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Crisi ecologica ed ecumenismo: i temi al centro di un sussidio dell'episcopato italiano, in vista della Giornata per la salvaguardia del creato del 1° settembre 2006

“Dio pose l’uomo nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15)” è il titolo del Sussidio preparato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e dalla Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo in occasione della Giornata per la salvaguardia del creato che sarà celebrata il 1° settembre 2006.

Nel documento, preparato dalle due Commissioni della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), si sottolinea in particolare la crisi ecologica e la necessità di un dialogo ecumenico fondato sui temi ambientali.

Nel sussidio viene richiamato il capitolo X del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, laddove ci si sofferma sul degrado dell’ecosistema planetario esaminandone i diversi aspetti (inquinamento nelle sue diverse forme, mutamento climatico, crisi delle risorse idriche, riduzione della biodiversità, ecc).

Le due Commissioni della CEI sottolineano in particolare “la salvaguardia del creato come impegno ecumenico”. “Nella pluralità delle tradizioni cristiane – è scritto nel sussidio – confessare Dio come il Creatore è tema condiviso, sul quale è possibile un comune sentire e un reciproco arricchimento”.

A questo proposito il sussidio ricorda che la responsabilità per il creato “è stata una riscoperta comune delle Chiese cristiane: è all’interno del cammino ecumenico che essa si è imposta come esigenza determinante ed è dal mondo ecumenico (in primo luogo dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli) che nasce nel 1989 la proposta di una Giornata per il creato”.

Per l’Europa tale proposta è stata ripresa, in particolare, dalla II Assemblea Ecumenica Europea di Graz (1997), che ha chiamato alla riconciliazione col creato. Mentre, anche nella prossima III Assemblea Ecumenica Europea (Sibiu 2007) questo tema rivestirà un’importanza determinante.

La sua centralità è stata inoltre espressa nel 2001 dalla Charta Oecumenica (n. 9) dove è scritto: c’è una comune preoccupazione dei cristiani per uno sfruttamento dei beni della terra che avviene “senza tener conto del loro valore intrinseco, senza considerazione per la loro limitatezza e senza riguardo per il bene delle generazioni future”.

Per aiutare le Diocesi a vivere la Giornata per la salvaguardia del creato, il sussidio della CEI suggerisce quattro iniziative: Incontri di preghiera, meglio se realizzati in prospettiva ecumenica; incontri di approfondimento del tema della Giornata da un punto di vista biblico-teologico, per riflettere sull’importanza della fede nella Creazione; incontri di approfondimento su tematiche ambientali; e infine un momento di festa-celebrazione all’aperto, in qualche luogo significativo del territorio della Diocesi, che potrebbe coinvolgere il mondo giovanile, su un tema cui esso è particolarmente sensibile.

Il Sussidio propone anche riflessioni in relazione ai testi del Vangelo previsti per le liturgie domenicali nei giorni 3, 10, 17 e 24 settembre ed una proposta di preghiera dei fedeli per la XXII domenica: 3 settembre 2006.

Hanno dichiarato a Radio Vaticana, 1 settembre 2006:

Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace:

È proprio questa dimensione verticale della visione del Creato che diventa la garanzia per la salvaguardia del Creato, il messaggio che vogliamo lanciare: un invito ad andare oltre un ecologismo così, solo di maniera o solo moralistico, proprio per riscoprire il significato profondo del Creato, come primo libro che Dio offre alle sue Creature, ma anche come opera che entra a pieno titolo nella salvezza portata da Cristo. Tutta la Creazione rientra nel progetto di salvezza e deve diventare un canto di lode perenne. Tra l’altro, c’è una dimensione eucaristica del Creato: non a caso l’Eucaristia si fa con il pane e con il vino, che vengono offerti come ‘frutto della terra e del lavoro dell’uomo’, e quindi si crea un legame molto più profondo di quanto apparentemente non pensiamo. Vorremmo andare oltre la semplice visione del Creato come semplice cornice o contenitore in cui noi viviamo: il Creato interferisce, giochiamo insieme questo cammino di riscatto, di redenzione, di salvezza …

Simone Morandini, docente all’Istituto di Studi ecumenici San Bernardino di Venezia:

Proprio il movimento ecumenico è il luogo nel quale è incominciato a risuonare un po’ questa attenzione, questa sensibilità ambientale all’interno delle Chiese. Ancora nel 1974, un convegno di studio nel Consiglio Ecumenico delle Chiese, faceva riferimento a queste questioni, coniava addirittura già il termine ‘sostenibilità’; ‘società sostenibile’, si diceva allora: un termine che poi avrà una grossa diffusione anche all’interno del dibattito politico, ma è interessante notare che nasce in un ambito ecclesiale. Poi, successivamente, passi importanti sono state le grandi assemblee sui temi della giustizia, pace e salvaguardia del Creato, come Seul, Basilea e poi Graz … Ecco, in tutti questi contesti si ha come l’impressione che ci sia quasi una sorta di consonanza tra ecumenismo ed ecologia, come se il comune riferimento al termine ‘oikos’ sviluppasse una particolare attenzione in questo senso. Del resto, è vero che – sia pure con sensibilità diverse – le Chiese cristiane hanno tutte in comune questo forte tema della confessione di Dio come Creatore: “Credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra”, il simbolo niceno-costantinopolitano è un riferimento comune per i credenti ed a partire da esso, dalla Confessione di fede, si delineano oggi le possibilità dell’impegno – condiviso – sui temi ambientali.

   
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