«Archivi e ipocrisie. L'Anti Defamation League e Pio XII»
Francesco Colafemmina su Fides et Forma 21 dicembre 2009

La linea è quella dettata qualche anno fa dalla ADL: la Santa Sede non può beatificare Pio XII se prima non si rendono accessibili gli Archivi Vaticani ad un team di esperti internazionali.


[Vedi Commento alla nota di Padre Lombardi (non si comprende se viene dalla Sala Stampa o dalla Segreteria di Stato - ndR)]

La linea è quella dettata qualche anno fa dalla ADL: la Santa Sede non può beatificare Pio XII se prima non si rendono accessibili gli Archivi Vaticani ad un team di esperti internazionali.

Più precisamente l'Anti Defamation League afferma:
L'ADL ha da anni insistentemente affermato che è nei migliori interessi sia della Chiesa Cattolica Romana che del popolo ebraico, declassificare e rendere disponibili a studiosi indipendenti e storici tutti gli archivi più importanti pre e post II guerra mondiale, per cercare la migliore verità possibile sul ruolo di Pio XII durante l'Olocausto. Questo materiale dovrà includere materiale noto come gli Archivi Segreti Vaticani, gli archivi delle Conferenze Episcopali Europee e gli archivi delle nunziature apostoliche di tutto il mondo durante il papato di Pio XII. Sebbene noi riconosciamo completamente che il processo di santità è una questione interna alla Chiesa, il problema di quanto Pio XII abbia o non abbia fatto per salvare gli Ebrei durante l'Olocausto è una questione profonda che deve essere risolta in primo luogo per il bene delle relazioni ebraico-cattoliche. Questi documenti ecclesiastici rivestono particolare importanza per i sopravvissuti dell'Olocausto e le loro famiglie. Procedere oltre nella causa di beatificazione senza avere nelle mani tutta l'evidenza fattuale, sarebbe prematuro dal momento che così tante cose sono sconosciute in merito alla verità storica delle azioni vaticane intraprese durante la guerra. Fino a quando tutti gli archivi segreti Vaticani della II guerra mondiale non saranno declassificati e resi disponibili a studiosi indipendenti per studi ed analisi, la figura di Pio XII in rapporto agli Ebrei continuerà ad essere velata e fonte di controversia e contesa. Premiamo fortemente il Vaticano di considerare una sua più alta priorità il completo e pieno accesso agli archivi.

A prima vista può sembrare una richiesta ammissibile. In realtà non lo è. Consultare la documentazione d'archivio relativa agli anni del secondo conflitto mondiale ed a quelli immediatamente successivi, significherebbe -stando a stime esorbitanti di parte ebraica- declassificare almeno 16 milioni di documenti. Questi documenti dovrebbero essere analizzati da chi? Sicuramente da storici incaricati di difendere l'ortodossia olocaustica e la rispondenza della storia alle esigenze di parte israeliana, visto che questa richiesta giunge solo da gruppi di pressione di parte.

Una richiesta che è anche arrogante e presuntuosa quando accusa, implicitamente, il Vaticano di coprire col segreto informazioni sensibili sulle "sue azioni" negli anni della guerra. Tanto più arrogante in quanto proviene dalla massima autorità lobbistica ebraica mondiale, fondata nel 1913 dal B'nai B'rith ed oggi dalla bocca di autorità dello Stato di Israele. Ma soprattutto perchè sembra ignorare tutti i 12 volumi con più di 5000 documenti sul periodo della Guerra fatti pubblicare da papa Paolo VI e tutti i documenti e le testimonianze raccolti in questi ultimi anni.

Da un lato c'è dunque una ingerenza di fondo che è letteralmente inammissibile e in malafede, giacché la Santa Sede non delega a nessuno la "certificazione" della sua storia. È un'ingerenza doppiamente inammissibile allorchè sulla base di questa "certificazione" storica la Chiesa dovrebbe decidere la "santità" o meno di Papa Pacelli, subordinando così il mistero spirituale al materialismo storicistico ed alle convenienze politiche.

Se si trattasse di una semplice questione storica sarebbe come se l'Italia chiedesse ad Israele - uno stato sovrano - di consultare tutta la documentazione d'archivio relativa, che so io, al massacro di Sabra e Shatila o alle varie distruzioni effettuate a Gaza negli ultimi decenni, prima di autorizzare Israele a proclamare nel mondo le sue lamentationes olocaustiche. È evidente che ciò sarebbe paragonabile da Israele ad un vero e proprio atto ostile.

Quando è invece il piccolo, ma potente, stato mediorientale a chiedere alla Santa Sede di aprire gli archivi per alcuni anni alla ricerca di studiosi "ortodossi", beh... il Vaticano dovrebbe ritenersi quasi onorato per la concessione...

A questa dinamica si aggiunge la completa ignoranza delle implicazioni ecclesiologiche e spirituali in genere che comporta la causa di beatificazione di Pio XII. Una ignoranza che personalmente ritengo vera soltanto a parole. Da un lato, infatti, si considera la Chiesa Cattolica una mera istituzione mondana e politica. Dall'altro siamo consapevoli che la questione strettamente storica è usata quale "paravento" ideologico delle implicazioni più autentiche della beatificazione di Pio XII. Implicazioni tutte intraecclesiali, appartenenti al mondo cattolico più che a quello ebraico.

Si "lotta" contro Pio XII perchè egli è l'ultimo papa prima del Concilio. Perchè rappresenta un modello di Chiesa considerato ormai superato e "defunto". Perchè si pensa che la Chiesa abbia intrapreso un nuovo cammino - accettabile al mondo ebraico - solo con la Nostra Aetate, e tutto ciò che la precede non possa essere che cassato, ostracizzato, ideologicamente gettato nel dimenticatoio. Anche rispetto alla beatificazione di Pio IX quella di papa Pacelli non può che essere considerata con maggiore fastidio e inesauribile ostilità. Quando nel 2000 fu beatificato Pio IX sembrava forse talmente lontano nella storia che la sua beatificazione finiva per ricadere nella categoria del pittoresco vaticano, più che in quella del pernicioso passatismo "antisemita"...

Sia come sia, oggi dobbiamo prepararci ad un'offensiva natalizia e postnatalizia nei riguardi del Santo Padre. Come nel gennaio scorso col caso Williamson, così anche nei prossimi giorni potremmo assistere all'inizio di una nuova via crucis mediatica del Sommo Pontefice.

Gli antidoti? Anzitutto l'unità di Vescovi e Cardinali. In vista del Natale sarebbe auspicabile che nessuno facesse dichiarazioni fuori luogo o palesemente ostili all'operato di Sua Santità. Non è nemmeno accettabile il silenzio non ostile. Servire il Papa ed amare la Chiesa dovrebbe spingere tutti ad avere un maggior senso di comunione e concordia, indipendentemente dalle proprie personali e mondane opinioni.

In secondo luogo si tratta di informare correttamente. Su questo punto non si può fare molto. I giornali sono sempre pronti a scatenarsi contro il Papa e a dar ragione alla political correctness della propaganda lobbistica.

Per smontare la propaganda sarebbe tuttavia opportuno ricordare almeno un evento fondamentale e porre una domanda discriminante: se Pio XII è stato un papa "controverso", che "non ha ritenuto di gridare di fronte al mondo in maniera forte e chiara la sua condanna del nazismo", perchè allora colui che fu Rabbino capo di Roma negli anni della guerra (1940-1944) si convertì al cattolicesimo pubblicamente il 13 febbraio 1945? E perchè lui, Israel Zoller, decise di farsi battezzare Eugenio Pio Zolli? E perchè dichiarò allora: "Io non ho esitato a dare una risposta negativa alla domanda se mi fossi convertito per gratitudine a Pio XII, per i suoi innumerevoli atti di carità.Ciò nonostante, sento il dovere di rendergli omaggio e di affermare che la carità del Vangelo fu la luce che mostrò la via al mio cuore vecchio e stanco. È quella carità che tanto spesso brilla nella storia della Chiesa e che rifulge nell’opera del Pontefice regnante"?

Questa vicenda rimossa dalla memoria storica dell'ebraismo italiano è una prova determinante delle menzogne e dei sospetti infondati e malevoli diffusi sulla figura del Venerabile Pio XII. E attesta ancora di più l'ipocrisia delle valutazioni storiche e delle richieste di aprire gli archivi vaticani. Ipocrisia che non occulta del tutto le vere ragioni dell'ostilità ideologica a papa Pacelli: il suo incarnare una Chiesa che si vorrebbe apertamente "archiviare", una Chiesa diversa dal mondo, fatta di carità silenziosa e non gridata, di obbedienza riservata e non di democratismo relativista e mediatizzato, fatta di persone operanti nella preghiera e non di attivisti in cerca di un posto al sole. Quella Chiesa di 60 anni fa è talmente incompatibile con la moderna mentalità da costituire un autentico "scandalo".

Perciò scandalizza l'ermeneutica della continuità fra quella Chiesa e la Chiesa dell'oggi: un'unica Chiesa in cammino verso l'Oriente, verso il Signore che ritorna. Ermeneutica della continuità che oggi Papa Benedetto ribadisce con grande coraggio e profonda serenità, indicandoci, in previsione del Natale, che il vero centro della nostra vita non sono tutti questi mondani cavilli e queste vili macchinazioni, bensì il Dio bambino che nasce a Betlemme. Quel Bambino che duemila anni fa ha cambiato la storia del mondo e cambia ogni giorno il cuore dell'uomo.

Nonostante il mondo ebraico non sia nè monolitico, nè ostile in massa alla figura di Pio XII, - notevoli esponenti ebraici continuano inascoltati a proclamare la grande levatura morale ed umana di papa Pacelli - stamane tutte le agenzie e i principali quotidiani mondiali rilanciano le dichiarazioni del magnate statunitense Ronald S. Lauder (patrimonio stimato intorno ai 3 Miliardi di dollari), presidente del World Jewish Congress. Mentre nessuno si premura di leggere - ad esempio - le 277 pagine del rapporto della fondazione Pave the Way dell'ebreo Gary Krupp, no... tutti vanno dietro alla propaganda vuota del WJC!

Lauder, filantropo di gran fama, ha dichiarato in una nota reperibile sul sito del WJC quanto segue: "Fino a quando gli archivi sul periodo cruciale dal 1939 al 1945 rimangono chiusi, e fino a quando non verrà raggiunto un consenso unanime sulle azioni - o inazioni - di Pio XII in merito alla persecuzione di milioni di Ebrei nell'Olocausto una beatificazione è inopportuna e prematura."

Ha poi aggiunto: "Sebbene sia una decisione completamente interna alla Chiesa Cattolica decidere a chi devono essere rivolti gli onori religiosi, ci sono forti preoccupazioni sul ruolo politico di Pio XII durante la II guerra mondiale che non possono essere ignorati." E ancora: "data l'importanza delle buone relazioni fra Cattolici ed Ebrei e in seguito ai difficili eventi dell'anno scorso, sarebbe stato apprezzabile se il Vaticano avesse mostrato maggiore sensibilità su questo problema."

Tutto ciò cosa ci ricorda se non la dichiarazione dell'Antidefamation League? Faccio notare, tra l'altro, quanto sia insopportabile quell'inciso sulla "libertà della Chiesa" di beatificare chi ritiene più opportuno. Se da un lato si mostra - mediaticamente - rispetto per le decisioni della Chiesa, come si può dall'altro lato pretendere di intervenire sulla questione suggerendo tempi e modi della beatificazione? Perché tutta questa aperta e strabordante ipocrisia?

Leggiamo poi quanto afferma il leggiadro rabbino capo di Francia, Gilles Bernheim: "dato il silenzio di Pio XII durante e dopo la Shoah, non voglio credere che i Cattolici vedano in Pio XII un esempio di moralità ed umanità. Spero che la chiesa voglia rinunciare a questa beatificazione pianificata e voglia così onorare il proprio messaggio e i propri valori".

Al che mi vengono in mente queste interessanti notizie sulle variopinte esibizioni di alcuni ebrei in Terrasanta... reiterate....

Si dirà: ma cosa c'entrano queste storie spiacevoli con la questione Pio XII? C'entrano eccome! Se, infatti, autorità come il WJC si prodigano tanto nell'indicare alla Santa Sede l'atteggiamento da tenere nei riguardi della beatificazione di Pio XII, restano invece MUTI dinanzi alle violenze spregevoli subite da religiosi e religiose in Terrasanta. Perché la loro idea di dialogo religioso è intesa costantemente a loro esclusivo vantaggio? Perché credono di poter "fare le pulci" alla Santa Sede, mentre presumono una "immunità costitutiva" rispetto alle azioni di minoranze deviate del mondo ebraico? E che dire della squallida attitudine allo sputo sui cristiani di cui recentemente si è occupato anche il Jerusalem Post?

Se ADL, WJC ed altre sigle simili fossero tanto zelanti nel promuovere e salvaguardare il rispetto dei Cattolici in Terrasanta, quanto lo sono nell'opera costante, quasi "liturgica" di salvaguardia della "memoria", forse avrebbero una certa credibilità e potrebbero apparire istituzioni meno ipocrite di quanto non siano in realtà. Se queste istituzioni mondiali protestassero dinanzi alle violenze subite dai Cristiani in Terrasanta forse il loro appello al Vaticano sulla ricerca storica potrebbe sembrare sincero. In realtà non lo è. Si tratta piuttosto di pura ideologia. Ideologia a senso unico, monologo più che dialogo, incapacità di comprendere l'altro e ingerenza ossessiva negli affari della Chiesa Cattolica.

Le reazioni stanno montando come la panna in tutto il mondo. Finora si tratta di reazioni provenienti da una parte selezionata e - ahimè - maggioritaria del mondo ebraico, mondo per sua costituzione variegato e non omologabile in un'unica categoria. Leggo adesso il commento del Presidente dell'European Jewish Congress: "la valutazione papale riguardo alle "virtù eroiche" mostrate dall'altamente controverso papa Pio XII è un grosso schiaffo in faccia alla memoria dell'Olocausto." E ha aggiunto che la questione non riguarderebbe le relazioni giudaico cristiane ma la "memoria dell'Olocausto".

Qualche giornalista cerca di ottenere dichiarazioni di parte cattolica. E resto personalmente sbigottito nel leggere che il Cardinal Bagnasco ha preferito evitare commenti sulla questione in una intervista pubblicata oggi su La Stampa. Si attende a breve la reazione del clero tedesco e francese, molto sensibile quando si tratta di criticare l'operato del Papa.

Stupefacenti anche le rivelazioni de La Repubblica di oggi. Stando ad Orazio La Rocca i massimi vertici delle Comunità Ebraiche italiane starebbero per presentare - per tramite della Comunità di Sant'Egidio - una richiesta di chiarimenti al Pontefice. Si tratterebbe insomma di ottenere dal Vaticano la garanzia di bloccare l'iter della causa di beatificazione ponendo degli specifici paletti. Tra le righe si accenna alla necessità di chiarire la questione in occasione della visita alla Sinagoga di Roma prevista il prossimo 17 gennaio.
Intanto il Santo Padre con la sua consueta mitezza e serenità ha già chiarito un anno fa il suo pensiero sulla figura di Pio XII:

"La guerra mise in evidenza l’amore che nutriva per la sua “diletta Roma”, amore testimoniato dall’intensa opera di carità che promosse in difesa dei perseguitati, senza alcuna distinzione di religione, di etnia, di nazionalità, di appartenenza politica. Quando, occupata la città, gli fu ripetutamente consigliato di lasciare il Vaticano per mettersi in salvo, identica e decisa fu sempre la sua risposta: “Non lascerò Roma e il mio posto, anche se dovessi morire” (cfr Summarium, p.186). I familiari ed altri testimoni riferirono inoltre delle privazioni quanto a cibo, riscaldamento, abiti, comodità, a cui si sottopose volontariamente per condividere la condizione della gente duramente provata dai bombardamenti e dalle conseguenze della guerra (cfr A. Tornielli, Pio XII, Un uomo sul trono di Pietro). E come dimenticare il radiomessaggio natalizio del dicembre 1942? Con voce rotta dalla commozione deplorò la situazione delle “centinaia di migliaia di persone, le quali, senza veruna colpa propria, talora solo per ragione di nazionalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento” (AAS, XXXV, 1943, p. 23), con un chiaro riferimento alla deportazione e allo sterminio perpetrato contro gli ebrei. Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei. Per questi suoi interventi, numerosi e unanimi attestati di gratitudine furono a lui rivolti alla fine della guerra, come pure al momento della morte, dalle più alte autorità del mondo ebraico, come ad esempio, dal Ministro degli Esteri d’Israele Golda Meir, che così scrisse: “Quando il martirio più spaventoso ha colpito il nostro popolo, durante i dieci anni del terrore nazista, la voce del Pontefice si è levata a favore delle vittime”, concludendo con commozione: “Noi piangiamo la perdita di un grande servitore della pace”. Purtroppo il dibattito storico sulla figura del Servo di Dio Pio XII, non sempre sereno, ha tralasciato di porre in luce tutti gli aspetti del suo poliedrico pontificato. "
Queste parole evidentemente non bastano a soddisfare i farisei moralisti ebrei i quali oggi fanno sapere quanto segue:

"(Adnkronos) - A quanto apprende l'ADNKRONOS, si riunisce domani a Bologna l'assemblea dei rabbini italiani per discutere della vicenda relativa alla beatificazione di Pio XII e alla prossima visita del Papa alla sinagoga di Roma in programma il 17 gennaio. Nell'occasione il presidente dei rabbini italiani, Giuseppe Laras, farà alcune comunicazioni sulla visita di Joseph Ratzinger al tempio ebraico della Capitale e sulla situazione di tensione che si è venuta a verificare dopo l'approvazione del decreto sulle virtù eroiche di Pacelli da parte del Pontefice. Al termine dell'incontro verrà diffuso un documento nel quale di farà riferimento al caso Pio XII. Fra le questioni che saranno discusse il problema dell'apertura degli archivi segreti del Vaticano relativi al periodo che va dal 1939 al 1945. Ciò che viene messo in discussione da parte dei rabbini non è la beatificazione in quanto tale, ma il fatto che attraverso di essa si porti ad esempio e modello per tutti la figura di Pacelli, mentre sui suoi comportamenti esistono ancora dubbi; è quindi necessario conoscere ogni dettaglio e ogni aspetto della sua azione negli anni del secondo conflitto mondiale."

Dunque siamo al farsesco ed al grottesco! Sono gli storici (magari di parte ebraica) a dover sancire secondo le varie comunità ebraiche in subbuglio nel mondo, la "moralità" e quindi anche l'esemplarità di Pio XII! Cosa dobbiamo dedurne? Dovremmo pensare che per i signori delle varie comunità ebraiche mondiali Pio XII doveva farsi ammazzare dai nazisti per essere portato oggi ad "esempio e modello per tutti"? E allora, con un tantinello di rabbia mi viene da dire: se per 5 anni di guerra tutti sapevano dei campi di concentramento e nessuna potenza mondiale ha fatto nulla o ha potuto far nulla per bloccare la Shoah, CHE COSA DIAMINE AVREBBE DOVUTO FARE IL PAPA??? Cosa avrebbe dovuto fare più di quanto fece ed è già documentato?
E chi da a questa gente l'autorità morale per giudicare un Venerabile Papa della Chiesa di Roma?
Loro che non hanno mosso un dito quando il giorno di Santo Stefano dell'anno scorso Israele ha bombardato ferocemente Gaza uccidendo centinaia di bambini e di innocenti con armi proibite come le bombe al fosforo?
Loro che in qualità di guide religiose avevano il dovere morale di gridare la necessità della Pace hanno invece consentito una violenta esibizione di odio e prepotenza! Loro non hanno detto una parola una quando i Rabbini di Israele hanno concesso l'esenzione dallo Shabbat ai militari che intrapresero la guerra su Gaza (il 26 era infatti venerdì e il venerdì al tramonto comincia lo Shabbat)!

E allora consentitemi di citare Matteo, 23:

1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange; 6amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11Il più grande tra voi sia vostro servo; 12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci 14.
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. 17Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? 18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. 22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. 36In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! 39Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".

Applausi a Padre Lombardi di Francesco Colafemmina

 
Propongo qui di seguito un breve commento alla nota di Padre Lombardi alla Radio Vaticana riguardante la firma da parte del Papa del decreto sulle virtù eroiche di Pio XII. In corsivo la nota. Faccio umilmente notare che questa nota dovrebbe servire a placare l'Assemblea Rabbinica Italiana che si riunisce questa sera a Bologna. Fa specie, inoltre, che il messaggio di Padre Lombardi sia stato pubblicato su Radio Vaticana e non, come dovrebbe avvenire in questi casi, sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede. Dunque è una dichiarazione ufficiale o un mero commento personale? Non è dato comprenderlo, sebbene sia evidente che dovrebbe trattarsi di una dichiarazione ufficiale. Intanto tutte le agenzie del mondo fanno sapere che la Santa Sede smentisce la prossima beatificazione di Pio XII e fa "marcia indietro". Ottimi risultati di comunicazione! Stiamo toccando i vertici dell'abilità diplomatica e mediatica... Veniamo però al testo della "dichiarazione":

"La firma da parte del Papa del Decreto “sulle virtù eroiche” di Pio XII ha suscitato un certo numero di reazioni nel mondo ebraico, probabilmente perché si tratta di una firma il cui significato è chiaro nell’ambito della Chiesa cattolica e degli “addetti ai lavori”, e può meritare alcune spiegazioni per un pubblico più vasto, in particolare quello ebraico, comprensibilmente molto sensibile a tutto ciò che riguarda il periodo storico della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto."

Premesso che la Chiesa Cattolica non deve rendere conto a nessuno delle sue decisioni interne, andiamo oltre:

"Quando il Papa firma un Decreto “sulle virtù eroiche “ di un Servo di Dio, cioè di una persona di cui è stata introdotta la Causa di beatificazione, conferma la valutazione positiva che la Congregazione delle Cause dei Santi ha già votato - dopo attento esame degli scritti e delle testimonianze – sul fatto che il candidato ha vissuto in modo eminente le virtù cristiane e ha manifestato la sua fede, la sua speranza, la sua carità, in grado superiore a ciò che si attende normalmente dai fedeli. Perciò può essere proposto come modello di vita cristiana al popolo di Dio."

Citiamo la Instructio Sanctorum Mater del 2007:
Art. 4- § 1. La causa di beatificazione e canonizzazione riguarda un fedele cattolico che in vita, in morte e dopo morte ha goduto fama di santità, vivendo in maniera eroica tutte le virtù cristiane; o gode di fama di martirio perché, avendo seguito più da vicino il Signore Gesù Cristo, ha sacrificato la vita nell'atto del martirio.

"Naturalmente si tiene conto in questa valutazione delle circostanze in cui la persona ha vissuto, occorre quindi un esame dal punto di vista storico, ma la valutazione riguarda essenzialmente la testimonianza di vita cristiana data dalla persona (il suo intenso rapporto con Dio e la continua ricerca della perfezione evangelica – come diceva il Papa sabato scorso nel suo discorso alla Congregazione delle Cause dei Santi), e non la valutazione della portata storica di tutte le sue scelte operative. Anche una eventuale successiva Beatificazione si colloca nella stessa linea, di proporre al popolo di Dio – con l’ulteriore conforto del segno di grazie straordinarie date da Dio per intercessione del Servo di Dio – un modello di vita cristiana eminente. In occasione della Beatificazione di Giovanni XXIII e di Pio IX, Giovanni Paolo II affermava: “La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all’imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende” (3.9.2000)."
 
E' evidente - nonostante l'inciso di Giovanni Paolo II - che l'operato in vita dei Santi e dei Beati riguarda la valutazione della loro attualizzazione nella storia delle virtù cristiane. Lo dice lo stesso Giovanni Paolo II affermando che la "santità vive nella storia". La virtù non vive certo fuori dalla storia. Come si può dunque affermare che la "portata storica" delle "scelte operative" di un Santo o di un Beato, sia indifferente rispetto alla proclamazione delle sue "eroiche virtù"?
Si tratta di una contraddizione logica evidente: Se Pinco Pallino è stato perfettamente virtuoso ma ha omesso di salvare milioni di esseri umani (ammesso che fosse stato possibile salvarli) è chiaro che l'autenticità delle sue "eroiche virtù" sarebbe clamorosamente messa in discussione.

"Ciò non intende dunque minimamente limitare la discussione circa le scelte concrete compiute da Pio XII nella situazione in cui si trovava. Per parte sua, la Chiesa afferma che sono state compiute con la pura intenzione di svolgere al meglio il servizio di altissima e drammatica responsabilità del Pontefice."
Mettiamoci d'accordo! O la Chiesa afferma che queste "scelte concrete" sono state compiute con "la pura intenzione etc.
" oppure sospende il giudizio. O una cosa o l'altra! E Benedetto XVI ha già indicato il suo pensiero in merito affermando:
"Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei."

Questo è un giudizio sull'operato storico di Pio XII, non un'opinione secondaria sulla sua "portata storica". Ed è espresso dal Sommo Pontefice che a norma di Diritto Canonico ha potestà suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa. E' lui che firma il decreto sull'inchiesta della Congregazione della Causa dei Santi ed è egli, illuminato dallo Spirito Santo ad agire in piena libertà!
Can. 331 - Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l'ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori, è capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale; egli perciò, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente.

"In ogni caso, l’attenzione e la preoccupazione di Pio XII per la sorte degli ebrei – cosa che certamente è rilevante per la valutazione delle sue virtù – sono largamente testimoniate e riconosciute anche da molti ebrei. Rimane quindi aperta anche in futuro la ricerca e la valutazione degli storici nel loro campo specifico. E nel caso concreto si comprende la richiesta di avere aperte tutte le possibilità di ricerca sui documenti. Già Paolo VI aveva voluto favorire rapidamente tale ricerca con la pubblicazione dei volumi degli Actes et Documents. Per l’apertura completa degli archivi – come si è detto più volte – occorre provvedere all’ordinamento e alla catalogazione di una massa enorme di documenti, che richiede un tempo tecnico ancora di alcuni anni. Quanto al fatto che i Decreti sulle virtù eroiche di Papa Giovanni Paolo II e Pio XII siano stati promulgati nello stesso giorno, ciò non significa un “abbinamento” delle due Cause da ora in poi."

Che vuol dire? Che senso ha questa giustificazione? Era utile? Era opportuna?
"Le due Cause sono del tutto indipendenti e seguiranno ciascuna il proprio iter. Non vi è quindi nessun motivo di ipotizzare un’eventuale Beatificazione contemporanea. Infine, le disposizioni di grande amicizia e rispetto del Papa Benedetto XVI verso il popolo ebraico sono state già testimoniate moltissime volte e trovano nel suo stesso lavoro teologico una testimonianza inconfutabile. E’ chiaro quindi che la recente firma del Decreto non va in alcun modo letta come un atto ostile contro il popolo ebraico e ci si augura che non sia considerata un ostacolo sul cammino del dialogo fra l’ebraismo e la Chiesa cattolica. Ci si augura anzi che la prossima visita del Papa alla Sinagoga di Roma sia occasione per riaffermare e rinsaldare con grande cordialità questi vincoli di amicizia e di stima.
"

In conclusione: invece di difendere il Papa e l'autorità pontificia, la si sminuisce dunque, quasi che il Santo Padre fosse il segretario firmatario di atti altrui. Invece di ribattere alle ingerenze vergognose del mondo ebraico negli affari interni della Chiesa Cattolica si viene loro incontro come agnellini miti ed obbedienti. Invece di difendere la dignità dei fedeli e della Chiesa tutta dalle accuse in malafede ed ipocrite dei vari rabbini sbraitanti che si fa? Ci si piega obbedienti alle loro richieste...
Complimenti!

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