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Concluso l’VIII Meeting sulle migrazioni 

  Con la Messa in Santuario, celebrata dall’arcivescovo prelato di Loreto, Gianni Danzi, si è concluso l’VIII Meeting sulle Migrazioni, svoltosi nell’anno centenario della morte del beato Giovanni Battista Scalabrini. Ispirandosi alla figura carismatica del padre dei migranti, i convegnisti hanno sviluppato, nella cittadina dell’Italia centrale, l’importante tema “Figli di stranieri o figli di nessuno? I minori immigrati protagonisti nell’Europa di oggi e di domani”.

 La discussione si è innestata nell’itinerario di studio e di approfondimento tracciato nelle sette precedenti manifestazioni lauretane dagli organizzatori del raduno ai quali il presidente e il segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, rispettivamente il cardinale Stephen Fumio Hamao e l’arcivescovo Agostino Marchetto, hanno voluto esprimere il loro apprezzamento. “In effetti – si legge nel loro messaggio al Meeting – se l’Istituto familiare nel contesto delle migrazioni ha assunto recentemente un rilievo particolare in Europa, soprattutto a livello sociale, culturale e pastorale, il problema della seconda generazione si colloca al centro della delicata questione della famiglia e della società. Da un lato, si afferma il bisogno delle identità con la riappropiazione della cultura di origine; dall’altro, emerge il desiderio di appartenenza alla società in cui si vive, che non è tuttavia sinonimo di assimilazione e di rassegnazione. La prospettiva oscilla, dunque, tra integrazione ed emarginazione”.

 Come si è detto al Meeting, le società civili e la Chiesa sono interpellate dalle questioni complesse, ma anche dai valori e dalle risorse di cui sono depositarie le nuove generazioni. Certamente, a partire dai bisogni dei minori immigrati e dall’aiuto che si saprà offrire loro, sarà possibile costruire rapporti di vera amicizia.

 L’auspicio di questo Meeting è che a partire da questa certezza si sviluppino relazioni che si traducano, da una parte, in attività di sostegno in vista dell’inserimento nella società di accoglienza e, dall’altra, in occasione di crescita personale, sociale ed ecclesiale basata sul rispetto delle culture, delle tradizioni, delle espressioni di fede e sul reciproco scambio di valori.
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[Fonte: Radio Vaticana 31 luglio 2005]

   
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