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Padre Enrico Zoffoli scrive a Radio Maria

Roma, 22/4/'94

Molto Reverendo P. Livio,

certamente ha ricevuto e letto la mia lunga lettera, che ho pensato di pubblicare perché tutti possano conoscere la verità dei fatti riguardanti il Cammino neocatecumenale. Si scrive tanto sui "movimenti" sorti nella Chiesa post-conciliare, e c'è da chiedersi perché non si dovrebbe saper nulla di quel Cammino, molto più che il Papa se ne mostra entusiasta.

Perché non risponde? Crede forse che sia preferibile il silenzio? Non riflette che questo può nascondere la coscienza di aver torto nell'esaltare sotto tutti i riguardi il Cammino? Esso può essere anche offensivo, potendo denotare disprezzo verso chi ha scritto nella migliore buona fede, sostenendo la sua tesi con argomenti tutt'altro che trascurabili...

Che io non abbia meritato la sua noncuranza risulta anche dal fatto di essermi rivolto a Lei con rispetto e aver riconosciuto l'ottimo servizio prestato alla Chiesa Dirigenti Radio Maria. La mia critica mirava a colpire soltanto il C.N. - Ora, quale interesse può aver Lei di farne gli elogi più sperticati? Se è informato dei presupposti dottrinali del medesimo, Lei è complice della divulgazione di un'eresia che sovverte la Chiesa Cattolica...: se invece è convinto del contrario, perché non lo dimostra, pubblicando una "critica della critica" volta a difendere non interessi personali, ma un movimento ripetutamente benedetto dal Papa?

Mi consenta una domanda. Secondo Lei - che, dirigendo una Radio , invita a parlare anche buoni oratori e catechisti e si rivolge ad un uditorio piuttosto eterogeneo, composto di persone spesso culturalmente rispettabili - che peso può avere l'atteggiamento del Papa?

Credo che esso basti a sciogliere tutti i dubbi, liberare da tutte le ansietà e preoccupazioni, dirimere tutte le controversie, quelle -sottolineo - provocate dalla meditata lettura degli "Orientamenti" di Kiko e Carmen?

Della Gerarchia nessuno è finora intervenuto per impormi il silenzio: non le dice nulla questo atteggiamento e la libertà che nonostante tutto io godo?

Sappia - e lo ricordi sempre, reverendo p. Livio - CHE NESSUNO AL MONDO POTRA' OBBLIGARMI A TACERE FINCHE' NON MI DIMOSTRERA' CHE KIKO A CARMEN HANNO RAGIONE E IO HO TORTO. D'accordo? LA VERITA' - E SOPRATTUTTO QUELLE RIGUARDANTE LA FEDE - E' SUPERIORE ANCHE ALL'AUTORITA' DEL PAPA, CHE PUO' GLORIARSI SOLO DI ESSERNE SERVO, insegnandola secondo la Tradizione Apostolica e la S. Scrittura.

Per l'ennesima volta ripeto che Giovanni Paolo II NON PUO' SAPER TUTTO, LEGGERE TUTTO, e dichiaro che egli, per quanto esula dalla Rivelazione cristiana. DIPENDE NECESSARIAMENTE DALLE INFORMAZIONE FORNITE DAI COLLABORATORI.

E allora, torno a chiederle: quali informazioni hanno potuto fornire al Papa questi collaboratori a proposito della dottrina contenuta nella catechesi di Kiko e Carmen?

Per non supporre - assurdamente - che il Papa sia eretico e fautore di eretici, DEVO PENSARE SOLTANTO CHE EGLI NON CONOSCE ANCORA I PRESUPPOSTI DOGMATICI DEL C.N. - Come ben comprende, questa - per un credente - è l'ipotesi più rispettosa... Ora, a questo punto, a lei e ai suoi amici Neocatecumenali resta solo da sostenere che:

  1. o gli Orientamenti a cui mi riferisco non contengono errori circa fidem...; oppure che
  2. essi, nel caso, non dovrebbero attribuirsi a Kiko e Carmen...;
  3. o che le "catechesi" da me esaminate non esprimono fedelmente le convinzioni più profonde dei medesimi e dei loro seguaci più responsabili.

Ora, in tutti i miei scritti credo di aver dimostrato che tali ipotesi sono insostenibili, dichiarandomi sempre pronto ad un dialogo... Ma qualora fossero fondate:

  • perché il famoso dattiloscritto degli Orientamenti è tenuto segreto, riservato ad alcuni catechisti veramente fidati?...
  • - perché, dopo decine di anni, nessuno si è curato di pubblicarlo, dopo averlo debitamente emendato?...
  • perché contro chiunque dei neocatecumeni ne riferisce il contenuto agli estranei è lanciata una MALEDIZIONE CHE COLPISCE FINO ALLA TERZA E QUARTA GENERAZIONE?...
  • perché Lei, reverendo P. Livio, oltre al Catechismo della Chiesa Cattolica, non commenta anche il testo degli Orientamenti di Kiko e Carmen, impegnandosi ad esaminare pagina per pagina e dimostrare l' INESISTENZA DEGLI ERRORI DEI QUALI IO LI HO SEMPRE ACCUSATI? Non sarebbe questo il migliore dei metodi per salvare VERITA' e CARITA'?

* * *

Si degnerà, almeno questa volta, rev.do e carissimo Direttore di Radio-Maria, di rispondere a queste domande, anche se imbarazzanti?

Il suo eventuale silenzio (del resto appreso dal diplomaticissimo modo di eludere ogni discussione, comune all'Episcopato Italiano e a riviste e giornali cattolici) non sortirebbe altro effetto che quello di rendere i Neocatecumenali sempre più sicuri di sé, forti della protezione del Papa... Ora, lei intuisce che precisamente il loro atteggiamento obbliga l'opinione pubblica ad ATTRIBUIRE AL PAPA L'ERRORE DEI LORO CAPI CARISMATICI...; induce A SOSPETTARE CHE GIOVANNI PAOLO II PRETENDA TENERE IL PIEDE IN DUE STAFFE, ciò che annullerebbe la sua credibilità, come vorrebbero i nemici della Chiesa...

Ciò penso riflettendo sulla solita ragione addotta dai neocatecumenali di non permettersi di spiegare la loro dottrina, quando la richiesta può avere il senso dell'accusa. Essi ripetono: "Se uno ti percuote la guancia destra, tu porigli anche l'altra" (Mt 5,39).

Ma nel caso nostro il testo evangelico è applicato a sproposito:
- la reazione proibita da Gesù è quella suggerita dal risentimento destato da offese personali. Ma qui la protesta è motivata dal dovere di difendere la fede: quella compromessa dagli errori insegnati nella catechesi di Kiko e Carmen... Le parti allora s'invertono: gli OFFENSORI SONO QUESTI (in buona o cattiva fede), mentre i credenti sono gli OFFESI, che DEVONO reagire non per difendere interessi personali, ma l'ORTODOSSIA quale sommo di tutti i beni... E' per questo che proprio Gesù, se tacque agli insulti dei manigoldi, si oppose sempre e vivacemente agli scribi e ai farisei, al sinedrio, a Caifas e a Pilato quando si trattò della CAUSA DEL PADRE, della VERITA' DELLA SUA MISSIONE.

Dunque, privo di qualsiasi fondamento biblico il s i l e n z i o opposto dai neocatecumenali ai loro critici: la ragione con la quale si pretende di giustificarlo si riduce ad una grossolana fandonia quando non tradisce una menzogna diabolicamente raffinata...

La v e r i t à, reverendo p. Livio, fa bene a tutti, e la purezza della fede è un BENE COMUNE A TUTTI: precisamente quello che noi intendiamo salvare anche per i Neocatecumenali, e ciò unicamente per un dovere di c a r i t à, non per uno sciocco puntiglio. Tanto vero che io ed altri saremmo dispostissimi e felicissimi di ricrederci, se si arrivasse a dimostrare che ci siamo ingannati... Cosa si potrebbe esigere di più da persone oneste?

Concludo, dichiarando che, dopo la presente, non mi aspetto più nulla né da Lei né dai suoi amici. Rimetto tutto al giudizio di Dio e della storia, augurandomi che un giorno il Papa, realmente e pienamente informato di tutto, assuma l'unico atteggiamento doveroso nella difesa della fede e nel paterno e fermo richiamo per quanti - in buona o cattiva fede - l'hanno tradita.

Mi permetto infine di darLe un consiglio. Per non screditare le trasmissioni di Radio-Maria e risparmiarsi molte seccature da una parte dell'uditorio che la pensa diversamente da Lei che è preparatissimo a confermare con pubblicazioni decisamente rivelatrici quanto ho sempre affermato a proposito del Cammino Neocatecumenale, La prego di non permettersi più di farne gli elogi, anche si ciò dovesse costarle qualche rappresaglia dai suoi dirigenti e farLe subire dei sacrifici dal punto di vista economico.

Il pubblico ha bisogno di ben altro, essendo molte e gravi le difficoltà in cui si dibatte la sua fede, la sua coscienza morale, la sua militanza nella Chiesa Cattolica. Soltanto se lo sostiene in tal senso, le trasmissioni di Radio-Maria potranno continuare ad essere indispensabili, provvidenziali, come le auguro cordialmente.

Il Suo dev.mo P. Enrico Zoffoli c.p.
 

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