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  Cammino NC in Giappone: parlano i laici 
  
  
	Altre testimonianze dal Giappone 
	 
	I laici della diocesi di Takamatsu rilevano ispirazione e problemi nel 
	Cammino Neocatecumenale 
	 
	Qui sotto, la traduzione di un articolo pubblicato sul Settimanale Cattolico 
	("Katorikku Shinbun") del 13 luglio 2008, e ripubblicato sul sito web 
	ufficiale della Conferenza Episcopale Giapponese (il testo in inglese è a 
	questo link:
	
	Laity in Takamatsu find inspiration, problems in 
	Neocatechumenal Way). Si tratta della seconda parte 
	dell'articolo 
	
	Priests working in Takamatsu oppose 
	Neocatechumenal Way, già tradotto
	sulle pagine di questo stesso sito web 
	a cui rimandiamo per la traduzione degli altri articoli e per un resoconto 
	dettagliato della situazione in Giappone. 
	 
	I laici della diocesi di Takamatsu rilevano ispirazione e problemi nel 
	Cammino Neocatecumenale 
	 
	Nonostante siano passati circa trent'anni da quando il Cammino 
	Neocatecumenale è arrivato nella diocesi di Takamatsu, tale movimento e le 
	sue attività rimangono sostanzialmente estranei ai cattolici giapponesi. 
	Questo articolo, seconda e ultima parte di un'indagine sul Cammino, lo 
	presenta attraverso le impressioni di coloro che lo hanno incontrato lungo 
	gli anni. Sfortunatamente, i membri attivi del Cammino che abbiamo tentato 
	numerose volte di intervistare, hanno seccamente rifiutato. 
	 
	Dopo anni di coinvolgimento con la Legione di Maria, i Cursillos de 
	Cristianidad ed altri movimenti ecclesiali, Hisako Ino, parrocchiana della 
	chiesa di Imabari nella prefettura di Ehime, è stata legata al Cammino per 
	dieci anni, a partire dal 1990. Dato che il Cammino era stato raccomandato 
	dal parroco, la maggioranza dei parrocchiani - ad eccezione di quelli 
	impossibilitati per impegni di lavoro - aveva cominciato a prendere parte 
	alle attività del Cammino. 
	 
	Come altri, la Ino partecipava agli incontri pomeridiani ed alla messa del 
	sabato sera. 
	 
	"Fino ad allora, ascoltavo la Parola di Dio a pezzetti e bocconi, ma ciò che 
	apprendevo attraverso l'approccio neocatecumenale della 'storia della 
	salvezza' divenne parte della mia fede", ha detto ricordando del tempo 
	passato nel Cammino. 
	 
	Gli incontri venivano tenuti nelle case dei membri del Cammino, e diverse 
	volte l'anno vi erano raduni che duravano anche più di una giornata. 
	 
	La Ino ha detto: "se contiamo i tempi per la preparazione, ci si incontrava 
	tre o quattro volte alla settimana. Eravamo davvero tanto impegnati. 
	Leggevamo le Scritture ed ascoltavamo i sermoni. C'è ancora gente che va 
	avanti così". 
	 
	Ed infatti alcuni si sono lamentati che quella frequenza di incontri portava 
	via parecchie serate alla settimana, per cui i figli dei membri del Cammino 
	soffrivano a causa di tutto quel tempo che i genitori spendevano altrove 
	anziché con loro. 
	 
	Alcuni incontri erano tenuti in alberghi lontani da casa, ed ai membri 
	toccava coprire i costi. 
	 
	La signora Ino ricorda: "ogni volta mi toccava pagare qualcosa come 
	centomila yen" (equivalenti a circa seicento euro). 
	 
	I neocatecumenali, man mano che avanzavano ai livelli successivi di 
	appartenenza al Cammino, erano tenuti a dare un contributo economico. 
	 
	"Mi veniva detto di vendere le mie cose e di dare i soldi al Cammino", ha 
	detto la Ino. 
	 
	Nel 1999 partecipò ad un incontro in cui si leggeva dal vangelo di Marco del 
	giovane ricco a cui Gesù disse di rinunciare ai suoi beni. Dopo aver letto 
	il brano, ad ogni persona presente fu chiesto: "Rinuncerai tu a tutti i tuoi 
	beni?" La Ino rispose che era disponibile a rinunciare a qualsiasi cosa su 
	cui lei e suo marito fossero d'accordo, ma non a tutto. Nell'incontro del 
	giorno successivo le venne detto: "Voi coniugi Ino non dovete più venire 
	qui". Ciò significò la fine del suo coinvolgimento col Cammino. 
	 
	Ricordandolo, la signora Ino ha detto: "Ho sentito che ci sono molti livelli 
	di appartenenza al Cammino, e se mai ci cadi, beh..." 
	 
	Il Cammino ha dei "Catechisti itineranti" e delle "Famiglie in missione", 
	laici che partono dalle loro comunità di origine su incarico del Cammino. Ve 
	ne sono diversi anche in Giappone. La Ino si chiedeva se veramente queste 
	persone abbiano dato via tutti i loro beni. 
	 
	Le Famiglie in missione hanno infatti ricevuto parecchie critiche. 
	 
	Nei primi anni novanta Yoko Imaizumi, parrocchiana della chiesa di Gunchu 
	nella prefettura di Ehime, diede ospitalità a tali famiglie venute 
	dall'Italia e da altri posti, presso di lei a Matsuyama. 
	 
	Parlando di quelle famiglie ha detto: "Hanno un sacco di figli, ma non 
	cercano lavoro. Non sono affatto un modello per i giapponesi che lavorano 
	sodo per far crescere i loro figli". 
	 
	Nonostante il Cammino abbia uno stile tutto suo nel celebrare la liturgia, 
	stile che è stato assai criticato, la Ino ha detto che "dopotutto era bello 
	vedere davvero lo Spirito". 
	 
	E nel commentare le critiche al Cammino per il suo modo di spostare tutto 
	all'interno delle chiese, ha aggiunto: "in molte chiese loro hanno cambiato 
	tutto, ma è solo così che si può fare esperienza della loro liturgia". 
	 
	Un laico di Ehime che ha chiesto di rimanere anonimo ha riportato il suo 
	choc nel sentire i membri del Cammino cantare ad un funerale "Risuscitò! 
	Risuscitò!" ritmata dalla chitarra, ed ha detto: "i non cristiani che erano 
	lì devono aver pensato che c'era qualche nuova setta religiosa". 
	 
	Chi non prende parte al Cammino ha espresso gravi riserve sul fatto che tale 
	gruppo non mostra apertamente le sue attività. Yutaka Suzuki suppone che 
	circa un terzo dei membri della sua chiesa di Sakuramachi a Takamatsu siano 
	membri del Cammino ma, aggiunge, "in effetti io non ho idea di chi siano". 
	 
	Anche quando vuole parlare con qualcuno del Cammino non riesce a trovare 
	nessuno con cui parlarne. 
	 
	"È stato così per più di trent'anni", dice. "Certo, ci sono persone che 
	dicono che hanno incontrato Cristo in quel gruppo, ma sono concentrati 
	sempre più su sé stessi, per cui diventa impossibile avere una conversazione 
	sincera con loro". 
	 
	Oltre che a Takamatsu, ci sono preti del Cammino, Catechisti itineranti e 
	Famiglie in missione in alcune altre diocesi giapponesi, comprese Niigata ed 
	Oita. Ciononostante non c'è stato un aumento di battesimi in nessuna di 
	quelle diocesi. Al contrario, il Cammino sembra voler diffondersi cooptando 
	i parrocchiani già attivi. 
	 
	Hiroshi Tada, che è stato alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) del 
	1993 a Denver, in U.S.A., racconta che fu invitato a prendere parte ad un 
	incontro del Cammino il giorno dopo la fine della GMG. Questo parrocchiano 
	della chiesa di Sakuramachi restò sorpreso quando sentì un annuncio che 
	invitava tutti quelli che volevano essere preti o religiosi ad alzarsi dai 
	loro posti (erano radunati nello spazio di un campo da gioco). 
	 
	"Mi chiesi se quello fosse stato il modo di decidere su una vocazione 
	religiosa", ha detto. 
	 
	La Ino, che oggi ha ottantadue anni, riassumendo la sua opinione ha detto: 
	"Abbiamo lavorato per l'imperatore (la nostra generazione). Abbiamo lavorato 
	per la Chiesa. Abbiamo lavorato per i preti. Abbiamo fatto del nostro meglio 
	per i preti a Takamatsu. Ma adesso le cose stanno andando male. (Quelli che 
	sono nel Cammino e quelli che non vi appartengono) stanno tutti soffrendo. 
	Se è un bene per la nostra parrocchia che il Cammino si fermi, non sarebbe 
	ora che il Cammino termini davvero?" 
	 
	  
	Un breve commento all'articolo sopra citato. 
	 
	I neocatecumenali hanno creato in tutto il mondo gli stessi problemi. Anche 
	in Giappone, infatti: 
	
		- invadono le parrocchie e le "neocatecumenalizzano", sprezzanti della 
	tradizione e degli usi locali (cambiano gli arredi sacri, risistemano tutto 
	alla maniera di Kiko, cancellano via tutto ciò che non è neocatecumenale)
 
		- cooptano i parrocchiani anziché attivarsi per convertire altre persone 
	(ancora una volta viene demitizzata la loro vantata implantatio ecclesiae 
	e sbugiardati i loro slogan sui leggendari "fratelli convertiti 
	dall'ateismo"): non si preoccupano minimamente dei non credenti, "non 
	aumentano i battesimi"
 
		- vengono visti dagli altri fedeli come un corpo sostanzialmente estraneo, 
	come dei parassiti, ed i loro migliori esponenti vivono proprio da parassiti 
	("hanno un sacco di figli, ma non cercano lavoro..." queste persone 
	avranno veramente dato via tutti i loro beni?)
 
		- raccolgono enormi quantità di soldi con ricatti morali: ("voi coniugi 
	Ino non dovete più venire qui"), per di più con grossi sprechi di denaro 
	per le "convivenze" in albergo (trascurando anche in questo caso la libertà 
	dei singoli ed il più elementare buonsenso)
 
		- lo spreco è anche del tempo, a scapito dei doveri degli sposati: tra 
	liturgie, incontri e preparazioni, se ne vanno "parecchie serate alla 
	settimana", poco importa che siano i figli a farne le spese (bambini che non 
	possono stare con i genitori);
 
		- fanno attività nella massima segretezza, come una setta chiusa al mondo 
	esterno: è impossibile avere con almeno uno di loro una conversazione 
	sincera, senza slogan preconfezionati ma "cuore a cuore"; per di più le loro 
	abitudini bislacche (come i funerali chiassosi accompagnati dalle chitarre, 
	che è davvero gravissimo per la mentalità giapponese) li fa apparire come 
	"una di quelle sette, di quelle nuove religioni";
 
		- tutto questo è confermato anche da chi pur avendo lasciato il Cammino, non 
	ne ha conservata un'opinione particolarmente critica; osserviamo anche che 
	la signora ottantaduenne ha però qualificato come "Spirito" l'eccitazione 
	collettiva delle liturgie neocatecumenali, confermando involontariamente il 
	pessimo fondo dottrinale del Cammino. Perciò non tragga in inganno quel 
	"trarre ispirazione" nel titolo dell'articolo. 
  
	 
	
     
                  
 
                
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