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Chiarimenti sul dialogo tra anglicani e cattolici

[Leggi anche il nostro commento]

La IARCCUM (Commissione Internazionale Anglicano Cattolica per l'Unità e la Missione) spiega la portata di un documento anticipato da “The Times”

I Copresidenti della Commissione per il dialogo anglicano-cattolico hanno affermato in una dichiarazione congiunta che un articolo pubblicato in prima pagina da “The Times” il 19 febbraio, intitolato “Le Chiese sostengono un piano per unirsi sotto l’autorità del Papa”, è sensazionalista e non corrisponde a verità.

L’articolo di Ruth Gledhill riporta informazioni presumibilmente filtrate da “The Times” su un documento non pubblicato, intitolato “Crescere Insieme nell’Unità e nella Missione”, che verrà emesso dalla Commissione Internazionale Anglicano-Cattolica per l’Unità e la Missione.

“Radicali proposte per riunire gli anglicani alla Chiesa cattolica sotto la guida del Papa stanno per essere pubblicate quest’anno, secondo quanto ha saputo 'The Times’”, si legge.

I presuli che copresiedono la commissione – l’Arcivescovo cattolico di Brisbane (Australia), John Bathersby, e il Vescovo anglicano del Sudafrica David Beetge –, hanno chiarito attraverso una dichiarazione le informazioni contenute nell’articolo della Gledhill.

“Crescendo Insieme nell’Unità e nella Missione” è un documento che verrà emesso come dichiarazione di accordo della IARCCUM (la Commissione Internazionale Anglicano-Cattolica per l’Unità e la Missione) e verrà pubblicato sotto l’autorità della Commissione, non come dichiarazione ufficiale della Chiesa cattolica e della Comunione Anglicana. Il documento verrà emesso per promuovere la discussione e la riflessione, come ribadisce la dichiarazione.

Si prevede che la pubblicazione avrà luogo non appena verrà completato un commento cattolico finalizzato ad accompagnare il documento. Un commento anglicano è già pronto per la pubblicazione.

Il testo è stato fornito alla Commissione Congiunta dei Presuli del Consiglio Consultore Anglicano, attualmente riuniti in Tanzania. Ai presuli anglicani è stata anche consegnata una copia della dichiarazione dell’accordo della Commissione Internazionale per il Dialogo Anglicano-Ortodosso, intitolata “La Chiesa del Dio Trinitario”.

Con questi testi – che affrontano la teologia della Chiesa –, i leader anglicani hanno potuto accedere ai risultati recenti degli importanti dialoghi internazionali in cui la Comunione Anglicana è attualmente impegnata.

La Commissione anglicano-cattolica lamenta che sia stato fatto conoscere prematuramente il contenuto del documento “Crescere Insieme nell’Unità e nella Missione”, “in un modo che fraintende le sue intenzioni e dà una visione sensazionalista della sua conclusione”.

Per la Commissione, la prima parte del documento, che tratta questioni dottrinali, è un tentativo di sintetizzare il lavoro svolto dall’ARCIC (Commissione Internazionale Anglicano-Cattolica) negli ultimi 35 anni e ricorda sia gli elementi di accordo che quelli di disaccordo.

“È un documento veramente onesto che situa lo stato delle relazioni anglicano-cattoliche al momento presente”, ha spiegato.

Anche se è stimolante che un documento di questo tipo possa prodursi e che la cooperazione pratica quotidiana tra cattolici e anglicani possa aumentare, parlare di piani per riunire le due realtà è purtroppo decisamente esagerato.

La seconda parte del testo propone iniziative concrete, identificando aspetti di missione comune, studio comune, preghiera comune per la maggior parte permesse secondo fonti autorizzate della Chiesa cattolica e delle province della Comunione Anglicana.

Il documento delinea inoltre una serie di proposte che i membri della IARCCUM ritengono possibili nel contesto attuale, ma afferma anche che i Vescovi locali in ogni parte del mondo hanno bisogno di discernere ciò che è appropriato a livello locale, visto che il contesto delle relazioni dinamiche tra anglicani e cattolici differisce ampiamente nelle varie regioni.

La Commissione ricorda che il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha parlato molto di quanto sia importante che la Comunione Anglicana rimanga una comunione, radicata alla fede apostolica.

Durante la visita dell’Arcivescovo di Canterbury a Papa Benedetto XVI nel novembre 2006, il Santo Padre ha affermato: “È nostra fervente speranza che la Comunione Anglicana rimanga radicata nei Vangeli e nella Tradizione Apostolica che formano il nostro patrimonio comune e sono le basi della nostra comune aspirazione a lavorare per la piena unità visibile”.

“Speriamo che quando verrà pubblicato ‘Crescere Insieme nell’Unità e nella Missione’ inviterà a uno scambio di pareri e che sia uno strumento utile nel lungo viaggio verso la piena comunione che è stata l’obiettivo stabilito delle relazioni anglicano-cattoliche durante gli ultimi 40 anni”, concludeva la dichiarazione.

Nel suo articolo, “The Times” ha affermato anche che gli Arcivescovi alla guida delle 38 province della Comunione Anglicana si erano riuniti a Dar es Salaam (Tanzania) per cercare di evitare una scissione provocata dall’ordinazione di Vescovi omosessuali, che hanno sollevato pareri contrastanti all'interno della Chiesa. La maggior parte degli anglicani che si sono opposti a queste ordinazioni, aggiunge il quotidiano, sono contrari anche all’ordinazione di donne-Vescovo.

The Times” aggiunge che il documento al quale ha avuto accesso riconosce “la comunione imperfetta” tra le due Chiese, ma sostiene che esista un terreno comune sufficiente per realizzare “questo appello all’azione”.

“La Chiesa cattolica romana – prosegue – insegna che il ministero del Vescovo di Roma (il Papa) è il primato universale secondo i desideri di Cristo per la Chiesa e un elemento essenziale per mantenere l’unità nella verità”.

Esorta quindi “anglicani e cattolici romani a esplorare insieme in che modo il ministero del Vescovo di Roma possa essere offerto e ricevuto per aiutare le nostre comunioni a crescere verso una comunione piena ed ecclesiale”.


È interessante integrare l'informazione con quella diramata da Radio vaticana il 21 febbraio 2007

Nessun piano di riunificazione degli anglicani sotto il Papa: così, la Commissione anglicano-cattolica risponde alle indiscrezioni del Times

Non c’è alcun piano prestabilito per riunificare gli anglicani alla Chiesa cattolica sotto l’autorità del Papa: è quanto sottolinea la Commissione internazionale anglicano-cattolica per l’Unità e la Missione. L’organismo ecumenico risponde così alle indiscrezioni pubblicate ieri dal quotidiano londinese The Times, che riferisce di un documento preparato dalla Commissione per la riunificazione delle due Chiese. Sulla vicenda, il servizio di Alessandro Gisotti:

Le voci su un piano “per riunire” cattolici ed anglicani “sono del tutto esagerate”: è quanto si legge in una nota della Commissione internazionale per l’Unità e la Missione, a firma dell’arcivescovo cattolico John Bathersby e del presule anglicano, David Beetge, in risposta ad un articolo del Times. Nella nota, si conferma la prossima pubblicazione di un documento dal titolo “Crescere insieme nell’Unità e nella Missione”. Tuttavia, viene sottolineato che le indiscrezioni apparse sul quotidiano londinese “mal rappresentano le sue intenzioni e sensazionalizzano le sue conclusioni”. La prima parte del testo, infatti, rappresenta un “tentativo di sintesi del lavoro dottrinale della Commissione”, nel corso degli ultimi 35 anni. Certo, rileva la nota, si mette in luce il “livello di accordo raggiunto” in seno alla Commissione, ma altrettanto chiaramente “si identificano le tematiche sulle quali esistono dei contrasti”. Per questo, si legge ancora, il documento vuole con “grande onestà” valutare lo stato delle relazioni attuali dei rapporti tra cattolici e anglicani.

D’altro canto, avverte l'organismo ecumenico, questo documento “non afferma nulla di nuovo sul Ministero petrino”. La seconda parte del documento vuole invece indicare “iniziative concrete”, identificando quelle prospettive comuni di “missione, studio e preghiera” che sono già autorizzate dalla Chiesa Cattolica e dalla Comunione Anglicana. L’articolo del Times fa riferimento ai rischi di scisma all’interno del mondo anglicano, dopo l’apertura del confronto sull’ammissibilità dell’ordinazione di vescovi omosessuali. A tal proposito, la nota ricorda che il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha sempre ribadito l’importanza del valore dell’unità della Comunione Anglicana. Si rammentano, infine, le parole di Benedetto XVI che, durante l’incontro del novembre scorso, con l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha espresso l’auspicio che si proceda sulla strada della “comune aspirazione” per una “piena e visibile unità”, radicata nel Vangelo e nella tradizione apostolica.


Un'eco dalla stampa:

"Gli anglicani tornano dal Papa", trattativa segreta con il Vaticano
Enrico Franceschini , su “la Repubblica”, 20 febbraio 2007

Si separarono a causa di un re che cambiava moglie troppo spesso, ora potrebbero tornare insieme grazie alle polemiche sui sacerdoti gay. Chiesa cattolica e chiesa anglicana stanno discutendo in segreto un progetto di una possibile riunificazione sotto l’autorità “del papa di Roma”. Lo rivela il “Times” di Londra chiarendo che il progetto è riassunto in un documento congiunto, preparato da vescovi delle due fedi, che è all’esame del Vaticano e dovrebbe essere reso pubblico entro la fine dell’anno. In tempo per evitare a Tony Blair, chissà, una conversione al cattolicesimo, religione di sua moglie e da tempo guardata con crescente interesse dal premier britannico, per ora costretto dal suo ruolo a restare fedele alla chiesa d’Inghilterra ma in procinto di diventare libero di fare la sua scelta non appena avrà dato le dimissioni, previste entro l’agosto prossimo.

Lo scisma tra anglicani e cattolici risale a cinque secoli or sono: fu Enrico VIII a consumare la rottura, perché il re d’Inghilterra era stufo di dipendere da Roma per ottenere il nulla-osta a nuove nozze, desiderando divorziare e risposarsi a suo piacimento. Da allora la chiesa anglicana ha due capi: il sovrano o la sovrana di turno, che ne incarna il potere temporale, e l’arcivescovo di Canterbury, che ne rappresenta il potere spirituale. Ma dal punto di vista della dottrina le due religioni non hanno sostanziali differenze. Ciò spiega, in parte, perché nel 2000 sia stata creata con tipico riserbo ecclesiastico una commissione mista, composta da vescovi anglicani e cattolici - scrive il Times - per studiare un progetto di riunificazione “sotto la leadership del papa”. Un documento di 42 pagine, intitolato "Crescere insieme nell’unità e nella missione" è stato compilato dalla commissione, presieduta per parte cattolica da un arcivescovo australiano, monsignor John Bathersby, titolare della diocesi di Brisbane, e per parte anglicana dal vescovo sudafricano David Beetge. “Noi”, afferma uno stralcio del documento pubblicato dal quotidiano, “invitiamo anglicani e cattolici a esplorare insieme i modi in cui il ministero del Vescovo di Roma possa essere offerto e ricevuto così da assistere le nostre due chiese a progredire verso la piena comunione ecclesiale”.

È chiaro che gli anglicani sarebbero pronti a sottomettersi all’autorità suprema del pontefice. Una sorta di ritorno del figliol prodigo all’ovile, a mezzo millennio di distanza dallo scisma, giustificata dalla sproporzione di forze: gli anglicani nel mondo sono appena 78 milioni, contro un miliardo di cattolici. Ma l’idea di una riunificazione deriva anche dai conflitti interni alla religione anglicana, lacerata da polemiche sull’ordinazione di sacerdoti di orientamento omosessuale: la corrente progressista e quella conservatrice sono impegnate in un braccio di ferro che minaccia di risolversi in una scissione. La crisi è aggravata dal fatto che la chiesa anglicana sta perdendo la sua identità di religione dominante in Inghilterra, dove il processo di secolarizzazione e il crescente flusso di immigrati da paesi come la Polonia fa sì che ormai, alle messe, ci siano più credenti praticanti cattolici che anglicani. La riunificazione servirebbe a rafforzare l’ala conservatrice e ad impedire il rischio di una graduale scomparsa della chiesa fondata da Enrico VIII.


Il nostro commento:

    
Cattolici e anglicani uniti?
               Non è poi così impossibile

Ciò che è avvenuto tra ieri ed oggi ha davvero dell'incredibile, almeno dal punto di vista giornalistico. Un documento di trentasei vescovi anglicani e cattolici di Tanzania e Dar es Salaam, nel quale si auspica un riavvicinamento della due Chiese sotto il primato del Papa è stato anticipato dal «Times» ed ha dato subito corpo all'ipotesi della riunificazione e del superamento dello scisma che divise la Chiesa nel 1533.

Nette le smentite ufficiali diramate attraverso una nota ufficiale congiunta firmata dai responsabili delle due chiese. Niente riunificazione tra cattolici e anglicani, allora? Di fatto, sì. Ma ciò non significa che non si stia muovendo molto, sia da parte degli organi competenti, sia a livello di studio bilaterale, sia (forse) a livello di "piani alti vaticani".

Non occorre un enorme sforzo di memoria per ricordare le parole che proprio Benedetto XVI ha rivolto all'Arcivescovo di Canterbury, riguardo all'auspicio che si possa creare una nuova unità, nello spirito del vangelo e sotto il primato del servizio apostolico. Ma occorre anche essere razionali e realistici, in merito alle difficoltà che incontra ancora il dialogo tra la Chiesa Cattolica e quella Anglicana. Un dialogo che, però, prosegue, e sta facendo passi avanti molto grandi e del quale è importante ricordare la Dichiarazione comune del Papa e dell'Arcivescovo di Canterbury e la precedente Dichiarazione Congiunta tra cattolici e anglicani 1966. Né possiamo tralasciare la dichiarazione congiunta cattolico-anglicana sulla Vergine Maria (Seattle).

Per concludere: probabilmente quella di cui parliamo è stata semplicemente una trovata giornalistica, ma non è impossibile che quella di una concreta riunificazione, possa essere una "bella sorpresa" che potremmo trovarci a gustare, forse anche prima del passaggio di decennio. Esprimiamo il nostro auspicio e il nostro desiderio che sia così...
 

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