Il cardinale Kasper predica in una chiesa metodista di Roma  


L'occasione è stata la celebrazione dei trecento anni dalla nascita di John Wesley  

È apparso un "normale" culto evangelico ma in realtà è stato un evento importante delle relazioni tra la chiesa cattolica e il metodismo italiano ed internazionale. Domenica 22 giugno, infatti, il predicatore del culto svoltosi nella chiesa metodista di Ponte Sant'Angelo a Roma è stato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.

A presiedere il culto è stato il pastore della comunità, Pieter Bouman che, nel dare il benvenuto al cardinale ed agli altri ospiti, ha sottolineato il carattere multietnico della chiesa metodista di Ponte Sant'Angelo che al suo interno raccoglie membri di diverse nazionalità: quasi un ulteriore omaggio allo spirito missionario di Wesley cui si deve la famosa espressione: "la mia parrocchia è il mondo".

Il cardinale Kasper ha ricordato la storia delle relazioni tra la chiesa cattolica e quella metodista nei primi anni di espansione del movimento wesleyano: un esordio difficile segnato da alcuni "riferimenti ostili" al papato ed alla chiesa di Roma, cui corrisposero da parte cattolica "risposte non migliori". Ma "fortunatamente - ha affermato il cardinale – abbiamo cessato di offenderci gli uni con gli altri". Il dialogo cattolico-metodista - ha proseguito - si è sviluppato negli ultimi 36 anni ed ha generato molti frutti. I tempi dell'ostilità sono passati e siamo giunti a riconoscerci come fratelli e sorelle in Cristo". Il cardinale Kasper, riferendosi a un brano dell'epistola di Paolo ai Corinzi, ha quindi richiamato il carattere missionario del metodismo, gli appelli di Wesley ai predicatori itineranti, il servizio ai poveri, quel "patto personale" che impegna tutti i credenti a una fiduciosa e profonda relazione con Dio. A conclusione del culto, è quindi intervenuto il moderatore della Tavola valdese, pastore Gianni Genre, che a sua volta ha sottolineato l'importanza della visita del cardinale a una chiesa metodista fortemente caratterizzata sotto il profilo del pluralismo etnico: "è un’espressione - ha detto – del volto dell'evangelismo nella società italiana di oggi".

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[Fonte: Roma (NEV), 25 giugno 2003]

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