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Il cardinale Kasper: sulla violenza il Corano resta ambiguo
corano.jpg (25430 byte) Massima prudenza nell'approccio con l'islam. Lo consiglia il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dei rapporti fra cristiani. «Esistono innegabili influssi positivi dell'islam in Europa, che possono servire da modello per il dialogo interreligioso. Non di meno - ha detto il porporato intervenendo ad un convegno per la mostra Mysterium sull'eucaristia a Illegio, in Friuli - non bisogna ingannarsi circa le fondamentali differenze e non bisogna lasciarsi prendere da facili illusioni sulle difficoltà di tali rapporti.

 L'islam è una religione post-cristiana e pertanto critica nei nostri confronti. Le differenze hanno prodotto una cultura che merita il nostro rispetto ma che è fondamentalmente diversa dalla cultura europea, plasmata dal cristianesimo e dall'illuminismo, soprattutto in ciò che riguarda la questione dei diritti umani, ad esempio la libertà religiosa». Dal momento che l'islam come il cristianesimo rivendica un diritto universale, «rimarrà anche in futuro un concorrente tanto del cristianesimo che della civiltà segnata dall'illuminismo» ha sottolineato Kasper. «La domanda può essere solo se questo rapporto potrà essere pacifico e privo di violenza. Nella risposta bisogna indubbiamente distinguere l'islam e l'islamismo fondamentalista. Ma bisogna sapere altrettanto bene che il Corano è ambiguo a proposito di una diffusione violenta dell'islam». E sarà possibile un islam europeo aperto anche alle conquiste dell'illuminismo? Nel rispondere «non dovremmo lasciarci guidare da idee che corrispondono ai nostri desideri» consiglia Kasper. «Come cristiani faremo tutto il possibile per una coesistenza e una collaborazione pacifica e rispettosa. Dobbiamo però chiedere all'islam una chiara presa di distanze dall'uso della violenza in nome della religione».
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[Fonte: Avvenire del 28 giugno 2005]

   
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