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Punto della situazione ad oggi (dicembre 2007)

Giunti a questa "tappa" del nostro percorso possiamo fare il punto della situazione, scaturito dalle ultime riflessioni e testimonianze sul nostro Weblog.

[Un aggiornamento sul Family Day spagnolo del 30 dicembre]

Partiamo da questa considerazione di un nostro lettore:

"Un corollario: può il direttorio di una realtà che si definisce al servizio della Chiesa essere tenuto segreto al mondo cattolico o non avrebbe dovuto già da un pezzo essere reso disponibile a tutti?"

La segretezza del vecchio direttorio, come ormai noto, riguardava i contenuti che presentano tante difformità con gli insegnamenti della Chiesa e tante consonanze luterane e moderniste...Oltretutto esso serviva a far credere agli adepti che i catechisti parlavano "su ispirazione dello Spirito Santo", mentre si limitavano e si limitano a fare da "ripetitori" acritici alle catechesi orali degli iniziatori. Realisticamente dobbiamo pensare che i direttori consegnati alla Santa Sede siano stati epurati di quei contenuti... ma sappiamo che essi continuano a essere tranquillamente tuttora predicati nelle catechesi, che sono sempre le stesse di 40 fa, con aggiunte posteriori, uguali in tutto il mondo e pedissequamente fedeli agli "insegnamenti orali" dei fondatori... e nulla ci fa pensare che non continueranno ad esserlo... pena la fine dell'identità del cammino, che si regge proprio su questa diversità oltre che sulle gerarchie, metodi, prassi anche liturgiche difformi dalla Chiesa come abbiamo più volte evidenziato.

Quello che ufficialmente non emerge e che la Santa Sede non può aver esaminato perché non fa parte dei Direttori ufficializzati dopo tante resistenze e correzioni, è quella parte degli "insegnamenti orali" e delle prassi che si rifà pesantemente alla tradizione giudaica: Storia della Salvezza basata prevalentemente sull'Antico Testamento, Midrash, Targum, kabbalah, simboli (la hannukkià o a volte la menorah sulla mensa che non è un altare al posto della Croce); il Santuario della Parola e l'enfasi data alla Legge vestita, more giudaico, collocata nel Tabernacolo con pari se non con maggiore dignità delle Sacre Specie; Cristo richiamato solo in relazione alla lavanda dei piedi (iniziazione: nel rito "seduti a mensa perché venga e servirli") e alla Risurrezione (simbolo del passaggio dalla morte alla vita) bypassando il Sacrificio della Croce rappresentata nella croce astile del cammino con il Cristo vivo che ha su di sé la legatura di Isacco (il figlio non più sacrificato); il riferimento ad Elia assunto in cielo sulla merkavà, che si trova simboleggiata proprio sotto l'anomalo crocifisso appena evidenziato. Perché il Nuovo Testamento, secondo il Cammino, è il Libro del Profeta Elia! Ultimo libro dell'Antico Testamento?... E le sue Parole, nel limitato  uso che se ne fa, vengono interpretate alla lettera, senza aggancio all'interpretazione Ecclesiale e strumentalizzate ad usum cammini? Potremmo continuare, ma crediamo che ce ne sia a sufficienza...

Ora risulta comprensibile anche l'osservazione di uno di noi riguardante il fatto che nella sua comunità si parlasse sempre di Assunzione e non di Ascensione di Gesù, Signore nostro e Dio nostro... è evidente che l'Ascensione comporta una morte ed una resurrezione, l'Assunzione, come quella di Maria, di Elia, di Enoch, avviene da questo mondo nel carro di fuoco, la merkavà di Ezechiele, appunto... Insomma tutto l'Arcano che i piccoli neppure immaginano ed è riservato a chi avanza nel cammino...

Se è vero che la nostra radice è innegabilmente ebraica, è vero anche che il Vangelo ci consegna un'immagine FORTE ed eloquente: la Trasfigurazione, CRISTO Trasfigurato (cioè già nella rivelazione della pienezza della Sua Vita Divina che Egli riassumerà interamente con la Resurrezione, insieme alla natura umana rigenerata, che ricollocherà Redenta nel Seno del Padre con l'Ascensione al Cielo) che dialoga con Mosè e i Profeti (cioè con la Legge e la Profezia dell'Antico Israele). Egli dialoga e non sostituisce, ma porta a compimento il disegno di Salvezza e non ne è sostituito come avviene nel Cammino, che non è altro che l'ebraizzazione e lo stravolgimento del cristianesimo anziché, com'è avvenuto nella storia della Salvezza, il compimento della Legge e dei Profeti nella Creazione Nuova portata dalla Risurrezione di Cristo, quella dell'Ottavo giorno (Giovanni), il Dies Dominicus, tramandata e vissuta nei secoli dalla Chiesa Cattolica...

Infatti ORA la salvezza è offerta in Cristo Gesù a tutti i popoli, "nella Nuova ed Eterna Alleanza nel Suo Sangue versato in espiazione per i molti" non più per una qualche forma di discendenza secondo la carne, ma per la fede, nella Chiesa. Ricordiamo il Prologo di Giovanni: "a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". "A quanti... l’hanno accolto dà potere di diventare figli di Dio" (cf. Gv 1, 12).

E non per elezione deterministica nonché predestinata e predestinante riservata soltanto ad alcuni (gli "eletti" in quanto aderiscono al  Cammino NC, come dicono loro, arrogandosi non si sa a che titolo le prerogative del "resto" di Paolina memoria: lettera ai Romani); ma elezione, che è una chiamata, predestinata nel senso che è riservata, per Grazia naturalmente, ma non in esclusiva ad "eletti" per mera appartenenza, ma "a coloro che Lo hanno conosciuto e Lo hanno accolto"... e a Lui solo appartengono, nel Suo Corpo Mistico che è la Chiesa.

Sfatiamo un altro luogo comune: Il fatto che i missionari e sacerdoti siano sempre meno non è una buona ragione per affidare un incarico così cruciale come l'evangelizzazione a sprovveduti o fanatici fuorvianti.

È come se, mancando chirurghi ed anestesisti negli ospedali, si decidesse di affidare gli interventi a infermieri e portantini, essendo in maggior numero... A ciascuno il suo mestiere, dice l'adagio.

Il problema dei problemi: in che mani mettiamo l'evangelizzazione? L'evangelizzazione è una tappa importante nella missione della Chiesa; ma se poi "alle genti" si porta un messaggio di fede profondamente distorto o alterato nell'essenza, nei caratteri originali, nelle verità di fede, nella corretta celebrazione liturgica, non è meglio che si raggiungano meno persone con un messaggio e una testimonianza cristiana autentici, anziché un maggior numero ma con una concezione della nostra fede parziale o del tutto distorta?

Giriamo la domanda ai nostri interlocutori in Vaticano, memori della visione di una Chiesa eventualmente ridimensionata ma non meno presente nel mondo in termini qualitativi più che quantitativi, affiorata in una vecchia intervista al Papa quand'era ancora cardinale.

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