Cristiani e musulmani per un futuro insieme in Europa

Il gran mufti di Siria Ahmad Kuftaro stringe la mano al Papa nella grande moschea degli Ommaydi a Damasco. Fonte cnnitalia.it. Foto AP.

Il comitato Islam in Europa, fondato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK) nel 1987 per sostenere e incoraggiare le chiese nelle relazioni con i concittadini musulmani che vivono in Europa, ha concluso i cinque anni del suo mandato con l’incontro che si è svolto a Strasburgo il 13-16 marzo 2003.

Il comitato aveva l’incarico di:

  1. offrire alle chiese suggerimenti su dimensioni implicate nelle relazioni tra cristiani e musulmani attraverso informazioni e indicazioni per le comunità cristiane. In questa prospettiva il comitato ha prodotto due documenti: un testo sulla preghiera tra cristiani e musulmani ("Cristiani e musulmani: pregare insieme? Riflessione e testi") e un sussidio sul dialogo islamo-cristiano ("Incontrare i musulmani")*;

  2. promuovere incontri con i musulmani. Questo è avvenuto regolarmente durante le riunioni d’autunno del comitato (a Bruxelles, Tirana, Sarajevo e Praga). La più importante è stata la conferenza di Sarajevo il 12-16 settembre 2001, svoltasi sotto lo spettro dell’11 settembre. Intellettuali e rappresentanti di organizzazioni cristiane e musulmane si erano incontrati per discutere del tema "Cristiani e musulmani in un’Europa pluralista";

  3.  
  4. facilitare lo scambio di esperienze e di informazioni; questo è avvenuto, tra l’altro, attraverso due lettere scritte alle chiese ("La formazione dei giovani, cristiani e musulmani, nell'Europa pluralista" nel 2000 e "Il ruolo delle Chiese cristiane nella società pluralista visto dai musulmani d'Europa", nel 2001)**.

Il comitato ha però anche preso in considerazione quegli eventi di portata più ampia che hanno conseguenze sulle relazioni islamo-cristiane in Europa, come la presente crisi dell’Iraq e le sue implicazioni, le conseguenze di una possibile guerra e l’ininterrotto conflitto nella Terra Santa. A questo proposito, il comitato è stato incoraggiato sia dall’unanimità espressa dai responsabili delle chiese in Europa e nel mondo nell’opporsi alla soluzione di questa crisi con un conflitto armato, piuttosto che attraverso il lavoro delle Nazioni Unite, sia dalla collaborazione attiva tra cristiani e musulmani in dichiarazioni, iniziative e preghiere comuni per la pace in Europa e nel mondo. Ciò smentisce l’opinione di coloro che presentano questo come un conflitto tra cristiani e musulmani.

Molte di queste attenzioni sono state inserite nella Charta Oecumenica, adottata dalle chiese d’Europa a Strasburgo nel 2001. Nel paragrafo 11 si legge infatti "Vogliamo intensificare a tutti i livelli l’incontro tra cristiani e musulmani ed il dialogo cristiano-islamico. Raccomandiamo in particolare di riflettere insieme sul tema della fede nel Dio unico e di chiarire la comprensione dei diritti umani".

Questo comitato, insieme a molte altre persone, continua a pregare, lavorare e sperare per la giustizia e la pace, specialmente in Terra Santa e in Iraq.

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[Fonte: Calabria Ecclesia Magazine]


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