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Pubblichiamolo l'articolo inserito sul Weblog, dal quale oggi, 15 giugno, partirà la nuova discussione (arricchito, ora, da alcuni stralci - tra i più interessanti - della discussione)

Molti non sanno che la Lettera del Papa al CNC data dal Card Arinze...

... Ribadisce parte delle Norme Statutarie che il CNC in teoria avrebbe dovuto ottemperare!! Questa Lettera del Culto Divino sarebbe la più potente prova della inadempienza del Cammino stesso alle norme costitutive la sua stessa esistenza! Come ebbe a dire Giovanni Paolo.

Ebbene si può e si deve, vista la prossima scadenza dell' esperimento degli Statuti, fare un "consuntivo" di ciò che il CNC ha attuato nella sua prassi. [vedi anche]

Abbiamo estratto alcuni articoli dello Statuto e li abbiamo messi in relazione alla realtà dei fatti, alla Lettera del Papa e al magistero...

Ne emerge un quadro desolante: il CNC non ha rispettato neanche le linee base del suo stesso Statuto! Possiamo cominciare a verificarlo

Iniziamo dall'articolo 6:

§ 1. Il Neocatecumenato, in quanto itinerario di riscoperta dell’iniziazione cristiana, è attuato di norma nella parrocchia, «ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede»,10 luogo privilegiato in cui la Chiesa, madre e maestra, genera nel fonte battesimale i figli di Dio e li “gesta” alla vita nuova.11
§ 2. Poiché la pastorale di iniziazione cristiana è vitale per la parrocchia,12 il Parroco è al centro dell’attuazione del Cammino Neocatecumenale,13 esercitando, anche con la collaborazione di altri presbiteri, la cura pastorale di coloro che lo percorrono.14
§ 3. Il Cammino Neocatecumenale mirerà a promuovere nei suoi destinatari un maturo senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e collaborazione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale

...La lettera del Papa, che richiama alla Comunione parrocchiale, alla frequentazione della Messa Domenicale, al rispetto della Parrocchia, stabilisce chiaramente che il CNC NON HA OBBEDITO A QUESTO ARTICOLO.

Inoltre la prassi interna del CNC affida la guida delle Comunità ai Catechisti e non ai Sacerdoti; La cura pastorale delle Comunità, quindi, non è affidata al Parroco in quanto il Sacramento dell'Ordine lo configura come GUIDA dei fedeli a lui affidati e di conseguenza ha la funzione di "governatore", in comunione col Vescovo e col Papa.

...Nella nota 14 infatti si legge: "Cfr. can. 519 C.I.C.: «Il parroco è il pastore proprio della parrocchia affidatagli, esercitando la cura pastorale di quella comunità sotto l’autorità del Vescovo diocesano, con il quale è chiamato a partecipare al ministero di Cristo, per compiere
al servizio della comunità le funzioni di insegnare, santificare e governare, anche con la collaborazione di altri presbiteri o diaconi e con l’apporto dei fedeli laici, a norma del diritto»; cfr. can. 281 C.C.E.O."

Da notare che "l'apporto dei fedeli laici" è A NORMA DEL DIRITTO CANONICO, che non li investe di facoltà autonome di governo e di guida ma li rende solo AIUTANTI e sostenitori delle DECISIONI che spettano solo AI SACERDOTI!

L'articolo 8 comma 4 quindi ribadisce che:

"Il Neocatecumenato è guidato, in comunione con il Parroco e sotto la sua responsabilità pastorale, da un’équipe di catechisti (Titolo V),19 nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 2. [ndr: sotto la direzione del vescovo diocesano]"

Attenzione all'articolo 10 comma 3!

"3. La comunità neocatecumenale è affidata alla cura pastorale del Parroco e del presbitero da lui incaricato (cfr. art. 27). Inoltre la comunità indica, mediante votazione, un responsabile laico e alcuni corresponsabili,29 che vengono confermati dal Parroco e dall’équipe dei catechisti. Essi collaborano con il Presbitero per assicurare che la comunità percorra l’itinerario del Cammino Neocatecumenale, secondo quanto stabilito nello Statuto e nel Direttorio, e per curare gli aspetti organizzativi.30"

... e al COMMA 4:

"4. L'équipe dei catechisti, concluse le catechesi iniziali, illustra al Presbitero, che presiede la comunità, e all’équipe dei responsabili le modalità tipiche del Cammino Neocatecumenale nella preparazione delle celebrazioni della Parola e dell’Eucaristia e nello svolgimento delle convivenze mensili, indicando i temi biblici di formazione per la celebrazione della Parola."

Secondo quanto affermato implicitamente dagli stessi NC che abbiamo incontrato, questi due brani appena inseriti sono considerati dal CNC PURA FANTASIA!

Arriviamo alla volontà di obbedire al Magistero della Chiesa CHIESTA dagli Statuti.

Ecco l'articolo 11 comma 2 e 4:

"§ 2. Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi lo desidera
tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato,33 il presbitero prolunga la proclamazione della Parola,34 interpretandola secondo il Magistero35 e attualizzandola nell’oggi del cammino di fede dei neocatecumeni.

§ 4. Per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa»,39 i neocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.40"

Il CNC non si avvale del Catechismo e men che meno dei Padri! Si avvale del Dizionario Biblico, Midrash, Targum e prevalgono i riferimenti all'Antico Testamento!

...Alcuni articoli fanno quasi sorridere per quanto la realtà dica l'esatto OPPOSTO. Basta dare un'occhiata a quello relativo la Veglia Pasquale.

il 12 comma 3:

"§ 3. In questo modo il Neocatecumenato contribuisce a formare poco a poco un’assemblea parrocchiale che prepara e celebra la veglia pasquale nella notte santa, con tutta la ricchezza degli elementi e dei segni liturgici e sacramentali voluti dalla Chiesa. 45"

Fare la veglia con la Parrocchia con i segni voluti dalla Chiesa???

Ma quando mai? I segni voluti da Kiko semmai!

Arriviamo alla Celebrazione del Santo Sacrificio Eucaristico. Facciamo attenzione all'articolo che inserisco. Poi vedremo una nota specifica.

Ecco il 13 comma 3:

"3. In considerazione anche «di specifiche esigenze formative e pastorali, tenendo conto del bene di singoli o di gruppi, e specialmente dei frutti che possono derivarne all’intera comunità cristiana»,50 la piccola comunità neocatecumenale,51 con l’autorizzazione del Vescovo diocesano, celebra l’Eucaristia domenicale52, aperta anche ad altri fedeli, dopo i primi vespri."

Vi rendete conto? La consuetudine di andare a Messa il Sabato notte, per i NC, in realtà è solo UNA RARISSIMA ECCEZIONE prevista dagli Statuti in CASI PARTICOLARI!

Già qui si esorta alla MESSA DOMENICALE, si chiede di APRIRE LE PORTE DI QUELLA NC, E NELLA NOTA 52 SI PREVEDONO LE RISONANZE COME ECCEZIONE E NON COME REGOLA!

Note 51 e 52:
51 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 18 gennaio 1994: «La vostra ormai pluriennale esperienza nel “Cammino” vi avrà certo insegnato che la piccola comunità, sostenuta dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia domenicale, diventa luogo di comunione».
52 Cfr. Notificazione della Congregazione per il Culto Divino sulla celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 24 dicembre 1988: «La congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall’istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la preghiera universale.
Seguendo quanto indicato nella Istruzione Ecclesia de mysterio (art. 3, § 3), per preparare l’assemblea a meglio accogliere l’omelia, il presbitero, con prudenza, può dare la possibilità a qualcuno tra i presenti di esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita.

Questi documenti in nota, guarda caso, sono gli stessi citati nella lettera del Papa

L'articolo 16 comma 1 mostra come il CNC dovrebbe essere attivo in parrocchia, secondo la disponibilità di ognuno, per le opere di carità:


"§ 1. Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi segni della koinonia: il non giudicare, la non resistenza al malvagio, il perdono e l’amore nemico.60 La koinonia si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, nella sollecitudine malati, per i sofferenti e per gli anziani e nel sostegno, per quanto possibile, di coloro sono in missione, secondo quanto indicato nel Direttorio. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco."

infatti continua così: "§ 3. Il Cammino Neocatecumenale è offerto quindi come strumento atto ad aiutare la parrocchia a compiere sempre più la missione ecclesiale..", ecc

Anche questo un pio desiderio... la koinonia nel cammino si esaurisce soltanto all'ambito ristrettissimo della comunità

Teniamo sempre conto che nelle rare volte che è citato il Direttorio, viene sempre associato all' OICA! E i richiami all' OICA sono plurimi e vincolanti e costantemente disattesi! La cosa assurda è che si citi un documento, come il Direttorio, non ancora approvato!

Ma sembra di capire che è stato citato solo nelle parti evidentemente in armonia con le direttive ecclesiali..

L'articolo 19 comma 2 è assolutamente misconosciuto e inapplicato:

"§ 2. Gli scrutini aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica,82 l’OICA e il Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale."

E qui non si capisce come l'OICA e il Direttorio possano essere citati insieme quando UNO NEGA L'ALTRO!

La Chiesa nega la possibilità di ripetere i Riti Battesimali ammettendo solo dei Riti consoni allo stato di Battezzati! Il Direttorio cosa dice a riguardo, visto che la prassi è opposta all' OICA? Perchè citarlo in modo da permettere la schizofrenia?

Visto il tenore dello statuto l'unica ipotesi è quella di "disinnescarlo" per dare il giusto valore alla prassi ecclesiale..

Gli articoli 26 e 27 sono anche loro assolutamente estranei alla prassi del CNC:

"26. Al Vescovo diocesano, quale responsabile dell’iniziazione, della formazione e della vita cristiana nella Chiesa particolare, 122 compete:
1º. autorizzare l’attuazione del Cammino Neocatecumenale nella diocesi;
2º. vigilare che l’attuazione del Cammino Neocatecumenale si svolga in conformità a quanto stabilito negli artt. 1 e 2, e nel rispetto della dottrina e della disciplina della Chiesa;
3º. curare una ragionevole continuità pastorale nelle parrocchie in cui è presente il Cammino Neocatecumenale;
4º. presiedere, personalmente o per mezzo di un delegato, i riti che segnano i passaggi dell’itinerario neocatecumenale;
5º. risolvere, in dialogo con l’Équipe Responsabile del Cammino di cui all’art. 3, eventuali questioni riguardanti l’attuazione e lo sviluppo del Cammino nella propria diocesi;
6º. assicurare una fattiva collaborazione tra il Centro neocatecumenale diocesano, di cui all’art. 30, e i vari uffici della Curia diocesana (in particolare quello liturgico e catechetico)."

27.§ 1. Il Parroco e i Presbiteri esercitano la cura pastorale di coloro che percorrono il Cammino
Neocatecumenale – anche alla luce di quanto indicato agli artt. 5 § 2 e 6 § 2 –, e adempiono “in persona Christi Capitis” il loro ministero sacerdotale annunciando la Parola di Dio, amministrando i sacramenti e, per quanto possibile, presiedendo le celebrazioni della prima o di altre comunità neocatecumenale della parrocchia.
§ 2. Inoltre il Parroco e i Presbiteri:
1º. a nome del Vescovo diocesano, vigilano che l’attuazione del Cammino si svolga in conformità a quanto stabilito negli artt. 1 e 2, nel rispetto della dottrina e della disciplina della Chiesa;
2º. aiutano le Équipes di catechisti, di cui all’art. 8 §§ 4 e 5, a realizzare la loro missione;
3º. tenuto conto che la pastorale di iniziazione cristiana è vitale per evangelizzare l’uomo contemporaneo, sostengono l’attuazione del Cammino nell’insieme degli strumenti pastorali della parrocchia.

Ogni commento è superfluo datala totale disarmonia con quanto qui indicato...

Nell'articolo 28 comma 3 si trova una volta di più il compito proprio del Catechista che è quello di aiuto e non di dirigente (nel senso etimologico):

"§ 3. Nello svolgimento del loro compito i catechisti laici collaborano con il Parroco e con i
presbiteri delle rispettive comunità e li aiutano nella missione di governo, di insegnamento e
di santificazione loro propria in quanto ministri ordinati."

L'articolo 14 merita un esame a sé stante.

E' l'articolo dove si ordina al CNC di formare gli adepti alla Patristica, al Culto Eucaristico, al Santo Rosario... ma è fondamentale anche per l'enunciazione del Sacramento della Penitenza

Si commenta da solo:

"§ 1. «Il sacramento della Penitenza contribuisce in massimo grado a sostenere la vita cristiana
».53 Nel loro itinerario di conversione, i neocatecumeni lo celebrano periodicamente secondo il rito per la riconciliazione di più penitenti con confessione e assoluzione individuale.
Sono educati inoltre ad accostarsi con assiduità al sacramento della Penitenza secondo il rito
per la riconciliazione dei singoli penitenti.
§ 2. I neocatecumeni vengono gradualmente iniziati alla preghiera liturgica e all’orazione.54 I genitori sono istruiti a trasmettere la fede ai figli55 in una celebrazione domestica, fatta durante le Lodi della Domenica.56 I figli sono preparati alla Prima Comunione e alla Cresima nella parrocchia e dopo i 13 anni sono invitati a iniziare il Cammino Neocatecumenale.
§ 3. La Chiesa inizia progressivamente i neocatecumeni alle ricchezze spirituali e catechetiche
dell’anno liturgico, in cui essa «celebra tutto il mistero di Cristo».

57 A tal fine, prima dell’Avvento, della Quaresima e della Pasqua, i catechisti fanno un annunzio preparatorio.
§ 4. I neocatecumeni vengono inoltre gradualmente istruiti al culto eucaristico fuori della Messa, all’adorazione notturna, alla recita del santo Rosario e alle altre pratiche di pietà della tradizione cattolica."

Possiamo fermarci qui. E iniziare l'approfondimento.

Questa manifesta inadempienza, normalmente, dovrebbe decretare il fallimento dell'esperimento e la chiusura del CNC.

Ma, si sa, le vie di Kiko sono infinite..


Alcuni commenti pervenuti sul blog:

La comunità cattolica sta vivendo sicuramente un grave disagio a causa del silenzio delle gerarchie sui fatti ripetutamente denunciati su questo blog e su altri analoghi.

Le notizie sulla prossima approvazione dello statuto e le foto che circolano in rete ci mostrano invece il Santo Padre sorridente ed amichevole con i fondatori del movimento neocatecumenale in svariate circostanze.

È evidente che vi è stata una strategia forte dei capi del Cammino per accreditarsi e mostrarsi mediaticamente come "amici" e supporters del Pontefice, anche per attutire le resistenze verso i loro statuti e direttori catechetici.

Ora, se un Papa che per anni da cardinale è stato difensore puntuale della fede cattolica, anziché lasciare fuori della porta movimenti destabilizzanti per la Chiesa come il Cammino neocatecumenale, oggi li accoglie, incoraggia e benedice, qualcosa non quadra oppure a noi tutti è sfuggito.

Si poteva comprendere un atteggiamento tollerante da parte di un pontefice di diversa formazione, ma Benedetto XVI è l'ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede, ovvero il custode massimo dell'ortodossia cattolica!!

Come è possibile tanta tolleranza verso un movimento così controverso? È questa la domanda che angoscia tutti gli altri cattolici!

Non ci si auguravano scomuniche per il Cammino, pur ampiamente meritate poiché nessuno che fosse sano di mente poteva pensare di mettere mano addirittura ai fondamenti dogmatici della Chiesa senza esserne messo fuori senza troppi preamboli.

E tuttavia ci si aspettava polso, fermezza e chiarezza, in difesa delle verità di fede, dell'integrità della Chiesa e della stessa comunità dei fedeli.

Invece, finora vi è stata una incomprensibile contraddizione tra i richiami formali al Cammino ed i comportamenti tolleranti nei suoi confronti, così da denotare nei fatti apertura e disponibilità verso un movimento eversivo per il cattolicesimo a causa dei contenuti chiaramente eretici e blasfemi.

Si ripropone la visione di un cattolicesimo debole: debole verso i movimenti interni, debole verso le altre religioni, forse anche per un eccesso interpretativo dell'ecumenismo promosso dal Vaticano II.

Tutto ciò ha generato e continua a generare dubbi, incertezze, confusione e sconforto tra i credenti. In un simile scenario il non praevalebunt diventa davvero insufficiente. Ci vuole di più e di altro per rasserenare il clima all'interno della Chiesa.

Che nel Cammino non si rispetti lo Statuto appare evidente: la natura ribelle ed autarchica del movimento è tale da porlo in conflitto costante con le gerarchie e con le regole ecclesiali. Ma questo si finge di non vederlo o di non capirlo.

Anche se fosse approvato uno statuto normalizzato e coerente con la dottrina della Chiesa, chi mai sarà in grado di controllarne il rispetto da parte dei neocatecumenali in ogni parte del mondo?Chi mai sarà in grado di arginare la proliferazione nella Chiesa di pratiche e predicazioni del tutto contrarie alla sua dottrina e all'insegnamento di Gesù Cristo?


Su questa dolorosa vicenda neocatecumenale - dolorosa per le sofferenze, i contrasti, i disagi che sta arrecando alla comunità dei fedeli - sorge una domanda cruciale, in prossimità della annunciata approvazione dello statuto:

MA LA CHIESA HA VERAMENTE BISOGNO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE?

La Chiesa ha certamente bisogno dei fedeli che oggi aderiscono al Cammino, perchè è necessario riportare nell'Ovile le pecorelle smarrite, recuperarle alla vera ed unica luce che è quella dell'insegnamento cristiano tramandato attraverso gli Apostoli e le Scritture.

La Chiesa non ha bisogno di infiltrazioni eretiche, di dottrine eversive e predicazioni settarie e blasfeme, di spettacolarizzazioni e scenografie, di mercificazioni consumistiche di simboli sacri per riempire i forzieri. Soprattutto, non ha bisogno di santoni ed imbonitori travestiti da nuovi profeti che cerchino di condizionare l'azione del Papa.

La Chiesa ha già un pastore, il Santo Padre, che la rappresenta universalmente nel nome di Cristo. Ed ha già una dottrina, che da due millenni è la stessa, perfetta ed immutabile nella sua origine divina.

Ecco pertanto il grande equivoco ed il rischio gravissimo di accogliere nella Casa del Signore dei fanatici che con i loro metodi, le loro teorizzazioni, i loro stravolgimenti simbolici e rituali stanno seminando confusione e scompiglio tra i credenti, oltre a provocare guasti e lacerazioni in parecchi dei loro adepti.

È evidente che portare nella Casa del Signore una tale minaccia trova giustificazione solo in una straordinaria fiducia nella capacità di modificarne tutti gli aspetti negativi: impresa titanica e dall'esito dubbio, dal momento che i capi del Cammino non accetteranno mai compromessi che neutralizzino l'impalcatura da loro messa in piedi in un lungo quarantennio.

Da tempo insisto nell'evidenziare che all'origine del Cammino vi deve essere stato un odio profondo per la tradizione cattolica, al punto da spingere a stravolgere ogni aspetto della sua espressione: la liturgia, i sacri simboli, i templi, la musica.

Niente è sfuggito al lucido piano eversivo.

Di certo, non è pensabile sostituire le debolezze e le crisi che investono la Chiesa odierna con la "novità" ed i frutti apparentemente buoni ma in realtà avvelenati del Cammino.

L'appello profetico del prof. Medi rimane ancora un paradigma straordinario nel discorso sulla crisi contemporanea che attraversa la Chiesa:

«Sacerdoti, io non sono prete, e non sono mai stato degno di poterlo diventare. Come fate a vivere dopo aver celebrato la Messa? Ogni giorno avete il Figlio di Dio nelle vostre mani. Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha. Con la vostra bocca voi trasformate la sostanza del pane in quella del Corpo di Cristo; voi obbligate il Figlio di Dio a scendere sull'Altare. Siete grandi. Siete creature immense. Le più potenti che possano esistere. Sacerdoti ve ne scongiuriamo, siate santi! Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti. Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell'Altare. A costruire opere, fabbricati, giornali, a correre di qua e di là siamo capaci noi. Ma a pregare siete capaci solo voi. State accanto all'Altare. Andate a tenere compagnia al Signore. Preghiera e Tabernacolo. Tabernacolo e Preghiera. Abbiamo bisogno di quello. Nostro Signore è solo, è abbandonato. Le chiese si riempiono soltanto per la Messa. Cosa stupenda! Ma Gesù ci sta 24 ore su 24 e chiama le anime, chiama te sacerdote, chiama noi: "Tienimi compagnia, dimmi una parola. Dammi un sorriso, ricordati che t'amo. Dimmi soltanto passando: "Amore mio, ti voglio tanto bene!". E io ti coprirò di ogni consolazione e di ogni conforto».


La Chiesa sembra aver bisogno di visibilità, si sta svendendo alla visibilità e a un certo "desiderio di potenza". Il Cammino può darle questa visibilità, i soldi raccolti e le vocazioni danno l'impressione di avere un esercito ricco, forte e numeroso.
Per quanto riguarda la funzione pastorale ho molti dubbi: per una pecorella recuperata (bisogna vedere poi come) ce n'è almeno un'altra che disgustata dall'esperienza neocatecumenale esce definitivamente dall'ovile...


La missione universale della Chiesa nasce dal mandato di Gesú Cristo e si adempie nel corso dei secoli nella proclamazione del mistero di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, e del mistero dell’incarnazione del Figlio, come evento di salvezza per tutta l’umanità. Sono questi i contenuti fondamentali della professione di fede cristiana.

Gesú Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come "uomo agli uomini", "parla le parole di Dio" (Gv 3,34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cf. Gv 5,36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede il Padre (cf. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e manifestazione di Sé, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e con la gloriosa risurrezione dai morti e, infine, con l’invio dello Spirito di verità compie e completa la rivelazione e la conferma con la testimonianza divina.

Infatti, deve essere fermamente creduta, come dato perenne della fede della Chiesa, la verità di Gesú Cristo, Figlio di Dio, Signore e unico salvatore, che nel suo evento di incarnazione, morte e risurrezione ha portato a compimento la storia della salvezza, che ha in lui la sua pienezza e il suo centro. Le testimonianze neotestamentarie lo attestano con chiarezza: "Il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo" (1 Gv 4,14); "Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29).

Fin dall’inizio, infatti, la comunità dei credenti ha riconosciuto a Gesú una valenza salvifica tale, che Lui solo, quale Figlio di Dio fatto uomo, crocifisso e risorto, per missione ricevuta dal Padre e nella potenza dello Spirito Santo, ha lo scopo di donare la rivelazione (cf. Mt 11,27) e la vita divina (cf. Gv 1,12; 5,25-26; 17,2) all’umanità intera e a ciascun uomo. In questo senso si può e si deve dire che Gesú Cristo ha un significato e un valore per il genere umano e la sua storia, singolare e unico, a lui solo proprio, esclusivo, universale, assoluto. Gesú è, infatti, il Verbo di Dio fatto uomo per la salvezza di tutti.

Raccogliendo questa coscienza di fede, il Concilio Vaticano II insegna: "Infatti il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, è diventato egli stesso carne, per operare, lui l’uomo perfetto, la salvezza di tutti e la ricapitolazione universale. Il Signore è il fine della storia umana, "il punto focale dei desideri della storia e della civiltà", il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni. Egli è colui che il Padre ha risuscitato da morte, ha esaltato e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei morti". (45) "È proprio questa singolarità unica di Cristo che a lui conferisce un significato assoluto e universale, per cui, mentre è nella storia, è il centro e il fine della stessa storia: "Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine" (Ap 22,13)".

Perciò, in connessione con l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Gesú Cristo, deve essere fermamente creduta come verità di fede cattolica l’unicità della Chiesa da lui fondata. Cosí come c’è un solo Cristo, esiste un solo suo Corpo, una sola sua Sposa: "una sola Chiesa cattolica e apostolica". Inoltre, le promesse del Signore di non abbandonare mai la sua Chiesa (cf. Mt 16,18; 28,20) e di guidarla con il suo Spirito (cf. Gv 16,13) comportano che, secondo la fede cattolica, l’unicità e l’unità, come tutto quanto appartiene all’integrità della Chiesa, non verranno mai a mancare. I fedeli sono tenuti a professare che esiste una continuità storica - radicata nella successione apostolica - tra la Chiesa fondata da Cristo e la Chiesa Cattolica: "È questa l’unica Chiesa di Cristo [...] che il Salvatore nostro, dopo la risurrezione (cf. Gv 21,17), diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cf. Mt 28,18 ss.)


Chi sintetizza questa summa teologica cattolica è Joseph Ratzinger, nella introduzione alla Dominus Iesus.

Chi contraddice, stravolge e sconfessa, nelle teorizzazioni e nelle prassi, tali verità di fede, è il Cammino neocatecumenale.

È mai pensabile che Ratzinger, approvando lo statuto di questo movimento eretico conclamato, smentisca da Papa ciò che da prefetto per la fede ha proclamato così solennemente?

È questo il dilemma che agita e scuote oggi le nostre coscienze nell'imminenza della scadenza del 29 giugno.


Amici,
mi accorgo che, col tempo, la nostra iniziale prudenza ed estrema delicatezza nell'esprimerci, va trasformandosi in un discorso netto, chiaro, esplicito, senza mezzi termini, in cui le cose vengono chiamate con il loro nome e parole come eresia, sconfessione e stravolgimento (ultimi messaggi di Arbiter) abominio (ultimo post di Icabod), non vengono risparmiate.
E c'è un serio motivo: all'inizio del nostro percorso, più di un anno fa, pur nell'estrema consapevolezza di cosa fosse il Cammino NC, temevamo di scandalizzare i piccoli e speravamo, nel dialogo scevro di condanna, di poter consentire il ravvedimento di molti.
Così non è stato. Sono sicuro che molti ancora in grado di discernere, che pure non conosceremo mai, sono stati salutarmente allarmati dalla nostra informazione; ma i nostri interlocutori NC succedutisi sin qui in qualche modo ci hanno costretto a venire allo scoperto, nella constatata impossibilità di scalfire la coriacea costruzione kikarmeniana.
E allora amici, vi siete accorti di quanto ora il nostro parlare sia esplicito e nettamente schierato?
Infatti ci siamo accorti anche che, quando si tratta di questioni di fede così serie, non possono esistere compromessi (le commistioni di questo tipo inquinano i sani e non fanno guarire i malati) e occorre "prendere parte".
Noi abbiamo preso parte per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che speriamo si riveli per quella che è e non per come alcuni vorrebbero ridurla... ma non prevalebunt!
Il nostro problema di oggi è che non sappiamo quando e a che prezzo questo avverrà!!!


Nelle celebrazioni si adotta una strategia che appartiene al mondo commerciale, al marketing consumistico, offrendosi una maggiore varietà di scelta ai fedeli.

Rischiandosi, in tal modo, di confondere e disorientare, o nella migliore delle ipotesi, di indurre nelle persone la logica della scelta in base alla maggiore o minore soddisfazione dei propri desiderata in àmbito liturgico.

A me non pare che la stessa varietà venga data nelle altre fedi religiose.

Questa possibilità di differenti forme celebrative può incentivare il pendolarismo dei credenti, lasciando parrocchie sguarnite a fronte di altre più "accattivanti".A meno che non si voglia procedere per "selezione naturale", nel senso che saranno i fedeli stessi a decretare il successo o il fallimento di un modo di celebrare rispetto all'altro. Anche questo, tuttavia, è un metodo che appartiene alle logiche mercantili, occorre evidenziarlo.

Del resto, già accade con le celebrazioni liturgiche, e più in generale con le attività parrocchiali.

Quando non ci si preoccupa di coniugare formazione presbiteriale, motivazione e doti comunicative, il risultato è che le celebrazioni tenute da officianti motivati e comunicativi sono ben affollate, unitamente alle relative parrocchie, rispetto alle parrocchie semideserte rette da ordinati poco incisivi, quando non scialbamente formalistici o addirittura palesemente demotivati.

E qui tocchiamo un altro punto problematico.
La parrocchia è il primo fronte della Chiesa.
Richiede attenzione e ponderazione nella scelta dei suoi ministri.

Non a caso il radicamento dei neocatecumenali nella base della comunità ecclesiale è stato favorito dalla crisi relazionale di troppi sacerdoti con i loro fedeli.

Un ordinato motivato, preparato e sapiente nell'esercizio delle proprie sacre prerogative ben difficilmente si lascia scalzare e sopravanzare, lasciando il gregge in balìa dei lupi.

Ritorna così l'appello mirabile ed accorato del prof. Enrico Medi alla santità dei sacerdoti, e parallelamente lo scandalo dei centri Redemptoris Mater che non preparano certamente santi sacerdoti bensì pretoriani di Kiko in abito talare, i quali continuano ad infiltrarsi e diffondersi nella Casa del Signore per portarvi il verbo e le prassi anomale dal Cammino senza che nessuno vi ponga un freno!


Liturgia e dottrina della fede sono strettamente interdipendenti: se varia l'una varia anche l'altra. Certe derive eretiche odierne corrispondono a liturgie eterodosse e viceversa, e questo da quando qualcuno ha fatto "scivolare il significato" della parola "fede": non più sana dottrina razionale ed oggettiva ma sentimento soggettivo, una "fede_mia_soggettiva _vivente_che_cresce_con_me, mi piace e mi soddisfa". Una fede edonistica. Una fede "debole" come il pensiero che l'ha prodotta. Una fede che modifica la sana dottrina e la morale a proprio piacimento.

La S. Messa cattolica è diventata e sta diventando sempre più uno show. Rispondendo alle esigenze di una società edonistica, dove quello che conta è "quel che mi piace". Come al solito, il problema si risolve parlando genericamente di "esigenze pastorali" (richiamare in chiesa il maggior numero di persone, soprattutto giovani, a qualunque costo, sacrificando così la qualità alla quantità). Ora però la Chiesa cattolica non è un'ideologia tra le tante del '900 che hanno portato alla ribalta l'associazionismo e i megaraduni: le esigenze di verità e di carità della fede fanno sì che spesso il "mi piace" debba cedere di fronte ad esigenze dottrinali (verità) e morali (carità).

Dal punto di vista dottrinale non è lecito dire che una teologia mi piace o non mi piace, è avvincente o è noiosa, ma devo guardare se è sinceramente cattolica, se mi porta alla sana dottrina o meno. Una sincera istanza di verità porta di solito specialmente oggi a sacrificare le proprie convinzioni personali, questo sta nel concetto di "conversione". Eppure molti anche ecclesiastici ritengono S. Tommaso noioso e "pappa pronta", mentre i vari Rahner e von Balthasar, con le loro dottrine ambigue o eterodosse fanno parte irrinunciabile della formazione sacerdotale e religiosa. Ed il problema torna sempre di nuovo alla filosofia di supporto: è una filosofia "realista" oppure relativista??? Perché se non si può conoscere con certezza una qualche realtà esterna all'uomo così come essa è, è inevitabile l'agnosticismo se non proprio l'ateismo pratico! Purtroppo sono le idee che muovono il mondo, una "categoria estetica" di un certo tipo può stravolgere tutte le espressioni artistiche e architettoniche di un'epoca, una filosofia dialettico-materialista trasformandosi in un'ideologia può cambiare un'intera società o molte società o tutte le società e persino la Chiesa...

Attenti al relativismo! Qualunque "sintesi" per sua stessa natura contiene elementi di verità e di falsità: se infatti la tesi fosse vera, l'antitesi che ad essa per natura si oppone (anti) è necessariamente falsa, dunque la sintesi sarà un mix di vero e falso (e perciò falsa). Così pure se vera è l'antitesi e falsa la tesi. La sintesi può avere un senso laddove la verità non si conosce ed è necessario mettersi d'accordo, ma questo evidentemente non può mai riguardare il deposito della fede cattolica né la liturgia.

Così come sul lato morale: ci sono sforzi per "trasformare" i comandamenti di Dio da mere proibizioni in affermazioni "belle", "propositive", questi sforzi saranno anche "pastoralmente" lodevoli ma possono favorire l'inclinazione edonista dell'uomo del nostro tempo ("il comandamento lo seguo quando e se mi piace"), la quale inclinazione quando coltivata (anche se "pastoralmente") darà cattivi frutti. I comandamenti non devono piacere o no, i precetti morali non devono essere estetici o facilmente accettabili, i comandamenti sono e basta e vanno accettati in quanto tali per amore di Dio (e del prossimo), altrimenti la carità diventa buonismo e perdonismo ed in ultima analisi filantropia di stampo massonico. Certo, fa bene all'anima e aiuta ad accoglierli e metterli in pratica, sapere che - piuttosto che precetti giuridicamente vincolanti - sono parole, insegnamenti che vengono direttamente dal cuore di Dio, per il nostro bene ed il nostro essere-nel-mondo secondo la Sua volontà e in relazione con Lui. Attenti alle "nuove estetiche"!!!

Dunque la S. Messa non dovrebbe cedere all'edonismo imperante. Il canto gregoriano, che la Chiesa ritiene il più adatto alla liturgia, o quello polifonico dovrebbe avere l'appoggio dei parroci non perché "estetico", ma perché dottrinalmente adatto: e non si dica che è impossibile oggi, i giovani cattolici hanno tempo per tutto, palestra, danza, studio delle lingue straniere... ma per un minimo di latino e di canto liturgico nelle parrocchie proprio non si ha tempo. Naturalmente ci sono lodevoli eccezioni, ma la celebrazione "per chitarra e tamburo" è più facile e veloce e comoda (ed edonista) per tutti, parroco compreso. Il quale tra l'altro cedendo all'edonismo chitarra/tamburo rischia di accettare l'"eresia chiavi in mano" del cnc, un passo che come ben sappiamo porta alla devastazione della parrocchia.

La Chiesa si fa sempre più piccolo gregge, e ciò che in un futuro prossimo purtroppo accadrà manifesterà l'intenzione del cuore di ognuno che si dice cattolico.


Hai fatto un resoconto ed una analisi indiscutibili. Il male della Chiesa è proprio la "filosofia secolare". Che tra l'altro è una delle peggiori. È materialista, edonista e relativista.

Quello che hai detto è quello che dico anche io fino alla nausea. È verissimo che la Chiesa, oggi, è concepita come una associazione politica nel senso stretto del termine. Anche dagli stessi fedeli. Anche perchè così sono stati educati.

È considerata come elemento di sociologia. E la Messa è una "riunione" alla stregua di quelle ludiche, per cui è assolutamente coerente che ci siano le caratteristiche di tali riunioni. Canti "secolari", giochi, danze, fuochi d'artificio, scenografia...e show...! Kiko fa il "teologo" e insegna al Papa come si deve intendere oggi la Messa e come anche il Papa deve intenderla! Perché comanda Kiko! Lui e gli altri Lupi di cui il Santo Padre ha parlato nell'atto del suo insediamento! Li conosce benissimo, Benedetto, questi Lupi perchè ha avuto a che fare con loro per decenni quando era prefetto!
Ma i ricatti di questi Lupi sono chiari.
Stiamo arrivando a limiti, però, assurdi.
O la Fede e la Liturgia riprendono il filo di Cristo... O si aprono tempi veramente brutti (e per brutti intendo MOLTO BRUTTI) per la Chiesa e tutto il Popolo di Dio..
In ogni caso io spero che quanto detto riguardo il Messale Attuale rispetto a quello Tridentino non sia di fondere verità e menzogna. Io credo che il NOM non sia eretico ma sia "annacquato" e "generico". Per questo è stato possibile strumentalizzarlo. Se viene arricchito dalla chiarezza del Tridentino, ne guadagnerà.


Una delle osservazioni critiche più frequenti nei confronti degli animatori di questo blog è:

'Ma in fondo, che cosa fanno di male i neocatecumenali. Perchè non vi sforzate di accettarli come figli dello stesso Dio? Non vedete che così fate loro pubblicità?' oppure 'alimentate la divisione tra cattolici?', ecc. ecc.

Difatti: perchè tanto accanimento con questo movimento? In fondo sono anche loro cattolici, si muovono dentro la Chiesa, celebrano la santa messa, cantano in gloria di Dio...

Ripetiamolo ancora una volta, per i distratti e i "duri di coccio" in buona fede.

Il Cammino neocatecumenale va combattuto ed i loro adepti riportati se possibile sulla strada maestra del cattolicesimo, per i seguenti motivi:

  1. Sono l'unico movimento che ha tradotto in carte scritte le proprie fantasie ed il proprio modo 'originale' di essere cattolici.

  2. Ad una seria e documentata analisi, alcuni teologi si sono presto accorti che le teorie neocatecumenali, più che osannare la dottrina della Chiesa e l'insegnamento di Cristo, ne hanno stravolto alla radice dogmi e verità di fede, alla maniera di tutti i movimenti eretici e sovversivi della storia.

  3. L'azione di sovversione e stravolgimento non ha coinvolto solo l'intepretazione delle Sacre Scritture ma anche i luoghi e simboli sacri, i templi, la liturgia, i canti, la modalità stessa di essere cattolici e di stare con gli altri.

  4. Questa azione di stravolgimento non è avvenuta per caso, ma con tempi e modi via via più oculati e precisi. Soprattutto, e ciò ne rivela la malafede di fondo, le teorie dei capi neocatecumenali sono state mantenute il più a lungo segrete, per consentire al movimento di radicarsi all'interno della Chiesa prima che fosse scoperto il carattere blasfemo delle predicazioni.

  5. Dovunque si sono radicati, i neocatecumenali hanno portato separazione tra i credenti, divisioni, settarismi, pratiche esoteriche e riti paganeggianti, contaminazioni ed importazioni di simboli di altre fedi, stravolgendo l'identità simbolica e dogmatica del cattolicesimo.

  6. Gli stessi aderenti al movimento sono soggetti a percorsi iniziatici graduali nel cui àmbito sperimentano violazioni della loro intimità, vessazioni, condizionamenti psicologici, esattamente come tutte le sette iniziatiche a controllo mentale.

  7. Sempre come le altre sette eretiche ed esoteriche, attorno al Cammino gravita un giro di soldi notevole, in parte estorti, in parte 'liberamente' donati, che servono alla maggior gloria del movimento e dei suoi capi.
E fermiamoci qui.

C'è ancora qualcuno che osa chiedere tolleranza verso il Cammino neocatecumenale?

C'è ancora qualcuno che invoca fratellanza con la più grave delle minacce mai sviluppatesi contro la Chiesa e tanto più subdola in quanto nata al suo stesso interno ed organizzata con una mistificazione ed un camaleontismo mirato a confondere le idee e smussare i rilievi critici?

Si, è vero, ci sono prelati e porporati che li appoggiano, inoltre i due ultimi papi ne hanno agevolato il "cammino", seppur con vincoli.

Ma ciò attiene più alla eccezionale capacità del Male di infiltrarsi nella Dimora di Dio che non agli abbagli presi in buona fede dai Papi e dai ministri di Dio. In questo, il confronto è stato perdente.

Siamo arrivati alla sintesi, infine. I neocatecumenali e loro simpatizzanti vorrebbero legittimare il movimento, al di là delle teorie eretiche e prassi esoteriche, in virtù della buona fede degli aderenti, dei bagni di folla, della 'solidarietà' (quale?) tra fratelli...

Noi vorremmo il Cammino respinto ed i suoi adepti recuperati alla tradizione della Chiesa esattamente a causa delle teorie eretiche e delle prassi esoteriche e paganeggianti, al di là del fatto che ad esso abbiano aderito cinquecentomila o cinque milioni di adepti...
Non è una questione di numeri, ma di sostanza, di principi e verità insopprimibili.

La differenza è tutta qui. Ed è abissale.


Alcuni neocatecumenali, che non a caso seguono questo blog, contravvenendo agli ordini dei loro catechisti, riferiscono di esperienze positive nel Cammino, di arricchimento, di riscoperta di una fede dimenticata.

Il problema è che, laddove ciò avvenga, si tratta di situazioni soggettive, limitate e circoscritte, rispetto a ben altre testimonianze, raccolte qui e altrove, di labirinti psicologici, gabbie relazionali, pratiche vessatorie, crisi della personalità, e così via. Le prime non riscattano le seconde. Il fatto che per alcuni l'esperienza del Cammino sia positiva nulla toglie alla sua basilare negatività. Dal male non può nascere il bene. Può nascere solo altro male.

Se non fosse così, noi dovremmo solidarizzare con il demonio, in quanto angelo sfortunato, vittima della 'prepotenza' divina. Ma noi sappiamo che, ad onta dei camuffamenti e mistificazioni, il demonio resta l'avversario numero uno di Cristo, anche quando veste i panni del cristiano e sembra lodare Dio, anche quando parla male di se stesso per aggirare la nostra diffidenza, perchè il suo obiettivo di fondo rimane la sconfitta della Chiesa del Signore ed ogni occasione è buona per raggiungere tale scopo, anche spacciarsi per fervido credente.

Perciò, date certe premesse (stravolgimenti dogmatici e dottrinali, liturgici e simbolici, divisioni tra i credenti per la ricerca di una separatezza elitaria, esoterismi e segretezze comportamentali, pratiche vessatorie) non possono nascere da esse tolleranza, amore per il prossimo, carità, solidarietà, diffusione dell'insegnamento di Cristo, ovvero i pilastri della Chiesa cattolica senza alcun 'cammino'.

Se qualcuno nel Cammino sente di fare esperienze positive, vuol dire che non sta vivendo il percorso nella sua realtà totalizzante e che il livello di controllo su di lui e suoi consimili è ancora ad uno stadio iniziale. Semplicemente, sta vivendo un altro cammino, edulcorato e mistificante, che somiglia ancora nelle apparenze ad un movimento cattolico.

Più si addentrerà nel percorso iniziatico e gerarchico, più si discosterà dalla strada maestra della tradizione cattolica e sarà vincolato a regole ferree e stringenti, che non contemplano deviazioni, per preservare la stabilità e la compattezza del movimento.

Al di fuori di ciò, possiamo dunque ammettere esperienze anche positive di alcuni aderenti, che sono tuttavia altra cosa dal sistema globale che governa il movimento neocatecumenale nella sua ferrea articolazione alla stregua di un mostro Leviatano.

E questo non lo supponiamo noi. Ce lo raccontano le cronache che pervengono da ogni parte del mondo cattolico, le stesse da ogni Paese.


A volte dobbiamo avere la forza d'animo di dire tutta la verità che ci sentiamo dentro.

I tanti interventi pubblicati su questo blog ed altri similari testimoniano come la comunità cattolica viva oggi un'ansia ed un disagio gravi provocati essenzialmente dalla discordanza tra i fatti qui ripetutamente denunciati e la calma imperturbabile, quasi l'indifferenza e l'insensibilità delle gerarchie, almeno nell'ufficialità.

Ora, le notizie sulla prossima, presunta approvazione dello statuto e le tante foto che circolano sui giornali e in rete ci mostrano un rapporto amichevole e confidenziale tra il Santo Padre ed il movimento neocatecumenale: il Papa a cena con Kiko; in udienza con la triade Kiko, Carmen e don Pezzi; in udienza con le famiglie missionarie NC; in posa con il quadro ricevuto da Kiko, ecc. ecc.

È chiaro che c'è stata una pressione fortissima ed una strategia mirata dei capi del Cammino per accreditarsi e vendersi mediaticamente come "amici" e sostenitori del Pontefice.

Ma è pur vero che, se un Papa che per anni è stato il difensore della fede, anziché lasciare fuori della porta movimenti destabilizzanti per la Chiesa come il Cammino neocatecumenale, li accoglie, incoraggia e benedice, qualcosa non quadra oppure non si è capito.

Sinceramente e lo confesso con animo triste e deferente, si poteva comprendere un atteggiamento tollerante da parte di un pontefice di diversa esperienza, ma non dall'ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede, ovvero del custode dell'ortodossia cattolica.

Questo è il nodo cruciale delle ansie e dei dubbi che investono oggi l'animo di tanti credenti.

Sia chiaro, non si chiedevano scomuniche, per quanto ampiamente meritate dal momento che nessuno che fosse sano di mente poteva pensare di mettere mano ad un solo dogma della Chiesa senza esserne messo fuori senza troppi preamboli.

Ma ci si aspettava tuttavia maggiore polso e fermezza e chiarezza, in difesa dei dogmi, delle verità di fede e dunque dell'integrità della Chiesa e della comunità dei fedeli.

Invece, finora vi è stata una incomprensibile contraddizione tra i richiami formali al Cammino ed i comportamenti tolleranti nei suoi confronti, così da denotare nei fatti acquiescenza ed apertura verso un movimento eversivo per la Chiesa a causa dei contenuti eretici e blasfemi.

Il che ha generato e continua a generare sconforto e scompiglio tra i credenti 'ortodossi'.

Poi, si possono fare tutti i discorsi ottimistici sull'infallibilità papale, sulla vittoria finale di Dio ed il non praevalebunt. Anche se la metafora dei nemici con le 'armi corte' e quindi già nella Casa di Dio (immagine molto eloquente tratta dal noto Sogno di Don Bosco) non lascia spazio ad ottimismi.

La situazione generalmente percepita è quella sopra esposta. Ed è una situazione che non porterà di certo serenità nella Casa del Signore.

Una schiarita rasseneratrice potrebbe venire solo dall'approvazione di uno statuto neocatecumenale completamente normalizzato e coerente con la dottrina della Chiesa cattolica, pur con tutte le perplessità generate dalla sostanziale, finora,  non applicazione. Ma questo lo sapremo solo dopo il 29 giugno prossimo.

Questa data si sta caricando di gravidi significati e si appresta a diventare per davvero un tremendo spartiacque tra un prima ed un dopo della Chiesa cattolica!


Ci si chiede: perché chi è preposto al discernimento non ha mai avuto il coraggio di dichiarare il cnc non cattolico?

La gerarchia ecclesiastica purtroppo è pervasa oggi da una teologia non più razionale ma razionalista. Sotto la spinta di una certa teologia di area germanica si sono accolti concetti come quello di demitizzazione (una demitizzazione "cattolica", molto "soft" e quindi molto più pericolosa), che hanno posto in dubbio la possibilità del soprannaturale, del miracolo. Moltissimi sotto l'influsso di queste teologie non ritengono che Dio possa sospendere le leggi naturali per intervenire direttamente nel mondo dell'uomo. Così abbiamo vescovi che non credono nel demonio nel senso tradizionale del termine, come puro spirito: il demonio sarebbe l'altro uomo quando distrugge e uccide gli altri uomini, come i dittatori di tutti i tempi. Ora qui è evidente che si scambia la causa con l'effetto, basta chiedere a don Amorth.

Lo stesso vale per le profezie: in molti prelati c'è l'idea che i profeti altro non siano se non uomini che "interpretano i segni dei tempi": nessuna comunicazione dal cielo è possibile perché non scientifica, si tratta di una capacità solo ed esclusivamente umana, Dio non c'entra se non (nel migliore dei casi) come lontana "causa prima", una provvidenza impersonale del tipo "non muove foglia che Dio non voglia"...

È evidente in queste concezioni l'agnosticismo, almeno tendenziale che sottostà ad una concezione razionalista e scientista per la quale è la scienza che giudica del soprannaturale e non viceversa. Così abbiamo assistito alla distruzione del culto di molti santi cattolici e delle loro reliquie, sotto l'influsso di una teologia scientista: eppure la scienza sbaglia spesso, procede il più delle volte per teorie che devono essere verificate o falsificate, pensare che la scienza allo stato attuale possa risolvere in modo stabile tutti i nostri problemi di fede significa fare lo stesso errore di coloro che pensavano che la terra fosse piatta e fosse il sole a girarle intorno: l'errore non fu tanto quello di applicare un modello possibile stante le conoscenze del tempo, quanto quello di considerarlo valido per tutti i tempi, la scienza è molto più relativa di quanto si pensi. E questo vale soprattutto per la datazione di reperti storico-archeologici come ad esempio le reliquie.

Abbiamo assistito persino ad una sapiente "demitizzazione" della figura di Maria Santissima, la quale è diventata nella mente di molti "la chiesa" o "la comunità". Ora se può essere vero che Maria è anche figura della Chiesa, l'essere cattolici ci impone di credere che la Beata Vergine Immacolata è stata assunta in cielo e possiede un corpo glorioso; nulla impedisce che la Mamma possa scegliere alcuni pastorelli per comunicare alla Chiesa messaggi di importanza vitale per tutta l'umanità. Nessuna autorità neppure ecclesiastica ha il diritto di privare i fedeli cattolici dell'aiuto che viene dal cielo, eppure proprio questo si è fatto e si fa ancora: se Maria è solo la chiesa allora è la gerarchia che stabilisce cosa la Madonna deve dire, scambiando così il discernimento doveroso da parte della gerarchia stessa nei confronti del soprannaturale con il parlare in nome e per conto della Madonna di alcuni prelati di rango e perfino di laici come l'Arguello.

D'altra parte si privilegiano i profeti che "parlano di pace" al popolo, che leggono razionalisticamente i "segni dei tempi", i profeti dei megaraduni e delle acclamazioni di popolo, i profeti che portano la gente in piazza e procurano "vocazioni" provenienti da sapienti condizionamenti mentali: e certo, la vocazione non ha nulla di soprannaturale, e se i fratelli di comunità mi ripetono "perché non dai la tua vita al Signore" cento e mille volte, in mancanza di segni soprannaturali sarà quello il discernimento, è quello che "il Signore", cioè la comunità oppure la chiesa locale vuole da me, dunque sono chiamato... Alcune profezie danno fastidio? Si privilegino allora i falsi profeti, che parlano di pace al popolo. E se chi fa discernimento vocazionale si basa su questi assunti razionalistici, la "vocazione" sarà razionalista, dunque non vi stupite se certi confessori sembrano più psicoterapeuti che sacerdoti (e questa è la meno peggiore delle ipotesi)!!! Non vi stupite se le omelie sono psicologizzanti, se manca un concetto chiaro di demonio, se la carità si fa mera filantropia, se i miracoli sono umani, troppo umani, se Dio, quando c'è, è lontano anni luce, se la Madonna è umile umile, così umile che è meglio se ne stia zitta, perché "parliamo noi prelati"...

Dunque non vi stupite se al freddo razionalismo dei teologi cattolici sia subentrata la tiepidezza se non proprio la freddezza paradossalmente proprio in nome di una "fede adulta e viva" ma umana, troppo umana, non vi stupite se si parla allegramente di "teologia" o di "Sacra Scrittura" di fronte a un bicchiere di vino, non vi stupite se il predicatore della Casa apostolica non crede più nella transustanziazione ma ha bisogno di "simboli" o "fini" per spiegare la Presenza reale di Nostro Signore, una cena razionalisticamente umana, troppo umana... E la fa persino da carismatico! E per forza, quei suoi "carismi" stanno nel "sentimento soggettivo di una fede "viva"" anch'esso umano, troppo umano, quello che le messe cosiddette "carismatiche" non fanno che esaltare al parossismo!

Le comunità "carismatiche" come il cnc servono solo per mantenere vivo questo sentimento, con la liturgia dionisiaca, ed anche con mezzi totalmente illeciti tipo "se esci dal movimento sei indemoniato": e per forza, il sentimento per sua stessa natura NON DURA NEL TEMPO, dunque deve essere ravvivato da altri uomini a tutti i costi, mentre invece la vera fede oggettiva crescendo deve essere in grado di sopravvivere da sé ai momenti di buio! Non vi stupite se il Signore non fa più veri miracoli e prodigi, dove manca la vera fede anche Lui "non può". I "miracoli" li fa l'uomo Kiko leggendo i "segni dei tempi", miracoli umani, troppo umani...

La stessa fede di fronte all'ipertrofia della ragione è diventata immanentistica, sentimentale, fideistica, senza la base di una metafisica razionale che sostenga una retta dottrina, una fede umana, troppo umana! Di fronte alla tiepidezza o alla freddezza razionalista della maggioranza dei cattolici il "castigo" di Dio era inevitabile: una serie di sacerdoti, di pastori privi di discernimento spirituale vero che pascono se stessi, che dormono e lasciano fare al lupo, che se ne strafregano se negli ingranaggi di certi movimenti falsamente carismatici ma che in realtà rispondono alle esigenze razionalistiche di una certa chiesa sedicente cattolica ci rimangono stritolate delle persone che in buona fede cercando Dio trovano invece l'uomo nel peggior senso del termine! E chi se ne frega, tanto "non muove foglia che Dio non voglia".

Ed infine: sapete che significa lo slogan" "leggere i segni dei tempi"? Significa profetizzare compiacendo certi prelati e le loro politiche di compromesso col "mondo". Ma i veri profeti della storia della salvezza furono ahinoi quasi sempre profeti di sventura: a maggior ragione in un mondo come questo, molto ma molto peggiore di prima del diluvio.


La realtà non è mai come la immaginiamo; considera che per descrivere la vita di Gesu' ci sono voluti quattro Vangeli, quattro Santi ciascuno dei quali ha raccontato con elementi differenti la vita di Gesu' per dare modo a noi di conoscere la vita del Cristo da quattro meravigliosi punti di vista.
Non ti chiedo di considerare positivamente il cammino nc, ma per un attimo di non avere timore nel considerare che se è un frutto di morte il Signore Iddio ha già smesso di nutrirlo e prima o poi scomparirà per sempre; quindi niente paura.
Ma il cammino neocatecumenale, che tu lo accetti o no, ha fatto una parte della storia della Chiesa degli ultimi 40 anni. Accettarlo in questo senso storico, è iniziare a permettere che il CN si riconcili con la Chiesa, che i tanti fratelli ignoranti di teologia possano non disperdersi e quello che di buono c'è nella vita comunitaria rimanga come patrimonio comune. Solo questo. Lasciamoci tutti riconciliare dal Padre nostro che sta nei cieli.

Risposta:
Io non trovo tracce del Cammino nella storia della Chiesa: non ha prodotto martiri, né santi, né testi apologetici.

Le "tracce" che ha lasciato sono tutte indizi di reati dottrinali e teologici: contro la Chiesa, contro le Scritture, contro la dottrina cattolica, contro la restante comunità dei fedeli.

Come fai a inquadrarlo nella storia della Chiesa? Sol perchè si dichiara cammino di iniziazione cattolica e si è mosso nell'ombra stessa del cattolicesimo?

Il Cammino, invece, rientra a pieno titolo della storia dei movimenti eretici: ne condivide la filosofia eversiva, ne emula le metodiche.

E poi, non deleghiamo sempre al Padreterno la risoluzione di tutti i nostri errori. Lui ci ha donato il libero arbitrio, come ben sai: noi e solo noi dobbiamo assumerci la responsabilità di farne buon uso, ovvero operare al servizio del Signore o contro di Lui.

Se il movimento eretico neocatecumenale resterà sconfitto, lo sarà non da Dio ma dagli uomini a lui fedeli, da Lui ispirati e che in Suo nome agiranno, per la Sua maggior gloria. Ti sembra?


Vorrei di dire un mio parere dopo avere letto alcuni degli interventi :
da anni mi chiedo come sia stato possibile che nella chiesa si sia creata una situazione di questo tipo. Per dirla con un' immagine semplice ho la netta sensazione che i lupi sono stati fatti entrare nel recinto proprio dai pastori. Quale gravità!! Un vero scempio nell'ovile santo. Nessuno è senza difetto ma pagheranno i responsabili, lupi e ben più pesantemente i pastori che sorridono e ammiccano ogni volta che i cartelli e manifesti delle "comunità" appaiono in pubblico.
Aggiungo però che non posso non vedere una forte componente di mistero in quello che accade o è accaduto. GS70.


Abbiamo dato un'occhiata al sito del Cammino neocatecumenale. Nessuna sorpresa, in verità. Vengono riportati i vari testi dei tre Papi che hanno avuto parole di incoraggiamento e di lode per il Cammino. Testi che risalgono alla loro fase di approccio e scarsa conoscenza del movimento.
Nessun testo è riportato del periodo successivo, quando ciascuno di quei Papi, passato l'entusiasmo iniziale, si è accorto dell'altra faccia del Cammino - quella ambigua, contraddittoria, eversiva - ed ha ritenuto opportuno indirizzare ai capi del movimento dapprima rilievi, poi osservazioni critiche, infine richiami ufficiali. In ciò si è particolarmente distinto Benedetto XVI, rispetto ai suoi predecessori.
Ora, è vero che ufficialmente i neocatecumenali si mostrano servizievoli ed obbedienti verso l'attuale Papa. In realtà, è tutta politica delle pubbliche relazioni, studiata a tavolino a fini di captatio benevolentiae. Il loro Papa preferito rimane Giovanni Paolo II, che è stato anche il loro principale sponsor e protettore. Dell'attuale Papa si fidano poco. Sanno che non è facilmente impressionabile, che non si lascia intenerire dagli show e megaraduni, che segue con attenzione critica il loro operato, soprattutto in materia di violazioni dottrinali e liturgiche.
Dunque, in pubblico Benedetto XVI viene acclamato e riverito dai neocatecumenali. Nel chiuso delle cerimonie segrete viene invece criticato e stigmatizzato come schiavo dei pregiudizi verso il Cammino e referente dei suoi avversari.
Per noi, invece, è rassicurante e segno di divina provvidenza la presenza di Benedetto XVI alla guida della Chiesa. Eretici, mestatori, ipocriti, simoniaci, santoni e imbonitori vari non avranno vita facile.


Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale, approvato ad experimentum per cinque anni il 29 giugno 2002, è scaduto il 29 giugno 2007. Tale Statuto, concesso dal Pontificio Consiglio per i Laici (a firma del cardinale Stafford), era nato monco ed è morto monco poiché rinviava ripetutamente ad un Direttorio Catechetico che a tutt'oggi non è mai stato pubblicato.

In questi ultimi giorni nessuno dei siti pro-neocatecumenali (Camineo.info, Segnideitempi, ecc.) ha dato notizia della scadenza.

Al momento, dunque, il Cammino Neocatecumenale si ritrova senza Statuto.

L'eventuale approvazione di un nuovo Statuto più o meno definitivo (o una riproposizione di quello scaduto) non può essere giuridicamente considerato approvazione ufficiale del Cammino Neocatecumenale finché non verranno ufficialmente approvati e pubblicati i testi del "Direttorio Catechetico".

Ricordiamo inoltre che non è possibile parlare di approvazione del Cammino Neocatecumenale in presenza di sole "approvazioni informali" e di "corre voce che".


Se nel documento di approvazione ad experimentum era stabilito un termine di scadenza, allo scadere di quel termine (29 giugno), il Cammino neocatecumenale è effettivamente senza statuto.
E' in una fase transitoria, di vacatio legis, in attesa che la Santa Sede - competente in quanto il movimento è di tipo ecclesiale - si pronunci nel merito. A rigore, fino a tale pronuncia, i capi del Cammino non potrebbero sottoscrivere alcun documento, essendo venuta meno la fonte autorizzativa di diritto del movimento stesso, salvo clausole di salvaguardia, che non ci pare sussistano. In altri termini, una qualsiasi associazione opera in forza del proprio documento fondante che è appunto lo statuto.
Se questo viene sospeso, annullato o, come nel caso del Cammino, è scaduto, l'associazione si trova in una condizione di sospensione legale. Dunque, se in questo periodo di vacatio Kiko Arguello o qualcun altro dei capi adotta decisioni formali a rilevanza esterna, esse sono da ritenersi nulle e sono altresì impugnabili presso il competente foro per manifesta invalidità.


I neocatecumenali nelle loro teorizzazioni e prassi non modificano forme astratte o concetti astrusi: modificano i fondamenti scritti e le forme, i simboli e le prassi concrete e tangibili della fede cattolica.

In contrapposizione a loro, noi contestiamo al Cammino precisamente tali concreti stravolgimenti. Non stiamo conducendo una battaglia astrattamente concettuale ma ben concreta e reale.

Il riconoscimento giuridico del Cammino, in tale contesto, non è pertanto questione minima o secondaria ma fondamentale e strategica perchè costituisce la legittimazione del movimento, il suo incontestabile diritto a muoversi ed operare all'interno della Chiesa senza più freni ed ostacoli dei dissenzienti e contestatori delle loro teorie e prassi.

La discussione sul riconoscimento formale è dunque connessa strettamente a quella sulla dottrina eretica e sulle pratiche eversive del Cammino poiché queste ultime trovano il loro sostegno e completamento in quello. Il riconoscimento tramite lo statuto è dunque veicolo principale attraverso cui poter diffondere nella Chiesa la predicazione dei fondatori del Cammino, più ancora di quanto non sia già avvenuto.

Il fatto poi che per i neocatecumenali lo statuto debba servire solo a questo ed in ciò esaurisca la sua funzione, nulla toglie alla pericolosità di tale strumento: inutile a disciplinare per davvero il Cammino ma utilissimo a legittimarli in via definitiva. Non commettiamo l'errore di sottovalutare questioni cruciali.


Gli ultimi post sulla pacificazione tra noi credenti, sul superamento delle divisioni e dei "partiti" dentro la Chiesa benché condivisibili fanno riflettere, perché arrivano proprio quando stiamo assistendo ai tentativi di riportare ordine nella Casa del Signore. La pacificazione è spesso difficile, prima che siano stati riportati ordine e serenità.

Molte volte, nel proporre l'analisi delle storture del Cammino neocatecumenale, capita di soffermarsi a meditare grevemente su quanto accade. Ci si chiede fin dove arrivi la giusta critica e dove comincino sentimenti negativi verso fratelli nella fede vittime dell'errore.

Forse, bisognerebbe fare memoria su che cosa stiamo affrontando: una fiammata effimera ed isolata o un incendio di vaste proporzioni? Una piccola, banale ferita o un'infezione seria e pericolosa nel corpo della Chiesa?

Se decidiamo che il problema rientra nelle due seconde ipotesi, allora temo che non abbiamo molte alternative. Un incendio di vaste proporzioni non consente di fare patti con il fuoco o di starsene in contemplazione: richiede che ci si rimbocchi le maniche e ci si adoperi per spegnerlo, cercando di salvare il salvabile. Allo stesso modo, l'infezione seria richiede cure severe e non palliativi, altrimenti rischia di trasformarsi in letale setticemia.

Talvolta, nel giusto anelito alla pacificazione, allo spirito di carità e di amore che è l'essenza stessa della nostra fede, rimuoviamo per così dire l'insegnamento di Gesù per i momenti difficili, quelli che ci pongono di fronte a scelte sofferte. Preferiamo appellarci alla parte del suo insegnamento che più si adatta alle nostre attese e desideri e non al suo intero insegnamento.

Ma Nostro Signore ci ha lasciato insegnamenti ed ammonimenti per ogni momento della nostra vita. E quando Lui stesso si è trovato ad affrontare il mistero del compimento della missione consegnatagli dal Padre, ha lasciato consegne precise ai discepoli, che non possiamo definire "deboli" o condizionate dal momento.

«Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una" (Luca, 22:36).

"21 Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; voi non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. 22 O vogliamo forse provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?" (Corinzi, 10:21-22)

"10 Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. 11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. 13 Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. 14 State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; 15 mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; 16 prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. 17 Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; 18 pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi" (Efesini, 6:10,18)

Il volto di Dio è anche questo, anche se a volte tendiamo a rimuoverlo per il gravame che ci pone.

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