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10 gennaio 2009: cosa accadrà alle Parrocchie?

"Così arriviamo a un nuovo tipo di Parrocchia, una parrocchia atomica, costituita da piccole comunità cristiane, tutte in cammino di conversione, in cammino catecumenale... anche se voi avete comunità molto povere e non lo vedete ancora, credete che questo è vero, perché giungeremo a questo..." (Cammino NC: Orientamenti alle equipes dei catechisti per le catechesi dell'annuncio)

Volendo essere chiari e coerenti, mettendo un po' da parte il politically correct, dovremmo dire che dopo il 13 giugno scorso e, a maggior ragione, dopo il 10 gennaio di quest'anno, anche il concetto stesso di Parrocchia potrà avere una correzione fortissima in senso neocatecumenale. In effetti la Chiesa NC si fonda, come ben si vede dal grafico che dai neocatecumenali viene solennemente e dettagliatamente proposto ai catechizzandi durante la " fase di conversione", su una struttura che della vecchia giurisdizione parrocchiale conserva ben poco. O stiamo sbagliando?

In effetti, tutte le parrocchie NC sono strutturate sul modello della figura inserita (scannerizzata dal testo originale), che - certo non ufficialmente - sarà imposto a tutta la Chiesa se riusciranno a proliferare come stanno tentando di fare tuttora. Noterete che non c'è spazio per nessun altro Gruppo né per nessun'altra realtà ecclesiale che, di fatto, nei loro insegnamenti sono pesantemente criticate e ritenute superate e da sostituire: altro che unità nella diversità come indicato dal Papa!

Forse siamo anche un pochino confusi, come gli oltre quattro milioni di persone che hanno lasciato scandalizzati il Cammino in questi quarant'anni, al termine dei quali solo 600.000 persone nel mondo (cifre ufficiali) restano ancora "in Cammino".

Si tratta però di 600.000 privilegiati, mentre i quattro milioni e passa di fuorusciti siamo evidentemente soltanto degli "sfigati" , o prede del demonio, per usare espressioni con cui spesso siamo apostrofati su questo blog: la seconda è destinata a tutti coloro che abbandonano il Cammino NC, ai quali viene minacciato che "se lasciano il Cammino, lasciano Cristo", ribadendo così l'elitarietà e l'unicità dello stesso e non certo il fatto che esso è "una delle tante vie" per la nuova evangelizzazione post-conciliare, come indicato dal Papa nel recente discorso del 10 gennaio.

In Veritate summa Charitas. C'è poco da girare intorno al problema. Amiamo parlar chiaro: L'APPROVAZIONE DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE E IL PUBBLICO ELOGIO AD ESSO RIVOLTO IN SAN PIETRO EQUIVALE CONCRETAMENTE ALL'INIZIO DELLO SMANTELLAMENTO DELLE PARROCCHIE.

Difatti il Cammino Neocatecumenale, com'è risaputo ormai da tutti, intende sostituire alla parrocchia un catechumenium, vale a dire un coacervo di comunità neocatecumenali guidate dai catechisti, secondo la figura scannerizzata dal testo originale. Infatti noterete che non c'è spazio per nessun altro Gruppo né per nessun'altra realtà ecclesiale che, di fatto, nei loro insegnamenti sono pesantemente criticate e ritenute superate e da sostituire: altro che unità nella diversità come indicato dal Papa!

Sosteniamo ciò non per continuare una sterile polemica, ma per amor di chiarezza: non si può infatti considerare il Cammino Neocatecumenale "una delle tante vie della nuova evangelizzazione", come sottolinea il Papa, in quanto esso tuttora si pone solo e soltanto come via ALTERNATIVA a quella tracciata da secoli dalla Chiesa Cattolica!

Il Cn non fa teologia, dice Arguello.
Il Cn non è un movimento, associazione o gruppo laicale, ripetono in coro i nc.
Il Cn è un itinerario, uno strumento, aggiungono ripetendo una lezione perfettamente integrata .
Dobbiamo dedurne che il Cn è un'entità evanescente, spirituale, formata da entità impalpabili ?
Ma si vuole prendere in giro chi?
E lo Statuto a chi è stato dato e da chi ?
È stato consegnato a dei laici dal PCL.
Tuttavia il Cn pretende non assomigliare da vicino o da lontano a qualcosa di già esistente.
Il cammino è sostanzialmente differente, pretendono i nc.
È logico che considerandosi legittimati dalla Chiesa come i detentori di uno strumento unico, il più efficace per la nuova evangelizzazione, secondo loro e i loro amici e protettori, i neocatecumenali non abbiano alcuna voglia di collaborare, il loro scopo non è di collaborare ma di espandersi.

Il Cn assorbe non collabora.

Questo i vescovi lo sanno, la Santa Sede lo sa. Ma hanno lasciato fare.
Vorremmo però anche aggiungere che malgrado i numeri agitati da Arguello in San Pietro, il Cn è sconosciuto in molte parti del mondo e chi ne ha sentito parlare lo considera sovente una setta vicina agli evangelisti. Eda loro è toccato spiegare che esso non è considerato tale da Roma!
Si può sempre comunque sperare che i richiami di Benedetto XVI ricevano un'accoglienza diversa da quella che hanno avuto i suoi precedenti richiami e le sue prescrizioni, sperare che nel Cn si trovino persone di buona volontà, capaci anche di opporsi a Kiko Arguello.

Sì amici, desideriamo con tutta la buona volontà cercare, nella speranza di trovarla, la fiammella della fiducia, la Fiducia, quella fondamentale non l'abbiamo di certo persa.

Ricordiamo che in realtà la Parrocchia nc è una parrocchia concepita come comunità di comunità, ognuna 'in cammino', richiede anche spazi opportuni, tante salette, una per ogni comunità. Tutto questo è stato costruito per la prima volta a Scandicci, e poi nelle altre chiese nc.

C’è da chiedersi il perché della creazione nonché dell'uso esclusivo, uniforme per ogni comunità, di simboli nuovi, soprattutto se ci si definisce 'realtà ecclesiale' come nel caso dei NC nel cui ambito si è introdotti e si vive in un 'ambiente' - luogo di culto compreso - in cui tutto parla di Kiko e della sua suggestiva e personalissima costruzione, inventata e voluta sia nei nuovi oggetti di arte sacra che nei dettagli architettonici. Vedi i nuovi canoni dell'architettura delle chiese che, in luogo dei simboli millenari che riproducono il tempio gerosolimitano, acquistano una bizzarra mappatura ginecomorfa. Infatti, la navata simboleggia il corpo di una gestante, gravida dei suoi figli rinati; "la testa" è l'ambone che ha totalmente prevalso sul presbiterio, dove il leggio è "la bocca". Il vecchio altare sparisce e più giù c'è "lo stomaco", una grande tavolata quadrata su cui si dice messa e si fa la comunione con focacce non lievitate e gran numero di calici di vino. E più giù ancora "l'utero", la vasca scavata nel pavimento, dove il battezzato si immerge per uscirne fatto uomo nuovo.

Quando i vescovi hanno consacrato le loro chiese, hanno visto certamente anche le salette per le Eucarestie in contemporanea, una per ogni comunità. Pensiamo solo a quello che c'è nella cripta dei Martiri Canadesi, dove ci sono una trentina di comunità che celebrano contemporaneamente in due turni. Idem per S.Francesca Cabrini e molte altre, sempre a Roma.

Tutto questo non può che aggiungere una mattonella alla nostra incomprensione, ma come la Chiesa di Roma, ha potuto permettere, a Roma stessa, in Italia, non ai confini del mondo, una tale struttura così evidentemente, palesemente separatrice?

È anche per questo che pensiamo che l`avanzata trionfante del Cn non data da oggi. Se questo gruppo ha potuto crescere è perché ha trovato gli appoggi necessari, in un momento storico e sociale particolare, è nato e cresciuto nel terriccio postconciliare, è stato facile trovare gli appoggi e i consensi in quel momento di contestazione in cui bisognava rivoluzionare tutto, gettare il passato alle ortiche.

È anche per questo che ci diciamo che forse, diciamo forse, il nodo centrale, contro il quale nemmeno i diversi Papi hanno potuto e-o voluto lottare è il consenso, l'aiuto che il CN ha ricevuto dalla gerarchia ecclesiastica. Basta pensare alla creazione dei seminari quando non esisteva nessuno statuto, pur sapendo che i seminaristi avrebbero obbedito all`insegnamento di Kiko Arguello ignorato da chi ha dato l'autorizzazione o forse, peggio ancora, malgrado l`ideologia kikiana.

Basta pensare all`autorizzazione per la costruzione di chiese nc con l'estetica kikiana, costruite da architetti nc, quando non esisteva alcuno statuto, impressionante ma vero, purtroppo. Il potere nc, l'influenza nc, presso la gerarchia ecclesiastica era già all'opera, i suoi medodi molto convincenti pure. E questo potere non ha fatto che aumentare.

Apparentemente che il Cn portasse la separazione, che le prassi "liturgiche" e catechetiche fossero anomale, non hanno pesato molto di fronte ad altri argomenti molto più convincenti.

Ora bisognerà attendere gli sviluppi dell’invito del Papa al Cammino di partecipare alla comunità ecclesiale in termini di aggregazione, collaborazione e, soprattutto di obbedienza alla gerarchia.

Si può essere Chiesa sul modello trinitario: Dio è uno, canta lo shema Israel, laddove “uno” è tradotto da “echad”, vale a dire, “unità composta”, come i due che, lasciati padre e madre saranno una carne sola, o come le tribù di Israele che saranno un solo popolo.
Così, la Chiesa è “echad”, cioè “unità composta” da diverse componenti dai diversi carismi.

L’auspicio è che il Cammino si basi sull’echad e non sull’altro termine che la Bibbia usa per dire “unità”, che è “yachid”. In questo senso, yachid vuol dire “unità assoluta”, come, ad esempio, nel salmo 24, 16: sono solo e infelice…

L’assolutezza dello yachid, potrebbe assumere un aspetto fagocitante: un conto è dire da parte di un movimento: voglio essere echad, uno nell’unità composta e composita della Chiesa, che è quella del Dio Uno e Trino. Altro è dire: voglio essere yachid, unità assoluta, non composta e non composita. Io e basta…

Ci sembra, che san Tommaso Moro soleva ripetere: “Il tempo prova la verità…”


Appendice

Si è detto: “Il problema del Cammino, dal punto di vista religioso, è TEOLOGICO”. Potrebbe invece prendersi in considerazione l’inversione del concetto: “il problema del Cammino, dal punto di vista teologico, è RELIGIOSO”.

Dal punto di vista teologico, basta leggere i due poderosi volumi di R. Gibellini relativi alle Teologie del XX secolo e a quelle che influenzeranno il XXI (Queriniana) per rendersi conto che sono molte le teologie, o meglio, gli sguardi prospettici verso l’unica Rivelazione. La teologia della speranza, quella dialettica, quella narrativa, quella femminista, quella dell’Africa o dell’Asia, quella americana, quella della liberazione… Sono tutte modalità interpretative che usano l’intelligenza della fede (teologia) per leggere la relazione tra mondo e Mistero. Ognuna si è sviluppata in seno a delle problematiche esistenziali e, conseguentemente, di fede. Alcune sono di matrice cattolica, altre protestante, spesso si influenzano, si intersecano, si relazionano, ma mai divengono “definitive”, prevalenti. La Teologia è sempre in fieri, sempre fluttuante tra i marosi che agitano la barca di Pietro e chi in essa si ritrova, alle vele o al timone, ai remi o nella sentina, poco importa dove.

Il compito del Magistero è di valutare le diverse teologie sull’esempio paolino di esaminare tutto e trattenere ciò che è buono: ciò che è buono deve essere in sintonia col Depositum Fidei, esserne un valore aggiunto, una nuova modalità interpretativa delle ricchezze della Rivelazione.

La “religione”, che preferiamo definire come “vita di fede” o “fede” tout-court, si alimenta primariamente con la vita sacramentale e, in aggiunta, con la teologia che mi dice per quale motivo io mangio il corpo di Cristo e rinasco dal sangue e dall’acqua del suo costato, perché Dio mi è Padre e perché io gli sono figlio, perché lo Spirito del Padre e del Figlio soffiano sulle piccole braci della mia anima per alimentare fuoco e calore.

Il lavoro teologico rende ragione della speranza di ognuno e, non ultimo, spiana le grinze di riti e gesti che sono antropologicamente condivisi da altre culture, li orienta al senso cristiano, ne sublima la direzione alta che gesti e riti, pur nella loro semplicità, possiedono intrinsecamente.

Se la Chiesa evolve linguisticamente, dialetticamente, massmediaticamente, non vuol dire che “modernizza” i suoi riti, ma cerca di trasportarne l’originalità originaria in un’originalità attuale. Ogni documento ecclesiale, se ci fate caso, è sempre ricco di note che partono dalla Scrittura, passano per i Padri, si arricchiscono della testimonianza dei Santi, come dire: la questione è questa, cerchiamo di vedere nel patrimonio della fede quel che hanno detto persone più grandi di noi. Non sempre questa fatica sortisce gli effetti sperati e accontenta tutti…

Ora, con tutto il rispetto, non ci sembra che il Cammino possieda una “teologia” nel senso finora tentato di descrivere, vale a dire una rilettura della fede al lume dell’intelligenza che la scruta. Ci sembra, piuttosto, un movimento nel quale l’originalità originante sia quella di rileggere motivi antropo-teologici di varia provenienza per farli convergere verso un unicum, uno “stare a sé”, sia nelle celebrazioni, sia nelle forme di catechesi, sia nei gesti e nei simboli. Non ci sembra di leggere relazione con le altre realtà ecclesiali, né di scorgere in questo movimento il continuum storico che vede in Israele il luogo da cui tutto è scaturito per orientarsi nella tappa finale, universale, escatologica, cattolica, quanto di voler ricondurre il cammino verso la Patria nel Cammino verso una terra in cui ebraismo, luteranesimo, evangelismo sembrano formare una Gerusalemme senza mura e per nulla celeste.

In questo senso, ci pare, il problema sia “religioso”, nel senso di una vita “di fede” orientata da slogan, formulari, tradizioni orali ripetute a memoria ma senza un sostrato teologico, se per sostrato teologico si intende una riflessione che si sviluppa e matura con l’apporto di formatori preparati attraverso cicli accademici di studio serio e impegnativo e che, quindi, sarebbero in grado di discernere gli elementi spuri e quelli impropri da quelli sviluppati e arricchiti da senso cristiano.

Speriamo che nessuno si senta offeso, ma la nostra idea è questa: il problema del Cammino nc è “religioso”, cioè di voler vivere la fede in maniera massificata e massificante, in cui il singolo è parte di un insieme, ma che questo insieme si sente il tutto, escludendo l’idea di accettare, almeno per umiltà, il ruolo di servo inutile che ognuno invece, singolo o gruppo, dovrebbe avvertire come contributo creaturale alla realizzazione di un disegno di salvezza comune. Una “esclusività”, insomma, senza “inclusione” (“yachid”, invece di “echad”, come spiegato sopra) che può essere letta come “opzione religiosa”, ma non come “teologia”.
E beh caspita, se le cose stanno così tutto ciò non dovrebbe destare allarme? Questo è il progetto massonico per eccellenza. Si chiedono i tanti sfegatati neocatecumenali chi ha messo in testa la retorica dell'unità a tutti i costi prima della realtà dei contenuti? Si chiedono come mai il CNC va così bene nelle zone a forte influenza massonica?

Inoltre chi è che chiarisce a coloro che entrano nel Cammino che certi elementi sono, per così dire, deviazioni vere e proprie? Chi accetta tali deviazioni, spesso le vive in senso di "religiosa innocenza" proprio perché nessuno spiega cosa ci sta a monte. Ecco perché dicevamo: far formare i formatori a contatto della teologia "vera" per discernere l'errore.

Ma, d'altronde, ci rendiamo conto che per il Cammino sarebbe come fare hara-kiri...

Ora, inquadrato il problema del Cnc religioso piuttosto che teologico - tant'è che più volte abbiamo definito quella di Kiko una pseudo-teologia, piena di psicologismi e di un mixer di flash scritturistici conditi di esistenzial-antropologismo - non è che per questo il problema venga ridimensionato e di fatto si realizza esattamente che il problema è nei catechisti 'formati' da Kiko e non dalla Chiesa, anche se - già a partire dal Giovanni Paolo II - si invocava per loro una formazione teologica agganciata alla pastorale diocesana. E non esiste solo il problema della 'formazione', ma anche quello del 'ruolo' che i catechisti hanno nel cammino, che prevarica quello del sacerdote-presbitero (anche qui in barba alle direttive altrettanto chiare di Giovanni Paolo II); ruolo peraltro nemmeno sfiorato dalle tenui modifiche apportate agli statuti, che in ogni caso non inquadrano TUTTA l'attività del cammino.

Premesso questo, come la mettiamo? Gira che ti rigira i problemi sono rimasti tutti insoluti, a fronte di una approvazione in pompa magna con tanto di "missiones" a perpetuare il disastro...

A questo punto non possiamo far altro che tenercelo il disastro, continuando almeno a chiamarlo con il suo nome finché ci sarà dato di farlo. Né ci consola e a nulla serve ai fini risolutivi che il disastro NC non sia l'unico problema della Chiesa come più volte è stato sottolineato... Che si inquadri in parte nelle derive post-conciliari serve solo a chiarirci meglio i termini della questione ma non scalfisce di una virgola la realtà la cui soluzione è solo nelle mani del Signore.

Si dà nel frattempo il caso che questi 'formatori' deformati da tutto quanto ormai conosciamo a menadito, si apprestano, insieme alle loro truppe al completo, a deformare 130 (se non ricordo male) parrocchie di periferia solo a Roma... e questo non dovrebbe essere che l'inizio!

Comunque proprio perché riconosciamo rigorosamente esatta questa analisi, pensiamo alla responsabilità di chi, a qualunque livello - abbiamo smesso da un pezzo perfino di chiedercene i motivi - non chiarisce che si tratta di 'deviazioni' dalla retta fede e da una prassi umanamente non rispettosa della dignità della persona e, oltre a non chiarirlo, nemmeno provvede...

Che pensare? Che dire? Sinceramente non vogliamo lasciarci prendere dallo sconforto e andiamo avanti e aspettiamo e preghiamo e speriamo... vedremo.

Poiché non ci sono dubbi, per chi come noi lo ha conosciuto dall'interno, che il Cammino è un unicum perché ha fatto una 'sintesi' originale kikarmeniana di teologie vecchie e nuove su un substrato giudaizzante, ora, di nuovo, c'è solo che il Papa apparentemente non ne è sconvolto come noi e come quanti lo hanno conosciuto... ma questo non cambia la realtà né cambia il nostro rapporto col Papa che in questa occasione non ha parlato ex cathedra e comunque ha dato gli insegnamenti che doveva... il fatto che difficilmente saranno seguiti e saranno problemi non solo di quelle parrocchie di periferia costrette a beccarsi le cosiddette missiones, beh, questo è il dramma di oggi nel dramma generale e vedremo come andrà a finire e se la temuta fagocitazione avverrà. Molto dipenderà dai parroci... vedremo. Sarebbe interessante, come verifica, raccogliere le testimonianze al tempo opportuno...

Certo il Papa predica bene, mentre i NC razzolano male. La nostra funzione è continuare a verificare cosa davvero succede per mettere in guardia chi potrebbe cascarci.

E naturalmente il discorso si allarga anche al resto della Chiesa, nella quale le derive moderniste hanno operato una protestantizzazione selvaggia e il Papa sta cercando di recuperare proprio questo aspetto gravissimo della diluizione, per non dire della perdita dell'identità cattolica, determinata dall'applicazione di un "falso spirito del concilio".

Sono DUE gravi e seri problemi, perché minano il cattolicesimo dall'interno anche perché - non nascondiamocelo - i NC operavano dall'interno come Chiesa fin dai primordi, avallati dalla famosa "nota laudatoria" di Bugnini (!?) degli anni '70. [Sapete chi è Bugnini, vero? Un Massone dichiarato. Colui al quale Paolo VI ha dato ogni potere per realizzare la riforma liturgica sfociata nel Novus Ordo... -ndR]

Ma c'è una differenza: la teologia del Cnc non deriva solo dal modernismo insito nelle arbitrarie applicazioni dello "spirito del concilio", che ha in qualche modo favorito il proliferare del Cammino stesso, ma dalla pseudo-rivelazione giudeo-luterano-gnostica del Marrano cripto-giudeo che ne è l'iniziatore; ed inoltre sono stati introdotti metodi e prassi che costituiscono un aggravamento e problemi supplementari. E molte persone ne vengono sviate rimanendone vittime, se non si insiste nel dare una informazione corretta.

Se poi ci sarà dato registrare cambiamenti - non isolati e possibilmente non solo formali come finora - conformi alle direttive del Papa, ben vengano... saremo felici di constatarlo! Dal comportamento degli iniziatori in S.Pietro e dalle recenti dichiarazioni da loro fatte sembrerebbe impossibile; ma non mettiamo limiti alla Provvidenza e vedremo...

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