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LA NUOVA CHIESA?

Ci eravamo illusi, pensando che quella del 3° millennio fosse una Chiesa solo parallela. Non è così: è stata modellata lentamente, caparbiamente, una Chiesa nuova, più umana, che ha sostituito la precedente e che si esprime, ormai, ricorrendo a forme liturgiche e catechetiche modificate, in completa rottura con l’ortodossia della fede Cattolica.

Parroci e Vescovi, sempre più aperti al cambiamento e allo spirito pluralista dei movimenti religiosi sviluppatisi negli ultimi decenni, tra i quali il meno accettabile è il cammino neocatecumenale, sembrano aver adottato la linea ebraico-protestante di quest’ultimo, senza premurarsi di approfondirne gli errori dottrinali, peraltro spesso denunciati alla Santa Sede da numerosi fedeli e Sacerdoti autorevoli.

Certe affermazioni, che si leggono negli Orientamenti di Kiko Argüello ai suoi catechisti, si discostano infatti dai secolari principi della Chiesa e del Vangelo.
Sarebbe inutile rielencarli: troppo se ne è parlato e se ne parla; troppi Pastori sono ostinati nella loro sordità e cecità!

II programma catechetico, integralmente qui riportato, consegnato ad uno dei presenti al campo di formazione, presenziato dal Vescovo di Campobasso, Mons. Bregantini, mostra senza ombra di dubbio i piani del Clero locale, sempre più determinato a omologare le coscienze sulla base dei suoi opinabili insegnamenti.

Nella diocesi di Campobasso-Boiano, dunque, ricorrendo al ricatto della prima Comunione che senza cammino comunitario di cinque anni non può essere fatta, s'intende iniziare, sin dalla più tenera età, a plasmare il popolo di Dio caro ai modernisti, perché senza discernimento, passivamente obbediente ed in grado di assicurare una quieta uniformità nella sequela dei dettati di Kiko Argüello e dei suoi adepti, Clero e laici, intronizzatisi prepotentemente nelle parrocchie, senza che alcuno intervenisse.

È biasimevole il fatto che gli spropositi neocatecumenali vengano incoraggiati, benedetti, condivisi e diffusi proprio da chi dovrebbe difendere la nostra fede.

Imporli anche alle piccole menti indifese, supportandoli con argomentazioni ambigue e devianti, falsamente improntate allo zelo per la salvezza delle anime, elevandoli oltretutto a condizione necessaria per la prima Comunione, è l’inganno più diabolico che si potesse escogitare per annientare la Tradizione, tanto in odio alla maggior parte dei clericali di oggi.

Con quale diritto s’impone ai fedeli della Diocesi di Campobasso-Boiano l’accettazione della prassi e del modo di credere neocatecumenale?

Quale dovere si ha di seguire le prescrizioni di parroci e catechisti, devastanti per l'anima dei nostri figli? Non è incongruente la preparazione alla prima Comunione in un ambiente che debba addirittura ricordare la sinagoga che ha ucciso e tuttora nega proprio Cristo-Signore, presente nel Santissimo Sacramento? Con quale autorità il Clero molisano ha deciso di vietare che i piccoli imparino a memoria le preghiere e i precetti e s’istruiscano sui testi editi dalla C.E.I. al fine di privilegiare una sorta di catechismo ludico? Ciascuno che legge il documento può da sé trarre le debite conclusioni in merito. Va, tuttavia, precisato che la sbandierata libertà di coscienza dal Clero conciliare non è ammessa per i Cattolici, obbligati ogni giorno di più ad assecondare i novatori intellettualisti dell’ultima ora che non sembrano aver alcun rispetto per il loro mandato ed agiscono, ormai allo scoperto, senza rimorsi, senza vergogna e senza onestà.

Boiano, 20/11/09
(Nome Cognome)


CAMPO DIOCESANO PER CATECHISTI
Castelpetroso, 31 luglio - 1/2 agosto 2009

II campo di formazione e aggiornamento rivolto ai catechisti della diocesi di Campobasso-Boiano, organizzato dall'Ufficio Catechistico Diocesano (diretto da don Michele Socci) e svoltosi a Castelpetroso fra il 31 luglio e il 2 agosto 2009, ha visto la partecipazione di una ventina di parrocchie e la presenza costante di Mons. GianCarlo Bregantini, affiancato dalla prof.ssa Emilia Di Biase, moderatrice e animatrice dell’appuntamento estivo.

Sua, infatti, è stata l’iniziativa di incoraggiare, nella nostra diocesi, la diffusione di un innovativo itinerario di formazione per i bambini che si apprestano a ricevere l’Eucarestia, itinerario che è stato presentato nelle sue linee essenziali già a maggio (in un incontro informativo svoltosi nella sala Celestino V, a Campobasso) e poi ampiamente illustrato, durante il campo, da due catechiste della parrocchia calabrese di Bovarino, nella Locride, ormai da otto anni alle prese con un modello di catechesi del tutto originale e completamente rinnovato.

Lanciato alcuni anni fa dalla parrocchia di Mattarello (diocesi di Trento), come hanno spiegato subito le due relatrici Rosella e Concetta, questo modello parte dal concetto che il catechismo tradizionale soffre di alcuni punti deboli, proprio gli stessi che sono stati evidenziati durante il pomeriggio del 31 luglio dai catechisti della diocesi che, chiamati da Mons. Bregantini a raccontarsi e a illustrare luci ed ombre della loro attività, hanno lamentato l’assenza delle famiglie o il disagio di gestire le "nuove famiglie" (convivenze, separazioni), il mancato contatto fra catechisti e pastorale familiare, il raro lavoro di squadra fra gli stessi catechisti, la carenza delle strutture, la presenza talvolta poco collaborativa dei parroci, l’inadeguatezza dei sussidi (il cui linguaggio e i cui contenuti sono poco rispondenti alle esigenze e ai vissuti dei bambini di oggi), il crescente disinteresse dei piccoli, che diventa demotivazione negli anni che sfiorano la preadolescenza e spesso si traduce anche in comportamenti indisciplinati.

Proprio in risposta a queste difficoltà - condivise e vissute anche dalla comunità di Bovarino, che ad esse aggiunge la presenza di piaghe sociali quali una diffusa contaminazione mafiosa e la presenza di fenomeni di criminalità -, il nuovo itinerario di formazione catechistica vorrebbe innanzitutto coinvolgere in maniera attiva e protagonista le famiglie (si vedrà più avanti come) e nel contempo trasformare la "catechesi" (intesa come trasmissione piuttosto tradizionale di saperi, di istruzione religiosa, di nozioni bibliche, che per giunta si esaurisce nello spazio di un paio d'anni) in "iniziazione cristiana" permanente, ossia in un cammino di vita che coinvolga il bambino in modo consapevole, portandolo ad una scelta di fede adulta, convinta, che abbia delle ricadute positive su tutto il suo cammino esistenziale e anche sulla vita coniugale dei genitori.

Nel corso di questo cammino (che parte dalla cura delle famiglie fin dal battesimo e si conclu- de, per il fanciullo, a 14 anni), al termine della scuola elementare il bambino riceve contempo- raneamente la Confermazione, prima, e l’Eucarestia poi, secondo l’ordine con cui dovrebbero effettivamente essere somministrati i sacramenti e che invece è abitualmente invertito ormai nella prassi comune: l’Eucarestia, infatti, è il "clou" dell’iniziazione cristiana, e deve pertanto giungere in seguito alla Conferma del Battesimo, che avviene mediante la Cresima.

Abbiamo precisato che i due sacramenti si ricevono in corrispondenza della classe quinta elementare, ma è un’indicazione di massima ed orientativa, in quanto tali tappe non sono assolutamente inamovibili, si adattano anzi elasticamente alla maturità e alle esigenze di ciascuno.

Cerchiamo ora innanzitutto di sintetizzare brevemente le più evidenti novità introdotte dall'itinerario di iniziazione cristiana di Mattarello, per poi entrare in un’illustrazione più specifica.

Una serie di parole-chiave, dalle quali le relatrici sono partite per sintetizzare lo spirito e l’ispirazione del nuovo itinerario, sono le seguenti:

  • non si parla più di "iscrizione" del bambini al corso di catechismo, ma di "festa dell'acco-glienza": massima cura è dedicata proprio all’inizio del percorso, che viene festeggiato con un momento di gioco, canto e animazione in cui sono presenti il parroco, le catechiste, le famiglie e naturalmente i bambini; - non più "lezioni", ma "incontri", per giunta di durata variabile (se un’ora non basta, all’occorrenza ci si trattiene per due!);
  • non più "insegnamento", ma "accompagnamento" dei bambini e delle famiglie;
  • non più "sussidi" tradizionali della CEI (Io sono con voi, Venite con me. Sarete miei testimoni), ma preferenza per il "fare", ossia per le attività laboratoriali che aiutano a comprendere i continui riferimenti alla Parola attraverso i giochi, la manualità e delle semplici spiegazioni;
  • non "precetti di morale" come buone maniere, ma "fede" e "incontro con Gesù" che ispirano spontaneamente i comportamenti sani e giusti; è l’incontro, l’integrazione tra fede e vita, è il modo di far scaturire stili di vita cristiani dalla fede;
  • non "programmi standard" da seguire in modo pedissequo, ma itinerari calibrati sui gruppi e rispondenti alle esigenze diverse dei bambini e dei contesti;
  • non "date prestabilite" per i sacramenti, ma date flessibili che vengono concordate quando tutto gruppo dei bambini ha raggiunto la maturità e il grado di consapevolezza atteso;
  • non un "corso", dunque, ma un "percorso di vita".

Ed ecco, dunque, alcune indicazioni pratiche ed organizzative, che possono essere meglio approfondite attingendo direttamente al seguenti testi:

  • Il rinnovamento della catechesi - Documento Pastorale della CEI (2006).
  • Servizio nazionale per il Catecumenato, Guida per l’itinerario catecumenale dei ragazzi (2001-risi 2005, ELLEDICI).
  • Parrocchia di Mattarello, Cammino catecumenale per fanciulli e ragazzi (5 volumi).
    II vol. 1 del Cammino di Mattarello è già disponibile, in fotocopie, presso la Curia Arcivescovile. Le parrocchie interessate potranno farne richiesta direttamente alla Segreteria (0874/60149 - 60694), contribuendo con un compenso di 5 euro per le spese di realizzazione. Gli altri volumi saranno presto disponibili in una nuova edizione della ELLEDICI, presso la Libreria delle Edizioni Paoline, in via Mazzini a Campobasso, dove sono reperibili immediatamente gli altri due testi segnalati.
  1. I gruppi di bambini (preferibilmente di 10 elementi ([ricorda il cosiddetto minian: numero minimo di persone per costituire una sinagoga -ndR], massimo 12) dovranno attendere, laddove necessario, la maturazione di tutti i componenti (!?). Se qualche bambino "arranca" nel raggiungimento di alcuni obiettivi, il gruppo si ferma e non riparte finché anche uno solo dei piccoli non abbia conseguito il livello di consapevolezza degli altri. È il gruppo, è la comunità che cammina, aiutandosi a vicenda, non il singolo;
  2. Gli anni di cammino sono complessivamente 8 (escludendo tutto il percorso prebattesimale, battesimale e postbattesimale condotto con le famiglie):
    • primi 5 anni (età 6-10), scanditi in ACCOGLIENZA (1° anno), PRECATECUMENATO (2° anno), CATECUMENATO (3° - 4° - 5° anno) e al termine dei quali si ricevono Confermazione ed Eucarestia
    • ultimi 3 anni (età 11-14) corrispondenti alla MISTAGOGIA.
    Le fasce di età indicate in parentesi sono "raccomandate" ma orientative, non vincolanti: i fanciulli possono iniziare il percorso anche a 7 anni o più in là, laddove non sia stato possibile iniziarlo durante la frequenza della classe 1a elementare.

  3. Le tappe del cammino non seguono più strettamente la liturgia (come invece accade nei catechismi tradizionali), tranne che a Natale, Pasqua e in occasione di qualche altra festività particolarmente importante; sono invece scandite in modo completamente nuovo, secondo criteri che conducono gradualmente alla scoperta dei fondamenti della fede cristiana (dalla figura di Gesù, ai Profeti, ai testimoni della fede, alla storia della salvezza, ecc.);
  4. l'incontro è settimanale ed è strutturato sempre allo stesso modo (ascolto della Parola - rielaborazione del messaggio - attività legata al tema - "celebrazione", cioè semplice preghiera - "consegna" per casa da condividere con la famiglia), ma ognuno è diverso dall'altro perché prevede attività manuali, giochi, canti mai ripetitivi.
  5. periodici sono gli incontri-verifica con i genitori (che hanno sempre carattere di festa), nei quali i bambini esprimono quanto appreso e i genitori sono chiamati a testimoniare quanto è "passato" in famiglia (attraverso il rispetto delle "consegne") del percorso seguito dai figli.
  6. La novità forse più grande: le catechiste tradizionali (la cui esperienza precedente viene utilizzata proficuamente, anche se in ruoli nuovi) non operano più direttamente coi bambini, ma si dedicano alla formazione delle nuove catechiste che sono le mamme stesse dei bambini. La scelta della parrocchia di Bovarino di coinvolgere direttamente le mamme è nata, hanno spiegato Rosella e Concetta, perché è stato difficile far passare questo nuovo modello catechistico fra le catechiste che da anni operavano in parrocchia in modo tradizionale. Pur lasciando, dunque, aperta alle famiglie la possibilità di seguire il percorso abituale, gradualmente tutti hanno scelto questa novità e le mamme coinvolte sono state formate adeguatamente e hanno dato un'insperata disponibilità a mettersi al servizio della parrocchia. Il lunedì, nella parrocchia di Bovarino, è il giorno dedicate alla formazione: le mamme si riuniscono con le catechiste, con il parroco e un biblista, e preparano l'incontro settimanale.
    II numero delle mamme coinvolte è naturalmente variabile poiché dipende dal numero dei bambini: ad ogni mamma è affidato dunque un gruppo di una decina di fanciulli.
  7. Due fra le catechiste, inoltre, diventano parte di un Gruppo Progetto parrocchiale (composto dal parroco, due catechiste, un biblista, un rappresentante della Carità, uno della Liturgia e una coppia di genitori) che si occupa della progettazione annuale del percorso catechistico, studia a fondo i materiali e prepara la formazione.
  8. I sussidi tradizionali della CEI (Io sono con voi, Venite con me, Sarete miei testimoni), come forse ci si può aspettare a questo punto e come si accennava prima, sono del tutto aboliti. I bambini non devono maneggiare più alcun libro né essere invitati ad imparare a memoria preghiere, precetti o quant’altro: tutto ciò che può rimandare ad un’atmosfera scolastica viene messo da parte per far posto ad un clima di distensione e di assimilazione libera e consapevole, ludica, dei principi della fede. Anche gli spazi sono studiati e organizzati in modo innovativo: l’assenza di banchi e la preferenza per la disposizione in cerchio, la costruzione di arredi simbolici che rimandino ad ambienti, ad esempio, ebraici (come la sinagoga), intende far immergere innanzitutto i piccoli in un ambiente coinvolgente e favorire l'immedesimazione, ma anche liberarli da qualunque sensazione di una "scuola dell'obbligo pomeridiana".
Concludiamo questo breve resoconto con alcune considerazioni espresse da Monsignor Bregantini, che bene hanno saputo interpretare lo stato d’animo di tanti catechisti, oggi, nonché la grossa novità portata da questo nuovo stile pastorale che, se un poco spiazza, dall'altro lato è capace di suscitare entusiasmi nuovi:
  • "sentirsi sfidati e non schiacciati dai problemi" è ciò che i catechisti (e tutti gli operatori pastorali), oggi, sono chiamati a fare, per non soccombere sotto il peso di una realtà complessa e per rispondere ad essa con una progettualità creativa, lungimirante e positiva;
  • "sentirsi primizia e mai dire", cioè sentirsi annunciatori e testimoni, ma mai maestri, seme di speranza e non gruppo isolato, eletto e migliore degli altri poiché in possesso della "verità" e di ricette di salvezza o di morale;
  • saper "comunicare il Vangelo in un mondo che cambia" con coraggio e disponibilità, puntando sulle relazioni e mettendosi in discussione per cercare nuovi linguaggi, nuovi metodi e nuovo entusiasmo, come ha sottolineato don Michele Socci.

C’è da lavorare ma il lavoro non ci spaventi. L’adeguamento delle parrocchie al nuovo itinerario di iniziazione cristiana sarà graduale, i tempi consentiranno a tutti di entrare pian piano in questo nuovo stile catechistico, di farlo proprio, di formarsi e studiare.

Buon lavoro a tutti.

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