| Da ANSSERVICE /Agenzia Salesiana di Informazione
 Maggio 1998
 N.B. Il contenuto è tuttora di
    piena attualità. Credo che sia uno di quei messaggi che 'fanno testo' e sono da tener presenti soprattutto
    da tutti coloro che si occupano di Comunicazione
 
 D.
 Eminenza, nel "messaggio" per questo evento il Papa ha detto che i
    comunicatori cristiani "trasmetteranno una speranza credibile, quanto più saranno
    uomini e donne di preghiera; quanto più pienamente entreranno in comunione con Dio per
    accrescere la propria capacità di promuoverre la comunione tra gli esseri umani".
    Perché è necessaria questa precondizione per i comunicatori cristiani oggi?
 MartiniE'  indispensabile, mi pare, per ogni comunicatore, perché ogni parola
    parte dal silenzio. Se una parola non vuole essere vana e battere solo l'aria, deve
    partire da delle convinzioni profonde, deve partire da un qualche momento contemplativo.
    Questo vale per ogni parola umana seria e tanto più un comunicatore cristiano deve aver
    assimilato le parole della Scrittura, deve aver ascoltato la voce dello Spirito e così
    potrà dire qualcosa di significativo.
 D.Il Papa ha anche sottolineato la necessità di passare da un esercizio
    utilitaristico dei mezzi di comunicazione sociale (i destinatari ridotti a utenti,
    clienti, unità di consumo) alla loro valorizzazione come mezzi capaci di arricchire la
    vita, di contribuire ad accrescere la comunione, a diventare segni di speranza. Che cosa
    è possibile fare perché questo si realizzi?
 MartiniI mezzi sono neutri e quindi ricevono ciò che si fa dire loro.
 Devono essere le persone ad essere piene di speranza. Persone le quali non accettano di
    sottostare a una logica di mercato, una logica di audience,  ma dicono ciò che
    veramente sentono profondamente dentro di sé, comunicano cose vere, comunicano situazioni
    capaci di far crescere le persone. Quindi tutto il problema sta nelle persone e nelle
    scelte che le persone fanno.
 D.Nel "messaggio" del Papa i mezzi di comunicazione sociale sono
    indicati come "nuovo aeropago" del mondo di oggi (lei aveva parlato di questo
    nel suo "Il lembo del mantello"), nuovo spazio di incontro, d'informazione di
    comunicazione. Come si può rendere questo spazio luogo efficace per la diffusione del
    messaggio evangelico?
 MartiniIl Papa già nella Redemptoris Missio parla di questo nuovo
    aeropago del mondi d'oggi, in particolare del mondo dell'informazione, della
    comunicazione. Questo spazio è anche disponibile al messaggio evangelico. Bisogna appunto
    avere la coscienza che il messaggio evangelico parla anche all'uomo d'oggi, bisogna saper
    dire delle cose concrete, bisogna saper cogliere ciò che la gente attende, bisogna
    entrare nelle richieste implicite che ci sono nei cuori degli uomini, bisogna farsi carico
    delle domande e delle sofferenze della gente. Allora diventa spazio di incontro reale.
 D.Eminenza, tutti i comunicatori hanno bisogno di adeguata formazione.
 secondo lei quali atteggiamenti devono cercare di acquisire i comunicatori cristiani,
    quali resistenze devono superare, per essere presenti in modo positivo ed efficace nel
    nuovo aeropago della comunicazione?
 MartiniNon parlo qui della formazione più specifica che è data negli Istituti
    specializzati. Vorrei sottolineare un atteggiamento molto importante. Quello di essere
    sempre un po' autocritici. Quando, cioè, si parla attraverso gli
    strumenti della comunicazione o si scrive, domandarci sempre: che cosa
    voglio comunicare, come ho comunicato, qual è la risonanza? Essere in ascolto del
    feed-back, di quelle che sono le risonanze della gente. Allora si impara molto con
    l'esercizio, perché c'è un'autocorrezione che ci viene data dalle persone che ascoltano,
    da coloro che reagiscono ai messaggi. E così a poco a poco, uno si fa l'esperienza della
    comunicazione; non pretendere mai di essere un comunicatore adguato, che non lo siamo mai,
    ma correggerci sempre dai nostri difetti.
 D.Eminenza un'ultima domanda : questo nuovo aeropago è anche luogo di
    educazione: la nostra missione educativa come potrebbe oggi trovare in esso lo
    spazio adeguato alla sua realizzazione?
 Come vede, in genere, il rapporto educazione/comunicazione oggi?
 MartiniL'educazione si fa attraverso la comunicazione e quindi le due cose interagiscono
    continuamente l'una nell'altra. Non ci può essere educazione senza una capcità di
    comunicare anzitutto da persona a persona, poi da persona a gruppo, da gruppo a gruppo.
    Quindi le due realtà interagiscono. E poi c'è anche il rapporto tra educazione e mondo
    della comunicazione di massa e qui occorre educare appunto ad un uso critico della
    comunicazione di massa. Un uso che sappia dire no, un uso che sappia spegnere il
    televisore, un uso che sappia discernere tra messaggi autentici e messaggi non autentici.
    Quindi l'educazione deve essere critica, deve essere un'educazione al discernimento.
 
 
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