SANTA MARIA MADRE DELLA CHIESA IN JADDICO -BRINDISI-
MISTERI DEL SANTO ROSARIO NEL SUO SANTUARIO


I MISTERO DOLOROSO: GESÙ PREGA NELL’ORTO DEL GETSEMANI

 Gesù aveva parlato, insegnato ed operato per il bene degli altri. Si era consumato per gli altri.

Anche con me aveva mantenuto pochi rapporti negli ultimi anni, perché doveva compiere la Sua missione; ora questa Sua missione volgeva la termine.

Tutto si sarebbe compiuto nella forma più drammatica.

Gesù lo sapeva, e sapeva che soprattutto quei giorni avrebbero segnato il prezzo della nostra salvezza.

Nella Sua vita terrena si era tante volte raccolto in preghiera; era prima delle grandi occasioni.

Ora che sta per affrontare le sofferenze più atroci, la croce, la morte, si apparta a pregare nell’orto del Getsemani.

Porta con se gli apostoli: tre vuole che veglino con Lui, ma dormono tutti. Lui prega, soffre, suda sangue. Si sente abbandonato anche da Dio.

E’ l’uomo dei dolori e si sente solo.

Da solo, prende su di se tutta l’umanità, il male di questa umanità malata, ferita dal peccato.

E’ qui davanti a te schiacciato dalle nostre colpe, forse dalle tue colpe...

Sembra non farcela più. Chiede aiuto al Padre... Poi si sottomette alla Sua Volontà, alla Volontà di salvezza per tutti gli uomini.

Non ero presente fisicamente, ma come mamma sentivo, intuivo questa Sua preghiera, questo lamento, questa sua sofferenza.

Avrei voluto stargli vicino, stare sveglia io al posto dei Suoi discepoli stanchi e addormentati

E gli ero vicina, vicina con lo spirito. Anche’io quella notte non ho dormito; ho pregato, ho sofferto, ho pianto con Lui.

Ora ti presento questa scena perché possa tu, oggi, prendere il mio posto, anzi, stare al mio fianco mentre io continuo a stare vicino a Lui che continua a soffrire per te, per l’umanità.

Oggi chiede a te, e lo fa per mezzo mio, di vegliare e pregare, di non lasciarti prendere dalla stanchezza, dallo scoraggiamento dalla noia.

Anche tu hai bisogno della preghiera per non lasciarti vincere dalla tentazione, dalle tante tentazioni che ti circondano.

Veglia e prega contemplando questa Sua preghiera, questa nostra preghiera: sarà un sollievo per il tempo della prova.

Dalla preghiera di Gesù nell’orto degli ulivi, impara come si deve pregare anche quando non ce la fai più.

Guarda Gesù, guarda anche me. Guardaci in questa chiesa che ho voluto proprio per starti più vicino, nel momento della tua prova.

II MISTERO DOLOROSO: LA FLAGELLAZIONE DI GESÙ

 Lo seguii da lontano, il mio cuore era vicino a Lui.

Sentivo sul mio corpo la violenza dei flagelli mentre colpivano Gesù: ogni colpo era come una spada che mi trafiggeva; Lui, l’innocentissimo, trattato come un malfattore!

Non era passato su questa terra che facendo del bene, ed ora riceveva flagelli, percosse, ferite.

Così ha agito l’uomo contro Gesù e così continua ad agire contro il suo simile.

La gratitudine nel mondo non c’è, anzi spesso si trasforma in odio e disprezzo.

Gesù fu vittima di questo odio resogli in cambio dell’amore, e continua ad essere odiato ancora oggi.

Ma Gesù continua ad amare ed amerà sempre.

Siamo cattivi, ci dilaniamo spesso a vicenda, forse ne sai qualcosa anche tu tu che stai contemplando Gesù flagellato, stai forse pensando ai flagelli che hanno colpito e colpiscono la tua vita.

Forse stai sperimentando su te stesso il dolore dei flagelli inflitti da chi hai amato, stai sopportando i colpi dell’apatia, del disprezzo, dell’odio: non ti scoraggiare, guarda Gesù.

Continua a guardarlo quando ti senti anche tu flagellato, ferito; non ti ribellare come Lui non si ribellò, come non mi ribellai io Sua Madre che avrei voluto correre per difenderlo, per aiutarlo. Chinai il capo anche’io a quei flagelli che mi laceravano il cuore.

Pregai con Lui mentre infierivano i colpi; oggi chiedo a te di pregare con noi, di accettare con noi le tue sofferenze. Facciamolo per chi non sa amare, facciamolo per chi ha nell’animo solo tristezza e odio, Gesù ed io stiamo al tuo fianco per aiutarti.

Vedici come ci vedi nell’affresco sul muro, con gli occhi del cuore cambia la scena: Gesù non è più un bambino, ma un uomo, è l’uomo dei dolori che accetta di soffrire per non far soffrire voi e sta con me, sempre con me, come lo vedi nel quadro.

Insieme, vogliamo stare al tuo fianco; tu non te ne accorgi ma già stiamo prendendo le tue sofferenze, pensa che non sarai più solo a soffrire, non sei più solo ad accettare i colpi del flagello.

Ora però io chiedo a te di stare vicino a noi, di non allontanarti da noi: soffrirai di meno perché soffriremo insieme.

Se accetti con noi le pene e le sofferenze della vita, potrai arrivare anche a sentirne il piacere, perché non saranno più cieco destino, ma grazia di purificazione e santità.

Questo dono, siamo pronti a concedertelo io e Gesù, se lo vuoi: chiedilo questa sera nella tua preghiera.

 
III MISTERO DOLOROSO: GESÙ MALTRATTATO E CORONATO DI SPINE

 Non bastano i flagelli, ora Gesù vuol anche essere disprezzato, schernito, deriso, violentemente beffato. Vuole perché è una scelta che può evitare, ma una scelta d’amore che non vuole evitare.

Ed io sto con Lui, spinta dalla medesima esigenza d’amore. Le percosse, gli sputi, gli insulti, li sentii tutti quel giorno, anche su di me e li sento ancora oggi, quando il mondo continua ad infierire contro i suoi fratelli, ormai miei figli.

Io, Sua madre e madre vostra, soffro con voi e soffro per voi, come allora soffrii per Lui e con Lui.

Certo, Gesù era mio figlio, era nato da me, e la pena fu grande. La stessa pena sento oggi per chi è trattato allo stesso modo, ma una pena maggiore sento nel cuore per coloro che disprezzano, deridono o beffano.

Gesù era Dio e poteva liberarsi dai persecutori, come tante volte aveva fatto; accettò e volle quella umiliazione solo per amore, per dimostrarvi il Suo amore.

E’ l’ora delle tenebre, delle nostre tenebre che saranno rischiarate solo dalla Luce della Sua immolazione, ma è anche l’ora dell’amore che lo sta consumando per voi.

Non una parola, non un lamento; fa impressione il silenzio di Dio davanti allo schiamazzo della nostra cattiveria. Gesù accetta la nostra crudeltà su di sé, ma non vuole che questa crudeltà continui tra voi; anzi vuole donarvi la forza della Sua accettazione perché diventiate più comprensivi e più clementi tra voi.

Quanto siete lontani da fare vostri questi frutti della Sua passione!

Tutte le volte che disprezzate il vostro prossimo, voi disprezzate Lui, voi state coronando di spine Lui, e state facendo soffrire anche me.

Ti meravigli che quei soldati possano tanto accanirsi contro un innocente? Pensa quante volte forse hai fatto anche tu lo stesso nei confronti di altri...

Contempliamo insieme quel sacro volto tutto sanguinante; contemplalo ancora tra le mie braccia, come quando era bambino, come l lo vedi su questo muro.

E’ lo stesso Gesù, sorridente allora, sofferente oggi, ma sempre che benedice perché nonostante tutto vuole continuare a benedirti.

Se invece sei tu che ti senti coronato dalle spine degli altri, abbassa il capo come Gesù, accetta come Lui e con me quella umiliazione; accettiamola insieme pregando per gli uomini che continuano ad essere violenti nei confronti degli altri.

 
IV MISTERO DOLOROSO: GESÙ CONDANNATO VA AL CALVARIO

Lo vidi: innocente e condannato!

Mi sentii condannata anche’io. Perché? Mi venne da domandare, che male ha fatto?

Piombai con Gesù in un cupo silenzio interiore. Cupo per me che continuavo a non capire, ma non per Gesù che sapeva tutto, che voleva tutto.

Non credevo a me stessa, non credevo che gli uomini sarebbero giunti a tanto, non credevo che quel processo fosse finito in quel modo.

E Gesù prese la croce sulle spalle. Fu legato alla croce, ma non ce n’era bisogno, perché l’abbracciò. Lo vidi schiacciato da quel peso, barcollante e insicuro nel cammino, ma forte e deciso nel desiderio che lo stava consumando per l’umanità.

Come ricordo quel cammino! Ci incontrammo con gli occhi, ma il mio animo non si era mai allontanato da Lui. Ora stavo portando insieme a Lui quella croce, mi sentivo anch’io schiacciata sotto quel peso, e anche a me il desiderio e l’amore non mi facevano crollare.

Contempliamo insieme questo mistero, questo dolore: ti senti innocente e ti scopri condannato? Sei tu forse che condanni gli altri? Comunque sia, questo quadro deve entrare nella tua vita per cambiarti.

Il primo tuo cambiamento dev’essere quello nei confronti degli altri.

Non giudicare e non condannare mai nessuno.

Solo il male, il peccato può e deve essere condannato, ma mai il peccatore.

Lascia il giudizio a Dio: non prendere il Suo posto, sbaglieresti certamente e attireresti il Suo giudizio su di te e forse anche la Sua condanna.

Pensa a te, pensa ai tuoi sbagli. Non osservare continuamente gli altri, anche se ti colpiscono, ti feriscono; lascia fare a Dio, anzi, per loro ripeti la preghiera di Gesù: "Padre perdonali perché non sanno quello che fanno".

Purtroppo la vita dell’uomo spesso si consuma sol nel giudicare e condannare. E si perde la pace, la serenità.

Gesù fu condannato e pregò per i suoi giudici e persecutori, e Lui era veramente innocente. Non giudicò, non condannò ed io insieme a Lui tacqui.

Mi incamminai con Lui al Calvario sotto il peso della croce, delle vostre croci in silenzio.

Benedetto silenzio, silenzio che ti offro come rimedio quando anche tu sei schiacciato dal peso della tua croce. Impara il silenzio, per ascoltare il silenzio di Gesù, che ti dirà più di qualsiasi altro discorso.

Questa chiesetta l’ho voluta proprio per farti raccogliere in silenzio e guardarLo. Uno sguardo silenzioso a me che offrirò’ a Gesù perché ti comunichi la Sua forza per portare la croce.

 
V MISTERO DOLOROSO: GESÙ MUORE IN CROCE

 Mi ritrovai ai piedi della croce; puoi immaginare il mio stato d’animo, il mio dolore.

C’era con me Giovanni, l’unico apostolo che seguì Gesù fino al calvario.

Gesù agonizzava.

Sento ancora oggi il Suo respiro affannoso, il Suo sguardo ogni tanto rivolto al cielo, il Suo sangue che aveva intriso il Suo corpo e irrorato la terra. Che momenti tremendi!

Mi guardò con profondità, guardò Giovanni: prese tute le Sue forze e mi disse indicando con lo sguardo Giovanni: "Ecco tuo figlio!" Poi fissò Giovanni, riprese fiato e disse: "Ecco tua madre!"

Ci guardò a lungo con un affetto così intenso da sentircene avvolti. Giovanni mi strinse a sé, ci allontanammo...che terribili momenti!

Continuai a guardarlo da lontano; guardavo il Cielo, guardavo Lui. Pregai il cielo per Lui. Sapevo che Lui lo stava facendo nella Sua agonia e mi unii alla Sua preghiera silenziosa di offerta.

Anche allora non capivo ma accettavo, accettavo come stava accettando Lui.

Mi passarono allora davanti alla mente tutti i momenti della mia vita, passati con Lui.

Mi risuonarono nelle orecchie le parole dell’Angelo, che mi aveva dato il primo annuncio: "Sarà grande... sarà re... regnerà per sempre..."

Era quello il trono? Era quella la grandezza? La morte? Non capivo.

Poi risentii le parole del vecchio Simeone, quando lo presentammo al tempio: "Il dolore ti colpirà come colpisce una spada" Mi sentii veramente trafitta il cuore.

Non capivo, ma accettai come sempre, conservando dentro di me quel dolore.

Poi pensai a te, a tutta l’umanità. Quel "Ecco tuo figlio!" mi apparve come una luce, un orizzonte nuovo. Mi sembrò di vederti in Giovanni, di vedere in Giovanni l’umanità, rinnovata da quel sacrificio, da quella morte, l’umanità che ormai stava diventando "mio figlio".

Sì, in quel momento capii che non ero più solo mamma di Gesù, ma mamma di tutti. Lo sentii, lo capii, lo accettai, come accettai straziata la Sua morte.

Gesù continua a morire per te, perché la Sua morte è vita per tutti. La Sua morte segna anche l’inizio della resurrezione, della Sua resurrezione, della mia resurrezione già avvenuta e della tua futura.


prima1.gif (1064 byte)

Torna all'home page