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L'Editoriale di Don Marcello Stanzione - Neocatecumenali: gnosi e uso del denaro per accrescere il consenso
Petrus, 1 aprile 2008

CITTÀ DEL VATICANO - Dopo il mio articolo “I Neocatecumenali di Kiko: movimento ecclesiale o setta all’interno del Cattolicesimo?”, diversi lettori di ‘Petrus’ mi hanno chiesto ulteriori dettagli sul Cammino Neocatecumenale e sulla mia storia personale. Premetto che non sono un teologo di professione ma un normale parroco di Campagna, per cui mi rifaccio alla mia esperienza con il Cammino Neocatecumenale durata diversi anni per spiegare perché decisi di chiudere con tale gruppo.
 
A lungo andare la frequenza Neocatecumenale mi puzzava sempre più di gnosticismo. Mi spiego meglio: le eresie gnostiche sono state, dall’epoca patristica, tra i più pericolosi nemici della Chiesa Cristiana, ma, malgrado i ripetuti attacchi, non hanno mai potuto abbattere l’edificio costruito da Cristo. Esse si basano sulla “conoscenza” (gnosi, appunto) che è riservata ad un ristretto numero di persone (gli “iniziati” o “illuminati” a seconda della varie sétte), mentre gli altri (gli “affiliati”) devono essere all’oscuro di tutto e non avere la minima idea di dove li porterà il loro percorso iniziatico.
 
Molte persone, anche oggi, si affiliano alla Massoneria Operativa senza avere la benché minima idea di dove questa affiliazione possa portarle, magari per l’impronta vagamente filantropica di alcune logge, o magari per accrescere il loro status sociale nella società e aumentare così il proprio potere, non immaginando certo di diventare veri e propri schiavi di Satana, cosa che solo alcuni arriveranno a capire, salendo la lunga scala dell’iniziazione massonica.
 
Riguardo al Cammino, poi, quando uno entra nel movimento Neocatecumenale deve dimenticare le domande. Per lungo tempo non è permesso di porne e, anche quando arriva il momento di chiedere qualcosa, le risposte sono evasive, e meno che mai quelle che riguardano le tappe future del Cammino perché allora è tutto top secret. Il sapere è esclusivamente nelle mani dei responsabili, o dei “catechisti”, che non hanno fatto studi particolari di teologia, liturgia, patristica o altro, ma che hanno il solo merito di aver compiuto almeno cinque o sei anni di Cammino; si tratta di persone che sono state indottrinate imparando a memoria o quasi le catechesi di Kiko Arguello.
 
Catechesi che sono piene di eresie dottrinali e che sono state fatte nel contesto socio-culturale degli anni ‘70 e vengono ancora propinate nel ventunesimo secolo! Loro stessi non hanno idea di quello che verrà loro insegnato nei prossimi anni. Il miglior allievo per i Neocatecumenali è colui che è a digiuno di nozioni di catechismo, di teologia e di Bibbia, in modo da potergli insegnare tutto quello che pare a Kiko.
 
Ma ci chiediamo: perché tanta gente, all’inizio, si fida dei Neocatecumenali? Perché l’annuncio delle catechesi viene fatto la Domenica in parrocchia e i catechisti dicono che sono stati mandati dal vescovo. Ricordo che quando le perplessità sulla bontà del Cammino divennero delle evidenze sconcertanti e iniziai a lamentarmi pubblicamente, ricevetti una telefonata dalla responsabile del Cammino che mi disse che essi avevano deciso di chiudere il Cammino nella mia parrocchia; io replicai, allora, che se erano stati inviati, come essi dicevano, dal vescovo, doveva essere il vescovo stesso, solo lui, a ordinare la chiusura del Cammino nella mia Chiesa e non loro, laici, a dare ordini a un sacerdote.
 
Il fatto interessante avvenne subito dopo. Per anni ero stato il confessore di centinaia di Neocatecumenali di altre comunità parrocchiali, i quali non si facevano scrupolo di venirsi a confessare a tutte le ore. Chiuso il Cammino nella mia parrocchia, non ne vidi più nessuno, ma proprio nessuno, e la cosa mi sconcertò alquanto, perché con gli anni ti affezioni alle persone. Ci furono ordini di scuderia per cui nessuno doveva più venire da me. Ed io, preticello ingenuo, che pensavo venissero dal sacerdote cattolico per riconciliarsi con Dio! No, venivano dal Presbitero di comunità, e quando questi non lo fu più, ci fu un ordine di scuderia del tipo ‘No Kiko, No party’.
 
Il catechista Neocatecumenale che aveva aperto il Cammino nella mia parrocchia, quando venne l’ultima volta a trovarmi, stizzito mi disse che tra me e loro non ci poteva essere dialogo perché io - sue testuali parole che non dimenticherò mai - rappresentavo la Chiesa di Pietro, mentre loro rappresentavano la Chiesa di Giovanni. A queste testuali parole capii finalmente che Dio, nella sua infinita misericordia, mi aveva liberato da una setta che per ingenuità sacerdotale giovanile io stesso avevo aiutato ad impiantarsi nella mia parrocchia!
 
Da fonti massoniche sono trapelati vari documenti che attestano come da molti anni siano in corso piani per l’annientamento della Chiesa Cattolica, operando dal suo interno (cfr. “La faccia nascosta della storia” di P. Mantero, Ed. Segno, Udine).
 
Esaminiamo alcuni punti interessanti:
  1. La svalutazione e il deprezzamento della Santissima Eucarestia e conseguentemente la desacralizzazione e profanazione del culto cattolico e dei luoghi di culto
  2. L’eliminazione della Mariologia e dell’angelologia dalla teologia cattolica.
  3. L’eliminazione del sacerdozio ministeriale e di tutto ciò che ha a che fare col sacro.
  4. L’uso del denaro per accrescere il consenso.
     

Ora esaminiamo ad uno ad uno questi punti, confrontandoli con la catechesi Neocatecumenale tratta dagli orientamenti alla èquipes di catechisti di Kiko Argüello, come riportato da Padre Enrico Zoffoli, da essi considerato il nemico n. 1, nel suo volumetto “Il neocatecumenato della Chiesa Cattolica”.
  1. Per i Neocatecumenali la Messa non è un vero “sacrificio”, il perpetuarsi del sacrificio della Croce, ma soltanto un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica di Cristo risorto che è bene celebrare non in Chiese consacrate, ma in stanze qualsiasi proprio per far risaltare che è una cena, e se si celebra in Chiesa per ragioni di spazio (con più comunità riunite) l’altare (cioè, la tavola) va tolto dal presbiterio e portato al centro della Chiesa. Il Pane Consacrato non si muta nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui che, risorto, tutti trascina sul carro di fuoco... Negati il Sacrificio eucaristico e la transustanziazione, il “Pane consacrato” (con tutti i suoi resti e frammenti), il Cammino esclude la reale presenza di Cristo, perciò abbiamo che nelle Messe celebrate da sacerdoti Neocatecumenali non viene fatta la purificazione dei vasi in modo corretto, non si fa caso se dei frammenti cadono a terra (una volta si chiamava sacrilegio...) e viene negato ogni culto al Santissimo Sacramento (niente Quarant’ore o adorazione Eucaristica ).
  2. L’unica effigie Mariana ammessa è un’icona di vago sapore bizantino, chiamata “Madonna di Kiko”. Ricordo che una volta, durante la liturgia della parola del mercoledì, non si trovava il quadro di Kiko, ed io proposi di andare a prendere il quadro del Cuore Immacolato di Maria appeso in sacrestia e metterlo sul trepiedi. Ovviamente non se ne fece niente, perché tutto il materiale liturgico deve essere disegnato da Kiko. Come ho già scritto, c’è un culto della personalità verso l’Arguello, per questo definisco i Neocatecumenali anche ‘kikiani’. Ovviamente non si può parlare ai Neocatecumenali di Lourdes, Fatima e di altri luoghi mariani, a cui viene negata ogni importanza.
  3. L’eliminazione del sacrificio comporta la soppressione del sacerdozio ministeriale, non dovendosi riconoscere altro sacerdozio se non quello di Cristo: l’Eucarestia è celebrata nella comunità dei credenti, tutti indistintamente partecipi di quell’unico sacerdozio... L’esclusione del sacerdozio ministeriale porta al crollo della gerarchia Ecclesiastica, ossia il rifiuto dell’ordine sacro che la fonda, soppresso il quale, la Chiesa, come società visibile e gerarchica, non ha più alcuna ragione di essere. Infatti, nel neocatecumenato tutta l’autorità e tutto il sapere sono nelle mani di Kiko e dei responsabili da lui nominati a livello zonale e dei catechisti, ai quali, tutti, anche i sacerdoti devono obbedienza! I preti servono solo a celebrare le Messe secondo le indicazioni liturgiche di Kiko. Il rispetto verso i sacerdoti è solo formale, i veri pastori sono i Catechisti del Cammino che, laici, non si fanno pudore di chiedere, durante gli scrutini, anche ai sacerdoti se si masturbano… Aspetti privatissimi della vita intima di una persona non li conosce il sacerdote parroco o il sacerdote confessore, che in virtù del suo ministero ne avrebbe tutto il diritto, ma dei semplici laici conoscono i fatti di tutti! In realtà, essi non si fidano dei preti, è questo il motivo per cui Kiko ha voluto i seminari Redemptoris Mater, per avere un clero plasmato a sua immagine e somiglianza!
    Mia mamma, che avevo portato insieme a mia sorella nel Cammino, mi fece notare che i catechisti Neocatecumenali poi non si inginocchiavano mai, né davanti al Santissimo, né alla consacrazione, e assumevano atteggiamenti irriverenti durante le celebrazioni (la posizione classica in Chiesa è con le gambe accavallate ed i due gomiti appoggiati allo schienale, possibilmente in posizione obliqua rispetto alla panca).
    Io stesso devo ammettere che durante la mia permanenza nel Cammino ero come se fossi stato ipnotizzato, avevo le fette di prosciutto sugli occhi. Il mio risveglio dal sonno ipnotico avvenne durante una convivenza piena di termini e ritualità giudaiche, in cui ad un certo punto mi chiesi: ma dove sono capitato? Sono in un’associazione cristiana o sono finito in una sinagoga ebraica? Mi trovo tra i marrani, ossia gli ebrei spagnoli che fingevano di essersi convertiti a Cristo, o in un gruppo cattolico? Non sono assolutamente un antisemita, ma il rinnovamento della Chiesa si deve rifare alla Padri della Chiesa e non all’Antica Alleanza che è superata!
  4. I Neocatecumenali dispongono di grosse somme di denaro, che vengono elargite dai loro membri. Con quale “liberalità” ci sarebbe molto da discutere: C’è la storia di una suora alla quale fu tolto l’orologio perché si “liberasse dai beni” non avendo altro da dare a causa del voto di povertà e perciò non possedendo niente. Arrivati ad un certo punto del Cammino, i seguaci devono dare le ‘decime’ non sapendo ovviamente dove vanno a finire: nessuno presenta consuntivi. In gran parte vengono date in elemosina ai vescovi delle Diocesi che ospitano i ‘kikiani’ al fine di accrescere il consenso della Gerarchia nei loro confronti.

Un altro aspetto del Cammino Neocatecumenale che trova riscontro nello statuto massone è il comportamento verso il prossimo. Come nel giuramento massone è fatto obbligo di aiutare i “fratelli” della stessa loggia, anche per i neocatecumenali c’è l’impegno del mutuo soccorso all’interno della propria comunità ed eventualmente delle altre comunità.

In conclusione, a proposito di soldi, sul blog “La Verità sui Neocatecumenali” è stato riportato il mio primo articolo su ‘Petrus’ e tra i commenti ve ne è uno di un anonimo che scrive le testuali parole: ”LA STORIA SI RIPETE… DON MARCELLO COME GINO CONTI… ANCHE LUI COMINCIA A VENDERE LIBRI… INTERESSANTE, NO??? PRIMA L’ARTICOLO COPIA E INCOLLA CON ZOFFOLI… L’ANNUNCIO DEL NUOVO LIBRO… DAJE MARCE’… SE VOI 50 EURO TE LI REGALO IO”. Al caro anonimo ricordo che sono molti anni che mi dedico alla compilazione di libri: ne ho attualmente scritti 24, alcuni tradotti in diverse lingue. Quest’anno ne pubblicherò altri 10, per cui se segue ‘Petrus’ dovrà abituarsi alla pubblicità frequente dei miei libri! Un’ultima cosa: caro anonimo, per quanto riguarda i 50 Euro che vuoi regalarmi, parlane prima con il responsabile della tua comunità, lo sai non ti è lecito fare l’elemosina senza il suo permesso: potrebbe essere interpretato come un atto di superbia da parte tua…

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