angolo
   

Nuovi proclami neocatecumenali:
gli ultimi riguardano i lefebvriani

Ci scrive uno dei nostri interlocutori neocatecumenali che sono soliti imperversare con kilometriche e spesso deliranti mail ridondanti di accuse e insulti nei nostri confronti e di 'difese d'ufficio' del cammino, mai argomentate: sono solo proclami, altrimenti potremmo tenerne conto. È evidente quel che pensano dell'unità nella Chiesa: del resto nelle Parrocchie dove sono insediati non è proprio cambiato nulla, se non il fatto che possono dire trionfalmente di essere stati "approvati", e conseguentemente qualcuno in più "ci casca"... Segue la nostra risposta.

Dice il neocatecumenale, che si firma Giuseppe Esposito:
...

come vede avevo ragione. La fraternità Pio X° non ha nessuna intenzione di rientrare nella Chiesa.E' una setta eretica e scismatica che non si vuole ravvedere.Lei e i suoi amici avete esultato alla notizia della scomunica.La sua amica e teologhessa e catechistessa ..... subito si affrettò a dire che i fratacchioni della Fraternità Pio X° avrebbero dovuto avere lo spazio in parrocchia.Che stupida!Non ha capito niente.La fraternità Pio X° non entrerà mai nelle parrochie perchè è lei a non volerlo fare.Da ingrati e Giuda hanno ricambiato generosità del Papa ostinandosi nei loro errori.Sono proprio figli del loro fondatore.Mons Lefebrve eretico e scismatico.Non si smentiscono mai!Ora vorrebbero discutere il Concilio con la scusa che non sono pronti.Ma cosa aspettano?Sono passati 40 e più anni dalla chiusura del Concilio?Nel poker si dice rilancio e Mons.Fellay sta cercando proprio di fare questo.Ma hanno fatto i copnti senza l'oste.Con Papa Ratzingher non si scherza.Invece di dire cattiverie,calunnie, sui bambini dica la verità sulla fraternità Pio X° che sta danneggiando la Chiesa e facendo soffrire il Papa.Si vergogni delle menzogne che sta dicendo sul Cammino.Siamo in quaresima si converta!

Lefebvriani: Non Siamo Pronti a Riconoscere Concilio Vaticano II

(ASCA) - Roma, 27 feb - La Fraternita' Sacerdotale San Pio X non è ancora pronta a riconoscere il Concilio Vaticano II, una delle condizioni poste dalla Segreteria di Stato vaticana perche' la comunita' lefebvriana possa tornare in piena comunione con la Santa Sede. In un'intervista al quotidiano svizzero Le Courrier, il superiore della Fraternita', mons. Bernard Fellay, spiega che parlare di riconoscimento ora come di ''condizione preliminare'' e' ''mettere il carro davanti ai buoni''. Al momento della revoca della scomunica dei quattro vescovi lefebvriani, la Fraternità aveva ribadito le proprie ''riserve'' sul Concilio Vaticano II e aveva espresso la propria soddisfazione per l'annuncio di un ''dialogo'' con il Vaticano sulle ragioni del proprio dissenso dottrinale dalle sue riforme


La nostra risposta:

Dato che non c'è più la scomunica, allora per ogni cattolico quelli della Fraternità San Pio X sono fratelli nella fede.

Ha forse paura che questi fratelli della Fraternità San Pio X entrino in qualche parrocchia dove già c'è il Cammino Neocatecumenale?

Ha paura che i fedeli possano fare dei confronti tra ciò che afferma e fa il Cammino, e ciò che affermano e fanno gli altri componenti del popolo di Dio?

In tutta sincerità, ce lo auguriamo vivamente, poiché il Papa vi ha detto per la centesima volta che vi dovete integrare con le altre componenti del popolo di Dio (cfr. discorso ai neocat del 10 gennaio 2009).

Quanto al "riconoscere il Concilio Vaticano II", le ricordo che i neocatecumenali non lo hanno ancora riconosciuto.

Infatti nella costituzione dogmatica Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II si parla anzitutto del "sacrificio dell'Eucarestia" (Kiko in Quaresima 2008 ha detto "non dite agli altri cristiani che l'Eucarestia non è un sacrificio": proprio come gli eretici protestanti che non vogliono farsi scoprire).

Nel paragrafo 23 della costituzione Sacrosanctum Concilium si raccomanda di non introdurre "innovazioni" nella liturgia (Kiko ha introdotto per quarant'anni innovazioni sperimentali nelle liturgie, affermando falsamente che erano "autorizzate", e infatti vi sono state vietate e rimproverate in più occasioni, compresa la "lettera di Arinze" che ora fa parte dello Statuto Neocatecumenale all'articolo 13, comma 3, nota 49).

Nel paragrafo 116 della costituzione citata, il Concilio Vaticano II raccomanda per il canto sacro il gregoriano e il polifonico, non le schitarrate kikiane e quei tamburi e tamburelli da tribù di cannibali centrafricani ("116. La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale").

Insomma, quand'è che voi neocatecumenali vi deciderete a riconoscere il Concilio Vaticano II e in particolare la costituzione sulla liturgia "Sacrosanctum Concilium"?

Nel frattempo per lei sarà bene cominciare a leggerla: non si può parlare del Vaticano II e di liturgia senza averla letta.

Infine, crediamo e speriamo che Mons. Fellay abbia un canale diretto di comunicazione col Santo Padre, che non risentirà per nulla delle abominevoli costruite gogne mediatiche di cui la Fraternità - come dire degli autentici cattolici che dovrebbero solo rivedere alcuni irrigidimenti - è vittima in questo periodo. C'è da chiedersene seriamente il perché...

| home |

| inizio pagina |

   
angolo