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Poettering: “Le nostre radici nella filosofia greca, nel diritto romano  e nella tradizione giudaico-cristiana”

“L’allargamento dell’Unione europea” fino a 27 Stati, “insieme alla riunificazione della Germania, rimangono per me il miracolo di questa generazione”. Hans-Gert Poettering, eletto a gennaio presidente del Parlamento, ha rivolto questa mattina all’emiciclo di Strasburgo il suo discorso programmatico: il politico tedesco resterà in carica fino alle prossime elezioni del giugno 2009. Nell’intervento Poettering ha inserito citazioni di Delors, Bartoszewski, Schuman, Kohl; ha fatto riferimento ai cinquant’anni di integrazione comunitaria, ha rilanciato la Costituzione quale “strumento per superare i deficit attuali dell’Unione”. Ha ribadito la centralità del Parlamento nell’architettura istituzionale Ue, preannunciando una riforma dell’organizzazione interna. Ma il presidente si è soffermato anche sulla “necessità di rispondere, insieme, alle sfide della globalizzazione”, di “riscoprire le radici dell’Europa e i suoi valori”, per poterli “testimoniare” e “condividere” con il resto del mondo. “Le nostre radici risiedono nella filosofia greca, nel diritto romano e nella tradizione giudaico-cristiana”, ha affermato; esse hanno modellato l’Europa di oggi, che “è un continente multiculturale e multireligioso”.

Nel discorso programmatico pronunciato in aula, Hans-Gert Poettering ha ricordato una serie di “questioni aperte” che attenddono l’Ue. Ha ribadito “l’importanza di una accordo di partnership con la Russia”, intimando però a Putin di “assicurare alla giustizia gli assassini della giornalista Ana Politkovskaya”; si è rivolto agli “amici americani”, affermando che “Guantanamo non è conciliabile con i nostri principi giuridici”; ha parlato dei moniti derivanti ancora oggi dall’Olocausto; ha spiegato che l’Ue crede nella “possibile convivenza pacifica di israeliani e palestinesi”. Il presidente tedesco ha aggiunto: “Noi, come Parlamento europeo, siamo assolutamente convinti che la pena di morte non è conciliabile” con i diritti fondamentali e la dignità umana. Poettering è quindi passato a elencare i principali campi in cui l’Europa deve “essere in grado di agire”, per portare “risultati concreti” nella vita dei cittadini. Fra di essi: la giustizia sociale, la giustizia internazionale (fondamentali “per costruire la pace”), la sicurezza interna e la lotta al terrorismo, le migrazioni, la lotta ai cambiamenti climatici, l’energia e la competitività economica. Infine, parlando del cinquantesimo dei Trattati Cee, ha auspicato la creazione di “una casa della storia europea, che si dedichi a studiare e far conoscere le radici e l’opera di unificazione” comunitaria.  

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