A
PROPOSITO DI STAMINALI
Colate di bugie coperte dai media
Francesco Ognibene, su Avvenire del 19 marzo 2005
La
finzione si fa ogni giorno più vulnerabile, come un velo sollevato poco alla volta che lascia scorgere porzioni
crescenti di realtà. Un giorno si scopre che le sole applicazioni terapeutiche funzionanti sono quelle ricavate da
cellule staminali adulte. Un altro che sulle staminali ricavate vivisezionando gli embrioni grava quello che è assai più
di un sospetto di tumoralità. Un altro ancora che, malgrado vent'anni di ostinati e onerosi tentativi, dagli embrioni
umani non s'è ancora ricavato un solo farmaco efficace, e anche i sostenitori più accesi parlano di lustri di ricerca
ancora necessari per arrivare da qualche parte, forse.
Sul
versante opposto si viene a sapere che si è scoperto un gene capace di bloccare la differenziazione delle staminali
adulte e dunque di consentire a ciascuno di disporre di una propria "banca" di ricambi cellulari per danni
cardiaci, nervosi, cutanei o epatici. Poi si apprende che in molti ospedali il ricorso a queste cellule estraibili da
ciascuno di noi senza danno o pericolo permette già oggi di sviluppare interi fogli di pelle nuova di zecca, pronta al
trapianto... Una cascata di certezze documentate, un fiume carsico di evidenze scientifiche.
Per
farle affiorare in mezzo ai rovi d'una vulgata mediatica superficiale e deviata ci vuole poco: basta volerlo. Quando si
tenta infatti di fare il punto sulla ricerca in fatto di staminali da adulto o da embrione si ha la sensazione di aprire
una finestra alla quale pochi mostrano un concreto interesse ad affacciarsi. Forse perché sarebbe impossibile non
trovarsi davanti agli occhi quella impressionante sequenza di dati di fatto: da una parte protocolli clinici all'opera,
ricerche che portano risultati e - udite udite, pazienti già guariti - dall'altra illazioni, auspici, promesse,
cambiali in bianco.
Eppure,
i sostenitori dei referendum che vorrebbero affossare la legge 40 sulla «fecondazione medicalmente assistita» nel nome
dell'illuminismo scientista, al bivio tra le certezze documentate e le incognite gravide di interrogativi etici non
hanno dubbi e prendono questa seconda strada, coprendosi la fuga dalla realtà con patetiche accuse di oscurantismo
talebano contro chi li invita a guardare in faccia le verità della scienza. Curioso, no? È come se delle straordinarie
prospettive terapeutiche schiuse dall'uso di cellule staminali adulte la gente - l'opinione pubblica, i lettori di
quotidiani, i cittadini votanti - non dovessero sapere nulla.
Silenzio,
è un segreto, non fate parlare gli scienziati, i primari, i ricercatori, non lasciate affiorare il dubbio sul pesante
rischio oncogeno delle staminali embrionali che da solo basterebbe a far rizzare i capelli in testa all'Italia intera.
No, non è educato parlarne, non è bello lasciare che altri lo facciano presente. Perché "prima" bisogna che
gli italiani mandino bene a memoria le parole d'ordine di quella che appare sempre più scopertamente come una battaglia
(di retroguardia) costruita su silenzi ipocriti e sleali.
Così
i giornali "laici" s'impegnano a dimostrare che le cellule di embrioni sono perfette per affrancare l'umanità
da mali orribili, e non si preoccupano di verificare - come dovrebbero - di aver detto proprio tutta la verità. E ogni
giorno una nuova colata di bugie viene versata su chi leggendo s'illude di farsi un'idea. Tra gli italiani e la
conoscenza della verità sulle cellule staminali c'è un diaframma impastato di ideologia, interessi di bottega,
malafede, ignoranza. Qualcuno vuole darci una mano a farlo saltare?
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