L'Evangelium Vitae, pietra miliare del Pontificato
di Giovanni Paolo II

Dieci anni fa, veniva promulgata l'Enciclica Evangelium Vitae, pietra miliare del Pontificato di Giovanni Paolo II sul valore incomparabile della persona umana

La "Evangelium vitae", di Giovanni Paolo II, è la sua enciclica più importante per quanto concerne la proclamazione e la salvaguardia della dignità della persona umana. La lettera enciclica si ripropone di salvare, dal punto di vista filosofico, antropologico e teologico, alcuni capisaldi del dibattito precedente sulla bioetica, specificamente quello inerente al messaggio cristiano sulla vita (e sulla morte), stabilendo in maniera univoca e definitiva i paradigmi gnoseologici, dogmatici e teorici della sacralità e dell'inviolabilità della vita umana e, partendo da tali punti fermi, proporre una "nuova cultura della vita", contrapponendola a quella che Wojtyla definisce "cultura di morte", atteggiamento che, oggi, conquista un numero sempre maggiore di uomini e di donne nell'esperienza quotidiana del vivere. Il Papa, prendendo avvio dalla considerazione delle attuali minacce alla vita umana, illustra i tratti di novità del messaggio cristiano sulla vita (il Vangelo della vita), fondandoli sull'immutabilità della legge divina e della legge naturale, codici normativi che impongono di rifuggire l'omicidio e la profanazione della sacralità della vita. La conclusione del documento wojtyliano non si costituisce come il naturale punto di approdo di tutta la meditazione, ma come l'inevitabile punto di partenza, per la fondazione di una nuova cultura della vita, cioè di una svolta culturale al servizio di una più giusta città dell'uomo e della donna.

Intervista a Mons. Elio Sgreccia

Una pietra miliare nel Pontificato di Giovanni Paolo II e nella storia della Chiesa: dieci anni fa, veniva pubblicata la Evangelium Vitae, enciclica sul valore incomparabile della persona umana. Un documento di straordinaria attualità che ribadisce con forza come l’uomo costituisca la prima e fondamentale via della Chiesa. Per una riflessione sul significato e i frutti della Evangelium Vitae, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita:
___________________

R. - Indubbiamente, l’insegnamento dell’enciclica è un insegnamento che guarda alla vita umana nella sua pienezza, non soltanto la fase terrena, ma anche ciò che la vita umana prepara dopo la fase terrena: la pienezza della vita nel Cristo e nella Risurrezione. Proprio per questa infinita grandezza, la vita umana ha importanza anche nella fase terrena, perché si costruisce nella fase terrena.

D. - Dagli embrioni all’aborto e ancora all’eutanasia, l’Evangelium Vitae affronta tutti i grandi temi legati alla difesa della vita. Qual è il fulcro di questa enciclica?

R. - Chi accusava l’enciclica che nella sua prima parte fosse stata troppo pessimista nel configurare tutti gli attentati contro la vita, ora si deve ricredere perché in effetti si sta dispiegando tutto il panorama di tragedia che si consuma sulla vita umana. A parte l’aborto, con i suoi 50 milioni all’anno circa di aborti legalizzati, di creature umane immolate, c’è tutto il resto che in questi giorni riempie le pagine dei giornali. La visione dell’enciclica perciò è stata realistica. Lei mi ha chiesto qual è il centro dell’insegnamento… La vita è un dono, è un dono da vivere nella sua pienezza, nella sua realtà. È un dono che nasconde sempre un meglio che sta di fronte, non va verso il peggio, verso il nulla. La vita va verso l’eternità, verso la pienezza. Ce lo dice la giornata di oggi che, anche nel momento in cui è perseguitata, la vita è nelle mani di Dio e può essere amplificata e risuscitata.

D. - Nell’Evangelium Vitae, Giovanni Paolo II punta il dito contro la cultura della morte. Quali mezzi indica il Papa per sconfiggerla?

R. - Ciascun uomo deve avere la possibilità di scoprire la bellezza della propria vita, per cui si chiede anche un cambiamento sociale. Dire che la vita di ogni uomo è un dono vuol dire anche rispettarla in tutto, fare in modo che abbia i mezzi di sussistenza, che sia liberata dalla miseria, dalle malattie, dalla fame che opprime gran parte dell’umanità. È un nuovo grido: basare la giustizia sociale sull’uguaglianza. Tutte le vite umane hanno una dignità e una bellezza che deve essere lasciata fiorire e deve essere ugualmente accolta e coltivata.

D. - La cultura della vita sembra oggi essere intaccata da un culto della salute, per cui bisogna essere sani per essere considerati cittadini con pieni diritti. Come risponde Giovanni Paolo II, con l’Evangelium Vitae?

R. - La salute è un aspetto della vita complementare e da augurare a tutti, ma la vita ha un valore più grande del momento della salute o della malattia. È un’energia e una capacità che è data all’essere umano in quanto spirito per compiere il suo cammino ed essere donata a sua volta per il bene degli altri.
___________________
[Fonte: Radio Vaticana del 25 marzo 2005]

 

| home | | inizio pagina |