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“La Chiesa è Una Santa, immacolata e indefettibile... però?”
Attacchi al Papa e solidarietà tardive

Pubblichiamo l'articolo di Mons. João Scognamiglio Clá Dias, E.P., che riproduce esattamente il nostro 'sentire'; seguito da alcuni nostri commenti e riflessioni.

"In questi ultimi tempi abbiamo sentito il ruggito del leone che cercava qualcuno da divorare, l'ululato dei lupi che avevano sentito l'odore del sangue, lo squittio di molti topi che cercavano di abbandonare una nave che sembra affondare, i belati di molte pecore spaventate, ora ci pare un sogno riascoltare la voce umana della ragione. Sì, la ragione, l'avanguardia della fede. In retroguardia invece ci sta davvero solo un furore cieco e irrazionale. Anzi cieco perché irrazionale.

Abbiamo sofferto tutti, molti buoni preti e vescovi cattolici hanno sofferto, il Papa ha sofferto, ma tutto questo non può essere avvenuto invano; come ci hanno rammentato le splendide parole dedicate da un Vescovo a delinerare quale sia il cuore della Santa Messa così come è messo in luce dalla Liturgia tradizionale, non c'è Messa né Chiesa né Santità senza sofferenza e sacrificio: «La sofferenza, la vostra, la mia, quella dei Pontefici, è al centro della santità personale, perché è la nostra partecipazione all'obbedienza di Gesù che rivela la sua gloria. È il mezzo attraverso il quale siamo fatti testimoni della sua sofferenza e partecipi della gloria futura. Non vi preoccupate se molti nella Chiesa non hanno ancora afferrato questo punto, e meno ancora che nel mondo non sarà nemmeno preso in considerazione. Voi sapete che questo è vero e dieci uomini che sussurrano la verità sono più eloquenti di cento milioni di persone che mentono» (Omelia di Mons. Edward James Slattery per la Solenne Messa Pontificale in occasione del 5° anniversario dell'insediamento di Papa Benedetto XVI, Basilica dell'Immacolata Concezione, Washington DC, 24 aprile 2010). [da Una Fides 29 aprile 2010]


Nostri commenti

Abbiamo assistito recentemente agli attacchi mediatici, feroci e pilotati da forze avverse subìti dal Papa, a fronte dei quali è mancata una pronta piena difesa soprattutto da parte della sua Curia, mentre ora, tardivamente, dopo che alcuni vescovi -anch'essi con deprecabile ritardo e in ordine sparso- hanno fatto sentire la loro voce di solidarietà, i movimenti, finora muti, si preparano ad una manifestazione corale per il 16 maggio prossimo in S. Pietro.

Quale credibilità possiamo dare ad una difesa così tardiva e, soprattutto così ostentatamente 'dimostrativa' di esibizione di 'numeri' - che tanto sembrano rassicurare vescovi compiacenti, incuranti della sostanza - piuttosto che di una autentica solidarietà al Papa che sarebbe davvero tale se si manifestasse con l'obbedienza alle sue direttive e fosse intervenuta mentre lui stava vivendo il suo calvario?

La Chiesa è una perché affonda le sue radici nella Comunione Trinitaria, da lì deriva la sua origine e la sua vocazione alla santità. E’ una e santa perché uno e santo è Dio che l’ha pensata mentre creava la luce e la separava dalle tenebre. Ma di fatto quella unità è tradita, e c’è poco da arrotolarsi nelle diatribe e negli arrotondamenti dialettici.

La Chiesa Una Santa è certamente Viva nel Mistero che rappresenta, ed in essa scorre la Vita perenne dello Spirito del Signore Risorto, che rigenera tutti coloro che credono nel suo Nome. Ma dov’è, dove e come è resa visibile quella unità, in una Chiesa nella quale convivono diversi modi di pregare e di adorare e di restituire al mondo la Sua Presenza e dunque di credere? Come è più possibile sentirsi un cuor solo e un’anima sola in questo luogo sacro che tanto ricorda la babele delle lingue, dove dirsi cattolici non basta più a definirsi? Come sentirsi a casa in questo luogo sacro dove i cittadini sono considerati forestieri e i forestieri diventano cittadini honoris causa? Un'anima credente, oggi, così può esprimersi: "mai avrei immaginato di dover trovare in me questo lucido e terribile senso di estraneità dalla mia Chiesa, che è stata Madre dei miei anni e del mio cuore".

E tuttavia, siamo certi di Cristo, che sembra dormire nella tempesta. Si calmeranno i venti quando e come Lui vorrà. Tra dieci o cento o chissà quante generazioni di cuori dispersi fra le lusinghe del mondo, il Suo braccio potente li ricondurrà nell’ovile, in quel sogno lontano perché siano una cosa sola. Lo sta facendo già ora a da sempre e per sempre, nel Mistero che ci sovrasta e che oggi è meno visibile che mai.

Nell’attesa del Suo risveglio, che altro possiamo se non perseverare nella fedeltà? Non andremo in piazza a sventolare il nostro ‘viva il Papa!’; ma gli abbiamo offerto da qui e da subito fin dal primo momento della prova e continuiamo ad offrirgli  la nostra Fiducia, la nostra Speranza e la nostra preghiera.

Come cristiani, molto ci rassicura e ci inorgoglisce l'atteggiamento di trasparenza e di serena fermezza del Papa; ma siamo davvero stanchi di questo protrarsi dell'attenzione sugli aspetti di degrado morale, che purtroppo non riguarda solo la Chiesa e che non è una causa, ma l'EFFETTO del degrado spirituale determinato dall'oscuramento dei principi fondanti della Fede.

Tuttavia, quanto vorremmo che il Papa e i Vescovi, oltre alla medicina della Misericordia -e per fortuna anche della Giustizia-, applicata nei casi posti all'attenzione del mondo intero, si occupassero, col dovuto fervore, soprattutto della medicina della Verità, in ordine alle verità di fede tradite e oscurate dalla 'nuova Chiesa che avanza'. Purtroppo la 'nuova Chiesa', oltre a quella -più subdola e sempre più oggetto di mimetizzazione- del Cammino neocatecumenale, che mantiene inalterate le sue prassi e i suoi insegnamenti 'segreti', presenta anche la facciata 'modernista' e quella 'neo-protestante'; il che continua a sviare e disorientare molti fedeli e non colma, anzi tende a perpetuare, lo iato generazionale creatosi per effetto del post-concilio!

Non si tratta di mettere in discussione il Concilio, dal quale sembra che davvero la Chiesa sia stata rifondata e di fatto essa mostra un "altro" volto, ma di applicare e non solo proclamare la tanto invocata "ermeneutica della continuità". Non è nostalgia, né fissismo (indebite accuse ricorrenti rivolte a chi ama la Tradizione), ma amore della Verità che è UNA e immutabile, anche se è giusto trovare forme nuove per esprimerla: ma "nove" (in modo nuovo), cioè in modo nuovo e con sempre maggiore ricchezza e pienezza, che nasce da approfondimento della 'conoscenza' del Signore e non "nova" (cose nuove), cioè introducendo nuovi concetti e nuovi principi che deformano la Verità e portano da tutt'altra parte. Del resto, dopo oltre quarant'anni se ne stanno vedendo gli effetti su tutti i fronti... e tuttavia il relativismo, la secolarizzazione, la scristianizzazione, non possono essere vinti con la morale o con una pseudo "iniziazione cristiana", ma con la Verità e la Fede autentica in una Persona, perché è solo da essa che ogni etica può scaturire!

Dopo questa essenziale premessa, commentiamo la notizia data nei giorni scorsi dal Vaticanista Paolo Rodari ripresa anche da Andrea Tornielli circa l'intenzione del Papa di fondare un nuovo Dicastero per la Nuova Evangelizzazione con a capo mons. Fisichella...

Siamo in molti a porci le tante domande che tale novità suscita, poiché Giovanni Paolo II per la Nuova Evangelizzazione fondò il PCL (Pontificio Consiglio per i Laici....) ed è logico chiedersi come mai un nuovo Dicastero?

Appare infatti strano che ora si faccia un nuovo dicastero che abbia le stesse prerogative del primo, a meno che non si riconosca con tutta onestà l'insufficiente traguardo del PCL il quale, occupandosi esclusivamente dei Movimenti e delle Associazioni, ha trascurato (o di più non poteva) tutto il resto o, peggio... ha sostenuto una forma di evangelizzazione volta ad alimentare i gruppi associativi e movimenti, trascurando la più semplice e genuina conversione ALLA CHIESA e, quindi, al Signore e non ad un Movimento...

In tal senso, ben venga questo nuovo Dicastero che ci auguriamo si occuperà esclusivamente dell'evangelizzazione tipicamente fedele alla TRADIZIONE, come avveniva con i Fondatori di Ordini religiosi quando partivano per le Missioni, il cui interesse non era implementare l'attività di Movimenti e Associazioni, ma occuparsi esclusivamente delle ANIME da battezzare e nutrire nel corpo e nello spirito in seno alla Madre Chiesa...

È purtroppo non solo dando il placet ai movimenti, ma addirittura facendone dei modelli di evangelizzazione: la nuova evangelizzazione, che il PCL, e altri con loro, hanno contribuito e contribuiscono a portare ovunque nel mondo confusione e divisione. Scrivendo questo pensiamo soprattutto al cammino neocatecumenale che, ovunque vada, porta con sé NON l'insegnamento e la Liturgia della Chiesa, ma l'insegnamento e la "liturgia" creati da un laico per le sue comunità e che sta tentando ora di imporre alla Chiesa cattolica.

Questo è molto grave, perchè le persone così evangelizzate, entreranno nel cammino nc, faranno parte del cammino nc, salvo poi a rendersi conto che la Chiesa cattolica dice altro; che la Chiesa insegna altro; che la Chiesa celebra "altro": lex orandi, lex credendi; che la Chiesa cattolica È altro. E non è cosa da poco.

Sta di fatto che per mons. Fisichella, se non ricordiamo male, è prevista la competenza sulla "Evangelizzazione dell'Occidente". Ora, se per Occidente intendiamo tutta la Chiesa latina, cioè quella cattolica Apostolica romana, allora il discorso è globale; se, invece, l'Occidente è inteso in senso geografico e culturale, possiamo includervi, oltre all'Europa, le Americhe, ma restano fuori l'Asia e l'Africa e l'Oceania e conseguentemente la forbice tra le "due evangelizzazioni": cammino NC e chiesa Apostolica romana, ci sarà sempre... e sappiamo che molte cosiddette "itineranze" vanno non tanto a sommarsi, quanto piuttosto a sovvertire, l'attività missionaria già presente in quelle terre, perché esse generano cellule del cammino e non si integrano con la realtà ecclesiale locale... disattendendo il richiamo del Papa all'unione ecclesiale, che non potrà mai darsi finché ci saranno dei cosiddetti 'eletti' a portare una evangelizzazione talmente "nuova" da essere "altra", e sappiamo tutti quanto e perché.

In attesa di poter eventualmente veder svanire le perplessità su questa scelta di istituire un nuovo dicastero vaticano, sostanzialmente non sembra ci sia grande contraddizione tra i "compiti" di evangelizzazione da affidare al nuovo organismo e quelli che rimarranno invece appannaggio delle agenzie tradizionali. Il fatto nuovo è che è pensabile si intenda andare a mettere ordine in un coacervo di azioni "evangelizzanti" lasciate fino ad ora inspiegabilmente a se stesse.

Lo stesso Cammino Neocatecumenale, che, per definizione, si propone come Cammino di " scoperta del battesimo", dovrebbe rivolgersi quasi esclusivamente ai cattolici cosiddetti freddi o tiepidi dell"Occidente"(latu sensu), invece negli ultimi anni ha allargato i suoi orizzonti nei continenti e nei contesti tipici fino ad ora di altre religioni (Giappone, Indonesia, Asia in genere...ecc). Ciò è evidentemente una contraddizione in termini per il Cammino, di cui si coglie proprio attraverso questo "spaziare altrove" la difficoltà grave che sta vivendo per sopravvivere nel contesto della Vecchia Europa in cui è nato e in cui ha costruito a suo tempo le sue fortune ed ha proliferato con le sue strutture e metodi.

Insomma la "missio ad gentes" proprio a causa di questi maldestri, improvvisati e fortemente interessati interventi del cammino neocatecumenale e di qualche altro movimento analogo che bada più all'apparenza " evangelizzante" che ai reali contenuti di evangelizzazione, è scaduta ed implosa prima ancora di decollare, col risultato che oggi nessuno sa nulla di cosa si predica in nome di Cristo, dove lo si predica e come.

Vogliamo leggere nell'istituzione di questo nuovo dicastero della Santa Sede un tentativo di mettere ordine in una materia che sembra ormai appannaggio esclusivo di alcuni interessati autoproclamatisi 'eletti' che pretenderebbero avere il monopolio dello Spirito Santo.

Certo... sarebbe stato molto più semplice dire pane al pane e vino al vino... o rendere pubblici certi "Orientamenti catechetici" partoriti da certi pittori e da certe ex suore, che ancora si 'ammantano del 'segreto', mentre è sempre più intensa l'abile opera di mimetizzazione "ad extra". Proliferano infatti siti neocatecumenali che hanno la veste di normali siti cattolici, citano a iosa eventi riguardanti il Papa e suoi discorsi nonché documenti del Magistero; solo alcune pagine rivelano la loro vera identità... Quanto alle direttive papali ed ai documenti magisteriali, sappiamo quanto "ad intra" si proclami che "non li riguardano" e si agisca di conseguenza, avendo appunto come base gli insegnamenti orali degli iniziatori e i loro metodi rimasti immutati negli anni, come comprovano le testimonianze concordi dei fuoriusciti più recenti... ma non spetta a noi giudicare quello che sarebbe stato più semplice e lineare fare, se si avesse a che fare con una realtà meno invasiva e anche inusitatamente potente...

Restano quindi dei punti da chiarire, che potremo veder illuminati dalla disposizione del Papa quando sarà resa ufficiale...


A proposito della sofferenza del Papa e dei cristiani a lui fedeli in questi frangenti, vogliamo ricordare un libricino molto denso di von Balthasar, “Cordula ovverosia il caso serio”. Parla della morte, del martirio, della sofferenza ma soprattutto dell’ “Ernstfall”, che è “l’elemento essenziale”, il “criterio di fondo”, il “caso serio”, appunto, che è l’impegno assoluto, il cuore della questione o il suo nocciolo.

Dice il curatore della prefazione: “il caso serio del cristianesimo è uno solo: la croce di Cristo… la fede cristiana è credere a questo amore (il sacrificio del Figlio), che è il solo credibile, ed è accettare la croce, la morte quindi … perché solo un amore fino alla morte è adeguato all’amore di Dio e ci immette in esso…”

Non a caso, von Balthasar ricorda S. Caterina e la sua idea di Chiesa come “il continuo ‘scorrere’ del sangue della croce, che produce nella Chiesa una continua espiazione e santificazione, una continua assistenza della sposa alla morte dello sposo”.

In questi ultimi tempi, servirebbe invece che lo Sposo assistesse la Sposa, sia perché essa potrebbe essersi disabituata alla presenza mistica di Colui che non riesce a vedere, sia perché il non-vedere – mai come ora – è corroborato da fitte cortine fumogene di nichilismi travestiti da fede libera e gioconda.

Il Papa non è solo, così come non sono soli i suoi vescovi e i suoi preti; anche noi – che siamo Chiesa – non siamo soli, non cadiamo nell’inghippo dell’ora presente, perché (e chiudiamo con le parole del teologo svizzero) : “nella Chiesa nulla mai è divenuto fecondo, che non sia giunto alla luce della comunità dall’oscurità di una lunga solitudine…” o di una lunga, sofferta attesa.

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