angolo
   

Note sull' "Anticlericalismo" neocatecumenale

Se avete notato, spesso i NC usano la parola 'preti' in senso dispregiativo, in contraddizione con le loro continue dichiarazioni di fedeltà alla Chiesa. Il Cammino è dunque anti-clericale? In effetti lo è, considerato questo tono generale di disprezzo verso i sacerdoti.

Ed è una probabile conseguenza di questa avversione il fatto che anche i presbiteri aderenti al Cammino sono figure sostanzialmente emarginate e svuotate di funzioni, accettate per così dire "con riserva" e relegate in un angolo, con un ruolo limitato nel mondo chiuso del Cammino.

Ora, è un paradosso di come facciano i neocatecumenali a sentirsi razionalmente dentro la Chiesa se di essa rinnegano praticamente tutto: i dogmi, la dottrina, la funzione storica, la tradizione, i riti, i luoghi di culto, gli spazi sacri, la musica, i simboli e perfino i suoi servitori ufficiali, cioè i 'preti'.

Praticamente, non vi è aspetto della vita cattolica che non sia messo in discussione e reinterpretato dai neocatecumenali secondo la dottrina di Kiko e Carmen.

Alla fine, si capisce che l'anticlericalismo dei neocatecumenali è un aspetto del ben più grave anti-cattolicesimo che sorregge l'intera concezione neocatecumenale.

E tutto ciò avviene nello stesso momento in cui ognuno di loro continua a professarsi cattolico, a dichiararsi fedele alla Chiesa, a propagandare che il Papa è con loro. Ciò testimonia il livello di confusione e di fanatismo che vige nella mens del Cammino, al punto da non riuscire a vedere se stessi nella reale, concreta, solida fisionomia anticattolica. Almeno nella base del Cammino, poiché i capi ai vari livelli sono perfettamente consci della loro anticattolicità, nel senso di alternatività alla Chiesa apostolica romana.

In definitiva, nel Cammino c'è di tutto (ebraismo, esoterismo, simbolismo, protestantesimo) tranne ciò che dovrebbe esserci primariamente: i contenuti cattolici e in ordine alla questione dell'anticlericalismo neocatecumenale, in effetti, essere disobbedienti al Pontefice è la forma più grave di anticlericalismo. Ma esso è in re ipsa: se i neocatecumenali avversano i 'preti', perchè considerati un'esercito di impiegati al servizio di un'istituzione burocratica e sclerotica come è secondo loro la Chiesa, è automatica la disobbedienza per il capo di tutti i 'preti', il Papa.

Risiede proprio in questo l'impossibilità, per i neocatecumenali, di obbedire al Papa: perchè è il capo della Chiesa che aborriscono, perchè è il capo dei preti che disprezzano, perchè è il difensore e depositario dei dogmi che rinnegano e contestano.

Come notato a proposito della figura di don Pezzi, tutta l'obbedienza dei neocatecumenali è un'operazione di facciata per evitare di mettersi apertamente contro la Chiesa. La strategia è sempre la stessa: professarsi cattolici e fedeli al Papa, minandone nel contempo con gli atti ed i comportamenti l'autorità, nella visione del Cammino come unica 'chiesa' ed unica via di salvezza cristiana, alternativa e sostitutiva della Chiesa stessa.

Che poi questa sia anche la convinzione di tutte le altre sette protestanti, a Kiko e ai suoi interessa ben poco, per il semplice motivo che, a differenza di quelle, l'obiettivo non è di distruggere la Chiesa in quanto tale ma di trasformarla dall'interno, con l'aiuto dei fedeli, dei presbiteri, dei vescovi e cardinali che hanno aderito e appoggiano il Cammino.

Si tratta, dunque, di un progetto strategico lungamente studiato e ostinatamente perseguito.

Un progetto che si arenerà man mano che saranno prese contromisure stringenti e progressive da parte della Chiesa: attenzione alla questione, controllo dei documenti ed eventi prodotti, emanazione di aut-aut sempre più vincolanti ed infine in prospettiva la seria eventualità di messa al bando.

Il Cammino continuerà a proclamarsi fedele e servo della Chiesa, a dissimulare aggiustamenti e correzioni per poter proseguire il proselitismo nei ranghi ecclesiali, fino a costituire una lobby realmente in grado di paralizzare l'autorità del Pontefice e piegarlo alla volontà dei capi del Cammino: è questo l'obiettivo vero sul breve-medio termine.

Perciò, un conto alla rovescia è scattato, ma non è quello tutto apparente della approvazione statutaria, bensì quello ben più recondito e strategico di riuscire in quell'intento immmobilizzante prima di provocare la reazione implacabile della Chiesa.

Una partita giocata in tutta evidenza da Kiko e Carmen sul filo del rasoio e del disastro incombente, in virtù della personalità forte ed intransigente di Benedetto XVI.


Ci siamo imbattuti spesso nella domanda : "se il cammino, come voi dite (giustamente argomentando quanto dite), è davvero anti-clericale e davvero eretico, perchè il Papa non scomunica kiko, carmen e don Mario? non credo che sia solo un problema relativo al fatto che i più piccoli potrebbero scandalizzarsi...". È una domanda che merita una risposta puntuale.

Se finora la Chiesa, ovvero il Papa, ha tollerato il Cammino, nella speranza che cambiasse rotta, è non solo per evitare di scandalizzare i 'piccoli', ma in generale per evitare di incentivare la trasformazione delle differenze in divergenze e poi in divisioni e contrasti formali; per evitare di adottare provvedimenti drastici e sanzionatori, nella continua speranza di un ravvedimento dei capi del Cammino illuminato dalla carità ed umiltà cristiane.

Se tutti i tentativi di riportare al buon senso e alla ragionevolezza il Cammino si rivelassero vani, al Santo Padre non resterà che decretare la cacciata del Cammino dalla Chiesa, per evitare che la dottrina distorta da esso predicata possa allignare fino al punto da devastare irreparabilmemte l'intera Chiesa, con la distruzione del depositum fidei la cui custodia è affidata al Santo Padre per successione apostolica.

Questo è lo stato delle cose riferito al Cammino neocatecumenale.

| home |

| inizio pagina |

   
angolo