Roma, 22/4/'94
Molto Reverendo P. Livio,
certamente ha ricevuto e letto la mia lunga lettera, che ho pensato di
pubblicare perché tutti possano conoscere la verità dei fatti riguardanti il
Cammino neocatecumenale. Si scrive tanto sui "movimenti" sorti nella Chiesa
post-conciliare, e c'è da chiedersi perché non si dovrebbe saper nulla di
quel Cammino, molto più che il Papa se ne mostra entusiasta.
Perché non risponde? Crede forse che sia preferibile il silenzio? Non
riflette che questo può nascondere la coscienza di aver torto nell'esaltare
sotto tutti i riguardi il Cammino? Esso può essere anche offensivo, potendo
denotare disprezzo verso chi ha scritto nella migliore buona fede,
sostenendo la sua tesi con argomenti tutt'altro che trascurabili...
Che io non abbia meritato la sua noncuranza risulta anche dal fatto di
essermi rivolto a Lei con rispetto e aver riconosciuto l'ottimo servizio
prestato alla Chiesa Dirigenti Radio Maria. La mia critica mirava a colpire
soltanto il C.N. - Ora, quale interesse può aver Lei di farne gli elogi più
sperticati? Se è informato dei presupposti dottrinali del medesimo, Lei è
complice della divulgazione di un'eresia che sovverte la Chiesa
Cattolica...: se invece è convinto del contrario, perché non lo dimostra,
pubblicando una "critica della critica" volta a difendere non interessi
personali, ma un movimento ripetutamente benedetto dal Papa?
Mi consenta una domanda. Secondo Lei - che, dirigendo una Radio , invita a
parlare anche buoni oratori e catechisti e si rivolge ad un uditorio
piuttosto eterogeneo, composto di persone spesso culturalmente rispettabili
- che peso può avere l'atteggiamento del Papa?
Credo che esso basti a sciogliere tutti i dubbi, liberare da tutte le
ansietà e preoccupazioni, dirimere tutte le controversie, quelle -sottolineo
- provocate dalla meditata lettura degli "Orientamenti" di Kiko e Carmen?
Della Gerarchia nessuno è finora intervenuto per impormi il silenzio: non le
dice nulla questo atteggiamento e la libertà che nonostante tutto io godo?
Sappia - e lo ricordi sempre, reverendo p. Livio - CHE NESSUNO AL MONDO
POTRA' OBBLIGARMI A TACERE FINCHE' NON MI DIMOSTRERA' CHE KIKO A CARMEN
HANNO RAGIONE E IO HO TORTO. D'accordo? LA VERITA' - E SOPRATTUTTO QUELLE
RIGUARDANTE LA FEDE - E' SUPERIORE ANCHE ALL'AUTORITA' DEL PAPA, CHE PUO'
GLORIARSI SOLO DI ESSERNE SERVO, insegnandola secondo la Tradizione
Apostolica e la S. Scrittura.
Per l'ennesima volta ripeto che Giovanni Paolo II NON PUO' SAPER TUTTO,
LEGGERE TUTTO, e dichiaro che egli, per quanto esula dalla Rivelazione
cristiana. DIPENDE NECESSARIAMENTE DALLE INFORMAZIONE FORNITE DAI
COLLABORATORI.
E allora, torno a chiederle: quali informazioni hanno potuto fornire al Papa
questi collaboratori a proposito della dottrina contenuta nella catechesi di
Kiko e Carmen?
Per non supporre - assurdamente - che il Papa sia eretico e fautore di
eretici, DEVO PENSARE SOLTANTO CHE EGLI NON CONOSCE ANCORA I PRESUPPOSTI
DOGMATICI DEL C.N. - Come ben comprende, questa - per un credente - è
l'ipotesi più rispettosa... Ora, a questo punto, a lei e ai suoi amici
Neocatecumenali resta solo da sostenere che:
- o gli Orientamenti a cui mi riferisco non contengono errori circa fidem...;
oppure che
- essi, nel caso, non dovrebbero attribuirsi a Kiko e Carmen...;
- o che le "catechesi" da me esaminate non esprimono fedelmente le
convinzioni più profonde dei medesimi e dei loro seguaci più responsabili.
Ora, in tutti i miei scritti credo di aver dimostrato che tali ipotesi sono
insostenibili, dichiarandomi sempre pronto ad un dialogo... Ma qualora
fossero fondate:
- perché il famoso dattiloscritto degli Orientamenti è tenuto segreto,
riservato ad alcuni catechisti veramente fidati?...
- perché, dopo decine di anni, nessuno si è curato di pubblicarlo, dopo
averlo debitamente emendato?...- perché contro chiunque dei neocatecumeni ne riferisce il contenuto agli
estranei è lanciata una MALEDIZIONE CHE COLPISCE FINO ALLA TERZA E QUARTA
GENERAZIONE?...
- perché Lei, reverendo P. Livio, oltre al Catechismo della Chiesa
Cattolica, non commenta anche il testo degli Orientamenti di Kiko e Carmen,
impegnandosi ad esaminare pagina per pagina e dimostrare l' INESISTENZA
DEGLI ERRORI DEI QUALI IO LI HO SEMPRE ACCUSATI? Non sarebbe questo il
migliore dei metodi per salvare VERITA' e CARITA'?
* * *
Si degnerà, almeno questa volta, rev.do e carissimo Direttore di Radio-Maria,
di rispondere a queste domande, anche se imbarazzanti?
Il suo eventuale silenzio (del resto appreso dal diplomaticissimo modo di
eludere ogni discussione, comune all'Episcopato Italiano e a riviste e
giornali cattolici) non sortirebbe altro effetto che quello di rendere i
Neocatecumenali sempre più sicuri di sé, forti della protezione del Papa...
Ora, lei intuisce che precisamente il loro atteggiamento obbliga l'opinione
pubblica ad ATTRIBUIRE AL PAPA L'ERRORE DEI LORO CAPI CARISMATICI...; induce
A SOSPETTARE CHE GIOVANNI PAOLO II PRETENDA TENERE IL PIEDE IN DUE STAFFE,
ciò che annullerebbe la sua credibilità, come vorrebbero i nemici della
Chiesa...
Ciò penso riflettendo sulla solita ragione addotta dai neocatecumenali di
non permettersi di spiegare la loro dottrina, quando la richiesta può avere
il senso dell'accusa. Essi ripetono: "Se uno ti percuote la guancia destra,
tu porigli anche l'altra" (Mt 5,39).
Ma nel caso nostro il testo evangelico è applicato a sproposito:
- la reazione proibita da Gesù è quella suggerita dal risentimento destato
da offese personali. Ma qui la protesta è motivata dal dovere di difendere
la fede: quella compromessa dagli errori insegnati nella catechesi di Kiko e
Carmen... Le parti allora s'invertono: gli OFFENSORI SONO QUESTI (in buona o
cattiva fede), mentre i credenti sono gli OFFESI, che DEVONO reagire non per
difendere interessi personali, ma l'ORTODOSSIA quale sommo di tutti i
beni... E' per questo che proprio Gesù, se tacque agli insulti dei
manigoldi, si oppose sempre e vivacemente agli scribi e ai farisei, al
sinedrio, a Caifas e a Pilato quando si trattò della CAUSA DEL PADRE, della
VERITA' DELLA SUA MISSIONE.
Dunque, privo di qualsiasi fondamento biblico il s i l e n z i o opposto dai
neocatecumenali ai loro critici: la ragione con la quale si pretende di
giustificarlo si riduce ad una grossolana fandonia quando non tradisce una
menzogna diabolicamente raffinata...
La v e r i t à, reverendo p. Livio, fa bene a tutti, e la purezza della fede
è un BENE COMUNE A TUTTI: precisamente quello che noi intendiamo salvare
anche per i Neocatecumenali, e ciò unicamente per un dovere di c a r i t à,
non per uno sciocco puntiglio. Tanto vero che io ed altri saremmo
dispostissimi e felicissimi di ricrederci, se si arrivasse a dimostrare che
ci siamo ingannati... Cosa si potrebbe esigere di più da persone oneste?
Concludo, dichiarando che, dopo la presente, non mi aspetto più nulla né da
Lei né dai suoi amici. Rimetto tutto al giudizio di Dio e della storia,
augurandomi che un giorno il Papa, realmente e pienamente informato di
tutto, assuma l'unico atteggiamento doveroso nella difesa della fede e nel
paterno e fermo richiamo per quanti - in buona o cattiva fede - l'hanno
tradita.
Mi permetto infine di darLe un consiglio. Per non screditare le trasmissioni
di Radio-Maria e risparmiarsi molte seccature da una parte dell'uditorio che
la pensa diversamente da Lei che è preparatissimo a confermare con
pubblicazioni decisamente rivelatrici quanto ho sempre affermato a proposito
del Cammino Neocatecumenale, La prego di non permettersi più di farne gli
elogi, anche si ciò dovesse costarle qualche rappresaglia dai suoi dirigenti
e farLe subire dei sacrifici dal punto di vista economico.
Il pubblico ha bisogno di ben altro, essendo molte e gravi le difficoltà in
cui si dibatte la sua fede, la sua coscienza morale, la sua militanza nella
Chiesa Cattolica. Soltanto se lo sostiene in tal senso, le trasmissioni di
Radio-Maria potranno continuare ad essere indispensabili, provvidenziali,
come le auguro cordialmente.
Il Suo dev.mo P. Enrico Zoffoli c.p.