Il dialogo ecumenico come strumento di
               superamento delle divisioni tra religioni diverse

È il messaggio che il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, Mons. Grab, ha lanciato nel corso dell'Assemblea Plenaria di Leeds (Inghilterra): “Ogni divisione all’interno del mondo cristiano è enorme nelle mani di chi è indifferente od ostile al cristianesimo e alla religione in generale”: sono le parole di mons. Amédée Grab, presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee con sede a San Gallo, in Svizzera, dove divisioni e conflitti tra cattolici e protestanti hanno così profondamente segnato la vita della Chiesa e del Paese. Parlando ai 34 presidenti delle conferenze episcopali, presenti a questa Assemblea plenaria a Leeds, in Inghilterra, il vescovo Grab sottolinea l’importanza del dialogo ecumenico per superare queste divisioni e dare una testimonianza più unita del messaggio cristiano. Durante questi quattro giorni di lavoro, i vescovi hanno parlato a lungo di come proclamare la propria fede in modo più efficace ma anche in pieno rispetto dei fedeli di altre tradizioni religiose. Hanno sentito anche le parole dell’arcivescovo anglicano di Canterbury, il dott. Rowan Williams che, esattamente un anno fa, fu ricevuto per la prima volta in Vaticano per parlare di questi temi così importanti per tutti i cristiani d’Europa. Ed è proprio alla grande famiglia dei cristiani che parla mons. Grab quando chiede una nuova collaborazione tra vescovi, preti e laici, chiamati tutti a dare una più visibile testimonianza del messaggio di Cristo nel cosiddetto mondo secolare dell’Europa di oggi.
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L’ultima volta che i vescovi di tutta Europa si sono riuniti qui, nella “terra degli Angeli” come l’ha definita Papa Gregorio Magno, era il 664 per un concilio a Whitby. In quell’occasione, tra la Chiesa di Roma ed i nordici era in corso una disputa sulla data della Pasqua e Roma, come spesso accade, ha vinto. “Forse da allora è nato l’euroscetticismo per cui gli inglesi sono così famosi”, ha scherzato il cardinale Cormac Murphy O’Connor, arcivescovo di Westminster, dando il benvenuto ai 34 vescovi del Consiglio delle Conferenze episcopali europee. Durante i quattro giorni di lavori dell’assemblea plenaria, i presuli hanno parlato del passato, ma soprattutto del futuro della Chiesa in Europa. Si sono detti amareggiati, sì, della sconfitta sulla nuova Costituzione, che non parla chiaramente delle radici cristiane del Continente, ma sono anche convinti che questo momento di allargamento dell’Unione offra nuove speranze e nuove occasioni per le Chiese di rendersi più presenti nella vita dei popoli europei. Ieri, i vescovi hanno anche visitato due monumenti storici: la bellissima abbazia di Ampleforth, che conta la comunità di monaci benedettini più numerosa d’Europa, e l’imponente York Minster, la più grande cattedrale gotico monumentale d’Europa. Tutti segni visibili della presenza duratura della Chiesa attraverso le guerre e le tante altre difficoltà che hanno attraversato i popoli cristiani del Vecchio Continente.

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