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Punto della situazione al 14 luglio 2007 e aggiornamenti di fine agosto

Aggiorniamo le nostre precedenti considerazioni alla luce dell'esperienza di oggi:

È opportuno richiamare ancora alcuni temi fondamentali di quanto andiamo discutendo:

  1. Il Cammino neocatecumenale è la più grave minaccia all'integrità, identità ed unitarietà della Chiesa cattolica dai tempi antichi ad oggi. Chi non accetta questo dato oggettivo rischia di non capire nulla né del Cammino né delle difficoltà tuttora sommerse e poco note con cui la Chiesa ed il mondo cattolico stanno facendo i conti a causa di esso.
  2. Per l'organizzazione interna, la diffusione capillare, gli appoggi autorevoli di cardinali, vescovi ed il reclutamento generalizzato di chierici nonché l'adesione numerosa di fedeli, il Cammino si configura come una vera e propria chiesa parallela, con una propria dottrina, una propria gerarchia, aderenti, mezzi, strutture e risorse economiche. Una chiesa parallela che si rafforza giorno dopo giorno - dunque non in stallo di crescita - alimentandosi delle indecisioni, incertezze, temporeggiamenti della Chiesa ufficiale, anche per l'azione efficace dei sostenitori del Cammino all'interno delle gerarchie.
  3. L'obiettivo finale del Cammino -essendo tutti gli altri dei meri passaggi intermedi - rimane la sostituzione progressiva, morbida ed indolore della Chiesa cattolica con il Cammino stesso, inserendo e sostituendo agli ordinati ed ai fedeli tradizionali propri ordinati e propri fedeli, tentando di minimizzare la coscienza del 'passaggio' alla chiesa parallela con la dissimulazione operata dagli allestimenti mistico-coreografici e dalla reiterata proclamazione della propria 'obbedienza' al Papa, tanto sbandierata quanto apparente.
  4. Il cardine strategico dell'azione del Cammino è la parrocchia, in quanto cellula di base della Chiesa e primo fronte della relazione con la popolazione locale. Il progetto è di sostituire alla massa indefinita dei fedeli della parrocchia una sequela predefinita di comunità neocatecumenali che diventano l'ossatura portante della nuova parrocchia secondo il programma neocatecumenale.
  5. Trattandosi di un progetto strategico di rivoluzione radicale della Chiesa, il cambiamento apportato dal Cammino non riguarda solo la dottrina ma investe ogni aspetto della vita religiosa, dai riti sacri alla liturgia, agli spazi di fede, alle strutture e templi, all'iconografia ed estetica, alla musica sacra. Un progetto globale e totalizzante, perfettamente allineato all'obiettivo primario della sostituzione della Chiesa ufficiale in ogni aspetto ed elemento.
  6. Come una vera chiesa, oltre a lavorare sul fronte interno, il Cammino intesse relazioni ed accordi su quello internazionale, allo scopo di dimostrare alle altre confessioni e fedi religiose, cattoliche e non, di poter attuare una politica di scambi più conveniente e proficua di quella del Vaticano. Cardine di questo programma strategico è il metodo di evangelizzazione, proposto a fini di esportazione come pacchetto universale per risolvere le crisi localistiche di vocazioni ed indipendentemente dalla diversità tra le confessioni stesse.
  7. La segretezza che caratterizza progressivamente la struttura e l'operato del Cammino è una sua componente fondamentale perchè opera su più livelli: su quello psicologico sollecitando le pulsioni individuali al potere personale sugli altri ed al senso di partecipazione ad un progetto elitario e 'superiore'; su quello sociologico, coinvolgendo gli adepti in un programma fortemente escatologico e collettivamente responsabilizzante; su quello organizzativo, garantendo il controllo ferreo dell'organizzazione e degli adepti attraverso una distribuzione gerarchica, mirata e progressivamente piramidale del potere.
  8. Poiché nella fase di sviluppo embrionale del Cammino non è stata capita nè colta la sua pericolosità, nonostante gli allarmi di alcune 'sentinelle' della fede, nell'attuale strutturazione macroscopica il problema non può più essere affrontato con soluzioni deboli o palliativi, poiché servirebbero soltanto a rafforzare ulteriormente il Cammino a danno della Chiesa.
    L'unico rimedio efficace rimane il rigetto formale ed ufficiale dell'esperienza neocatecumenale, riorganizzando i centri di genesi e diffusione del verbo eretico e tentando contemporaneamente di salvare il salvabile, tenendo conto altresì dei contraccolpi interni ed esterni, stante il livello di radicamento e di penetrazione. L'alternativa è rassegnarsi ad una lenta metamorfosi della Chiesa in gigantesca setta esoterico-messianica incardinata su principi eretici, secolari e blasfemi, sovvertitori delle originarie verità di fede tramandate per successione apostolica.
  9. È inutile contare sulla reazione difensiva dei movimenti ecclesiali (Opus Dei e CL in primis), i quali potrebbero invece trovare interessante il progetto di una rifondazione della fede secondo il programma fascinatorio ed accattivante del Cammino, se fossero garantiti spazi di identità ed autonomia così come avviene oggi. Ne è una spia l'assordante silenzio che caratterizza la loro posizione ufficiale rispetto alla questione neocatecumenale.

All'origine di tutta questa triste vicenda neocatecumenale talvolta appare delinearsi una oscura, sulfurea amnesia collettiva.

È come se duemila anni di esperienza storica, di battaglie e guerre fisiche e spirituali, di confronti e scontri dialettici per l'affermazione della fede siano rimasti come sospesi, inabili a far scorgere dietro la nebbia sollevata la natura reale dell'eresia che stava sbarcando nella Dimora di Dio.

La giustificazione spesso portata è che tutto è stato svolto in gran segreto, a cominciare dalla conoscenza della dottrina blasfema, e quando infine ci si è resi conto della situazione, il movimento era cresciuto troppo per frenarlo.

Tuttavia, sentinelle che hanno lanciato l'allarme per tempo ve ne sono state. Ma sono rimaste inascoltate e anche dileggiate o redarguite. Dobbiamo pertanto ammettere che alla base della espansione e del radicamento del Cammino neocatecumenale vi sono miopie, errori macroscopici e simpatie in buona o cattiva fede dentro la stessa Chiesa.

Quale la conseguenza? Che una volta lasciata costruire e consolidare la fortezza eretica e la campagna di reclutamento dei propri pretoriani, scudieri, palafrenieri, intellettuali e notabili, ma soprattutto con le armate degli adepti in ogni luogo, tutto è diventato difficile e complicato.

Dove prima sarebbe bastato pronunciare un fermo e rigoroso "No" per bloccare il problema ab origine, ora sono mobilitate schiere di teologi per analizzare, confutare ed emendare le dottrine eretiche e altrettante di giuristi per sviscerare le questioni di diritto ecclesiastico.
Noi stessi, nel nostro piccolo, siamo impegnati a discernere, definire e smascherare la fisionomia proteiforme, camaleontica, dissimulatrice degli adepti che sotto varie forme e sintassi si presentano su queste pagine, a volte per confrontarsi e magari chiedere aiuto, altre per contestare, altre ancora per confondere e scompigliare le idee.

Nel frattempo la cittadella neocatecumanale ha continuato a crescere e svilupparsi, diffondendo per il mondo avamposti da cui continuano a fuoriuscire pretoriani e ministri rigorosamente formati secondo il loro insegnamento, con l'obiettivo di portare tra la gente la nuova religione e conquistare nuovi adepti.

Siamo ancora in tempo per fermare il caos dilagante? Basterà l'emendamento dei testi aberranti e la correzione dello statuto per riparare agli errori originari di sottovalutazione?

Non sappiamo, in tutta coscienza. Di certo le misure dottrinali adottate dal Papa [vedi i due recenti atti Magisteriali, reazioni e commenti] e la polemica crescente contro la setta in tutto il mondo cattolico per il momento hanno ottenuto il risultato di indurre i capi a fare deserto e silenzio attorno a loro: sono rientrati nella penombra segreta che prediligono, in attesa che si spengano i riflettori puntati su di loro, che si calmino le acque.

La nostra fede ci chiede invece di mantenere quei riflettori accesi, per aiutare il Pastore nella sua impegnativa opera di riportare luce e ordine nella Casa del Signore.

Tale è la ragione fondante di questo spazio di discussione (riferito al Weblog) e anche dell'impegno profuso per questo sito.

Per riagganciarci al discorso degli appunti precedenti, sembra che i due grossi eventi mediatici sbandierati dai neocatecumenali: il Family Day e il megaraduno brasiliano, non abbiano sortito l'effetto che si aspettavano... non sembra che il nostro Papa si sia lasciato molto impressionare...

Qualche altra annotazione:

Quotiamo dall'intervista che Mons.Bruno Forte ha rilasciato ieri alla Radio Vaticana circa il recente documento della CDF

"Questo documento ribadisce esattamente ciò che dice il Vaticano II, che parla - distinguendo - di Chiese e di comunità ecclesiali in riferimento alle comunità di cristiani non cattolici. Questo uso era fondato nell’intenzione del Vaticano II di distinguere quelle comunità che hanno mantenuto la natura della Chiesa secondo l’idea cattolica e, dunque, hanno mantenuto il sacerdozio nella successione apostolica e nell’Eucaristia e quelle comunità che, invece, non avendo mantenuto questa stessa natura non possono essere allo stesso titolo considerate Chiese. Questa distinzione intende aiutare l’ecumenismo a costruirsi sempre nel rispetto dell’altro. In altre parole, la diversa idea di Chiesa che hanno le comunità uscite dalla Riforma, fa sì che - esse stesse - nei loro documenti sottolineino questa diversità nei confronti della Chiesa cattolica romana. È dunque giusto rispettare questa diversa autocoscienza ed esprimerla anche in un diverso linguaggio. "

Comunità ecclesiali cattoliche dunque solo quelle che mantengono il sacerdozio ministeriale nella successione apostolica e nell’Eucaristia!!!

Possono ritenersi tali le aggregazioni che disconoscono invece il valore del sacerdozio ordinato e che vivono l'Eucarestia secondo canoni e interpretazioni originali e arbitrarie, quali il Cammino NC ad esempio?

Una piccola chiosa in merito all'intervento di Mons. Forte.

Le logiche complesse del dialogo ecumenico hanno obbligato la Chiesa negli ultimi decenni a rinunciare ad affermare il proprio primato di unica chiesa di Gesù Cristo sulla terra. Per accettare quel dialogo, le altre religioni hanno imposto che si accantonasse o dissimulasse quel primato.

Così, quando il nostro Papa ha riaffermato con pacatezza il concetto, si è alzato il chiasso protestatario sia all'esterno da parte delle altre chiese cristiane, sia all'interno in forme più contrite e indirette da parte dei 'teologi della rinuncia' e del relativismo dottrinale sulla base dell'interpretazione forzata del Concilio Vaticano II.

Così, la cosa più ovvia e naturale del mondo come il richiamo alla natura fondamentale della Chiesa e della sua missione nel mondo, è stata considerata regresso, chiusura al dialogo, conservatorismo 'ideologico'.

I relativisti odierni vorrebbero giocare sui riconoscimenti delle santificazioni ed elementi di verità anche nelle altre chiese (i notori Logoi Spermatikoi). Tuttavia, è stato ben chiarito che riconoscere tali elementi ci fa sentire più uniti e più vicini nell'unica fede cristiana, ma non indebolisce il primato e l'essenza stessa della Chiesa.

D'altronde, non si capisce bene perchè la Chiesa cattolica dovrebbe rinunciare a questo primato, che le deriva direttamente dal suo Signore e Dio, quando nessuna delle altre chiese cristiane o delle religioni monoteiste rinuncia ai propri dogmi fondanti.

In un certo senso, è come se noi cattolici per poter dialogare con gli altri dovessimo pagare un pegno, in remissione della "colpa" di aver diffuso nel mondo nel corso dei secoli una fede che lo ha cambiato e rivoluzionato, sottraendo folle di credenti al dominio delle altre fedi.

Benedetto XVI con i recenti documenti ha serenamente chiarito tali equivoci e difformità, ribadendo il diritto ad affermare il primato della Chiesa cattolica alla luce delle Sacre Scritture e della propria storia, nel rispetto delle altre fedi e convinzioni religiose e nella volontà di proseguire nel dialogo.

Nell'àmbito di tale chiarificazione, è altresì ribadita l'unicità della Chiesa cattolica: dunque, niente chiese o movimenti paralleli, incluso il Cammino neocatecumenale, il quale alla fine del lungo processo di verifica nei suoi confronti sarà chiamato a fare una scelta: rimanere dentro la Chiesa, rinunciando ad armi e bagagli eretici. O collocarsi fuori di essa, liberamente organizzato come tutte le altre sette cristiane ma non cattoliche.

Sarà molto difficile, con un Papa come Benedetto XVI, adottare strategie dissimulative o di disattendimento dilazionatorio di tale scelta, anche perchè nel frattempo non verranno meno le polemiche ed i contrasti nel mondo cattolico a causa di tutte le aberrazioni e delle difformità messe in atto dal Cammino.


Pochi appunti informali su cosa succederà da qui a fine anno

Negli ambienti della setta eretica neocatecumenale fervono i preparativi per i sei mesi di fuoco (giugno-dicembre 2007).

Se io fossi Kiko, certamente organizzerei due colossali eventi, il secondo più grosso del primo. Mi spiego meglio.

Il 12 gennaio 2006 la setta neocatecumenale aveva ottenuto l'udienza dal Papa.

Dato che un'udienza del genere va prenotata e organizzata mesi prima, possiamo facilmente dedurre che sia stata richiesta allo scopo di poter vantare in giro che anche Papa Benedetto XVI, fresco di elezione, "manda famiglie NeoCat in missione" (come a dire "potete fidarvi, anzi, dovete fidarvi").

In realtà le famiglie le ha mandate Kiko, si sono offerte volontarie solo perché sapevano che ciò faceva piacere a Kiko, un po' come quando l'allora sindacalista Fausto Bertinotti uscì con trenta compagni da «Essere Sindacato» per entrare nel Partito Comunista (trenta compagni, non uno di più, non uno di meno: dunque era il prezzo da pagare per poter entrare nel Partito non come un compagno qualunque, era una specie di "dote" da portare).

Allo stesso modo, quando si organizzò da queste parti il pellegrinaggio diocesano dei giovani, si prenotarono una ventina scarsa di giovani provenienti dalle parrocchie e quaranta (quaranta, non uno di più, non uno di meno) giovani neocatecumenali.

E dunque il 12 gennaio 2006 Kiko esponeva al mondo cattolico l'immagine (creata da lui) di un Papa che manda cinquecento famiglie neocatecumenali in missione neocatecumenale, cinquecento tonde tonde, non una di più, non una di meno (poco importa se il giorno dopo siano partite tutte e cinquecento tonde tonde; l'importante era il palcoscenico per lo spot kikiano-carmeniano).

Queste cifre tonde dimostrano che di "volontario" c'è solo il numero prefissato stabilito dai piani alti, una dote commisurata allo scopo che si vuole ottenere.

Come il compagno Bertinotti comandava di trovare trenta volontari (e trenta ne trovò, non uno di più, non uno di meno: la disciplina di partito), così il supercatechista locale stabiliva di mandare quaranta giovani volontari (e quaranta ne trovò, non uno di più, non uno di meno), così Kiko stabiliva che cinquecento famiglie (e cinquecento ne trovò, non una di più, non una di meno) presenziassero allo spot neocatecumenale davanti al Papa (col Papa da utilizzare come sponsor).

Sapevamo già che le "alzate" e le partenze "volontarie" delle famiglie neocatecumenali in missione neocatecumenale sono programmate dall'alto (dall'alto dell'équipe internazionale di Kiko e Carmen)

Quindi, quando probabilmente vedremo tra aprile e maggio qualcosa come cinquecento, oppure ottocento, oppure mille famiglie in missione, oppure 500-800-1000 "alzate", o robe del genere, con cifre molto probabilmente tonde tonde, sapremo che Kiko e Carmen stanno sparando fuori un altro spot pubblicitario per indorare la pillola dell'ormai certamente mancata "promozione" dello statuto, che nel migliore dei casi verrà prorogato di altri due o cinque anni, segno che questo quinquennio non è servito a niente.

Per cui il prossimo grande spot neocatecumenale servirà a dimostrare che dopotutto il Cammino produce frutti (spacciando per frutti cattolici quelli che invece sono frutti kikiani).

Attenzione però alle circostanze imprevedibili. Dopo avere per mesi preparato lo spot del 12 gennaio 2006, qualcosa andò buca.

A metà novembre 2005, quando ormai doveva essere già pronta la lista delle cinquecento famiglie cosiddette "volontarie" per la missione neocatecumenale, Kiko, Carmen e don Pezzi furono chiamati dal Papa in udienza privata per una sgridata solenne sulla liturgia, probabilmente non la prima del suo pontificato, certamente non l'ultima (visto l'atteggiamento di Kiko e Carmen).

Immagino che il Papa abbia detto a Kiko, Carmen e Pezzi: «le cose che vi ho detto poco fa ve le farò mettere per iscritto», e così prese forma pochi giorni dopo la fatidica lettera del cardinale Arinze.

Tutto questo vuol dire che lo spot neocatecumenale così accuratamente preparato per "comprarsi" la benevolenza di papa Ratzinger appena dopo l'inizio del pontificato andò loro buca nella maniera più plateale: non solo la «bastonatura» sulla liturgia, ma anche l'imprevista (prevedibilissima) precisazione di papa Benedetto XVI nel giorno dello spot neocatecumenale: il cardinale Arinze «vi ha impartito a mio nome alcune norme…»

Certamente il dipartimento propaganda neocatecumenale ha dovuto faticare un pochino per utilizzare lo spot, poiché quell'inciso tutt'altro che secondario ha rovinato un po' la festa.

Ma cosa fare ora che il quinquennio ad experimentum sta per scadere?

Cosa fare per mostrare che il Cammino produce qualcosa di buono nonostante la più ampia disattenzione alle più elementari norme contenute nello Statuto?

Cosa fare per convincere la gerarchia ecclesiastica (sia quella ostile, sia quella favorevole) che la mancata "promozione" dello Statuto e la tuttora mancata pubblicazione del Direttorio Catechetico sarebbero un ennesimo elogio al Cammino?

Impossibile vivere passivamente quella scadenza; come nel gioco del poker, in mancanza di carte favorevoli, occorre alzare la posta, serve un bluff, un diversivo, un imbroglio.

Per cui l'ipotesi più plausibile è un altro spot neocatecumenale, ancora più grosso di quello del 12 gennaio 2006, la cui linea di fondo (non pubblicata) sia: "non gli hanno approvato gli Statuti ma guardate quanto sono belli, bravi e capaci".

Gli spot planetari non si improvvisano, per cui qualcosa dev'essere già in cantiere da tempo, magari anche già pronto: forse altre 500-800-1000 famiglie in missione? forse 500-800-1000 preti? forse 500-800-1000 monache di clausura? forse 500-800-1000 milioni di euro da devolvere in opere benefiche della Chiesa? forse un incontro iper-ecumenico con 500-800-1000 ebrei? forse un'insalatone misto di tutto questo?

O forse, come diversivo, una ennesima (e sempre meno credibile) dichiarazione di obbedienza? (senza però veramente rinnegare gli errori dottrinali e liturgici)

Personalmente sono convinto che Kiko e Carmen hanno in animo lo scisma già da molto tempo; una sorta di ricatto alla Chiesa: "o ci dichiarate cattolici o ce ne andiamo" (chi ha studiato storia della Chiesa sa che quasi sempre l'eresia è sfociata in uno scisma).

Per questo è necessario comprare la benevolenza della gerarchia ecclesiastica, con argomenti convincenti, con argomenti televisivi (poiché, si sa, tutti i parroci guardano la TV, e pure i vescovi), ostentando una crescita di fedeli e di fede (poco importa che siano fedeli di Kiko e del kikismo piuttosto che fedeli della Chiesa e di Cristo).

Il "botto" dovrebbe dunque avvenire poco prima della scadenza del 29 giugno 2007, in modo tale da sterilizzare almeno le maggiori perplessità di chi si chiederà come mai lo statuto viene "rimandato" (diranno "prorogato", "promosso") di altri cinque anni anziché diventare definitivo.

Ma il primo "botto" non sarà sufficiente, poiché il 1° dicembre 2007 scadrà anche l'ultimatum per riportare le messinscene del Cammino alla Messa della Chiesa.

Per cui occorrerà preparare un secondo "botto", un altro bluff da giocare non più tardi di novembre, una menzogna ancora più viscida e falsa per poter dire: "visto? il Cammino, con le sue liturgie attira ancora tante conversioni alla fede, dunque la liturgia ce la dovete lasciare".

Questo secondo "botto" cozza rumorosamente col fatto che papa Ratzinger è notoriamente attentissimo alla questione della liturgia (da decenni non smette di dire che la crisi della fede e la crisi della liturgia vanno a braccetto) e pertanto non basterà fare le solite feroci pressioni, ci sarà bisogno di qualche trucco sporco per aggirare l'ostacolo.

Dall'inizio del 2008 la situazione neocatecumenale sarà di manifesta disobbedienza, costringendo la setta eretica kikiana ad attività di convincimento della gerarchia cattolica cento volte più faticose.

Ma forse è proprio lo scontro ciò che Kiko e Carmen cercano, in modo tale da fare come Lefebvre e gli altri scismatici: allontanarsi dall'unica vera Chiesa dicendo però di essere loro i veri cattolici, allontanarsi dicendo di essere stati cacciati ingiustamente da chi non capiva il Concilio… allontanarsi perché in un simile stato di disobbedienza il bluffare ed il corrompere si rivelerà gravoso come non mai.

Kiko e Carmen, come tutti gli altri figli ribelli della Chiesa, hanno bisogno di un Papa diverso da Benedetto XVI, che con la bocca elogiano ma nel cuore odiano.

E comunque è bene riepilogare:

Il Cammino Neocatecumenale:

  1. è ERETICO, perché insegna strafalcioni ambigui e fumosi, dottrine che spesso e volentieri ricadono nell'eresia.
  2. promuove LITURGIE SQUINTERNATE, chiassose, settarie, interminabili, DIVERSE da ciò che permettono i libri liturgici.
  3. è notoriamente DISOBBEDIENTE perché dietro tante belle parole di facciata, i neocatecumenali continuano a fare di testa propria.
  4. ha moltissimi aspetti che fanno rabbrividire (cammino pluridecennale, estorsione continua di soldi dagli adepti, paternità irresponsabile, settarismo esasperato, confessioni pubbliche, catechisti laici che comandano perfino sui preti, vocazioni comandate dall'alto, seminari neocatecumenalizzati dove (de)formare preti a proprio uso e consumo, canti orripilanti, attaccamento maniacale a simboli, oggettistica e paroloni ebraici, ecc.)

Il Cammino Neocatecumenale NON È APPROVATO dalla Chiesa.

Non è un'approvazione quella della lettera "Ogniqualvolta", che non è stata scritta dal Papa di sua spontanea volontà (gli era stata chiesa), non è stata indirizzata al Cammino (ma a mons.Cordes), non vale come indicazione vincolante per i vescovi, non si basa su una conoscenza diretta del Cammino (ma sulla documentazione che Cordes ha avuto dai neocatecumenali stessi)... eppure viene forzosamente riciclata perfino nello "Statuto".

Le considerazioni dell'emerito sconosciuto (sconosciuto al di fuori del Cammino) neocatecumenale Chinaglia, non intaccano niente di queste osservazioni.

Non è un'approvazione lo "Statuto" temporaneo quinquennale del 2002, uno statuto MONCO (che manca tuttora del "Direttorio Catechetico"), che dice solo cosa DEVE fare e cosa DOVRÀ fare il Cammino, senza precisare nulla riguardo agli errori liturgici e dottrinali che il Cammino ha sempre propalato prima e dopo la pubblicazione dello "Statuto".

La bozza dello "Statuto" era stata ripetutamente bocciata (dal 1997, quando Giovanni Paolo II richiese al Cammino una "regolazione statutaria", fino al 2002, quando il Cammino mobilitò qualche canonista dell'Opus Dei per farsi scrivere una bozza accettabile - e solo per questo nello Statuto si fa cenno al rosario, all'obbedienza ai vescovi, ecc.)

Inoltre, quando il Pontificio Consiglio per i Laici approvò lo "Statuto" nel 2002, papa Giovanni Paolo II NON NE FECE PAROLA né nel giorno della pubblicazione né nei giorni seguenti.

Dunque il Cammino Neocatecumenale NON È APPROVATO dalla Chiesa, e non sappiamo SE E QUANDO verrà mai approvato.

Nonostante la propaganda martellante neocatecumenale, NON COSTITUISCONO APPROVAZIONE i messaggi di INCORAGGIAMENTO di molti vescovi e cardinali (e perfino i papi Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI): incoraggiare non significa approvare.

Parecchi vescovi e cardinali hanno STRIGLIATO RIPETUTAMENTE il Cammino, e moltissimi vescovi e cardinali NON OSANO farlo pubblicamente perché temono il baccano che farebbero i neocatecumenali e i titoli di giornali e telegiornali "Vescovo contro Kiko".

Il Cammino porta SCANDALO e DIVISIONI nella Chiesa, FRAMMENTANDO la comunità cristiana, DIVIDE le parrocchie in cui si installa, FRAMMENTANDOSI in piccole comunità chiuse.

Il Cammino INGANNA i semplici cristiani, presentando come proprie "credenziali" la propria apparente consistenza numerica, la propria testardaggine, la propria allergia alle indicazioni dei vescovi, all'insegnamento della Chiesa, alla liturgia della Chiesa.

Infatti il Cammino RADICALIZZA tutti gli errori del più lercio progressismo chiesastico sedicente "spirito-del-concilio".

Ultime notizie: l'esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis contiene numerosissime MAZZATE per il Cammino; ricordo qui solo qualche argomento:

- promuovere Messa in latino
- eliminare bizzarrie liturgiche
- promuovere canti gregoriani
- eliminare Messe-show
- promuovere adorazione eucaristica
- eliminare baccano allo scambio della pace
- promuovere raccoglimento e silenzio nella Messa
- eliminare quei "piccoli gruppi che frammentano l'unità della Chiesa"
- promuovere l'inginocchiarsi alla consacrazione
- eliminare eccessi sui "ministri straordinari" (e perciò eliminare gli ostiari)
- promuovere il Tabernacolo (il più possibile al centro)

Proprio l'esatto contrario di ciò che fa il Cammino Neocatecumenale!

Il Cammino Neocatecumenale è MARCIO FIN DALLE RADICI:

- Francisco "Kiko" Argüello è un VISIONARIO (dice di aver visto la Madonna) imbevuto di PROTESTANTESIMO (in compenso ha le idee ben confuse), di FATALISMO, di CUPO PESSIMISMO, di AUTOLESIONISMO, ed è un uomo ARROGANTE (cfr. la sua risposta al Papa del 17 gennaio 2006) oltre che DISOBBEDIENTE;

- tutte queste caratteristiche le ritroviamo nei catechisti di ogni livello, e le ritroviamo proporzionalmente in ogni adepto della SETTA ERETICA NEOCATECUMENALE;

- Carmen Hernández è una ex suora che non fu ammessa alla professione solenne perché DISOBBEDIENTE, è fortemente imbevuta di PROTESTANTESIMO, ha delle conoscenze confuse e approssimative di alcune mode ERETICHE progressiste ormai dimenticate da quarant'anni (Farnes, Botte, Dufour) ed ha DIRETTO e GOVERNATO la tumultuosa confusione interiore di Kiko in una direzione tutt'altro che cattolica;

- don Mario Pezzi, per eccessivo neocatecumenalismo, si è fatto addirittura CACCIAR VIA dai Comboniani (quei Comboniani che non hanno il coraggio di cacciar via neppure un deficiente come Zanotelli);

- Kiko e Carmen reggono il Cammino attraverso l'INGANNO (per esempio, anziché obbedire SUBITO alla lettera di Arinze hanno fatto di tutto per mistificarla, per NON FARLA CONOSCERE ai neocatecumenali per settimane, addirittura MESI, ed hanno poi dichiarato di voler SFRUTTARE tutto il tempo possibile SENZA OBBEDIRE, quando è chiaro che il Papa ha una fretta colossale a che il Cammino torni alla normale liturgia della Chiesa);

- Giuseppe Gennarini è stato capace di MENTIRE SPUDORATAMENTE sul contenuto della lettera di Arinze, facendosi SBUGIARDARE ovunque nel mondo;

- le CATECHESI ERETICHE del Cammino sono state tenute SEGRETE il più possibile (gli stessi catechisti NEGAVANO L'ESISTENZA, finché Zoffoli, Landucci e altri non hanno cominciato a pubblicarne e commentarne numerosi pezzi);

- la lista continuerebbe a lungo: liturgie a porte chiuse, inviti alle "catechesi per adulti" quasi sempre senza specificare che si tratta dell'eresia kikiana-carmeniana, divieto ai neocatecumenali di conoscere i contenuti dei "passaggi" successivi al proprio, ADDIRITTURA CENSURA DI INTERNET comandata da Kiko nell'Avvento 2006 (c'è stata l'ECATOMBE di siti neocatecumenali, alcuni dei quali "deneocatecumenalizzati" per mimetizzarsi meglio)...

Ma voi ve la immaginate una comunità neocatecumenale lasciar perdere le loro BAMBOCCIATE liturgiche e passare OBBEDIENTEMENTE alla sobrietà della liturgia della Chiesa, promuovendo canti gregoriani, inginocchiandosi alla consacrazione, ricevendo la Comunione in ginocchio e dal prete e con l'ostia piccola tipica delle parrocchie SENZA FARE IL SELF-SERVICE EUCARISTICO, magari addirittura sfruttando il futuro indulto per la Messa tradizionale in latino?

Ma voi ve li immaginate i catechisti neocatecumenali che, dopo aver per DECENNI insegnato le BOIATE di Carmen e Kiko, cambino registro e CORREGGANO gli errori passati insegnando esclusivamente il Catechismo della Chiesa Cattolica, condannando il SETTARISMO, distinguendo tra foro interno e foro esterno, VIETANDO LE CONFESSIONI PUBBLICHE, eliminando quell'ALLUVIONE di parole che sono le monizioni e le "risonanze"?

Mah…

Sono fermamente convinto che il Cammino Neocatecumenale è ERETICO, e non sono certo il solo.

La Chiesa sta facendo ogni DISPERATO TENTATIVO per salvare quelle anime buone che son finite nelle MAGLIE della SETTA NEOCATECUMENALE perché pensavano che fosse un cammino cristiano… Solo per questo la Chiesa non ha ancora preso una decisione definitiva, solo per questo il Papa non ha ancora dichiarato ERETICI Kiko e Carmen e quanti pendono dalle loro invenzioni pseudoteologiche.

Fino ad oggi non ho sentito ancora un solo neocatecumenale dire onestamente: «io appartengo prima alla Chiesa e poi al Cammino, e se il Cammino contraddice o disobbedisce alla Chiesa, allora crepi il Cammino, che io conserverò la mia appartenenza alla Chiesa».

E invece no. Non avviene. NON AVVIENE poiché il Cammino educa non alla fede della Chiesa, ma ALLA FEDE IN KIKO E CARMEN: basta guardare gli SCARABOCCHI AUTOCELEBRATIVI dipinti da Kiko, dove imita la Trinità di Rublëv ponendo le proprie fattezze al volto di Cristo, le fattezze di don Pezzi al volto di Dio Padre, e ADDIRITTURA le fattezze femminili della Carmen al volto dello Spirito Santo!

Qualora la Chiesa approvi veramente il Cammino, sono pronto a rinnegare le mie critiche: però non credo che la CHIESA possa approvare il Cammino LASCIANDOLO ERETICO così com'è, DISTRUTTORE della LITURGIA, SETTARIO, DISOBBEDIENTE.


Nel frattempo, [in questi primi giorni di agosto] corre voce che per quanto riguarda l'applicazione della lettera del card. Arinze, da dicembre i neocatecumenali si alzeranno in piedi per ricevere l'Eucaristia, ma restando al proprio posto, e poi la consumeranno tutti insieme, come adesso. Non ci sarà processione, anche per motivi, come dicono loro, di decoro, perchè alzarsi e muoversi in salette piccole di solito crea confusione. Il problema dell'altare mobile o non dedicato non si pone. E con questo la lettera, secondo i neocatecumenali, sarà applicata alla 'lettera'. "Alla lettera", dunque, ma non nello spirito, perché la loro teologia dello stare intorno alla mensa per essere serviti e non davanti all'altare per celebrare il Sacrificio di Cristo non cambia!!!

Ci chiediamo come mai per il rito dell'imposizione delle ceneri (fatta sempre nelle salette) si va in processione e per la comunione presenteranno il problema di CONFUSIONE?! Lo spazio è lo stesso! ...Altro che CONFUSIONE! Lo scambio della pace, quella è confusione! Chi ti racconta cosa farà alla sera, chi ciò che gli è successo il giorno prima, ecc. Se questo non si chiama 'confusione' quale nome dare? E non dimentichiamo che questo avviene nel momento che dovrebbe essere più sacro e solenne della celebrazione, nel quale ognuno nella propria interiorità dovrebbe trovare l'atteggiamento del cuore adeguato per incontrare il Signore che viene...

Finché i vescovi non decideranno di imporsi chiedendo in maniera esplicita di non fare Eucaristie e Veglie multiple, il cammino troverà sempre scappatoie. Non basta dire di seguire i libri liturgici - che non sembra siano per loro - bisogna poi pretenderlo! Anche riguardo il ballo finale andrebbe detto qualcosa, per esempio che non va fatto se c'è un tabernacolo, se non altro per non voltare le spalle a Gesù, mentre si inneggia a una mensa vuota. E, poi, come la mettiamo con lo Statuto da sempre disapplicato e ora neppure più in vigore, che quanto meno tentava di correggere alcuni metodi aberranti?


Sostengono i neocatecumenali che ci scrivono sul Weblog in questi giorni di metà agosto, che non spetta ai singoli vescovi, né ai sacerdoti né tantomeno a noi fare una valutazione globale del Cammino. E a chi spetterebbe, di grazia? Forse che un movimento settario è diventato dogma e si paragona alle stesse Scritture? Continuano ad appellarsi continuamente all'autorità dei cardinali, di questa o quella congregazione quando sono loro i disobbedienti veri, non avendo recepito nessuna delle raccomandazioni e ammonimenti papali, di ieri e di oggi: rimandare all'ultimo giorno utile la rinuncia alle pratiche anomale significa di fatto farsi beffe delle ingiunzioni.

Il Cammino neocatecumenale non è un dogma di fede né la Chiesa: è un movimento spurio, anomalo, intimamente anticattolico, capeggiato da persone che si sono messe di fatto, per quel che fanno e predicano, contro la Chiesa cattolica ed il suo magistero, adescando adepti sia tra i comuni fedeli che tra gli stessi ordinati. Che si muova ed operi all'interno della Chiesa, che abbia propri seminari, propri ordinati, proprie risorse non significa che il movimento/setta sia cattolico. Significa che ha goduto per anni della tolleranza e del sostegno di una parte delle gerarchie ecclesiastiche, colpevolmente disattente circa la sua vera natura e le nascoste finalità eversive.

Oggi ci si è finalmente svegliati ed accorti di cosa si stesse radicando nel corpo stesso della Chiesa e si sta cercando di porre rimedio, in un modo o nell'altro (approvando con profonde correzioni o respingendo in toto). In ogni caso, è motivo di grandissimo conforto che Benedetto XVI sia un Papa non facilmente condizionabile o raggirabile dai buoni uffici di qualche sostenitore di rango del Cammino.

Benedetto XVI ha dimostrato chiaramente di voler riportare ordine e di valorizzare la tradizione più autentica della Chiesa. I fautori di disordine, di derive autarchiche, di fantasie eterodosse sono avvertiti, inclusi i capi del Cammino. Tutti gli atti principali del suo pontificato sono orientati in tale direzione: lo stop agli abusi liturgici, la valorizzazione del rito antico messo in soffitta dal modernismo, il richiamo all'essenza autentica del sacerdozio, e così via.

L'abbiamo detto e scritto mille volte: ringraziamo il Signore per aver dato alla Chiesa un Pastore come lui in un periodo storico così difficile, in cui la Chiesa è oggetto di attacchi dall'esterno (fondamentalismi, terrorismo, nemici del Cristianesimo) e dall'interno (riformismi esasperati, secolarismi e corruttele, derive settarie ed eretiche).

Papa Ratzinger ha la sapienza ed il discernimento per affrontare tutto questo, ma ha bisogno anche del sostegno e della preghiera di tutti noi nella sua delicata missione apostolica. Noi contiamo moltissimo sulla sua tenacia e sulla sua scarsa sensibilità ai condizionamenti. Contiamo altresì sulla illuminazione che lo Spirito Santo non gli farà mancare. I due fattori mi sembrano un buon antidoto alle pressioni che pure saranno messe in atto nei suoi confronti.

Del resto, Papa Ratzinger ha già dimostrato la propria determinazione rispetto alla mentalità corrente in tema di abusi liturgici e di validità dell'antico rito. Abbiamo fede e speriamo nella migliore soluzione per la fede e per la Chiesa.


Alcuni punti evidenziatisi dall'esperienza e dal percorso del Weblog:

Qualche volta sinceramente si pecca d'ingenuità. Ci si chiede il perchè della segretezza, dell' occultamento della verità nel Cammino. Ma, a pensarci bene, la segretezza mica l'hanno inventata i neocatecumenali! Esiste da prima di loro: è la pratica di ogni setta segreta, esoterica, elitaria dalla notte dei tempi.

Segretezza significa caricare di un simbolismo potente quel che si afferma. È come dire: "vi metto a parte di una verità così importante che non tutti sono in grado o degni di conoscerne il vero significato. Solo voi lo siete, perchè aderendo alla comunità avete fatto una scelta e ciò vi qualifica come figli prediletti, come predestinati ed eletti rispetto alla maggioranza." È quel che ripetono ai propri adepti tutti i santoni di tutte le sette religiose.

Così, ciascuno si sente corresponsabile di una verità negata agli altri e ciò lo inorgoglisce ed insuperbisce, per quell'umano sentimento che spinge le persone a distinguersi, primeggiare rispetto agli altri, a ritenere di avere un rapporto privilegiato con il trascendente.

Tutto questo i capi del Cammino lo sanno bene e vi fanno leva per reclutare, inquadrare, controllare le coscienze degli adepti.

Ovviamente, vi sono finti segreti, nel senso di pseudosegreti relativi a dogmi e verità di fede spacciati per segreti e poi centellinati agli adepti per incoraggiarli e fortificarli nell'adesione, e vi sono veri segreti, riservati ai livelli superiori e tenuti ignoti ai subalterni.

I segreti dei livelli superiori sono quelli relativi alle metodiche di fidelizzazione, ai trucchi del mestiere per disciplinare e tenere sotto controllo proprio i subalterni.

In tutto questo discorso le argomentazioni che riguardano la fede c'entrano solo di riflesso. Come già spiegato, servono solo ad ammantare di un'aureola di segretezza temi ed argomenti sacri per captare l'interesse e la fedeltà degli adepti di rango inferiore.

I veri segreti del Cammino sono accessibili ad una cerchia ristretta e riguardano tutt'altri argomenti: strategici, organizzativi, metodologici, economico-finanziari, riservati ai responsabili e menti pensanti, i quali sono incaricati di realizzare le indicazioni della triade, ed in particolare di Kiko su tutti.

Ovviamente, tutto questo non interessa granché ai neocatecumenali che intervengono sul blog e contestano il blog ed i suoi animatori. Loro sono interessati al prodotto, al risultato: la massa degli aderenti, le verità affermate, l'attenzione delle gerarchie ed il riconoscimento formale.

Segretezza esoterica, vessazioni psicologiche, anomalie comportamentali, interpretazioni eretiche delle Scritture, separazioni e criticità intra-familiari , fiumi di denaro che circola sotterraneamente nelle comunità sono tutti argomenti che non intaccano la fede nel Cammino di costoro. Scivolano loro addosso, senza produrre alcuna crisi, perchè non sono più in grado di separare ciò che è bene da ciò che è male. Alcuni aspetti ricorrenti:

1. I neocatecumenali non sono interessati a discutere i punti nodali del loro modo di essere difformi rispetto alla fede cattolica.

2. Ai ripetuti inviti a manifestare il loro personale pensiero su ciascuna questione rispondono invece con citazioni di altrui dichiarazioni. Così, mentre per gli animatori del blog il richiamo di testi autorevoli (cosiddetto copia-incolla) ha una funzione di testimonianza e di appoggio al discorso, per i neocatecumenali ha una funzione essenzialmente diversiva.

3. In ogni caso, vi è un chiaro rifiuto a manifestare il proprio pensiero sui temi cruciali del dibattito - le difformità dogmatiche e le prassi aberranti - per una forma di autocensura probabilmente imposta dalle regole interne del Cammino, tendendosi invece a spostare il discorso su temi collaterali, secondari o puramente formali.

4. Si tratta evidentemente di una tattica generale costantemente adottata. Anche padre Zoffoli poneva continuamente domande ai neocatecumenali sulle questioni cruciali di fede, ma non riceveva alcuna risposta nel merito, sia perchè tale è la tattica imposta da Kiko a tutti gli adepti, sia perchè nella loro superbia essi non riconoscono ad alcuno l'autorità di porre loro domande. Si sentono talmente superiori e diversi da dover rispondere solo ed eventualmente alla gerarchia e al Papa.

Ed anche in questo caso, non rispondono subito e chiaramente, ma prendono tutto il tempo necessario a valutare la migliore risposta tra le esigenze di mantenere l'identità di fondo della loro dottrina e la strategia di cambiare taluni aspetti adattandoli ai desiderata degli autorevoli referenti, giusto per non tirare troppo la corda.

Cosa tutto questo c'entri con una fede semplice, vera e perfettamente comprensibile anche ai piccoli, come evidenzia Benedetto XVI, è un quesito che lasciamo alla vostra attenzione.

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