Diamo uno sguardo alla NUOVA CHIESA che avanza

DOCUMENTO TRATTO DA Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo Verità

Riepilogo alcuni dei punti più controversi della "nuova pastorale", che ci è stata esplicitata per Campobasso e che stiamo vedendo attuata in molte, se non tutte le diocesi italiane, che formalmente partono dagli Orientamenti Pastorali della CEI per il nuovo millennio “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, ma sostanzialmente introducono il "metodo" d'iniziazione neocatecumenale, con le sue strutture, gerarchie, regole, catechesi mai approvate né pubblicate, simboli (tutti tratti dall'ebraismo), prassi, tappe, oggettistica liturgica e non e, per finire, il sincretistico rito che tutto è tranne che una Santa e Divina Liturgia cattolica.

Documento pastorale 2009-2010 della Diocesi di Campobasso

Incontriamo le nuove direttive in questa prima citazione del documento pastorale della Diocesi di Campobasso, che ci hanno fatto pervenire:
insieme alla comunicazione cui rimanda il link [Vedi]:

La nota 2 della CEI al n° 19 definisce l’Iniziazione Cristiana: “…quel processo globale attraverso il quale si diventa cristiani si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna ad una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa”.
Questo progetto vuole essere, dunque, una risposta della nostra Chiesa locale all’impegno di mettere in atto un servizio di primo annuncio, su cui innescare un vero e proprio itinerario d’Iniziazione Cristiana a partire dai fanciulli operando un cambiamento di mentalità. + p. GianCarlo vescovo (si parla di Campobasso-Boiano)

Il documento CEI  - a disposizione di chi ha interesse ad approfondire sul sito a questo link -, come molti documenti di conio post-conciliare, ha la prerogativa di essere infarcito di molte belle parole molto condivisibili, ma di citare solo fonti post-conciliari e di non dare nessuna direttiva... ma, per contro, di offrire il destro, con qualche frase ben calibrata, ad interpretazioni di comodo. Ne analizziamo di seguito le implicazioni.

"Conversione pastorale" (!?): in un mondo che cambia, cambia il lessico, e cambiano anche i significati. Per quale Chiesa?

Ecco cosa mi è parso "preoccupante": è l'affermazione - che metto in diverso colore - citata nel documento programmatico della Diocesi di Campobasso e cioè:

"Per questi motivi negli Orientamenti Pastorali della CEI per il nuovo millennio “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, si afferma che è necessaria una conversione pastorale... (n°59).

Approfondiamo più avanti cosa si intende per "conversione" (che è ri-orientamento del cuore e della vita al Signore) e facciamo attenzione al fatto che per "conversione pastorale", qui si intende "cambiamento di rotta" in senso pastorale, cioè di prassi con la quale si vuole formare e condurre il popolo dei fedeli: significa che la Chiesa intende cambiare rotta e prassi?

Le seguenti sono parole con cui prosegue il documento della Diocesi di Campobasso (e non sono parole del vescovo, ma di chi lo ha compilato, è del tutto chiaro): "I nostri vescovi richiamano l’urgenza di riorganizzare la prassi catechistica dell’Iniziazione Cristiana, restituendole la dignità di vera Iniziazione Cristiana; vale a dire di un cammino per diventare cristiani ed entrare nella comunità. [faccio notare che per diventare cristiani è necessario il Battesimo e si entra nella Chiesa, che è l'intera comunità dei credenti e non richiede l'accesso a nessuna comunità particolare, anche se normalmente la si frequenta, ma non certo in maniera totalizzante e settaria come nel cammino NC]

Prosegue il documento diocesano:
Infatti, questo è il compito fondamentale di una parrocchia: “fare i cristiani”, cioè iniziare alla fede cristiana, insegnare a diventare discepoli di Cristo, accogliendo la sua Parola e vivendo nel suo amore.

C'è da chiedersi cos'hanno fatto le parrocchie fino ad ora, con più o meno efficacia o coinvolgimento e partecipazione da parte dei fedeli... ma in fondo non è che questo sia un 'monopolio' del cammino, che agisce in maniera enfatica accattivante e coinvolgente, sì, ma abbiamo visto nei tanti documenti presenti sul sito con quante implicazioni settarie e difformi da un autentico cattolicesimo, nonostante la subdola 'mimetizzazione'.

Inoltre si parla dei “Sacramenti di iniziazione: Battesimo – Cresima – Eucarestia. Ma, nonostante a pag. 14 si accenni alla Penitenza, non c’è traccia, nel programma, del SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE INDIVIDUALE. Che fine ha fatto?? La domanda è legittima, conoscendo il senso del peccato inculcato dal cammino e la conseguente diluizione e deformazione del Sacramento della Penitenza

Considerato che le date dei Sacramenti da ricevere sarebbero “approssimative”, perché il ragazzo DEVE ATTENDERE che tutta “la comunità” dei suoi coetanei “sia pronta”, questo potrebbe comportare lo slittamento della Cresima e Prima Comunione oltre gli undici / dodici anni, cioè il ragazzo potrebbe arrivare all’adolescenza senza mai essersi confessato ed aver ricevuto il Corpo di Cristo, né essere tenuto ad andare alla S. Messa …

Il problema principale comunque è che vengono introdotti subdolamente metodi e prassi che cambieranno totalmente non soltanto la Pastorale, ma anche il 'sensus fidei' delle persone, che non sarà più quello cattolico. Il dramma è che, in una Chiesa ormai impregnata di modernismo, certi "cambiamenti" di stile, prassi e contenuti possono non essere riconoscibili come non cattolici, essendo già venuti meno i principali punti di riferimento.

Una "prassi catechetica" di "iniziazione" che monopolizza le pastorali diocesane

La vera "novità" è il famoso e cosiddetto "cammino di iniziazione", dimenticando che l'"iniziazione" non è detto che debba prendere per forza la forma del "catecumenato" (lo vogliamo chiamare "insano archeologismo"? - Pio XII, Mediator Dei)

La VERA iniziazione è la graduale piena "introduzione ai misteri del Regno" ... cioè, per tradurla in parole povere, non è altro che l'educazione alla Fede e l'approfondimento e nutrimento di essa, che si riceve attraverso la normale vita Sacramentale, la preghiera, l'Adorazione, le Devozioni (ricordate e rivalutate anche nel documento dei vescovi) e tutti i momenti formativi e comunitari offerti dalla Parrocchia e quant'altro la ricerca personale porti ad incontrare nella Chiesa.

Se leggiamo i Padri della Chiesa scopriamo che prima veniva dato il Battesimo e, poi, veniva approfondita l'istruzione e la cosiddetta mistagogia, ma il Battesimo è efficace di per se stesso e non ha bisogno di nessuna "ratifica" come vedremo, con sconcerto, più avanti... C'è da chiedersi chi è il vescovo che "ratifica" cose del genere!

Però adesso il Cammino neocatecumenale ha un altro passpartout, che non manca ovviamente di usare alla grande, con la connivenza dei vescovi, per monopolizzare le pastorali diocesane senza nemmeno la necessità di tirare in ballo la propria denominazione o Kiko Arguello e compagnia! E dire che il Papa ha chiesto l'adeguamento alla Pastorale diocesana, senza poter supporre che sarebbe avvenuto l’inverso…

È facile trarre in inganno, travestendo da cattolico quello che si accingono a fare. Forse il vescovo di Campobasso è in buona fede, possono averlo convinto; ma apprendo da fonte diretta che egli è molto impositivo sui sacerdoti che chiama con disprezzo "nostalgici" se manifestano un qualche amore per la Tradizione e chiede loro dove prendano le loro incrollabili certezze. Mi risulta che un cristiano, tanto più se sacerdote e custode della Rivelazione HA delle certezze sulle quali fonda la propria Fede: da scoprire e sempre in ulteriore evoluzione sono gli approfondimenti, non i dati fondanti della Rivelazione che, nel Cammino nc sono stati sostituiti da tappe iniziatiche pre-fabbricate e calibrate sulla base dell’esperienza post-conciliare di un laico e di una ex-suora ...

Le motivazioni del documento più dettagliato pubblicato sul sito della diocesi sono 'sapientemente' addotte e potrebbero anche in parte essere condivise, se non ci fossero molti seri "indizi" che conducono al Cnc, del tutto indecifrabili da un comune fedele, che non abbia mai conosciuto il Cnc. Il problema –serio e cogente, per effetto di quanto conosciamo e denunciamo– è dove porta questo itinerario e chi lo guida, a chi sono affidate le catechesi, perché è questo quello che davvero c'è da sapere, e non lo specchietto per le allodole della pubblicità ingannevole della investitura e dei cosiddetti "Testimoni del Signore" che hanno il compito di testimoniare la fede (e quindi guidare) i "catecumeni". Chi sono costoro?

Apprendo anche che il responsabile dell'ufficio diocesano è un parroco neocatecumenale incallito... mi dicono che ben 20 famiglie della sua parrocchia hanno portato i loro figli a fare la comunione altrove.

Se ci hanno scritto la lettera allarmata e se abbiamo tutte le ragioni per pensare che siano neocatecumenali, ebbene: si sa come si parte ma non si sa dove si arriva!

Colpisce quello che il Vescovo espone a pag.5, in cui riporta il testo della CEI che, fatalmente, sostiene le stesse cose di Kiko: che la pastorale diocesana deve “convertirsi” ad … “un cammino”, diffuso nel tempo, con una “prassi catechetica riorganizzata” per una “iniziazione cristiana” che si ottiene “entrando in comunità”. Ogni riferimento sarà puramente casuale?? Resta solo da vedere "quale" comunità...

... Questo dicono i vescovi italiani (potenza di quale persuasione??). Ed ancora:

L' "apprendistato" della vita cristiana

Abbiamo già visto che il documento diocesano cita anche:

"La nota 2 della CEI al n° 19 definisce l’Iniziazione Cristiana: “…quel processo globale attraverso il quale si diventa cristiani si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna ad una scelta di fede e a vivere come figlio di Dio ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa”.

Beh, è necessario dire che cristiani non si "diventa" attraverso nessun "processo" globale o parziale che sia, si E' e si resta per sempre cristiani attraverso il Battesimo: resta poi da vedere come si vive il proprio cristianesimo e come e quanto si approfondisce la vita di Fede...

Parlare di "apprendistato" per la vita cristiana, mi sembra improprio e riduttivo, perché la Fede matura per l'Azione dello Spirito Santo, nel rapporto personale, intimo, vivo e fedele col Signore nella Sua Chiesa - che costruisce e rende vitali anche le relazioni sia comunitarie che umane in generale - e, quindi: vita sacramentale (Eucaristia e Penitenza), catechesi, Lectio divina, L'Adorazione e la preghiera, la risposta concreta e fedele nella vita quotidiana e nelle scelte piccole e grandi....

Chi è che ha la 'patente' di "testimone"?

È quella "testimonianza dei discepoli del Signore" che lascia anche perplessi. Chi sono costoro, dal momento che "le catechiste tradizionali non operano più direttamente coi bambini, ma si dedicano alla formazione delle nuove catechiste che sono le mamme stesse dei bambini"? È evidente che saranno i cosiddetti "testimoni" i veri catechisti. Chi conferisce loro la 'patente' di testimoni? Sappiamo bene di "chi" e "come", cioè con quali metodi e con che potere sulle persone, compresi i sacerdoti, sono testimoni i catechisti del cammino neocatecumenale: dei loro iniziatori e delle abominevoli prassi, che vorrebbero imporre a tutto l'orbe cattolico.

Questa espressione: "scandito dall'ascolto della Parola, celebrazione e testimonianza dei discepoli..." sa tanto di Tripode kikiano: Liturgia -Palabra-Comunidad...

Siamo sicuri, cari vescovi, che è questa la Chiesa di Cristo Signore? Vogliamo parlare di un articolo dello Statuto del Cammino neocatecumenale e di cosa veramente comporta?

Sarà questa la nuova prassi ecclesiale?

"art. 19.1.1- l’Eucaristia e la comunità aiutano gradualmente i neocatecumeni a svuotarsi dei falsi concetti di sé e di Dio ed a scendere alla loro realtà di peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore di Cristo, che li perdona e li ama."

Quest'articolo è l'emblema dell'ambiguità del cnc. Potrebbe infatti, a un lettore distratto o solo ingenuo, sembrare cosa buona e giusta: scorgersi peccatori, bisognosi di conversione... Sembra richiamare quel 'rientrare in se stesso' del figliol prodigo, che poi è un'attitudine connaturale al cristiano il quale, guardando a Cristo, vuole imitarlo e conformare a Lui tutto di sé.

Lo "svuotarsi di sé" del Cnc è invece un'altra cosa, purtroppo. Significa che tu metti la tua vita nelle mani dei catechisti, col beneplacito e sotto gli occhi dei fratelli di comunità. Significa che tu lasci ai catechisti la libertà di prenderla la tua vita, e di guardarci dentro, in ogni angolo, senza pudore. Te la smontano la vita, e in essa il cuore, la mente, desideri, paure, ma anche interessi, competenze, cultura, e affetti, amicizie, amori. Tutto. Ti smontano la vita, ma non per cercarvi insieme a te la traccia di Dio, la bellezza speciale di Dio in te. Né per condurti verso orizzonti nuovi, più ampi e promettenti.

Ti smontano la vita per dirti che in essa non c'è nulla di buono, che è piena di demoni e idoli perversi. Che se vuoi 'l'alleanza con Cristo', devi fare il cammino. E cioè, devi resettare tutto e conformarti al cammino. Non esistono altre vocazioni. Tutto è finalizzato al cammino. Non a Cristo. Ma al cammino.

Passano gli anni. E ti accorgi che nel frattempo ti sei perso tutto. Amici, interessi, desideri, impegni. E ti sei perso soprattutto il senso di te, di quel che sei davanti a Dio e agli uomini. Senza aver neppure guadagnato un autentico senso del peccato. E' deserto di povertà.

Ecco dove porta lo svuotamento del Cnc. Leggendo l’articolo dello Statuto che parla dello “svuotamento del falso concetto di sé e di Dio”, risultano immediatamente comprensibili a chi ne conosce le modalità, i rischi potenziali che contiene, qui confermati una volta ancora.

È scioccante che la Chiesa lo abbia permesso: e così dunque tutti i membri della comunità, i catechisti, i responsabili sono degli psicologi? Posseggono essi gli strumenti indispensabili, la formazione necessaria per accompagnare una persona in quel cammino di "svuotamento di sé"?

Oltre che giusto, è indispensabile 'guardare' a questo aspetto del problema. È chiaro che quando si innescano meccanismi psicologici, si 'entra' anche nell'inconscio delle persone e si possono smuovere ricordi rimossi, ferite, energie, che poi, se non si hanno gli strumenti di una affinata e maturata competenza, non si riesce nemmeno a gestire. Quanti casi di grave disagio psichico indirizzati agli psicologi rigorosamente "interni" (perché nulla trapeli ad extra), e purtroppo casi molto seri testimoniati proprio per situazioni di squilibri gestiti con rigore e senza un metodo competente, ma improvvisato, che non può essere uguale per tutti, perché le persone non sono fatte con lo stampino, i tempi di maturazione e gli 'stati interiori' non sono gli stessi per tutti: c'è chi può aver bisogno di fermezza, ma c'è anche chi in quel particolare momento ha bisogno invece di tenerezza, di accoglienza non del dito puntato... Non che accoglienza nel cammino non ci sia, ma è limitata al love bombig iniziale, quando ti accettano come sei e non ti sembra vero... è dopo che cominciano i dolori .

In realtà si usano fini strumentali per rendere malleabili e dominabili le persone ad usum cammini; ma anche se il fine fosse buono, il metodo è inaccettabile comunque! È molto grave la responsabilità di chi dovrebbe avere a cuore, oltre alla salute spirituale, anche quella psicologica dei fedeli e il rispetto della loro sfera esistenziale, il cosiddetto 'foro interno', l'intimità della persona non violabile da nessuno!

È sconcertante che le numerose testimonianze che sono arrivate in Vaticano non abbiano suscitato nessuna reazione. E così oggi, come ieri e come domani, il foro intimo di molti cattolici continuerà ad essere aggredito, nell'indifferenza di chi dovrebbe vigilare e proteggere.

Torniamo al Documento diocesano: la "ratifica" del Battesimo

Riporto altri stralci del documento diocesano in questione, il primo sul Battesimo, il secondo su alcuni punti programmatici: [vedi approfondimenti su Battesimo cattolico e battesimo neocatecumenale]

Il Battesimo: (notare le carenze significative)
-
Rigenera alla vita dei figli di Dio
- manca il perché, l'Azione efficace [cancella il peccato originale e quelli attuali (se ricevuto da adulti)]
- manca anche [fa rinunciare a satana e alle sue opere]

- fa partecipare alla vita divina trinitaria mediante la grazia santificante, la grazia della giustificazione che
  incorpora a Cristo e alla sua Chiesa;
- fa partecipare al sacerdozio di Cristo e costituisce il fondamento della comunione con tutti i cristiani;
-
manca anche [ci dona la Grazia Santificante e le virtù teologali] e i dono dello Spirito Santo, altrimenti in
  che modo poi

-
Unisce a Gesù Cristo e alla Chiesa
- Fa diventare tempio dello Spirito [Santo]
- Fa partecipare all’ufficio sacerdotale profetico e regale di Gesù

ll documento diocesano riporta anche i seguenti punti programmatici dell'itinerario formativo dei ragazzi che si preparano alla cresima (che poi sono bambini perché risulta che la cresima - nel nuovo progetto pastorale - precederà la comunione):

  1. L’incontro con Dio dei cristiani, che nella Parola biblica si rivela come il Dio della liberazione, il Dio della creazione, il Dio che ha agito e agisce continuamente nella storia mediante uomini ispirati dal suo Spirito;
    a me questo sembra più il Dio degli ebrei invece che la SS. Trinità, Padre Figlio e Spirito Santo. L'incontro col Dio dei cristiani, che è SS Trinità, si ha nella Chiesa e nella vita Sacramentale (che unisce al Padre, nel Figlio, per opera dello Spirito Santo) anche se è vero che Dio agisce nella storia; ma mi danno da pensare quegli "uomini ispirati dallo Spirito Santo" mediante i quali Dio agisce... non agisce Egli forse mediante l'Opera del Figlio che è entrato nella Storia? I cristiani che vivono la fede sono ispirati dallo Spirito Santo, ma lo sono perché nella Chiesa ricevono lo Spirito di Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo e proprio da Lui, mediante il quale "tutte le cose sono state create" e che "si è fatto uomo" per noi e per la nostra salvezza, e non da "testimoni" non meglio identificati... Infatti resta da scoprire chi sono quegli uomini "ispirati dallo Spirito Santo", se tutti i credenti o solo quelli che in altro luogo vengono chiamati "testimoni"...

    Tutta la formulazione, comunque è prettamente veterotestamentaria: Creazione, Liberazione dall'Egitto Esodo, e Cammino con Dio nel deserto (il Dio che agisce nella storia come si rivela a Mosè)
    .
    Non a caso si parla anche di "stile sinagogale" nella formazione, senza il sussidio di documenti... Sfugge ai nostri pastori che il cammino NC da oltre 40 anni viene diffuso attraverso catechesi orali, infarcite di luteranesimo, giudaismi, cabbalismi vari: è ad esse, tuttora 'segrete' e mai pubblicate, alle quali lo Statuto fa riferimento, senza che la Santa Sede le abbia approvate!

    L’incontro con la Persona e il messaggio di Gesù di Nazaret, il profeta-messia, il crocifisso-signore, il datore dello Spirito, nel quale Dio si è rivelato in forma nuova e definitiva [quale? non è irrilevante, dato che si tratta del Figlio, Verbo incarnato] che vive oggi nel mondo in lui;

    di per sé si omettono cose fondamentali anche se non si dicono cose sbagliate, ma a parte crocifisso signore minuscolo, dopo profeta-messia pure minuscolo (ma poi perché profeta, se Messia è molto di più? Perché non Messia Figlio di Dio, il Verbo incarnato, Crocifisso e Risorto datore del [Suo] Spirito?)

  2.  
  3. L’incontro [o l'inserimento nella Chiesa? L'incontro è col Signore e la Sua Salvezza, nell'Annuncio di chi lo ha già incontrato!] con la Chiesa di Gesù, mediante la decisione di fede e la ratifica (?) del battesimo, che comporta la volontà di convertirsi e [manca: che significa accogliere il Signore e la Sua Salvezza, che danno la capacità di] accettare il vangelo come codice di vita, la partecipazione ai momenti sacramentali in cui la Chiesa si costruisce (o è costruita dal Signore?) come «corpo visibile [e anche come Corpo Mistico] del Signore», soprattutto nella riconciliazione e nell’Eucaristia. Faccio notare che anche le brevi inserzioni mancanti non sono dettagli, ma elementi fondanti che cambiano o depauperano il senso e la corrispondente comprensione e assimilazione delle verità di fede cui si riferiscono e non possiamo cavarcela con il semplice tacciarle di approssimazione e pressappochismo che comunque in ambiti di così grande responsabilità non dovrebbero essere consentiti!

Vorrei sapere cosa significa introdurre la necessità di "ratificare il Battesimo", se esso conferisce "il carattere", indelebile, che non è da "ratificare" in alcun modo, ma da mantenere vivo nella fede e mi chiedo come ha fatto un vescovo ad avallare un documento ufficiale carente di punti essenziali come questo.

Quanto alla “volontà di convertisi”, dobbiamo ricordare che si ha conversione quando si passa dallo stato di peccato, cioè dalla perdita della Grazia allo stato di Grazia. E si tratta di un passaggio, che è un'inversione di tendenza, sancisce un cambiamento di vita, un ri-orientamento al Padre. Poi c'è il percorso successivo, di perfezionamento e per questo è necessario fortificarsi e rimanere nella fedeltà, ma non ancora e sempre convertirsi, a meno che non si inverta di nuovo la rotta... Una volta che si è fatta la scelta fondamentale per Dio e si rimane nella vita di Fede, fortificandosi nella Chiesa, nessuno ti può dire "devi convertirti", come inesorabilmente chiunque entra nel Cammino si sente dire, anche se è un religioso che ha già fatto la sua scelta prendendo addirittura i voti... il fatto è che si pretende ci si converta al Cammino. In fondo è improprio parlare di conversione-continua, una volta avvenuta la prima -a volte i santi parlano di "seconda conversione" quando si sentono chiamati ad una scelta ulteriore e più mirata della propria missione- non deve più parlarsi di conversione, ma di fedeltà, di 'perferzionamento'; termine tra quelli più 'sospetti' ed addirittura espunti dal lessico neocatecumenale, perché l'idea di "perfezione" -che non è peregrina, se Gesù ha detto: "Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli"- è del tutto inconciliabile con una teologia e corrispondente antropologia neo-protestante del cammino nc, che vuole l'uomo inesorabilmente peccatore e non richiede nessuno sforzo personale per la propria maturazione spirituale, ma soltanto l'adeguamento alle prassi richieste dai vari stadi di "iniziazione"...

Questo è quanto sta succedendo, subdolamente, in tante diocesi: dove e a cosa potrà portare?

E le stelle, nonché i Pastori, stanno a guardare!!!!

Pubblicato da Mic 11:26 AM

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