"Come tre anni fa: un carico di amicizia e di fermezza. Con toni 
		al tempo stesso docili e perentori, il papa rivolge agli iniziatori 
		e ai membri del Cammino neocatecumenale il suo primo discorso successivo 
		all’approvazione definitiva degli Statuti da parte del Pontificio 
		Consiglio per i Laici e incoraggiando tutti a proseguire l’opera di 
		evangelizzazione avviata nella città di Roma e nel mondo intero mette 
		al tempo stesso in evidenza, con puntualità certosina, la necessità di 
		una aderenza totale del Cammino agli insegnamenti della Chiesa e di 
		adesione “docile” alle direttive del papa e dei vescovi, in un contesto 
		di unità con le altre realtà ecclesiali e di “inserimento organico” 
		dell’itinerario neocatecumenale nella pastorale parrocchiana e 
		diocesana.
		C’è il racconto stesso delle caratteristiche del Cammino 
		neocatecumenale nelle parole accurate e rigorose scelte da Benedetto XVI 
		per questo incontro nella Basilica Vaticana. C’è, naturalmente, il 
		ringraziamento, rivolto anzitutto a Dio, per i “frutti spirituali” che 
		attraverso il Cammino si sono raccolti in questi anni, per le “fresche 
		energie apostoliche” suscitate tra i sacerdoti e i laici, per l’aiuto 
		dato a quanti si erano allontanati dalla Chiesa e hanno ora ritrovato la 
		gioia della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica. Ma 
		c’è anche, altrettanto ovviamente, il riferimento chiaro e continuo alla 
		necessità che il Cammino neocatecumenale rimanga fedele a Cristo e alla 
		Chiesa, in un percorso di “docile adesione alla direttive dei Pastori”, 
		secondo uno spirito di “piena disponibilità al servizio del Vescovo”. 
		L’evangelizzazione va condotta in spirito di unità (Benedetto XVI parla 
		di “condizione indispensabile”) e il Cammino deve sapersi inserire in 
		modo organico nella pastorale diocesana: obiettivo da raggiungere, 
		nel caso concreto della diocesi di Roma, intensificando “la vostra 
		adesione a tutte le direttive del Cardinale Vicario, mio diretto 
		collaboratore nel governo pastorale della diocesi”. E quanto alla Santa 
		Sede, la stessa recente approvazione degli Statuti è per il papa il 
		segno della “stima e benevolenza” con cui da piazza San Pietro si segue 
		“opera che il Signore ha suscitato” attraverso gli iniziatori Kiko 
		Arguello e Carmen Hernandez. 
		Nelle parole del papa, in ognuna delle righe del suo discorso, non 
		ci sono domande o richieste, ma certezze circa ciò che il modo con il 
		quale il Cammino dove operare. Già subito dopo i saluti iniziali, il 
		papa ricorda immediatamente che i neocatecumenali sono riuniti nella 
		Basilica Vaticana per “rinnovare la stessa professione di fede” che 
		Pietro fece a Gesù: “Tu sei il Cristo”. Una professione di fede fatta di 
		fronte e alla presenza stessa del successore del “principe degli 
		apostoli”, appunto Benedetto XVI. “La vostra presenza, così folta ed 
		animata – afferma il papa - sta a testimoniare i prodigi operati dal 
		Signore nei trascorsi quattro decenni; essa indica anche l’impegno con 
		cui intendete proseguire il cammino iniziato, un cammino di fedele 
		sequela di Cristo e di coraggiosa testimonianza del suo Vangelo, non 
		solo qui a Roma ma dovunque la Provvidenza vi conduca”. “Un cammino – 
		rimarca il papa tedesco - di docile adesione alle direttive dei 
		Pastori e di comunione con tutte le altre componenti del Popolo di Dio”. 
		“Voi questo intendete fare”, sottolinea Benedetto XVI, indicando lui 
		stesso dunque le intenzioni di coloro che ha di fronte, escludendo ogni 
		via alternativa. “Voi questo intendete fare – dice - ben consapevoli che 
		aiutare gli uomini di questo nostro tempo ad incontrare Gesù Cristo, 
		Redentore dell’uomo, costituisce la missione della Chiesa e di ogni 
		battezzato”. Questo, per il papa, il contesto nel quale il Cammino deve 
		operare ed esistere: l’itinerario iniziato da Kiko – ricorda il 
		pontefice – “si inserisce in questa missione ecclesiale come una 
		delle tante vie suscitate dallo Spirito Santo con il Concilio Vaticano 
		II per la nuova evangelizzazione”. Non una via esclusiva, dunque, ma 
		“una delle tante” che lo Spirito ha suscitato: sottolineatura importante 
		per una realtà ecclesiale talvolta criticata per la sua tendenza 
		all’esclusività e alla separatezza dalle altre esperienze del tessuto 
		diocesano.
		Ricordando la parrocchia dei Santi Martiri Canadesi in cui si 
		costituirono le prime comunità del Cammino neocatecumenale a Roma, il 
		papa passa in rassegna i risultati raggiunti nella città e nel mondo 
		intero. “Come non benedire il Signore – si domanda - per i frutti 
		spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, 
		si sono potuti raccogliere in questi anni?”. E ancora: “Quante fresche 
		energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i 
		laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano 
		allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica 
		della vita cristiana, attraverso l’annuncio del kerygma e l’itinerario 
		di riscoperta del Battesimo, sono state aiutate a ritrovare la gioia 
		della fede e l’entusiasmo della testimonianza evangelica!”. Una lunga 
		esclamazione che segnala il ringraziamento da parte del papa per il 
		“generoso servizio che rendete all’evangelizzazione di questa città e 
		per la dedizione con cui vi prodigate per recare l’annuncio cristiano in 
		ogni suo ambiente”.E’ a questo punto che Benedetto XVI sceglie di citare 
		la recente approvazione definitiva degli Statuti del Cammino, che “è 
		venuta a suggellare – dice - la stima e la benevolenza con cui la Santa 
		Sede segue l’opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri 
		Iniziatori”. 
		L’opera iniziata deve continuare, però, con uno stile ben chiaro e 
		definito, in piena sintonia del resto con quanto sancito proprio negli 
		Statuti. Ed ecco allora che “la vostra già tanto benemerita azione 
		apostolica – scandisce il papa - sarà ancor più efficace nella misura in 
		cui vi sforzerete di coltivare costantemente quell’anelito verso l’unità 
		che Gesù ha comunicato ai Dodici durante l’Ultima Cena”. Questa “unità 
		dei discepoli del Signore”, che è “dono delle Spirito Santo e incessante 
		ricerca dei credenti”, è “condizione indispensabile” perché l’azione 
		evangelizzatrice della Chiesa risulti feconda e credibile”. Ed ecco 
		allora che pensando alle 103 parrocchie nelle quali il Cammino opera 
		nella città di Roma Benedetto XVI con l’incoraggiamento a proseguire 
		nell’impegno assunto esorta i neocatecumenali “ad intensificare la 
		vostra adesione a tutte le direttive del Cardinale Vicario, mio diretto 
		collaboratore nel governo pastorale della Diocesi”, dal momento che 
		“l’inserimento organico del Cammino nella pastorale diocesana e la sua 
		unità con le altre realtà ecclesiali torneranno a beneficio dell’intero 
		popolo cristiano”. Poiché c’è bisogno – dice ancora il papa – di una 
		“vasta azione missionaria che coinvolga le diverse realtà ecclesiali” e
		poiché è bene che “pur conservando ciascuna l’originalità del proprio 
		carisma, esse operino concordemente cercando di realizzare quella 
		"pastorale integrata" che ha già permesso di conseguire significativi 
		risultati”, la considerazione che il papa rivolge ai membri del 
		Cammino è quella che “ponendovi con piena disponibilità al servizio del 
		Vescovo, come ricordano i vostri Statuti, potrete essere di esempio per 
		tante Chiese locali, che guardano giustamente a quella di Roma come al 
		modello a cui fare riferimento”. Interessante passaggio, questo, nel 
		quale il papa indica la sua diocesi come esempio e modello per le altre 
		diocesi. 
		La necessità di “adottare gli indirizzi formativi proposti dalla 
		Santa Sede e dalle diocesi” è sottolineata anche per quanto riguarda la 
		formazione nei seminari Redemptoris Mater, una risposta a 
		quell’altro “frutto spirituale” costituito dal “grande numero di 
		sacerdoti e di persone consacrate che il Signore ha suscitato nelle 
		vostre comunità” e che ora sono impegnati in Italia e nel mondo intero 
		rendendo un “generoso servizio alla Chiesa” e costituendo una vera e 
		propria “primavera di speranza”. “L’obiettivo a cui occorre mirare da 
		parte di tutti i formatori – precisa il papa - è quello di preparare 
		presbiteri ben inseriti nel presbiterio diocesano e nella pastorale sia 
		parrocchiale che diocesana”: parole che costituiscono un altro, nuovo, 
		ulteriore e ancora una volta ripetuto accenno all’integrazione del 
		Cammino nella realtà ecclesiale e al rispetto degli indirizzi formativi 
		proposti. Il papa insomma non ha paura di ripetersi, di riprendere 
		concetti già espressi, di sottolineare più e più volte, sotto ogni 
		aspetto, quali sono le responsabilità – enormi – che il Cammino 
		neocatecumenale ha di fronte, a maggior ragione adesso che 
		l’approvazione degli Statuti è avvenuta in modo definitivo. Sono 
		anche queste – conclude il papa – “le esigenze e le condizioni della 
		missione apostolica”, che nelle parole del Vangelo risuonano come 
		“un invito a non scoraggiarci dinanzi alle difficoltà, a non ricercare 
		umani successi, a non temere incomprensioni e persino persecuzioni”, e 
		che invece incoraggiano “a porre la fiducia unicamente nella potenza di 
		Cristo”. Ed è nella preghiera alla Madonna che il papa chiede il Cammino 
		sia aiutato “a realizzare con gioia e fedeltà il mandato che la Chiesa 
		con fiducia vi affida”.