È qui l'ecumenismo dello spirito

Un'unità cercata a partire dalle radici comuni non soltanto con le belle parole.


Alla realtà di Taizé guarda con attenzione il Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani. Non a caso fu proprio il suo presidente il cardinale Walter Kasper, a presiedere le esequie di frère Roger, nell'agosto scorso. Ma anche a questo incontro di Milano l'amicizia è testimoniata dalla presenza di Monsignor Johan Bonny, della sezione orientale del dicastero vaticano, spesso ospite dei monaci vestiti di bianco. 


Monsignor Bonny:
«La consonanza tra Taizè e il Pontificio Consiglio affonda le radici negli anni del Concilio Vaticano II, cui frère Roger e Maz Thurian parteciparono in qualità di osservatori - ricorda monsignor Bonny -. E anche ora che il fondatore non c'è più vedo una grande contiuità». 

Alla domanda: che cosa può dare questo ritrovarsi di tanti giovani, anche di confessioni diverse, al cammino dell'ecumenismo? monsignor Bonny risponde:

«Credo che siano un'esperienza molto bella di quello che noi chiamiamo l'ecumenismo spirituale. È un incontro tra cristiani incentrato non su grandi parole, sul ritorno alle sorgenti comuni. È un'unità che si nutre delle profondità della fede».

Punta l'attenzione anche su un altro aspetto il rappresentante del Pontificio consiglio: «Tra i ragazzi di Taizé si fa davvero esperienza dell'Europa a due polmoni. Non capita spesso in raduni continentali di trovare un equilibrio simile tra Oriente ed Occidente. Con tanti ragazzi dell'Est, "l'altra metà" è ben più di un simbolo. Qui ci sono anche giovani ortodossi: è un segnale molto bello di un'apertura che attraverso di loro può crescere». 

Infine c'è anche uno stile, molto importante, da sottolineare. «Quello di Taizé è un ecumenismo molto attento al cammino delle singole Chiese - ricorda Bonny -. Non cerca fughe in avanti, si preoccupa di essere vicino alla sensibilità di tutti senza offendere nessuno. E alla fine rinvia ciascuno al cammino che è chiamato a vivere dentro la propria realtà. Credo che sia il modo più giusto di vivere il cammino verso l'unità».
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[Fonte: Avvenire 28 dicembre 2005]


v. anche:
>Comunità di Taizè al Capodanno di Milano
>Giovani dallo sguardo profondo, cercatori di silenzio
>Il valore del silenzio

 

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