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Non possiamo accettare un rimedio peggiore del male...

Ci scrive un interlocutore neocatecumenale:

Salve.
Ho letto con interesse i vostri ultimi interventi sul Cammino, sull'incontro con il Santo Padre ecc. Sono ricchi di verità e di buon senso. Voglio però fare alcune osservazioni, senza alcun tono polemico ma solo per amore della Verità.

Ok, il Cammino non è certo ortodosso. Ma, qual è l'alternativa?
Un fedele che voglia approfondire la conoscenza di Cristo, dove andrà? E' questa la domanda fondamentale.
Il Cammino attira molto perché, volente o nolente, all'interno delle piccole comunità si crea una comunione che, inutile negarlo, è assente nella vita parrocchiale. Alla normale Messa della Domenica la gente entra, esce e...estranei come prima, mentre il prete frettolosamente se ne va per affari suoi. Cosa farà dunque l'ipotetico fedele? Magari andrà alle 'catechesi per adulti'? Dov'è dunque il parroco che dovrebbe consigliare ed ammonire?
Un tempo questa 'comunione' era vissuta all'interno della struttura familiare. Oggi evidentemente così più non è. Il Cammino sfrutta dunque una debolezza importante nella Chiesa d'oggi: la mancanza di vera comunione parrocchiale, sicché il fedele isolato è in balia di qualunque favoletta.
Come non notare come spesso dopo la prima comunione i ragazzi siano abbandonati a se stessi? In Chiesa non vanno più, la famiglia magari non è credente, e addio alla formazione catechistica ricevuta da piccoli.
Magari andranno poi da grandi a qualche funerale, dove il prete predicherà di 'peccato' e 'salvezza' che in realtà saranno concetti sconosciuti per loro. Sarei curioso di sapere cosa risponderebbero molti fedeli alle domande 'cos'è il peccato', oppure 'da cosa ti ha salvato Cristo' ecc. Azzardo, secondo me lo sanno in POCHI.
Per cui non si può ignorare come la solitudine del fedele e la mancanza di un accompagnamento spirituale e catechetico degli adulti crei terreno fertile per il Cammino. Una volta c'erano i direttori spirituali. Ora i confessionali sono desolatamente vuoti e impolverati. Beh, ecco che il fedele preferirà il catechista del Cammino al NULLA.
Oppure finirà tra le grinfie di qualche setta pentecostale-rinnovamento ad esaltarsi.
Il lupo è entrato perché il pastore dorme. La qualità delle omelie è davvero bassa, ad es. Fuori dalla chiesa il primo pensiero magari continueranno ad essere i soldi. Ecc.
Su queste cose bisogna riflettere.
Perché a volte rinforzare il sistema immunitario è molto meglio che usare violenti antibiotici.
Credo che anche in quest'ottica vada inquadrato il discorso del Papa del 10 Gennaio.
Se davvero verrà realizzata l'unità di cui parla, il Cammino, Rinnova-Luter-ecc. e tutto il resto spariranno perché, sostanzialmente, non ce ne sarà più alcun bisogno. Ma se lo sfascio delle Parrocchie (cominciato ben prima dell'avvento di Kiko) non verrà fermato, sarà inutile cacciare Kiko, perchè ne verrà un altro, accompagnato da altri sette, e la situazione sarà peggiore della precedente (chi ha orecchi...).

Di Piero 25 gennaio, 2009 00:52

Rispondo a Piero:

Dici di aver letto "con interesse" i nostri interventi sul Cammino. Dunque, certamente avrai notato almeno queste cose:

  1. nessuno di noi ignora che le parrocchie siano generalmente in crisi. Ciò che ci preoccupa, è che certi rimedi a questa crisi sono peggiori del male.
  2. le parrocchie non sono tutte in crisi: laddove c'è un sacerdote che abbia fede, col tempo porterà frutti; la crisi non è del sistema delle parrocchie, ma della fede!
  3. nella Chiesa, oltre alle parrocchie e al Cammino, esistono numerose altre esperienze tipicamente catalogate con l'etichetta "associazioni e movimenti", che di fatto sostengono le parrocchie. Un fedele "lontano" dalla parrocchia, che ritorna alla vita di fede grazie ad un gruppo di preghiera, riprende sempre a frequentare la parrocchia e -nel suo piccolo- a lavorare per migliorarla.

Ti prego di non banalizzare "associazioni e movimenti" ai soli rinnovamento, focolarini e ciellini. C'è molto di più, che la tua ignoranza (non so quanto incolpevole) ti impedisce di vedere. Miriadi di gruppi, talvolta piccoli e conosciuti solo nei confini di una diocesi o di un pugno di parrocchie, rieducano alla fede, reinsegnano la sana dottrina, organizzano e sostengono la preghiera. Prendi l'annuario di una diocesi a caso e consultane la pagina dove sono elencati i movimenti e le associazioni ed avrai parecchie sorprese.

Tu hai scritto testualmente: "Ok, il Cammino non è certo ortodosso. Ma, qual è l'alternativa?"

Vedi, questo modo di "ragionare" è alla base dell'eresia neocatecumenale.

  1. affermi che tutte le parrocchie sarebbero in crisi, il che non è vero;
  2. affermi che non ci sarebbero alternative al Cammino, il che non è vero;
  3. concludi che il Cammino andrebbe accettato anche se non ortodosso, mettendo sullo stesso piano l'ortodossia e la non-ortodossia (cioè l'eresia).

Si può mai ricostruire la fede con le menzogne e con l'eresia?

Poi hai scritto che: "Un tempo questa 'comunione' era vissuta all'interno della struttura familiare. Oggi evidentemente così più non è."

Vorrei metterti in guardia dal facile slogan neocatecumenale.

Quel che è importante è "avere fede".

Se poi l'intera famiglia fa un cammino di fede, tanto meglio, sia lode al Signore. Ma l'importante è che la possibilità che il singolo abbia fede. Non bisogna cadere nell'equivoco che la fede non sia tale se sprovvista di una "struttura" (familiare o neocatecumenale).

Ordinariamente, infatti, "si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera".
(ma non nel senso che gli danno i neocat: chi è dentro è nel giusto; chi è fuori è come fosse morto nella propria vita...)

Tempo fa sono stato a far visita ad un collega che professa una di quelle strane religioni moderne. I familiari erano due testimoni di Geova e un ateo; la madre ancora cattolica, sebbene "non praticante" da tempo immemorabile.

Quest'ultima, sapendomi cattolico, mi chiese timidamente consiglio, dicendomi che in parrocchia erano arrivati i "catecumeni". Nel sentire questa parola, riebbi come un lampo davanti agli occhi le eresie neocatecumenali e lo strazio liturgico perpetrato nel Cammino. Era la prima e l'ultima volta che avrei avuto modo di parlarle, ed ero perfettamente cosciente che delle parole che avrei pronunciato ne avrei dovuto rispondere al Signore. Perciò le sconsigliai drasticamente di aver a che fare con loro.

Avevo infatti pensato: "Ok, il Cammino non è certo ortodosso. Ma se in quel preciso momento non si intravedono buoni maestri, bisognerebbe contentarsi di un cattivo maestro? In mancanza di profeti, ci si dovrebbe forse contentare dei nuovi falsi profeti?"

Concludo: hai ragione quando dici testualmente che "sarà inutile cacciare Kiko, perché ne verrà un altro, accompagnato da altri sette, e la situazione sarà peggiore della precedente" (cfr. Lc 11,26).

Però hai torto nel pensare che la Chiesa sia composta da due sole entità: "Kiko" da una parte, e "tutte le parrocchie in crisi" dall'altra.

E se pure volessimo ipotizzare che tu abbia ragione, non sarebbe cattolico rimediare alle parrocchie in crisi con qualcosa di "non ortodosso".

Quando avrai frequentato un po' i gruppi di preghiera di padre Pio, o il Regnum Christi, o la fraternità san Pio X (tanto per fare i primi tre nomi che mi vengono in mente), ne potremo riparlare.

Di Tripudio 25 gennaio, 2009 13:35

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