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Chiusi i Seminari Redemptoris Mater del Giappone?

15 luglio. La storia continua
4 luglio. La storia non è finita
1 maggio. Siamo in grado di aggiornare la notizia
3 giugno. Gli ulteriori aggiornamenti

Ci scrive un nostro lettore spagnolo (Traduzione di un altro lettore)

«Da fonte certa [che contiamo di verificare al più presto - ndR] mi è arrivata la notizia che la Commissione Episcopale del Giappone abbia 'vinto la battaglia' che esisteva da vari anni con 'i capi romani', e si è arrivati alla conclusione di far chiudere i seminari Neocatecumenali Redemptoris Mater della diocesi di Takamatsu in Giappone. Saludos Antikikos, Yumi»

Takamatsu notturna

Noi abbiamo gli originali delle lettere scritte a Padre Zoffoli dai Missionari salesiani in Giappone, disperati per l'invasione neocatecumenale, cui aveva aperto le porte il vescovo di Takamatsu dell'isola dello Shikoku.

Ebbene, si dà il caso che in Giappone il Cammino sembra aver fallito perché i missionari già lì presenti sono stati Fedeli alla Chiesa e, resisi conto di che si trattava (ma a loro è bastato poco e forse nemmeno avevano chi stava loro col fiato sul collo a nome del Papa di allora-1), nessun parroco (tranne uno solo) li ha fatti operare nella sua diocesi... e così l'esiguo gruppo di cattolici del Giappone (400.000) almeno resteranno cattolici... a parte l'operato delle comunità NC che dovrebbero essere rimaste.

È una situazione esemplare, che purtroppo non si è riprodotta dappertutto per le troppe connivenze che conosciamo. Anche lì qualcuna ce n'era ma non hanno prevalso.

Si dà il caso che in Giappone si sono mobilitati subito, per far sapere chi e cosa erano i neocatecumenali, sacerdoti, professori universitari cattolici, semplici fedeli, scrivendo opuscoli informativi e diffondendoli come hanno potuto. Lì c'è stata una reazione immediata e non un'azione purtroppo tardiva come la nostra...

Ci riferisce un anziano Missionario che all'epoca della Redemptoris Missio, i cattolici hanno avuto difficoltà per la sua diffusione, perché i neocatecumenali, more solito, hanno voluto prendere in mano la situazione impedendo la pubblicazione del testo già tradotto, avocandone a sé il compito, che hanno assolto con molto ritardo e con molti errori nel testo... Ma chi si è visto rifiutare la sua traduzione già pronta, ha subito pubblicato il testo sotto altro nome; per cui almeno ha potuto circolare anche una versione esatta e ben curata.


-1 Ci sembra doverosa una precisazione a questo riguardo. All'epoca di Giovanni Paolo II, la questione neocatecumenale fruiva di tre potenti filtri, almeno tra i più noti: i Monsignori Cordes, Rylko e
Dziwisz... e molti vescovi critici sono stati messi a tacere proprio per effetto di questa pesante influenza sul Papa...



Vescovi giapponesi contro il Cammino Neocatecumenale

«The Japanese Bishops' Conference sent a delegation last week to discuss with Pope Benedict XVI "the serious problem" they are having with the Neocatechumenal Way and its seminary in Takamatsu diocese».

Il 29 aprile 2008 la Conferenza Episcopale Giapponese per la seconda volta in cinque mesi ha mandato una delegazione a Roma, da papa Benedetto XVI, per discutere "il serio problema" con i neocatecumenali ed il loro seminario nella diocesi di Takamatsu.

La notizia è data dall'agenzia di stampa UCANews.

L'allora vescovo di Takamatsu, mons. Fukahori Satoshi, fin dal 1990 aveva acconsentito all'avvio di un seminario Redemptoris Mater a Takamatsu (520 km a sud di Tokyo, una diocesi di ventisette parrocchie per un totale di cinquemila cattolici - l'un per cento della popolazione cattolica giapponese), nonostante l'opposizione di molti fedeli (notizia riportata qui).

Nel 2003 il seminario contava 28 studenti, dei quali solo due giapponesi (gli altri provenivano dall'Italia, dall'America Latina e dalla Spagna), e un totale di 26 ordinazioni in 13 anni (preti in genere assegnati alle diverse diocesi giapponesi).

Nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 il vescovo Fukahori aveva criticato (facendo nome e cognome) due dei fedeli che si erano opposti, ed è stato perciò denunciato per diffamazione e condannato a pagare un totale di 800.000 yen di risarcimento danni (poco meno di 5.000 euro); i due parrocchiani che hanno vinto la causa hanno affermato di non essere contenti della vittoria, ma di essere allarmati a causa del seminario Redemptoris Mater.

«Another matter would be The Neocatechumenal Way (the Way) and the International Takamatsu Diocesan Seminary known as Redemptoris Mater. We have here a serious problem. In the small Catholic Church of Japan, the powerful sect-like activity of Way members is divisive and confrontational. It has caused sharp painful division and strife within the Church. We are struggling with all our strength to overcome the problem but feel that if a solution is to be found, the consideration of Your Holiness for the Church in Japan will be of the utmost importance and direly needed.»

Sono le testuali parole di monsignor Peter Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo, riportate nel sopracitato articolo di UCANews del 29 aprile 2008: "Il Cammino Neocatecumenale è un problema, e lo è anche il seminario Redemptoris Mater "International Takamatsu Diocesan Seminary". Abbiamo un serio problema: nella piccola Chiesa cattolica del Giappone, la potente attività simile a una setta dei membri del Cammino porta divisioni e contrasti. La setta del Cammino ha portato acute e dolorose divisioni e lotte all'interno della Chiesa."

L'attuale vescovo di Takamatsu, Francesco Saverio Osamu Mizobe (salesiano), ha confermato di aver parlato al Papa proprio del problema del seminario Redemptoris Mater presente nella sua diocesi, che intende chiudere definitivamente. Dopo le discussioni tra i prelati giapponesi, nessuno di loro è disponibile ad accettare la riapertura di quel seminario nella propria diocesi.

I vescovi giapponesi confermano di essere stati ascoltati dal Papa "molto attentamente" e "per quasi un'ora" su questa questione.



Dal sito della Conferenza Episcopale Giapponese
http://www.cbcj.catholic.jp/eng/jcn/may2008.htm#12

Mons. Pietro Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo, parla del seminario Redemptoris Mater installato a Takamatsu:

"Abbiamo avuto questo problema per vent'anni. Nel febbraio 1992 organizzammo un incontro speciale dei vescovi proprio per parlare del seminario Redemptoris Mater di cui era stato appena annunciato l'avvio.

Da allora, abbiamo speso innumerevoli ore e passato attraverso tanto dolore alle conferenze, ed in corrispondenza con la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, pubblicando montagne di documenti.

Abbiamo fatto tutto questo, ma pare che ancora non ci sia una mutua comprensione, e perciò per farci capire abbiamo fatto appello al Santo Padre
".

Caso notevole, nell'articolo si afferma che "nonostante il Papa abbia ricevuto rapporti da quella stessa Congregazione, i vescovi erano convinti che non era stata data al Papa adeguata informazione direttamente dal Giappone" (speriamo che sia dovuto solo alla sbadataggine).

Pertanto, il 5 aprile 2008 ed il 29 aprile 2008, a distanza di sole tre settimane, una delegazione di vescovi giapponesi è volata a Roma per parlare col Papa.

La conferenza episcopale giapponese già nel 1992 affermava (testuali parole) che "lo scopo del Seminario Redemptoris Mater non è quello di formare sacerdoti diocesani ma di formare preti per le comunità neocatecumenali" ("the seminary's purpose is not the training of new diocesan priests, but rather the training of new priests for the Neocatechumenal Community.")

L'anno successivo la stessa conferenza affermava che il Cammino - insediatosi in Giappone fin dal 1973 - è un gruppo difficile da trattare e costantemente pronto a creare divisioni.

Nell'articolo del sito ufficiale della conferenza episcopale giapponese leggiamo che "i vescovi hanno anche fatto notare che ci sono stati problemi simili anche fuori dal Giappone".

Mons. Mizobe, commentando l'incontro col Papa, ha detto che "il Papa ha spiegato di non aver esteso l'approvazione formale degli Statuti. Il motivo che ha dato è che quanto alle liturgie e ai rapporti coi vescovi, certi problemi sono venuti alla luce" ("In this meeting, the pope explained that he has not extended formal approval of the regulations. The reason he gave was that, pertaining to their liturgies and relationships with the bishops, certain problems have been brought to light." -- il termine "regulations" non può non riferirsi agli Statuti del Cammino Neocatecumenale).

Mons. Mizobe nel febbraio 2006 (poco più di un anno dopo del suo insediamento) aveva dichiarato al giornale Katorikku Shinbun (significa "Giornale Cattolico") che "laici e preti che non sono affiliati al Cammino dichiarano che non ci sarà pace a Takamatsu finché non viene risolto il problema del seminario" neocatecumenale.

Mons. Ikenaga ha presentato al Papa un memorandum in quattro punti:

  1. tutti i vescovi del Giappone sono contrari a che quel seminario Redemptoris Mater continui la sua attività
  2. in tutte le parrocchie dove si è insediato il Cammino, ci sono state divisioni tra la minoranza neocatecumenale e la maggioranza non-neocatecumenale
  3. tranne quelli neocatecumenali, tutti i preti diocesani si oppongono al Cammino
  4. il problema neocatecumenale non è solo nella diocesi di Takamatsu ma in tutto il Giappone, e comincia fin da quando il Cammino vi si è insediato.
Il Papa ha ringraziato i vescovi per la pazienza e il duro lavoro svolto.

L'arcivescovo Okada ha affermato che ora anche la Santa Sede è d'accordo a far chiudere entro l'anno il seminario Redemptoris Mater di Takamatsu.

Stiamo ancora sfogliando il sito della conferenza episcopale giapponese.

Tra le notizie, leggiamo un brevissimo inciso, in cui si dice che dopo una mostra "ci sono stati alcuni che, interessati al cristianesimo, hanno preso qualche pubblicazione cattolica".

Queste poche parole sono davvero commoventi. In un paese dove i cattolici non arrivano allo zero virgola cinque per cento del totale degli abitanti, i vescovi considerano come notizia bella e degna di rilievo anche il fatto che dopo una mostra a cui hanno partecipato nientemeno che una quarantina di persone, qualche "pubblicazione cattolica" è finita nelle mani di persone che hanno un barlume di curiosità per il fatto cristiano.

E quei vescovi - i più posati del mondo, i più diplomatici del mondo -, nel loro sito ufficiale dicono che il Cammino ha creato solo divisioni. E tali divisioni sono tra la minoranza neocatecumenale e il resto del mondo cattolico!

Queste sono proprio le stesse cose che diciamo noi.

E vengono dette in un paese dove la comunità cattolica è così piccola che la gerarchia ecclesiale è assai poco "comprabile" lusingandola con promozioni e "decime". Perciò quelle affermazioni sono da considerare così sincere.

Il Papa ha rassicurato i vescovi giapponesi che non avrebbe "esteso" lo Statuto (il testo originale della notizia era in giapponese, e successivamente tradotto in inglese; pertanto il termine "statuto", passando dal giapponese all'inglese, è stato adattato in "regulations"; non si capirebbe peraltro a quali "regulations" possa fare riferimento papa Benedetto XVI, a fine aprile 2008).

A meno di grossi equivoci dei giapponesi nel riportare quella stessa notizia, mi viene da pensare che la presunta "approvazione" dello Statuto di cui si vocifera da due settimane, sia piuttosto un "colpo di testa" del Pontificio Consiglio per i Laici, in modo da presentare al Papa il "fatto compiuto", così come avvenne nel 2002.

Papa Giovanni Paolo II, da fine giugno del 2002, rispose al "fatto compiuto" col suo assordante silenzio, parlando degli Statuti solo nel settembre successivo per dire che era un punto di partenza, non di arrivo.

Papa Benedetto XVI è indubbiamente più coriaceo di Giovanni Paolo II. Vedremo come andrà a finire.

Nel frattempo, ancora oggi (3 giugno 2008), i neocatecumenali non hanno nessuna "approvazione" ma solo voci discordanti.

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