«Cristiani uniti nella difesa del creato»
Fabrizio Mastrofini, Avvenire 21 luglio 2006

In Brasile su iniziativa del Patriarcato ecumenico in stretta collaborazione con la locale Conferenza episcopale, uomini di fede e scienza a confronto per dare un futuro all’Amazzonia. Benedetto XVI scrive a Bartolomeo I: insieme per testimoniare «l'intrinseco legame tra lo sviluppo, i bisogni umani e la salvaguardia della creazione»

C'è un legame ineludibile tra sviluppo, bisogni umani e salvaguardia della creazione. Lo ha ribadito Benedetto XVI nel messaggio, pubblicato ieri, e inviato tramite il cardinale Roger Etchegaray al patriarca ecumenico Bartolomeo I e ai partecipanti al sesto simposio organizzato dallo stesso patriarca e dal Comitato permanente di Religion, science and environment dal titolo «Il Rio delle Amazzoni sorgente di vita». La riunione, che ha visto la partecipazione di popolazioni indigene, ecologisti, scienziati e rappresentanti delle Chiese cristiane, si è svolta in Brasile dal 13 luglio a ieri, in stretta collaborazione con la Conferenza episcopale del Paese latinoamericano.

Nel suo messaggio, Benedetto XVI ha sottolineato che «il compito di porre l'accento su un'opportuna catechesi a riguardo della creazione, per richiamare il senso e il significato religioso della sua salvaguardia, è intimamente connesso al nostro dovere di pastori e può avere un importante impatto sulla percezione del valore stesso della vita e sull'adeguata soluzione dei conseguenti ineludibili problemi sociali». Il simposio fa parte del più ampio progetto «Religione, scienza e ambiente», che riunisce le Chiese cristiane. «Vedo nel nostro comune impegno - si legge nel messaggio di Benedetto XVI - un esempio di quella collaborazione che ortodossi e cattolici devono ricercare con costanza per rispondere all'appello di una testimonianza comune». Ricordando l'azione dei vescovi brasiliani «a favore dell'ambiente, il cui deterioramento ha profonde e gravi ripercussioni sulle popolazioni», il Papa ha poi rivolto un appello ai popoli e ai governi «sui problemi, le necessità e le urgenze di una regione così provata e così minacciata nel suo equilibrio ecologico». «I suoi fiumi e le sue foreste, nella loro bellezza e nella loro imponenza, ci parlano di Dio e della sua opera grandiosa in favore dell'uomo» -, è la fotografia dell'Amazzonia scattata dal Papa -: «Questa regione immensa, dove l e acque costituiscono una fonte impareggiabile di armonia e di ricchezza, si presenta come un libro aperto nelle cui pagine si rivela il mistero della vita». Poi l'appello: «Come non sentirsi sollecitati tanto come singoli quanto come comunità a una responsabile presa di coscienza che si traduca in coerenti decisioni a tutela di un ambiente ecologicamente tanto ricco?». Infine, un ringraziamento personale a Bartolomeo I. «Con questo simposio, vostra santità ha voluto esprimere - al di là di ogni altra considerazione, e ve ne sarebbero molte - il sostegno cristiano alle popolazioni delle zone amazzoniche, un sostegno che scaturisce, in definitiva, dalla contemplazione del Verbo eterno di Dio, artefice, modello e fine di tutte le cose». In questa prospettiva - ha concluso Benedetto XVI - «si rivela quanto mai importante l'opera congiunta di sensibilizzazione da parte dei cristiani di ogni confessione» per mostrare «l'intrinseco legame tra lo sviluppo, i bisogni umani e la salvaguardia della creazione».

Durante i lavori i partecipanti hanno potuto conoscere da vicino alcune zone della sterminata area amazzonica, ed a stretto contatto con le popolazioni locali hanno avvicinato direttamente i loro usi e costumi. Tra le zone visitate, la grande area del Jao National Park, preziosa riserva naturale del Brasile, che prende il nome dal fiume omonimo, a 18 ore di navigazione da Manaus, verificando così in modo diretto la diversità e la ricchezza degli ecosistemi. Secondo i dati che sono stati resi noti da scienziati ed ecologisti, nel 1500 gli indigeni erano circa sette milioni, oggi ridotti a poco meno di un quinto in tutta l'area amazzonica. Ora puntano alla rivendicazione dei propri diritti e delle loro terre e nel convegno è stato ribadito che finora i paesi che si affacciano sull'Amazzonia hanno riconosciuto agli indios solo un milione di chilometri quadrati di area. Molto forte è comunque l'impegno della Chiesa cattolica. Come ha ribadito monsignor Mario Pasqualotto, vescovo ausiliare di Manaus, «la Chiesa è l'unica istituzione che ancora li considera come un popolo ricco di valori. Noi ci impegniamo tanto perché non si perda la lingua. Abbiamo per questo scuole bilingue, dove si parla portoghese perché si inseriscano nella società brasiliana ed appunto la lingua indigena perché sopravviva».

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