VISITA PASTORALE IN GRAN BRETAGNA
CELEBRAZIONE ECUMENICA NELLA CATTEDRALE DI CANTERBURY

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Sabato, 29 maggio 1982

Nel quarto anno del suo pontificato, evento senza precedenti, il Papa è in Gran Bretagna per incontrare il primate anglicano Robert Runcie. È il 29 maggio del 1982 quando Giovanni Paolo II e l’arcivescovo di Canterbury firmano una dichiarazione comune.

1. I passi che l’Arcivescovo Runcie ed io abbiamo letto sono tratti dal Vangelo secondo Giovanni e contengono le parole che nostro Signore Gesù Cristo disse alla vigilia della Passione. Mentre era a cena con i discepoli, così pregava: “Fa’ che siano tutti una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anche essi siano in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).

Queste parole sono caratterizzate particolarmente dal Mistero Pasquale del nostro Salvatore, dalla sua Passione, morte e risurrezione. Nonostante siano state pronunciate una volta sola, esse durano attraverso le generazioni. Cristo prega ininterrottamente per l’unità della sua Chiesa, perché la ama con lo stesso amore che ha avuto per gli apostoli e i discepoli che si trovavano con lui durante l’Ultima Cena. “Io non prego soltanto per loro, ma anche per quelli che crederanno in me dopo aver ascoltato la loro parola” (Gv 17, 20). Cristo rivela una prospettiva divina nella quale il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono presenti. Presenti anche nel più profondo mistero della Chiesa: l’unità dell’amore che esiste tra Padre, Figlio e Spirito Santo penetra nei cuori di coloro che Dio ha scelto come suoi, ed è fonte della loro unità.

Le parole di Cristo riecheggiano in particolare oggi, in questa santa Cattedrale che ci ricorda la figura del grande missionario sant’Agostino, che fu mandato qui da Papa Gregorio il Grande affinché i figli e le figlie dell’Inghilterra potessero credere in Cristo.

Cari fratelli, tutti noi siamo particolarmente sensibili a queste parole della preghiera sacerdotale di Cristo. La Chiesa del nostro tempo è quella che partecipa in particolare alla preghiera di Cristo per l’unità, e che cerca la via verso questa unità, obbediente allo Spirito che parla con le parole del Signore. Noi desideriamo essere obbedienti, specialmente oggi, in questo storico giorno atteso da generazioni per vari secoli. Desideriamo obbedire a quello che Cristo chiama lo Spirito di verità.

2. Durante la festa di Pentecoste dell’anno scorso Cattolici ed Anglicani si sono uniti a Ortodossi e Protestanti, sia a Roma che a Costantinopoli, per commemorare il Concilio di Costantinopoli I professando la propria fede comune nello Spirito Santo, Signore e datore di vita. Ancora una volta, alla vigilia di questa grande festa di Pentecoste, siamo riuniti in preghiera per implorare il nostro Padre celeste di mandare ancora sopra la Chiesa lo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo. Infatti, secondo le parole del Credo di quel Concilio noi consideriamo la Chiesa come l’opera per eccellenza dello Spirito Santo: si dice infatti “crediamo la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica”.

I passi del Vangelo di oggi hanno in particolar modo richiamato la nostra attenzione su due aspetti del dono dello Spirito Santo che Gesù ha invocato sui propri discepoli: egli è lo Spirito della verità e lo Spirito dell’unità. Il giorno della prima Pentecoste lo Spirito Santo discese su quel piccolo gruppo di discepoli per confermarli nella verità della salvezza del mondo da parte di Dio, attraverso la morte e la risurrezione di suo Figlio, e per unirli nell’unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa. Così sappiamo che quando noi diciamo “Fa’ che siano tutti una cosa sola” come lo sono Gesù e il Padre, questo avviene perché “il mondo possa credere”, e con la fede possa essere salvato (cf. Gv 17, 21). Infatti non possiamo avere altra fede che quella della Pentecoste, la fede in cui gli Apostoli furono confermati dallo Spirito di verità. Noi crediamo che il Signore Risorto abbia il potere di salvarci dal peccato e dalla forza delle tenebre. Crediamo anche che siamo stati chiamati per “diventare un solo corpo, uno spirito in Cristo” (Prex Eucharistica III).

3. Tra pochi istanti rinnoveremo insieme i voti battesimali. Desideriamo celebrare questo rito, che è lo stesso per gli Anglicani e per i Cattolici, come testimonianza del sacramento del battesimo, mediante il quale siamo stati uniti a Cristo. Nello stesso tempo ci rendiamo umilmente conto del fatto che la fede della Chiesa alla quale apparteniamo porta i segni della nostra separazione. Insieme rinnoveremo la nostra rinuncia al peccato per confermare che noi crediamo che Cristo ha vinto il dominio di Satana sul “mondo” (Gv 14, 17). Professeremo di nuovo la nostra intenzione di allontanarci da tutto ciò che è male, e di volgerci verso Dio, autore di tutto ciò che è bene e fonte di tutto ciò che è santo. Mentre ripetiamo la nostra professione di fede in Dio Uno e Trino - Padre, Figlio e Spirito Santo - riponiamo una grande speranza nella promessa di Gesù: “Il Padre vi manderà nel mio nome un consigliere, lo Spirito Santo. Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che ho detto” (Gv 14, 26). La promessa di Cristo ci dà fiducia nel potere di questo stesso Spirito Santo, che sanerà la divisione introdottasi nella Chiesa nel corso dei secoli a partire dalla prima Pentecoste. Così il rinnovo dei voti battesimali diventerà un impegno per fare del nostro meglio per collaborare con la grazia dello Spirito Santo, il quale soltanto ci può guidare al giorno in cui professeremo tutti insieme la pienezza della nostra fede.

4. Formuliamo con fiducia allo Spirito Santo la nostra preghiera per l’unità, poiché Cristo ci ha promesso che lo Spirito, il Consigliere, sarà con noi per sempre (cf. Gv 14, 16). Con fiducia e coraggio l’Arcivescovo Fisher decise di rendere visita al Papa Giovanni XXIII durante il Concilio Vaticano II, e gli Arcivescovi Ramsey e Coggan andarono a trovare il Papa Paolo VI. Con la stessa fiducia ho risposto alle sollecitudini dello Spirito Santo per essere oggi con voi qui a Canterbury.

5. Miei cari fratelli e sorelle della Comunità Anglicana, “che io amo e desidero ardentemente” (Fil 4, 1), sono molto felice di essere in questa importante Cattedrale a parlare direttamente con voi: questo edificio stesso è dimostrazione eloquente dei nostri lunghi anni di retaggio comune e dei tristi anni di separazione che ad esso seguirono. Sotto questo tetto san Thomas Becket patì il suo martirio. Di nuovo ricordiamo Agostino, Dunstan e Anselmo, e tutti quei monaci che compirono il loro servizio in questa Chiesa con la stessa fedeltà. I maggiori eventi della storia della salvezza sono raffigurati nelle antiche vetrate che vediamo sopra di noi. Qui abbiamo inoltre venerato il manoscritto dei Vangeli che fu mandato a Canterbury da Roma 1300 anni fa. Con l’esempio incoraggiante dei molti che hanno professato la loro fede a Gesù Cristo durante i secoli - spesso a costo della vita, un sacrificio che ancora oggi viene talvolta richiesto, come ci ricorda la nuova cappella che stiamo per visitare - in questo luogo santo io mi appello a voi, fratelli cristiani, e specialmente ai membri della Chiesa d’Inghilterra, ed a quelli della Comunità Anglicana di tutto il mondo, affinché accettiate l’impegno che l’Arcivescovo Runcie ed io assumiamo oggi nuovamente di fronte a voi. Tale impegno consiste nel pregare e operare per raggiungere la riconciliazione e l’unità della Chiesa secondo il pensiero e il desiderio del nostro Salvatore Gesù Cristo.

6. È questa la prima volta che un Papa visita Canterbury: io vengo a voi nell’amore - l’amore di Pietro a cui il Signore aveva detto: “Ho pregato per te, perché tu sappia conservare la tua fede; e tu, una volta ravveduto, da’ forza ai tuoi fratelli” (Lc 22, 32). Vengo anche nell’amore di Gregorio che mandò sant’Agostino in questo luogo per dare al gregge del Signore la cura di un pastore (cf. 1 Pt 5, 2). Come deve fare ogni ministro del Vangelo, io ripeto oggi le parole del Signore: “Io sto in mezzo a voi come un servo” (Lc 22, 27). Insieme a me stesso porto a voi, cari fratelli e sorelle della Comunità Anglicana, le speranze e i desideri, le preghiere e la buona volontà di tutti quelli che sono uniti con la Chiesa di Roma, che fin dai tempi più remoti si dice che “presiede nell’amore” (S. Ignazio di Antiochia, Ad Romanos, Prooem.).

7. Tra poco l’Arcivescovo Runcie si unirà a me per leggere una Dichiarazione Comune, nella quale riassumeremo i risultati raggiunti lungo il cammino dell’unità e spiegheremo il programma che ci proponiamo e le speranze che nutriamo circa le nuove fasi del nostro pellegrinaggio comune. Tuttavia tali speranze e programmi non serviranno a niente se la nostra lotta verso l’unità non sarà radicata nella nostra unione con Dio; infatti Gesù ha detto: “In quel giorno conoscerete che io vivo unito al Padre, e voi siete uniti a me ed io a voi. Chi mi ama veramente conosce i miei comandamenti e li mette in pratica. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio; anch’io l’amerò e mi farò conoscere da lui” (Gv 14, 20-21). Questo amore di Dio è sparso sopra di noi nella persona dello Spirito Santo, lo Spirito della verità e dell’unità. Apriamo i nostri cuori a questo possente amore mentre preghiamo affinché, dicendo la verità nell’amore, possiamo crescere in tutti i sensi in lui che è il capo, il nostro Signore Gesù Cristo (cf. Ef 4, 15). Possa il dialogo che abbiamo iniziato condurci fino al giorno del completo ripristino dell’unità nella fede e nell’amore.

8. Alla vigilia della Passione Gesù disse ai discepoli: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti” (Gv 14, 15). Oggi abbiamo sentito il dovere di riunirci insieme in obbedienza al grande comandamento: il comandamento dell’amore. Vogliamo abbracciarlo nella sua completezza, viverlo interamente e dimostrare il suo potere secondo le parole del Maestro: “Io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Consigliere, che starà sempre con voi, lo Spirito della verità. Il mondo non lo vede e non lo conosce, perciò non può riceverlo. Voi lo conoscete, perché è con voi e sarà con voi sempre (Gv 14, 16-17).

L’amore aumenta per mezzo della verità, e la verità attinge presso gli uomini per mezzo dell’amore. Memore di questo, io innalzo al Signore questa preghiera: O Cristo, che tutto ciò che fa parte dell’incontro di oggi nasca dallo Spirito della verità e sia reso fertile attraverso l’amore. Guarda davanti a noi: il passato e il futuro!

Guarda davanti a noi: il desiderio di tanti cuori!

Tu, che sei il Signore della Storia e il Signore dei cuori umani, sii con noi! Gesù Cristo, eterno Figlio di Dio, sii con noi!

Amen.
 

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