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Dall'Austria, Benedetto XVI accende una candela per l'unità proveniente da Sibiu

Benedetto XVI, in questi giorni in visita in Austria in occasione dell’850° anniversario della fondazione del Santuario di Mariazell, , durante i Vespri, ha acceso una candela proveniente da Sibiu per pregare per l’unità e mettersi in collegamento ideale con i 2.500 delegati alla Terza assemblea ecumenica europea, che in queste ore stanno ultimando il messaggio finale. La notizia era stata data dagli organizzatori dell’assemblea. Il Papa ha già ricordato ieri in Austria l’evento di Sibiu e probabilmente farà altri due accenni nei prossimi discorsi. È un gesto di chiaro intento ecumenico, che potrà attenuare la delusione dei protestanti perché non sono stati programmati incontri ecumenici (ndR).
 
I Vespri Mariani al Santuario di Mariazell
 

Dopo il saluto alla comunità Benedettina del Santuario di Mariazell, il papa si sposta reca alla Basilica del Santuario per la celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità della Natività della Beata Vergine Maria. E’ qui che incontra sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi, seminaristi e le persone di vita consacrata. Non ci sono riferimenti alle contestazioni che hanno attraversato alcune correnti della Chiesa austriaca, né alle richieste avanzate da qualcuno di potersi confrontare su alcuni “temi scottanti”; c’è invece la preghiera a Maria perché vi siano “buone vocazioni” e un discorso preciso e attento alla realtà dei sacerdoti, delle religiose e dei consacrati, con il papa che ripercorre il senso dei tre consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Il tutto sullo sfondo della grande certezza che deve accompagnare gli uomini e le donne chiamati a dedicare tutta la loro vita al Vangelo: che Dio è fedele, e nelle sue mani occorre abbandonarsi. Il papa chiede un profondo rinnovamento della fede e della vita nella preghiera al santuario della Madonna di Mariazell e durante la celebrazione dei vespri con la comunità benedettina non nasconde le difficoltà della chiamata per la vita (“La vita al seguito di Cristo è un’impresa rischiosa perché siamo sempre minacciati dal peccato, dalla mancanza di libertà e dalla defezione”), ma mette in evidenza anche “l’esperienza di una profonda gioia” e della “profonda consolazione” che ne derivano. “Voi” – ha detto il papa – “rendete testimonianza di una speranza che, contro ogni disperazione muta o manifesta, rimanda alla fedeltà e all’attenzione amorevole di Dio”.  

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