La GMG e l'ecumenismo

La varietà delle comunità evangeliche tedesche sembra dividere ancor più la Chiesa cattolica da quella protestante. Ma il Vangelo può unire tutti “nella carità e nella verità”: le parole del papa confermate dall’esperienza dei giovani alla GMG.


Nessun pubblicitario avrebbe potuto escogitare immagine più efficace di quella dei Magi e della loro stella - che all'inizio dell'esperienza è guida esteriore mentre, al culmine, è luce interiore frutto di un 'incontro' fatta propria da ognuno - per colpire l’immaginario interiore di questa gioventù. 

Sebbene l’adorazione non sia contemplata nei manuali di marketing occorrerà che i guru del globalismo diano un’occhiata a questa folla con nomi e cognomi, e al loro piegare le ginocchia con naturalezza, certo non davanti agli idoli della banalità. Adorare, viaggiare, scomodarsi, cercare, domandare, ragionare, tornare "per un’altra via", non la solita mille volte calpestata, sterilmente...

E ora, riflettiamo sui risvolti ecumenici:

La Giornata mondiale della gioventù  “non è adatta per la partecipazione di cristiani evangelici”. Così Rolf Koppe, vescovo protestante della Chiesa evangelica tedesca, si era espresso qualche settimana fa riguardo ad un possibile incontro del papa con una rappresentanza dei protestanti della Germania. Le riserve espresse dal vescovo protestante partivano da “precedenti indegni”, per cui gli incontri delle altre visite papali si erano dimostrati abbastanza scontati. Una sfiducia che non stupisce, se si tiene conto delle numerose spaccature che già attraversano il mondo delle comunità evangeliche tedesche. Con il crollo dei sistemi politici e dei valori sociali subito dopo il secondo conflitto mondiale, e la conseguente riscoperta della vita comunitaria nella Chiesa evangelica, si è assistito alla formazione di numerose comunità orientate ai consigli evangelici.

Questo perché, non conoscendo un magistero o un ordine ecclesiastico generale, la Chiesa evangelica permette a qualsiasi cristiano di fondare la propria comunità. Da questa ‘libertà di azione’ deriva la straordinaria frammentazione che spesso gli stessi evangelici lamentano: comunità terapeutiche, centri di vita, Associazioni cristiane di giovani uomini, comunità che si dedicano al rinnovamento nella famiglia, nell’ecologia, nella pedagogia riempiono la galassia delle numerose correnti evangeliche tedesche. Il timore è che questa frammentazione, oltre a dividere gli stessi evangelici tra loro, allontani sempre di più la Chiesa evangelica da quella cattolica.  Le differenze tra le due correnti cristiane partono dal riconoscimento della “Sola Scriptura” come unica autorità a cui riferirsi: da ciò deriva il non riconoscimento dell’Eucarestia come presenza reale di Cristo e del papa come autorità religiosa cristiana. Differenze che creano un baratro, ma solo apparentemente.

L’incontro del papa con i rappresentanti della Chiesa protestante, infatti, lancia un ponte di speranza: “La forma migliore di ecumenismo consiste nel vivere secondo il vangelo” ha detto il pontefice “Il dialogo deve svolgersi nella carità e nella verità”. Un incontro ecumenico, dunque, che parte proprio dallo Spirito Santo per tendere verso l’unità. Senza però dimenticare la molteplicità. Ce lo ricordano gli stessi ragazzi accorsi a Colonia per celebrare l’incontro delle diversità nell’unità della fede. “Per cinque giorni siamo stati ospiti delle famiglie di Francoforte, tra cui molte protestanti” racconta François  Laval, 40 anni, arrivato con un gruppo di 1000 persone dalla diocesi di Lyon “la differenza  non l’abbiamo mai sentita, perché l’affetto con cui ci hanno accolti ci ha reso subito tutti uguali”.

Stessa esperienza per Silvia, 22 anni, della diocesi di Vittorio Veneto. “Ci siamo confrontati con gente molto diversa da noi, anche nel credo religioso. Questo però non è mai stato un limite, anzi ci ha invogliati a cercare punti in comune e ad allargare il nostro orizzonte culturale”. Sandro, 23 anni, dello stesso gruppo di Silvia, conferma raccontando la sua esperienza in una famiglia di evangelici: “non ho mai provato disagio o imbarazzo, perché l’apertura partiva soprattutto da loro. Mi accompagnavano a tutte le funzioni religiose partecipandovi senza problemi”. E’ il dialogo, dunque, che deve nascere da entrambe le sponde per diventare non uno scambio di pensieri, ma, come dice il papa, uno “scambio di doni”. Un passo importante soprattutto per la Germania , patria della riforma protestante. Ma con l’impegno, ci suggerisce il pontefice, “il cammino può proseguire passo passo fino a raggiungere l’unità piena”.

 

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