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Dopo Loreto (megaraduno di Montorso). Dove siamo?

Quel giornalista di Korazym sarà pure contento ed entusiasticamente di parte, ma ai nostri occhi la cronaca del lunedì da Montorso (1) [link disattivato da Korazym] sembra lo scenario apocalittico di cosa si profila all'orizzonte della Chiesa: una gigantesca kermesse di massa, fabbrica di miti e coscienze plagiate a suon di slogan, all'insegna del "Dio vi ama" gridato da un palco, come è prassi di ogni santone con il proprio popolo succube.

Sol perchè avviene in casa propria, ci si ostina nelle alte sfere a non vedere i parallelismi con le sette iniziatiche ed esoteriche mondiali: stesse metodiche, stessi rituali, stesso condizionamento collettivo.

Allora, se ciò è reale, perchè dovrebbe diventare buono ed accettabile? Forse perchè si attua nella Chiesa e ai piedi del Crocifisso? No, tutto ciò non convince. I conti non tornano.

È in atto un delirio collettivo e tra chi dovrebbe avere buon senso non si ha tema di salire sul carro baldanzoso della moda neocatecumenale che mescola dottrine fantasiose, interpretazioni soggettive delle Scritture e riti paganeggianti.

Se fossero stati in quattro gatti, si potevano aspettare al massimo la visita di qualche curato di campagna del posto, altro che mons. Rylko. Invece, essendo in centomila, hanno avuto l'alto prelato il quale ha riconfermato la propria simpatia e partigianeria. Insieme a lui i vescovi delle Marche, Calabria, ecc. Alla gerarchia odierna interessano dunque i numeri e la spettacolarità - una Chiesa in passerella - , non importa se dietro vi si cela caos dottrinale, fanatismo e non-verità.

Tutta questa storia tragica e paradossale ha purtroppo una origine ben precisa, ed è il clima scaturito vittorioso dal Vaticano II. Quel clima modernista, liberale, superecumenico, kantianamente soggettivista e rinunciatario del primato della cattolicità, sancito dalla debole dichiarazione della 'sussistenza' della Chiesa cattolica in quella di Cristo invece della eguaglianza dell'una con l'altra: lo scotto pagato ai modernisti superecumenici e rinunciatari.

Aveva ragione Malerba, si sta trasformando la prassi cristiana in agitazione perchè frutto di un "pensiero corto". Queste contraffazioni delle prassi ed il ritorno di forme devozionalistiche spettacolari, con lo specchio di una Chiesa ricondotta a mere funzioni di agenzia etica, di servizi sociali, di religione civile stanno seppellendo gli aspetti più profondi della spiritualità cristiana.

Che non sono certo le 'chiamate' vocazionali da baraccone circense mutuate dal marketing mediatico-religioso made in Usa, bensì la pratica spirituale, la liturgia misterica, la mistagogia, la meditazione nel silenzio, il percorso penitenziale, la communio con il corpo stesso di Cristo.

IL'Arguello sta forzando un clima di certezza con conseguente ricatto a chi viene legato nel suo operare! Speriamo solo che nessuno venga condizionato, ai fini dell'approvazione degli statuti, [ora tuttavia approvati,, ma senza che nulla sia cambiato secondo le indicazioni del Papa - ndR] dai tanto sbandierati "numeri" riferiti a chiamate e risposte vocazionali peraltro effettuate in un clima di esaltazione che descriviamo di seguito!

Noi dichiariamo, sulla base dei fatti, che il Cammino segue una strada diversa da quella Cattolica e ci rimettiamo ai nostri Pastori e al Papa... Kiko dichiara da subito che il Cammino è approvato!  Come può seminare tante illusioni fra i neocatecumenali. E la riservatezza dei veri uomini di Chiesa e di Dio? Queste sue uscite cosi esaltate ed esaltanti limitano di molto, se non cancellano completamente, quella falsa patina di ecclesialità di cui si ammanta!

E lui è il fondatore! La sua posizione è particolare e degna di maggiore riserbo! È lecito pensare a forzature perché queste parole non sono pronunciate da Papa e vescovi né sono da loro confermate, ma vengono messe in bocca ad esterni...! Nella fattispecie, anche diretti interessati nelle eventuali approvazioni o disapprovazioni!!! Queste uscite, GRAVISSIME, vengono compiute a mezzo stampa ufficiale, vengono inserite in contesti come mega-raduni, sbattute in faccia a Vescovi e responsabili di dicasteri (i quali tacciono)!!! 

E se questo non è terrorismo psicologico dite cos'è: leggete bene le parole di Kiko. Tutto l’incontro pomeridiano prepara al momento conclusivo, quello della chiamata. Si prega perché “il Signore della messe mandi operai per la sua messe”, si leggono le letture del giorno, si proclama il Vangelo, si ripete il cuore dell’annuncio cristiano: “Dio ti ama, adesso, così”. Fa quasi tutto Kiko, che insiste, muovendosi avanti e indietro per il palco, tenendo il palcoscenico da oratore esperto per quanto sui generis, ricordando che “è ora il momento favorevole: quando meglio di adesso devi far entrare Cristo nella tua vita? Devi forse aspettare che tua madre muoia di cancro? Ora! Ora è il momento favorevole!”. L’esempio che serve a rendere concreto (pure troppo) il messaggio, nel contesto globale scivola liscio, quasi non ci si fa caso. Dopo il Vangelo, quando Kiko cede il campo, tocca a mons. Rylko: “La chiamata di Dio non è una storia lontana. È presente. È ora. Ora Cristo passa in mezzo a voi, e dice ‘Ho bisogno della tua bocca per proclamare la buona notizia, per annunciare la luce della verità’. Come ha detto il papa, non siete l’evento di un caso o di una coincidenza. Sei stato voluto da Dio, Dio ti ha pensato personalmente, ha nei tuoi confronti un disegno di vita e di amore. Cerca di scoprirlo e cerca di dire si a ciò che il Signore chiede a te. Se il Signore passa e ti dice ‘Seguimi!’ quale sarà la tua risposta stasera? Maria ha dato il suo sì, Maria insegna a non avere paura di dire sì a Dio, un sì totale e incondizionato, senza se e senza ma. Chi sceglie Cristo non perde nulla, Cristo non toglie niente a dona tutto". Tutto si muove sull'onda dell'emotività portata all'esasperazione... È sensato tutto questo, o non è da imbonitori del peggiore settarismo purtroppo così diffuso? E se non è coercizione psicologica questa. Si alzano perfino bimbi di sette anni...

La frase "Cosa devi aspettare, che tua madre muoia di cancro?" è da pura cineteca della manipolazione mentale. Badate bene, non è la prima né l'unica di frasi del genere. Se uno cerca di uscire dal Cammino continuerà a vivere nella paura che profezie del genere si avverino, anche dopo aver razionalizzato. QUESTI SONO I MESSAGGI SUBLIMINALI di cui abbiamo numerose testimonianze!! Nero su bianco! Quei messaggi arrivano senza filtro alla psiche dell'adepto, si installano nel subconscio e se mai razionalmente maturerà di voler abbandonare il Cammino le paure e i disturbi psicologici connessi a tale decisione lo paralizzeranno e tormenteranno per molto tempo!

Beh per le singole persone l'Arguello è un imbonitore, falso profeta e manipolatore di anime e di coscienze. Per la Chiesa che ha permesso che tale virus attecchisse al suo interno è un problema ben più serio.

Del resto, come possiamo sperare in una riscoperta delle radici profonde della nostra fede se gli stessi ministri ed ordinati vengono formati in un clima di relativismo e di soggettivismo incontrollato quando non nell'obbedienza cieca alle dottrine eretico-fantasiose (v. seminari RM)?

Quanto alla situazione generale, dopo Loreto non è certo cambiata, se non in un dettaglio di non poca valenza simbolica. I neocatecumenali sono riusciti infatti a servirsi dello stesso palco del Papa, e ciò nelle intenzioni dei capi del Cammino assume un importante significato di anticipazione e captatio benevolentiae verso l'approvazione statutaria che stanno ad ogni costo perorando.

Non a caso se ne sono serviti pubblicitariamente per chiamare alle vocazioni la truppa, volendo affermare l'immagine di un Cammino volano di trasmissione della Chiesa. L'appropriazione del palco vuol diffondere il messaggio: "vedete, siamo uniti alla Chiesa, ci serviamo dello stesso palco del Papa, da esso chiamiamo a nuove 'alzate' vocazionali dunque abbiamo la stessa legittimazione e la stessa autorevolezza della Chiesa e del suo Vicario."

Domanda: prima d'ora era mai stato concesso il palco ad altri organismi o movimenti? Se no, per quale motivo è stata fatta la concessione, qualora nel passato ciò sia stato evitato per mantenere una certa equidistanza della Chiesa rispetto a tutti i movimenti ecclesiali? E' presumibile che la concessione sia stata fatta per il favorevole intervento dei vescovi del luogo pro-Cammino.

Di certo da oggi in poi tutti saranno abilitati a chiedere l'uso del palco papale per i propri raduni post-evento e la futura organizzazione degli eventi papali avrà un bel grattacapo a stabilire a chi dovrà essere concessa la struttura.

Se poi la giustificazione dovesse essere: per la forte presenza numerica dei NC, ciò dovrebbe quanto meno stimolare l'orgoglio degli altri movimenti, ad oggi alquanto inerti rispetto al CNC - ad organizzare anche loro raduni identitari e di spiritualità collettiva in concomitanza con le partecipazioni del Santo Padre, a meno di non voler lasciare completamente il campo libero ai neocatecumenali. D'altra parte, una rinuncia potrebbe anche significare che poiché nessuno oggi è in grado di competere numericamente con la capacità di mobilitazione del Cammino, si preferisce evitare le mobilitazioni concomitanti per non sfigurare.

Come che sia, i movimenti non avranno il diritto di lamentarsi nel ritrovarsi progressivamente spiazzati dalla inarrestabile invadenza neocatecumenale. Come già si è notato qui, i movimenti ecclesiali sulla questione neocatecumenale sono rinchiusi in un assordante silenzio, tutti intenti a coltivarsi il proprio orticello e le beghe interne, anch'essi sordi e ciechi come i guardiani ed i cani del profeta Isaia al problema che sta dividendo il mondo cattolico. Ma il confronto con i movimenti è un discorso secondario; il vero punctum dolens, il vero scandalo nella Chiesa, sono i vescovi che appoggiano il Cammino!

Torniamo così alla genesi del discorso. Per i modernisti attuali non esistono verità durature e quel che è valido oggi può non esserlo domani. Come si fa a riaffermare le verità della nostra fede in un clima di tali incertezze? Peggio, se esistono già norme perfette come è possibile poi vararne di nuove che le sovvertono, contraddicono e relativizzano?

Di recente abbiamo richiamato don Divo Barsotti, e ciò rincuora. Lui affermava con grande forza il primato del valore contemplativo del silenzio e della preghiera. Ma quanti altri nella Chiesa credono in ciò?

Per quanto incredibile, ci si affanna a cercare Dio dappertutto, nelle piazze, sui palchi o nei banchetti comunitari, ma non nel luogo più plausibile e vero, il raccoglimento profondo e la preghiera individuale, nel mutuo scambio tra Dio che si offre ricevendo su di sé i peccati e l'umanità che riceve da Dio la grazia della fede, del perdono e della conversione.

Don Barsotti stimava molto padre Casel, propugnatore della riscoperta delle origini del mistero della Chiesa e del concetto di Chiesa come comunità misterica per il popolo dei credenti e non certo sede di riti iniziatici o palcoscenico per eletti, predestinati o invasati in massa.

Il Cn ha bisogno di numeri, di chiamate vocazionali spettacolari da poter pubblicizzare nelle convivenze di inizio corso. I vescovi, non si sa come, assistono a questi eventi quasi a voler dare il beneplacito alla spinta emozionale che Kiko riesce a materializzare nelle alzate, dopo che per diversi giorni i catechisti han lavorato all'interno dei pulmans usando la Parola a mo di estrazione del lotto. E, alla fine, dopo la kermesse vocazionale, a Loreto i "chiamati" erano 2mila ragazzi e 1200 ragazze, dice Kiko, e per quanto lui abbondi un po’ (!?) (erano molte centinaia, e probabilmente nell’ordine di un migliaio complessivamente), dice Korazym, che aggiunge: "Certo, fra i tanti che all’appello di Kiko (“Se qualcuno si sente chiamato dal Signore venga qui”) si sono “alzati” si notano anche bambini di poco più di sette anni, e facce che danno l’impressione più di scherzare che di fare sul serio; ma con questi ci sono anche tanti giovani sui volti dei quali si legge la gioia e la paura per una decisione nuova, una decisione per la vita."

Il discorso dei cosiddetti "numeri" è comunque da approfondire. È opportuno sottolineare che i numeri sono sempre dell'avversario e non di DIO. Sembra normale dover enfatizzare con i numeri le chiamate vocazionali, quando essere di DIO significa vivere la Santità quotidianamente ai suoi OCCHI?

Non lasciamoci ingannare da chi sbatte la coda perché non è stato ancora approvato ufficialmente il cammino del Male, con le sue falsità ed eresie conosciute dai più attenti nella Chiesa. Facciamoci supplichevoli con preghiere presso DIO affinché sia la Chiesa a fare veramente luce su questo tentativo da parte di alcuni di creare una rottura all'interno di essa.

Non lasciamoci ingannare e non continuiamo a peccare d'ingenuità. Ci si chiede il perchè della segretezza, dell' occultamento della verità nel Cammino. Ma la segretezza mica l'hanno inventata i neocatecumenali! Esiste da prima di loro: è la pratica di ogni setta segreta, esoterica, elitaria dalla notte dei tempi. Segretezza significa caricare di un simbolismo potente quel che si afferma. È come dire: "vi metto a parte di una verità così importante che non tutti sono in grado o degni di conoscerne il vero significato. Solo voi lo siete, perchè aderendo alla comunità avete fatto una scelta e ciò vi qualifica come figli prediletti, come predestinati ed eletti rispetto alla maggioranza." È quel che ripetono ai propri adepti tutti i santoni di tutte le sette religiose.

Così, ciascuno si sente corresponsabile di una verità negata agli altri e ciò lo inorgoglisce ed insuperbisce, per quell'umano sentimento che spinge le persone a distinguersi, primeggiare rispetto agli altri, a ritenere di avere un rapporto privilegiato con il trascendente. Tutto questo i capi del Cammino lo sanno bene e vi fanno leva per reclutare, inquadrare, controllare le coscienze degli adepti.

Ovviamente, vi sono finti segreti, nel senso di pseudosegreti relativi a dogmi e verità di fede spacciati per segreti e poi centellinati agli adepti per incoraggiarli e fortificarli nell'adesione, e vi sono veri segreti, riservati ai livelli superiori e tenuti ignoti ai subalterni. I segreti dei livelli superiori sono quelli relativi alle metodiche di fidelizzazione, ai trucchi del mestiere per disciplinare e tenere sotto controllo proprio i subalterni. E anche certe visioni immaginifiche e simboliche della comunità tratte da suggestioni veterotestamentarie e qabbalistiche.

In tutto questo discorso le argomentazioni che riguardano la fede c'entrano solo di riflesso, servono solo ad ammantare di un'aureola di segretezza temi ed argomenti sacri per captare l'interesse e la fedeltà degli adepti di rango inferiore.

I veri segreti del Cammino sono accessibili ad una cerchia ristretta e riguardano tutt'altri argomenti: strategici, organizzativi, metodologici, economico-finanziari, riservati ai responsabili e menti pensanti, i quali sono incaricati di realizzare le indicazioni della triade, ed in particolare di Kiko su tutti.

Ovviamente, tutto questo non interessa granché ai neocatecumenali che ci scrivono qui sul sito o che intervengono anche sul Weblog per contestarlo e accusarne gli animatori. Loro sono interessati al prodotto, al risultato: la massa degli aderenti, le verità affermate, l'attenzione delle gerarchie ed il riconoscimento formale.

Segretezza esoterica, vessazioni psicologiche, anomalie comportamentali, interpretazioni eretiche delle Scritture, separazioni e criticità intra-familiari, fiumi di denaro che circola sotterraneamente nelle comunità sono tutti argomenti che non intaccano la fede nel Cammino di costoro. Scivolano loro addosso, senza produrre alcuna crisi, perchè non sono più in grado di separare ciò che è bene da ciò che è male.

Leonardo Sciascia disse una cosa folgorante: "le parole sono pietre". Significa che quel che è detto è detto e spesso incide con la forza di un macigno. Le parole che Kiko ha disseminato con i suoi Orientamenti sono macigni sulla Chiesa. Benché ci sia chi non ne conosce o chi si affanna a minimizzarne la gravità, sono lì inamovibili ed inequivoche come le pietre di Sciascia.

Crediamo che nei neocatecumenali ci sia uno scollamento tra quanto si dice a parole e quanto si vive. E crediamo che neanche se Kiko ritrattasse pubblicamente gli errori dottrinali non cambierebbe nulla. Per i neocatecumenali la fede è qualcosa di irrazionale, la predicazione può anche essere infarcita di errori o di baggianate, ma l'unica cosa che conta è che riesca a suscitare le fede in chi ascolta. A nessun neocatecumenale importa nulla delle eresie, o della mancanza degli statuti, importa solo della fede che crede di avere.

Qualche anno fa un paese dell' est Europa ha riconosciuto i testimoni di Geova dandogli un contributo economico, ma in cambio ha chiesto ed ottenuto che non vietassero le trasfusioni di sangue, che sono invece un cardine nel loro insegnamento nel resto del mondo. Qualcosa di simile potrebbe accadere anche per il cammino, Kiko si potrà anche inginocchiare davanti al papa, visitare tutti i santuari mariani del mondo, battersi il petto, rinnegare le eresie, ma lo farà in modo che le comunità siano informate solo di quello che vuole lui, e nella sostanza non cambierà nulla.

I meccanismi di identificazione nel Cammino sono tali da far passare in secondo piano le questioni teologiche o dogmatiche. In ultima analisi, più che riportare alla fede cristiana chi ne era lontano, il Cammino ridà una certa fede in se stessi a chi l'aveva perduta. La fede religiosa diventa soltanto un pretesto, un collante.

Più volte si è evidenziato che alla base del meccanismo di adesione al Cammino operano processi psicologici rilevanti, essenzialmente basati sulla cooptazione e la corresponsabilizzazione in un percorso di indottrinamento che, servendosi di un argomento 'forte' come la fede, attira e coinvolge le persone facendo leva sulle frustrazioni, aspettative deluse, mancate realizzazioni di sé. A volerle analizzare, si troveranno condizioni e situazioni comuni nel vissuto degli adepti come in quello di catechisti e responsabili, con le debite differenze di status ed orizzonte d'attesa.

Se ciò è vero, ai neocatecumenali importano poco gli aspetti formali, le legittimazioni, i riconoscimenti: vi hanno interesse sol perchè interessano ai loro capi. Allorquando questi ultimi mostreranno di non importarsene più, anche loro se ne disinteresseranno in toto. In realtà, gli adepti neocatecumenali sono molto più interessati a mantenere lo status di privilegio elitario rispetto agli altri credenti e soprattutto l'appartenenza ad una comunità chiusa ritenuta diversa e superiore, in cui possono sperimentare attraverso lo stare insieme ed il sottoporsi a riti iniziatici segreti una consapevolezza di sé ed un "potere" sicuramente mortificati nella esperienza di vita ante Cammino.

Se il Cammino dovesse ricevere un rifiuto dalla Chiesa, essi continueranno a farne e sentirsene parte, seguendo le indicazioni del leader, poiché per loro è il Cammino in quanto tale l'evento della loro vita, non la riscoperta della fede e dell'essere cattolici, che ne sono soltanto aspetto sussidiario e collaterale.

È proprio vera la citazione di Papa Paolo VI: "Il fumo del Maligno è entrato nella Chiesa"; aveva già profetizzato questi tempi? Preghiamo, preghiamo, preghiamo affinché la Santa Madre di Dio interceda per tutti coloro che anziché amare la Chiesa nell'obbedienza, decidono autonomamente di "scimmiottare" la parola di Dio.

Benedetto XVI sta lavorando operosamente per sistemare la vigna del Signore, ma davvero il lavoro appare arduo, per il dover fronteggiare ed equilibrare posizioni talvolta opposte e per la non collaborazione di quanti vegetano sapidamente tra le erbacce che infestano la vigna stessa, dimentichi dei valori fondanti della fede.

05 settembre, 2007


(1) Stralcio dall'articolo di Korazym.org sul megaraduno NC di Montorso discusso sul nostro blog:

""Riferendosi alle provocazioni forti lanciate sabato davanti a Benedetto XVI durante la veglia dell'Agorà, uno degli iniziatori del Cammino dice: “Avete sentito sabato nella veglia del papa le testimonianze dei giovani delle parrocchie: quanto sconcerto! Quanto disorientamento! E questi sono i giovani delle parrocchie… Immaginatevi gli altri! Quanta disperazione! Voi avete un dono immenso, di poter vivere in comunità in cui il Signore vi dà delle certezze e non dei dubbi Perseverate!”
[Prosegue l'articolista] Persevereranno, certo, i giovani neocatecumenali. Come in verità perseverano, fidandosi di Dio, anche “i giovani delle parrocchie”, e la speranza è che lo sappiano e ne siano ben consapevoli, i ragazzi che affollano Montorso anche il lunedì. Vista la realtà di molte parrocchie, vista la troppa distanza fra i ragazzi "delle parrocchie" e quelli "delle comunità", andrebbero forse enfatizzati i motivi che uniscono, più che le differenze, vere o presunte.""

Commenti:
La comunità NC dà certezze perché invece di provocare le domande fondamentali e far sì che ognuno nel proprio cuore elabori la sua risposta illuminata dalla fede, fornisce risposte prefabbricate e non dà spazio a domande di alcun genere, le sole che qualificano l'uomo come essere razionale e lo aiutano ad approfondire ed affinare la sua ricerca di Dio, che è poi una relazione viva e sanante... Forse un briciolo di raziocinio e di obiettività comincia ad insinuarsi anche tra i filoneocat di Korazym?

Quanto ai NC, le differenze non è che vengono solo enfatizzate, vengono create e perpetuate, perché è una realtà "altra" dalla Parrocchia ma anche dalla Chiesa, quella che viene messa in atto e portata avanti dal cammino. Perciò le differenze, che poi sono divisione, ci sono e continueranno ad esserci...

Perché non si deve partire dal disagio espresso dai ragazzi delle parrocchie? E' molto autentico e molto vero...

Mi sembra un segno di autenticità e di realismo partire proprio dal disagio che ci crea l'ingiustizia e quello che non va sia dentro che fuori di noi (a partire proprio da noi stessi) per poter operare la giustizia e cercare di dare il nostro contributo...

Vedere quello che non va non è mancanza di fede, è sano realismo e ci induce a fare del nostro meglio per intervenire... Se non sappiamo "leggere" la realtà e i "segni dei tempi" in positivo e in negativo, come possiamo vivere la nostra "incarnazione", che significa star dentro da cristiani autentici (cioè col Signore nel cuore e nella vita) alle situazioni quotidiane concrete e non dentro un contesto costruito ad usum cammini...

Il VIZIO di fondo instillato dal cammino nei suoi adepti è che nessun uomo è in grado di praticare la giustizia perché è inesorabilmente peccatore.

Invece noi siamo peccatori sì, ma salvati, Redenti dal Signore; il che non significa che non peccheremo più, siamo sempre soggetti al peccato; ma, con la Grazia di Dio attinta alla sorgente dai sacramenti (riconciliazione ed eucaristia) dalla preghiera e dalla quotidiana risposta che diamo FACENDO la volontà di Dio = "opere della fede", quelle dettate dal cuore salvato non dal moralismo indotto dall'esterno, diventiamo sempre più responsabili = "abili a rispondere". Perché, altrimenti, nel Padre nostro Gesù ci ha insegnato a dire: "sia FATTA, o Padre la tua volontà", se noi non fossimo in grado di compierla?
Da soli no, ma in Cristo, nella Sua Chiesa, appunto nutriti dai sacramenti dalla preghiera dalla vita di fede... lo possiamo.

E' tremendo essere invece de-responsabilizzati e ridotti a ingranaggi di un moloch che fagocita e fa ritenere salvati solo perché si è al suo interno!!!

"Voi avete un dono immenso, di poter vivere in comunità in cui il Signore vi dà delle certezze e non dei dubbi Perseverate!"

Non vorrei che in questa affermazione ci fosse anche l'assicurazione che la comunità toglie tutti gli inconvenienti lamentati proprio da quei ragazzi che manifestavano la loro più che giusta preoccupazione di fronte alle difficoltà della società del nostro tempo... d'altronde se non ci si misura proprio con la realtà di tutti, quella di tutti i giorni, si vive una vita artificiale, artificiosa, in una realtà in qualche modo 'protetta' garantita da altri.

Ma a che prezzo, per la propria persona? E questo aiuta davvero a crescere psicologicamente e spiritualmente? (e le due cose sono strettamente interconnesse)

E' facile per i NC criticare le famiglie che non hanno figli, accusare i giovani "parrocchiani" di lamentarsi per i problemi che ci sono nella nostra vita quotidiana e via discorrendo. E' facile, ripeto, perchè loro fanno parte di un gruppo dove si versa la decima per i propri adepti. Accusano il mondo di non fidarsi di Dio della Provvidenza, ma se iniziassero ad aiutare le famiglie anche fuori forse qualcuno farebbe un figlio in più. Oppure si renderebbero conto che è impossibile aiutare tutti e non si permetterebbero più di giudicare. La casa, il lavoro e il resto per chi è nel CN non è un problema perchè qualcuno si occuperà di questo. Non dico che sono cose sbagliate, ma almeno non giudicassero.

Nonostante queste parole siano pronunciate con enfasi e con fanatismo, per magnificare il Cammino e giudicare, condannare, puntare il dito CONTRO gli altri.... I nostri fratelli NC non fanno una piega. Perchè è il dio Kiko che parla! Quindi lui può! Sì è vero. Questa esaltazione di Kiko è una nuova conferma esplicita che lo Statuto non è applicato. La Parrocchia è una cosa, la comunità un'altra. Ovviamente Magnifica, splendida, lucente, fiammante, indiscutibile, irreformabile... Meditiamo...

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