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Cronache di inizio aprile

In certi frangenti occorre franchezza e nessuno può realisticamente aspettarsi l'autocorrezione da parte di Kiko. Qualunque auspicio in tal senso è illusorio e fuori dal mondo.

Su questo sito è stato ampiamente e lucidamente analizzato il progetto neocatecumenale ed evidenziato come, trattandosi di un programma di riforma radicale della Chiesa, non contempli aggiustamenti o correzioni di sorta.

È ingenuo aspettarsi professioni di sottomissione e di umiltà da parte dei capi del Cammino, al di fuori di strategie opportunistiche e circostanziali adottate di volta in volta. Semplicemente perchè, dal loro punto di vista ogni cambiamento, ogni trasformazione da loro progettata è coerente con il programma generale di riforma, affinato e modulato man mano lungo un arco quarantennale.

Pertanto, le affermazioni che fanno generico riferimento a "qualcosa che non va" nel Cammino, al dovere di sentirsi fratelli con i NC, ad un embrassons nous molto cristiano ma anche molto ingenuo e superficiale non tengono conto della radicalità del progetto NC. La vera posta in gioco è la sopravvivenza stessa della Chiesa cattolica apostolica romana per come consolidata nei millenni.

La grande, inusitata abilità dei capi neocatecumenali è stata indubbiamente quella di inoculare il germe del cambiamento eversivo in modo silenzioso e sotterraneo, cercando di acquisire adepti e simpatie il più possibile prima di essere scoperti.

Ciò che inquieta tutti noi, il silenzio ostinato delle gerarchie sull'intera vicenda, è esattamente il risultato di una infiltrazione che oggi è arrivata a coinvolgere un numero talmente alto di alti prelati, vescovi, sacerdoti e fedeli - e il caso della visita collettiva attuale alla Domus è emblematica - da porre non pochi problemi al vertice della Chiesa, Papa in primis, non diciamo a scomunicare esplicitamente la palese eresia neocatecumenale ma neppure ad adottare severe sanzioni.

Tale purtroppo è lo stato delle cose, e fino a che non emergerà nel corpo ancora sano della Chiesa una vasta, corale ed autorevole presa di posizione contro lo stato di cose provocato dalla diffusione del neocatecumenato nel mondo cattolico, nulla si potrà contro il pericolo micidiale che esso rappresenta, neppure da parte del nostro pur vigile Papa Benedetto.

Al momento, è troppo forte lo squilibrio tra la forza palese dei neocatecumenali e quella di chi li respinge in nome dei più sacri valori della Chiesa.

Certo, la situazione è molto complessa. Ma il radicamento del Cammino gioca molto sulla parzialità e ambiguità su cui si muove. E sul solito colpo al cerchio e alla botte per espandersi. È "eresia" nel senso più vero del termine. Prende "Parte" della Verità... distorcendola per attuare il proprio piano.. Ma questo getta fumo negli occhi dei piccoli...

Forse bisognerebbe guardare ad altri aspetti reconditi in questa triste e disgraziata vicenda, in parte già richiamati. In fondo, il problema non è solo Kiko e il suo progetto. Il problema è chi se ne è lasciato attrarre e sedurre, pur avendo gli strumenti intellettivi, spirituali, culturali per respingerlo.

Non c'è peggiore battaglia di quella perduta prima di essere iniziata, e la situazione della Chiesa attuale ricorda quella di quelle antiche roccaforti, le quali, pur munite di difese imponenti, viveri e soldati, all'apparire dei barbari all'orizzonte non hanno trovato di meglio che aprire le porte e gettarsi nelle loro braccia, procurandosi con le loro stesse mani il martirio, che senza tale resa, ci poteva essere oppure no, secondo la volontà di Dio. Il quale, come è noto, aiuta chi si aiuta e non chi si vuole perdere, per stanchezza, disaffezione, noia e magari il desiderio di rinvigorire la propria fede con qualche novità interessante, si avventura per sentieri sconosciuti senza minimamente accorgersi di essere finito nelle sabbie mobili.

In sintesi è interessante e singolare la notazione sulla Chiesa che avrebbe investito nel CN. Ciò da una parte conferma una certa reattività dei NC quando dicono di sentirsi "dentro" la Chiesa. Dall'altra conferma che i seminari RM non sono piovuti dal Cielo, ma rientrano in quell' "investimento". Che poi si sia trattato di un investimento sbagliato, a perdere come si dice, lo si è scoperto molto dopo.

Comunque, abbiamo davanti tre ipotesi di soluzioni:

  1. il Papa smentisce se stesso, approva Kiko e le sue liturgie.
  2. il Papa reagisce in modo eclatante alla disobbedienza, magari con una scomunica.
  3. il Papa (la Chiesa) decide di non decidere e lascia il tutto in un limbo indefinito.

Sembra la situazione di un malato di cancrena: mentre la malattia continua a progredire, non si provvede ad amputare, si continuano a somministrare palliativi e nel frattempo ci si affida alla Divina misericordia.

Nel riflettere ci siamo detti che Dio aiuta chi si aiuta... ma sono decenni che le anomalie vengono denunciate, hanno parlato sacerdoti e vescovi, gli stessi Papi non hanno mancato di dare direttive, sono fioccate testimonianze da ogni dove, ora anche la base più consapevole si sta sensibilizzando... ma NULLA SI MUOVE, si GRIDA NEL DESERTO e forse la nostra Chiesa sta rischiando la desertificazione - perché realtà come il Cammino NC sono gramigna, non piante commestibili e salutari - a meno che non intervenga un soccorso speciale, che è giusto invocare dal cielo ma senza mai stancarsi di fare del nostro meglio...

Al momento il nostro meglio sembra proprio questo continuare a fare le sentinelle, al posto dei 'pastori addormentati' e dei 'cani muti', senza stancarci di denunciare e GRIDARE NEL DESERTO!


Considerazioni conclusive sui 160 vescovi e 9 cardinali alla Domus Galileae

Come previsto, il soggiorno in Galilea ha prodotto nuovi indottrinamenti di alti prelati, di cui la "testimonianza" del vescovo Scanavino (che sul settimanale on line della sua diocesi, Perugia, ha pubblicato una osannante relazione dell'evento) è tipico esempio. Ne abbiamo letto con raccapriccio le espressioni, evidente frutto della realtà ostentata che gli hanno presentato in Galilea, non di quella vera, che purtroppo conosciamo bene!

La macchina propagandistica del Cammino, perfettamente rodata ed oliata nel corso dei decenni, produce proprio i risultati attesi dai capi neocatecumenali: l'adesione acritica di alti prelati, i quali sposano la causa neocatecumenale o da perfetti ignoranti del rovescio della medaglia del cammino o ricacciando in qualche anfratto remoto della propria coscienza eventuali dubbi nutriti prima della visita al centro mondiale d'irragiamento dell'eresia kikiana, abbagliati e soggiogati definitivamente dalla messinscena trionfalmente dispiegata per fare colpo sugli illustri ospiti.

Ovviamente, essendo questi vescovi ignari delle svariate aberrazioni correlate al cammino (nessuno di loro può conoscere le catechesi originali che costituiscono la "tradizione orale" del Cammino NC e nemmeno i drammi umani di tante vite e famiglie distrutte), non si rendono neppure conto che abbracciarne la causa li trasforma in rinnegati della fede cattolica e traditori del giuramento di fedeltà al Papa.

Un'altra conseguenza della laicizzazione progressiva della Chiesa iniziata con il Vaticano II e proseguita nei decenni successivi: ciò che sarebbe stato impedito ad un religioso, spostare ed attrarre la Chiesa verso un'altra teologia, è stato invece consentito ad un laico...

Siamo dunque in presenza di una vera ed incompresa rivoluzione questo sopraggiunto predominio dei laici sui religiosi, di cui Kiko Argüello è l'esempio massimo, riuscendo in tale condizione a cooptare ed irretire centinaia di porporati.

Naturalmente, fa parte della strategia del leader NC continuare a dimostrarsi e dichiararsi compunto e servile verso la Chiesa quando nella realtà dei fatti la Chiesa, attraverso alcuni suoi prìncipi, si inchina a lui ammutolita e soggiogata.

La resa, perchè di resa si tratta, avviene allorquando ogni prelato si convince che, se un tipo come l'Arguello riesce ad essere più trainante e convincente del proprio bagaglio teologico e dottrinale, una forza trascendente deve necessariamente operare in lui, dunque è giusto inchinarsi a questa supremazia.

E così il cerchio dell'eresia e della sovversione si chiude inesorabilmente.

Se in Vaticano sta ancora a cuore l'integrità della Chiesa cattolica, si dovrebbe agire senza ulteriori indugi, perchè ogni giorno che passa è a favore della grande eresia neocatecumenale.

Per la prima volta nella storia vi è il fondato pericolo che anziché essere la Chiesa a svuotare e neutralizzare l'ennesima spinta al mutamento eversivo, sia quest'ultima a svuotare ed incorporare lentamente la Chiesa.

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