24 maggio 1998 - XXXII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

"Sorretti dallo Spirito, comunicare la Speranza"


Da ANSSERVICE /Agenzia Salesiana di Informazione
Maggio 1998

N.B. Il contenuto è tuttora di piena attualità.
Credo che sia uno di quei messaggi che 'fanno testo' e sono da tener presenti soprattutto da tutti coloro che si occupano di Comunicazione

D.
Eminenza, nel "messaggio" per questo evento il Papa ha detto che i comunicatori cristiani "trasmetteranno una speranza credibile, quanto più saranno uomini e donne di preghiera; quanto più pienamente entreranno in comunione con Dio per accrescere la propria capacità di promuoverre la comunione tra gli esseri umani". Perché è necessaria questa precondizione per i comunicatori cristiani oggi?

Martini
E'  indispensabile, mi pare, per ogni comunicatore, perché ogni parola parte dal silenzio. Se una parola non vuole essere vana e battere solo l'aria, deve partire da delle convinzioni profonde, deve partire da un qualche momento contemplativo. Questo vale per ogni parola umana seria e tanto più un comunicatore cristiano deve aver assimilato le parole della Scrittura, deve aver ascoltato la voce dello Spirito e così potrà dire qualcosa di significativo.

D.
Il Papa ha anche sottolineato la necessità di passare da un esercizio utilitaristico dei mezzi di comunicazione sociale (i destinatari ridotti a utenti, clienti, unità di consumo) alla loro valorizzazione come mezzi capaci di arricchire la vita, di contribuire ad accrescere la comunione, a diventare segni di speranza. Che cosa è possibile fare perché questo si realizzi?

Martini
I mezzi sono neutri e quindi ricevono ciò che si fa dire loro.
Devono essere le persone ad essere piene di speranza. Persone le quali non accettano di sottostare a una logica di mercato, una logica di audience,  ma dicono ciò che veramente sentono profondamente dentro di sé, comunicano cose vere, comunicano situazioni capaci di far crescere le persone. Quindi tutto il problema sta nelle persone e nelle scelte che le persone fanno.

D.
Nel "messaggio" del Papa i mezzi di comunicazione sociale sono indicati come "nuovo aeropago" del mondo di oggi (lei aveva parlato di questo nel suo "Il lembo del mantello"), nuovo spazio di incontro, d'informazione di comunicazione. Come si può rendere questo spazio luogo efficace per la diffusione del messaggio evangelico?

Martini
Il Papa già nella Redemptoris Missio parla di questo nuovo aeropago del mondi d'oggi, in particolare del mondo dell'informazione, della comunicazione. Questo spazio è anche disponibile al messaggio evangelico. Bisogna appunto avere la coscienza che il messaggio evangelico parla anche all'uomo d'oggi, bisogna saper dire delle cose concrete, bisogna saper cogliere ciò che la gente attende, bisogna entrare nelle richieste implicite che ci sono nei cuori degli uomini, bisogna farsi carico delle domande e delle sofferenze della gente. Allora diventa spazio di incontro reale.

D.
Eminenza, tutti i comunicatori hanno bisogno di adeguata formazione.
secondo lei quali atteggiamenti devono cercare di acquisire i comunicatori cristiani, quali resistenze devono superare, per essere presenti in modo positivo ed efficace nel nuovo aeropago della comunicazione?

Martini
Non parlo qui della formazione più specifica che è data negli Istituti specializzati. Vorrei sottolineare un atteggiamento molto importante. Quello di essere sempre un po' autocritici. Quando, cioè, si parla attraverso gli strumenti della comunicazione o si scrive, domandarci sempre: che cosa voglio comunicare, come ho comunicato, qual è la risonanza? Essere in ascolto del feed-back, di quelle che sono le risonanze della gente. Allora si impara molto con l'esercizio, perché c'è un'autocorrezione che ci viene data dalle persone che ascoltano, da coloro che reagiscono ai messaggi. E così a poco a poco, uno si fa l'esperienza della comunicazione; non pretendere mai di essere un comunicatore adguato, che non lo siamo mai, ma correggerci sempre dai nostri difetti.

D.
Eminenza un'ultima domanda : questo nuovo aeropago è anche luogo di educazione: la nostra missione educativa come potrebbe oggi trovare in esso lo spazio adeguato alla sua realizzazione?
Come vede, in genere, il rapporto educazione/comunicazione oggi?

Martini
L'educazione si fa attraverso la comunicazione e quindi le due cose interagiscono continuamente l'una nell'altra. Non ci può essere educazione senza una capcità di comunicare anzitutto da persona a persona, poi da persona a gruppo, da gruppo a gruppo. Quindi le due realtà interagiscono. E poi c'è anche il rapporto tra educazione e mondo della comunicazione di massa e qui occorre educare appunto ad un uso critico della comunicazione di massa. Un uso che sappia dire no, un uso che sappia spegnere il televisore, un uso che sappia discernere tra messaggi autentici e messaggi non autentici. Quindi l'educazione deve essere critica, deve essere un'educazione al discernimento.


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