagli dall’Università Urbaniana, ci sarà l’incontro con il presidente del Consiglio Romano Prodi. Alle 11 di sabat o, infine, Chrysostomos sarà come detto a colloquio con Benedetto XVI, incontro che prevede la firma di una Dichiarazione comune.  

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