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  Precisazioni sugli Orientamenti e sullo Statuto 
	
   Gli Orientamenti
	Ci siamo posti l'interrogativo di come si comporteranno 
	parroci e vescovi nel nuovo anno pastorale.  
	I testi di Arguello non sono approvati, continueranno come 
	hanno fatto fino ad ora e lasceranno che i loro fedeli siano catechizzati da 
	persone che si basano anche su testi non approvati e che probabilmente i 
	parroci stessi non conoscono? 
	A dire il vero questa è una delle tante anomalie, ma come 
	hanno potuto i catechisti nc svolgere il loro compito senza dover esibire i 
	testi... erano solo tracce orali ci diranno... non c'era niente di 
	scritto... In realtà è noto che i testi per anni sono stati 'segreti', dal 
	momento che veniva dichiarato che le catechesi erano ispirate direttamente 
	dallo Spirito Santo. Invece erano - e sono - imparate a memoria sulla base 
	degli insegnamenti degli iniziatori e ripetute acriticamente dai catechisti 
	del Cammino. 
	 
	Eppure Kiko Arguello ha riconosciuto che delle ritrascrizioni delle 
	registrazioni delle sue "catechesi" si stanno occupando le congregazioni 
	da... anni! 
	 
	E dopo ?  
	Kiko Arguello continuerà a parlare, chi controllerà i contenuti delle sue 
	ispirazioni del momento... che di nuovo serviranno di traccia per i 
	catechisti e poco importa se sono o meno in linea con la dottrina cattolica? 
	 
	Metodo di approccio?  
	Forse, ma il metodo può trasformarsi in dottrina. Viene in mente la celebre 
	frase di Mc Luhan "il mezzo è il messaggio"... 
	 
  
  
	
								Questo è il sunto delle dichiarazioni di Kiko in 
								proposito: 
								 
								Gli "Orientamenti alle equipes dei catechisti" - 
								dice Kiko - sono stati passati “al setaccio” 
								dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e 
								approvati da Ratzinger già nel 2003. Ora – 
								afferma in conferenza stampa – “è desiderio del 
								Papa che vengano pubblicate”. 
								 
								fonte: 
								Korazym.org Le Catechesi sono approvate 
								da tempo   del 14 Giugno 2008 
					
	 Beh, sono due menzogne in una sola frase. 
	 
	Quanto all'abuso del nome del cardinal Ratzinger in assenza di qualsiasi 
	indizio... non c'è neppure bisogno di commentare. 
	 
	Partiamo invece dall'ineffabile Caredda, redattore del
	
	neocatecumenalissimo Korazym.org, che dopo aver accumulato 
	figuracce su figuracce nel riportare le perentorie affermazioni di Kiko 
	(sistematicamente rivelatesi pura propaganda), ci casca ancora e riporta la 
	considerazione che gli Orientamenti "secondo 
	Kiko saranno presto pubblicati, dal momento che la volontà del papa sarebbe 
	questa" (notare quel comicissimo sarebbe). 
	 
	In realtà, l'unica voce ufficiale sull'argomento è il comunicato stampa di 
	Kiko del 13 giugno alla presentazione degli Statuti 2008, dove si cita in 
	nota una non meglio precisata "Comunicazione scritta del Card. J.F. 
	Stafford agli Iniziatori del Cammino Neocatecumenale, 1 marzo 2003, Prot. N. 
	219/03 AIC-110", che parla dell'approvazione di un volume 
	degli "Orientamenti". 
	 
	Tale comunicazione di Stafford non è stata mai pubblicata da nessuna parte, 
	ed infatti è presente nel comunicato stampa di Kiko (data in pasto ai 
	giornalisti e al pubblico)... ma non è presente nel testo degli Statuti: 
	dunque non è giuridicamente rilevante. 
	 
	Comunque, anche prendendola per vera e perfino ammettendo l'ipotesi che 
	valga per tutti e quattordici volumi anziché per uno solo, resterebbe 
	da chiarire come mai dopo oltre cinque anni sia impossibile pubblicare il 
	tutto. 
	 
	Per sostenere questa ipotesi, bisognerebbe ancora una volta fidarsi di Kiko 
	quando dice (nella sopracitata intervista) che bisogna "attendere gli 
	studi svolti dalla Congregazione per il Culto Divino sulla liturgia e dalla 
	Congregazione del Clero per la pastorale catechetica, in modo da fare una 
	pubblicazione unica". Insomma, occorrerebbe fidarsi della parola del 
	beneficiario dell'ipotesi, notoriamente capace di mentire. 
	 
	Infatti nella stessa intervista Kiko, oltre ad ammettere che "padre 
	Zoffoli mi accusava di essere il Lutero della Chiesa" (cosa che si 
	guarda bene dal rettificare), Kiko ammette che le sue "catechesi" furono sì 
	registrate e trascritte e passate ai catechisti, ma dice anche che... 
	"non dovevano ripetere le nostre parole, ma solamente usarle come un 
	orientamento, per poi fare la loro catechesi". 
	 
	Fino a non molto tempo fa i cosiddetti "catechisti" del Cammino negavano 
	addirittura l'esistenza di quelle catechesi segrete (anche se ne venivano 
	esaminati per vedere se avevano veramente imparato a memoria quell'accozzaglia 
	di psicologismi e pseudo-teologia ispirata a Rahner, Fernès, Bonhoeffer...). 
	Ne negavano l'esistenza perfino dopo che padre Zoffoli, monsignor Landucci e 
	altri le avevano pubblicate, analizzate e commentate! 
	 
	È impossibile che tutti i singoli "catechisti", individualmente, abbiano 
	deciso di tenere lo stesso comportamento (imparare a memoria da quei testi e 
	poi negare l'esistenza dei testi stessi), senza che fosse stata data da Kiko 
	e Carmen una tale direttiva, senza che costoro ne fossero informati, e senza 
	che lo proibissero. 
	 
	Dunque in quel caso Kiko sta mentendo, sta ammettendo a mezza bocca una 
	mezza verità, distorcendo i fatti quel tanto che basta per scaricare la 
	colpa sui suoi scagnozzi. 
	 
	Se io fossi nei panni di un "catechista" neocatecumenale di lungo corso, mi 
	sentirei assai indignato: prima ci ordini di imparare a memoria e tenere il 
	segreto, e poi lo spifferi al pubblico e accusi noi tutti di aver agito con 
	malizia? Ma evidentemente tali "catechisti" sono pressoché tutti abituati 
	alla menzogna sistematica del Cammino. 
	 
	C'è un'altra mezza verità che trapela dal discorso autoelogiativo di Kiko: 
	le "oltre 2.200 citazioni del Catechismo", necessarie evidentemente a 
	rettificare l'accozzaglia di idiozie ed eresie. Oltre duemila e duecento! 
	Praticamente è stato citato l'intero Catechismo... A quel punto perché non 
	gettare alle fiamme i cosiddetti mamotreti e ripartire dal Catechismo 
	della Chiesa Cattolica? 
	 
	Ma ciò che ci preoccupa di più è che dubitiamo seriamente che 
	quei cosiddetti mamotreti "riveduti e corretti" vadano a formare la 
	base delle catechesi neocatecumenali, per vari motivi. 
	
		- Primo esempio: i "catechisti" neocatecumenali di lungo 
		corso... avranno tempo e voglia e attenzione per leggerle e riportarle 
		fedelmente alle loro comunità? È umanamente più facile riportare ciò che 
		si ricorda, o ciò che bisogna imparare daccapo?
 
		- Secondo esempio: cosa ci garantisce che i "catechisti" 
		gettino via i vecchi testi e li sostituiscano con i nuovi? Loro, che non 
		leggono neppure lo Statuto (altrimenti vi scoprirebbero cose inaudite: 
		rosario, adorazione, lettera di Arinze, eccetera)... si fionderanno a 
		leggere davvero i nuovi testi trascurando i vecchi a cui per tanti anni 
		sono stati così affezionati?
 
		- Terzo esempio: quando i testi corretti contraddicono i testi 
		originali... cosa faranno? Avranno tutti il coraggio di dire in ogni 
		occasione: "scusatemi, la volta scorsa vi avevo insegnato una cosa 
		sbagliata, ora invece vi insegno quella giusta"?
 
		- Quarto esempio: per i "catechisti" fa più fede il discorso 
		dal vivo di Kiko, o la pubblicazione cartacea ufficiale di Statuti ed 
		Orientamenti?
 
	 
	Infatti, se Kiko continua con i suoi giudaismi, esoterismi, eresie, parlando "a 
	braccio, con la foga del momento, secondo i canoni della tradizione orale" 
	(sic!) c'è da temere che il lavoro fatto per la pubblicazione cartacea degli 
	Orientamenti sia come prendere una pietra dal fondale marino, asciugarla, e 
	poi rimetterla in mare sperando che non si bagni. 
	 
	In parole povere: l'eventuale pubblicazione degli Orientamenti non rende 
	automaticamente Kiko conforme alla dottrina della Chiesa. 
	 
	Lo abbiamo visto con la liturgia, con la "lettera di Arinze", totalmente 
	disattesa. E allora... in base a cosa dovremmo pensare che con la dottrina 
	ci siano speranze di cambiamento? 
	 
	Possiamo trovare un esempio di eretico che ha smesso di professare 
	l'eresia quando ha visto la pubblicazione cartacea di una versione 
	ingentilita delle sue idee? 
	
	  
	 
	 
	Passiamo allo Statuto. 
	 
	Il decreto di pubblicazione dello Statuto del Cammino, a firma di mons. 
	Clemens e del card. Rylko (Pontificium Consilium Pro Laicis, prot. 1140/08 
	AIC-110), datato 11 maggio 2008 (in realtà pubblicato il 13 giugno), esprime 
	queste motivazioni:
	
		- siccome il periodo "ad experimentum" è 
		scaduto (motivazione: calendario)
 
		- tenuto conto di "numerosi vescovi" 
		appoggianti il Cammino (motivazione: "politica")
 
		- vista l'istanza inoltrata dal signor 
		Kiko e dalla signorina (sic!) Carmen (motivazione: "richiesta 
		dei diretti interessati")
 
		- in virtù degli articoli 131 e 133, §1 e 
		§2 della
		
		Pastor Bonus (costituzione apostolica sulla Curia Romana) che 
		stabiliscono la competenza del Pontificio Consiglio per i Laici per le 
		"associazioni di fedeli",
 
	 
	si decreta l'approvazione definitiva dello 
	Statuto "debitamente autenticato dal Dicastero e depositato in copia presso 
	i suoi archivi" (nota bene: ricordiamoci della faccenda dello 
	
	Statuto "fabbricato" sul sito web ufficiale del Cammino). 
	 
	La motivazione "calendario" è praticamente insignificante sotto tutti i 
	punti di vista (anzitutto giuridico e pastorale): infatti non si può 
	automaticamente approvare qualcosa solo perché ne era scaduto il periodo
	ad experimentum. Passiamo perciò alle altre motivazioni. 
	 
	La motivazione "istanza inoltrata" è una pura formalità giuridica, 
	assolutamente ovvia e prevedibile conoscendo il signor Kiko e la signorina 
	Carmen. 
	 
	Dunque il decreto di approvazione dello Statuto poggia solo sul parere 
	favorevole di non meglio precisati "numerosi vescovi", che hanno 
	"attestato" il "prezioso contributo" del Cammino (conoscendo la 
	dimestichezza neocatecumenale con le bustarelle, altrimenti dette "decime", 
	viene da chiedersi in quanti casi quello sia stato un prezioso contributo 
	economico ai vescovi, piuttosto che un "prezioso contributo alla nuova 
	evangelizzazione"). 
	 
	Osserviamo che non c'è cenno ad un eventuale "nulla osta" del Papa, che 
	avrebbe reso più autorevole e più "definitivo" il documento. 
	 
	Dunque, un (presumibilmente nutrito) manipolo di vescovi ha fatto pressioni 
	perché venisse approvato il Cammino. 
	 
	Sarebbe ordinaria amministrazione che il Papa venisse consultato (per non 
	agire contro la sua volontà). Ma alcune vicende mostrano come minimo che il 
	Papa non intendeva concedere il suo benestare per l'approvazione dello 
	Statuto (ancora il 25 
	aprile 2008 il Papa rassicurava i vescovi giapponesi di "non aver 
	esteso l'approvazione formale degli Statuti"). 
	 
	Insomma, Kiko dice che per gli Orientamenti si può aspettare "una 
	pubblicazione unica"... ma, al contrario, per gli Statuti c'era una 
	fretta diabolica di pubblicare tutto. 
	 
	Che strano, no? 
	 
	Gli Orientamenti, che potevano essere pubblicati da soli (in modo da 
	chiarire ai vescovi quale fosse il fondo dottrinale a cui far attenere i 
	"catechisti" neocatecumenali)... vengono invece rinviati da anni ed anni. 
	 
	E lo Statuto definitivo, che doveva essere pubblicato solo in "compagnia" 
	degli Orientamenti e della soluzione della questione liturgica (in realtà 
	risolta dalla "lettera di Arinze")... è stato pubblicato in fretta e furia,
	incompleto, e per giunta anche 
	anomalo! 
	 
	Insomma, nonostante i calibratissimi slogan di Kiko, resistono ancora tutti 
	saldi gli indizi di qualche "tempesta" nei sacri palazzi, ed appare sempre 
	più evidente la strategia di ridurre la questione del Cammino ad un banale 
	elenco di pezzi di carta più o meno approvati. 
	 
	Finché Kiko non rinnegherà pubblicamente e dettagliatamente gli errori che 
	gli sono così facilmente contestabili (così come ha sempre chiesto padre 
	Zoffoli), si consoliderà sempre di più ciò che conosciamo come "la doppia 
	faccia del Cammino": quella ufficiale, fatta di proclami urlati, di slogan 
	preconfezionati, di "alzate" a tre zeri, di folle oceaniche agitate nelle 
	occasioni mediaticamente efficaci... e quella reale, settaria, eretica, che 
	tenta di nascondersi dietro gli Statuti. 
	 
	  
	 
	Nota 1: il Pontificio Consiglio per i Laici (PCL) è composto da un 
	comitato di presidenza e 32 membri (vescovi, sacerdoti e laici: i laici sono 
	generalmente i capi di movimenti ecclesiali) e 30 consultori esterni. Lo 
	scorso aprile sono stati sostituiti alcuni membri; ad eccezione del
	
	cardinale Dziwisz non sembrano esserci nuovi sostenitori dei 
	neocatecumenali. 
	 
	Nota 2: gli articoli 131 e 133 della Pastor Bonus sopra citati 
	affermano la pertinenza del PCL "per la promozione ed il coordinamento 
	dell'apostolato dei laici" (131) e il compito del PCL di "animare e 
	sostenere i laici affinché partecipino alla vita e alla missione della 
	Chiesa nel modo loro proprio, sia come singoli che come membri 
	appartenenti ad associazioni, soprattutto perché adempiano il loro 
	peculiare ufficio di permeare di spirito evangelico l'ordinamento delle 
	realtà temporali" (133 §1) e di favorire "la cooperazione dei laici 
	nell'istruzione catechetica, nella vita liturgica e sacramentale e nelle 
	opere di misericordia, di carità e di promozione sociale" (133 §3). 
	25 luglio, 2008 15:53 
	
     
                  
 
                
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