Missione Ecumenismo       
 


Valdesi, il dialogo riparte dal Creato

Chiaretti: in novembre una giornata ecumenica sull'ambiente

Da Torre Pellice (Torino) - Esperienza viva di fede, con un tentativo costante di aprire, nonostante asperità e contrasti che nessuno cerca di dissimulare, nuovi cammini di dialogo ecumenico. Ecco perché il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste - che si è aperto domenica a Torre Pellice e che si conclude oggi con la celebrazione della Santa Cena e il rinnovo delle cariche elettive - non è una mera "scadenza burocratica" intrisa di autoreferenzialità ma lo spunto per un confronto tra fratelli. 

Come dimostra la presenza di ospiti autorevoli di altre Chiese cristiane e di altre religioni. Che non vengono a "mani vuote". Come l'arcivescovo di Perugia, Giuseppe Chiaretti, presidente della Commissione episcopale Cei per l'ecumenismo e il dialogo, che rilanciando la necessità di confrontarsi su temi etici che oggi registrano divergenze - come il divorzio, la clonazione, la biogenetica, l'eutanasia, l'omosessualità - ha annunciato una Giornata per il creato da realizzarsi a Terni a novembre grazie alla collaborazione fra la Cei, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) e la Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia.

Chiaretti ha partecipato al culto d'apertura del Sinodo assieme al vescovo di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi, titolare della diocesi cattolica che comprende il Piemonte valdese. «Siamo uniti nella comune responsabilità di dire Cristo a questa nostra società secolarizzata e di accompagnare questo annuncio con gesti che esprimano l'amore preferenziale per i poveri», aveva scritto Debernardi su L'Eco del Chisone, settimanale del Pinerolese, invitando «i cattolici a partecipare, nella preghiera, al culto di apertura del Sinodo». «Mi pare importante - proseguiva Debernardi - che insieme ci aiutiamo a leggere i segni dei tempi; insieme cerchiamo forme e modi per realizzare la diaconia come risposta alle povertà di oggi - un esempio concreto è stato il convegno Anziani e territorio organizzato tra il Primo distretto della Chiesa valdese e la diocesi di Pinerolo -; insieme troviamo forme nuove per una testimonianza credibile del Vangelo». 

Il reverendo Nicola Rimaudo, della Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia, ha auspicato la crescita di un ecumenismo fondato in modo particolare sull'impegno diaconale: «Esprimere solidarietà al prossimo è una delle strade prioritarie per facilitare l'incontro fra le diverse tradizioni cristiane».

In questo clima hanno raccolto le prime espressioni di consenso altre idee come l'istituzione di una giornata del dialogo islamico-cristiano e la creazione di un «forum permanente per le religioni, di un luogo d'incontro e discussione - ha spiegato l'autore della proposta, Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane - per conoscersi, dialogare, e lavorare insieme per il bene comune. Insieme le religioni devono combattere stereotipi e pregiudizi, insieme devono promuovere la reciproca conoscenza». 

Se n'è parlato nel corso di un affollato dibattito al quale hanno partecipato Piero Coda, docente alla Pontificia Università Lateranense («la strada dell'incontro è obbligata perché è segnata dal cammino di Dio incontro agli uomini; è dunque un dono, una grazia, una scoperta, un arricchimento»), l'islamista Mostafa El Ayoubi (che si è soffermato sui fondamenti teologici del dialogo nella tradizione islamica) e il giornalista Paolo Naso, direttore del mensile Confronti e della rubrica televisiva Protestantesimo - che ha invitato a non contrapporre dialogo e identità; istanze che, piuttosto, necessitano l'una dell'altra.

Lorenzo Rosoli

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[Fonte: Avvenire del 2 settembre 2003]

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