Giov 10,1

«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.»

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Uso improprio di simboli ebraici

L'iniziatore del Cammino NC si intestardisce a rispolverare i contenuti antichi della religione cristiana, e con essi i simboli, che lui chiama "segni" perchè devono avere una forte riconoscibilità semantica per i fedeli. Da un punto di vista strettamente teologico, vi è una estrapolazione simbolica da un contesto arcaico e il suo reimpianto in una realtà odierna, oltretutto altra e differente a partire da un determinato sviluppo storico.

Le radici con Israele non vanno negate, ma altra cosa è importarne massivamente i simboli nella fede cattolica assegnando loro un posto preminente nell'iconografia, nel linguaggio e nei rituali, come se il cattolicesimo fosse la versione attuale dell'ebraismo antico. In realtà Kiko Arguello pone in essere una irrazionale contaminazione di fedi diverse, pur avendo le stesse un antico comune retroterra storico e teologico, che tuttavia nel corso della Storia, si è diramato in due filoni non convergenti, perché hanno come discrimine la Croce di Cristo come passaggio ontologico alla Creazione nuova operata dalla Incarnazione del Verbo in Gesù di Nazareth, culminata nella Sua Resurrezione, Ascensione al Cielo, ove ha ri-portato al Padre l'umanità redenta, inviando il suo Spirito a costituire e vivificare la sua Chiesa fino alla fine dei tempi.

La channukkià, è uno dei numerosi simboli anche di uso liturgico introdotti da Kiko insieme ad altri orpelli per nulla canonici, che niente hanno a che fare con i simboli cristiani.

Ebbene questo è abbastanza inquietante perché, posta sulla grande 'mensa' che i NC usano in luogo dell' 'altare', [di questo argomento basilare riflettiamo più approfonditamente in altra parte del sito -ndr] la hannukkià assume un peculiare significato. Tra l'altro ci sembra anche non rispettoso per i nostri fratelli ebrei appropriarsi di un loro simbolo per farne un uso diverso da quello autentico.

Infatti, l'uso della Hannukkiàh ebraica le cui luci si accendono durante la festa ebraica di Hannukkàh, che commemora la riconsacrazione del Tempio dopo la vittoria dei Maccabei su Antioco IV Epifane, appare del tutto fuori posto in una celebrazione cattolica, ma è indicativo della mentalità dei Neocatecumenali, o quanto meno dei loro fondatori, che si dichiarano "i ricostruttori" del vero cristianesimo e poi si offendono se qualcuno, come l'arcivescovo di Catania li chiama "Chiesa parallela" e certamente non solo per questo.

Levita suona lo shofar

Introdurre l'uso di un altro oggetto di culto ebraico come lo shofar, parlare di Midrash, Talmud, Kadosh, Shekinah, parole e simboli ebraici che del tutto impropriamente inflazionano l'immaginario del Cammino NC, significa solo impropria giudaizzazione, realizzata anche con l'enfatizzazione nella formazione delle figure e delle suggestioni vetero-testamentarie. Si ritorna del tutto arbitrariamente ad elementi e simboli che la Tradizione Cattolica ha inglobato o superato, perché tutto confluisce nella Rivelazione Apostolica, portatrice del Compimento della Storia della Salvezza realizzato dal Signore Gesù.

Abbiamo inserito, a lato, un'immagine che mostra lo shofar usato nel suo contesto, che ne rende ancor più stridente l'uso, per non dire l'abuso da parte dei neocatecumenali, che non stentiamo a definire flokloristico, dato che non è agganciato alla ritualità e agli stupendi significati originari o, se qualcosa di essi richiama, non ne può riprodurre o far rivivere lo spirito originario, che non ci appartiene, se non come radice storica. [1]

È un preteso, e falso, ritorno alle origini, che oltretutto non agevola il vero, serio dialogo ebraico cristiano che da molti anni a questa parte la Chiesa sta portando avanti faticosamente e con impegno. 

Per di più in Terra Santa, attraverso l'esistenza e gli eventi promossi nella Domus Galileae, i NC risultano interlocutori autorevoli, presentandosi come Chiesa cattolica, ma con quali e quante difformità...

A suffragare questa affermazione, riportiamo integralmente questa 
Notizia tratta dal sito Catechumenium:

""In particolare, ci è dato di conoscere, prosegue senza interruzioni lo svolgimento delle visite alla Domus da parte di gruppi di ebrei durante il Sabato, gruppi che vengono guidati da seminaristi ormai "addestrati" in modo specifico per questa particolare attività. Sembra infatti che la fama della Domus Galilea sia sempre più estesa in Israele ed essa stia assumendo sempre più un ruolo di riferimento per le cosiddette "visite culturali" di vari gruppi ed associazioni israeliane.""

e quanto scrive Sandro Magister [www.chiesa 16 febbraio 2005]

""Inoltre, ogni sabato, una processione di insoliti visitatori anima la collina di Korazym. Sono ebrei ortodossi che bussano alla “Domus Galilaeae”. Accanto all'entrata trovano un "bimah", un pulpito, come nelle sinagoghe; a lato del chiostro il decalogo di Mosé scolpito in ebraico su marmo; al centro della biblioteca una Torah del XV secolo; dopo la visita vengono salutati con il canto dello “Shemah Israel”, e se ne vanno commossi. ""

E pretendono di rappresentare la Chiesa cattolica con gli ebrei!
______________________
Riportiamo integralmente, sulla hannukkiàh, un interessante intervento tratto dal Weblog Palazzoapostolico.it

La Hanukkiah, il Candelabro ebraico a nove bracci usato per la festa di Hanukkah che ricorda la riconsacrazione da parte di Giuda Maccabeo del Tempio di Gerusalemme profanato da Antioco IV Epifane (104 a.C.), è stato usato, fin dall'inizio, dal Cammino NC e messo sulla Mensa per la celebrazione eucaristica. La Hanukkiah è stata disegnata da Kiko Arguello, così come tutta l'oggettistica neocatecumenale, croce compresa, che si vende nei negozi NC a Porto San Giorgio, come a Roma e altrove.
Io, caro Andrea, al contrario di te, ho visto parrocchiani andare via dalle celebrazioni quando vedevano il candelabro sulla mensa, perché non accettavano queste strane commistioni e l'uso assolutamente inadeguato di un oggetto che non appartiene alla religione cristiana. È un'appropriazione di qualcosa che fa parte dell'ebraismo e che è bene che rimanga nel suo contesto religioso. Che cosa ne direste voi se i nostri oggetti liturgici venissero usati indebitamente dalle sette esoteriche, stravolgendone il significato originale? Non mi pare un'operazione lecita!
Ho visto la foto del Cenacolo di cui state parlando e vi posso dire, con certezza, che è una celebrazione fatta al Cenacolo di Gerusalemme da una comunità NC e non ha niente a che vedere con gli ebrei convertiti, come vorreste sostenere mentendo!  Il celebrante principale è stato mio parroco per alcuni anni e, proprio quel celebrante, col suo assenso, ha reso possibile l'inizio del Cammino NC che, dalla sua parrocchia, si è poi diffuso in tutto il mondo.
Mio caro Andrea, quel Candelabro che tu hai visto non era lì per caso, ma aveva una sua precisa logica NC! A proposito, tu che sei così pieno di certezze e che non verifichi mai niente, saprai senz'altro che da alcuni decenni, pagando profumatamente gli arabi che hanno in custodia il Cenacolo, i responsabili NC si gloriano di potervi celebrare la Santa Eucaristia! Questione di soldi!!! Qui i punti esclamativi scappano anche a me! Per confermarti che dico la verità, e non parlo a sproposito, ti consiglio di procurarti la Rivista "Il Cenacolo" dei PP. Sacramentini di Ponteranica, e, alla pag. 5 del n. 6 del giugno 1997 vi troverai una celebrazione dei NC a Roma con una immensa mensa e un altrettanto grande candelabro a nove bracci, disegnato da Kiko che vi campeggia sopra.
L'immagine di Gerusalemme è a disposizione a questa URL
http://www.internetica.it/Cenacolo-2.jpg

Di rivuscellus (inviato il 28/04/2006 @ 12:48:21

La celebrazione è stata fotografata a Namur, in Belgio. Notate la presenza, sulla "mensa", della hannukkiàh e, a lato, l'immagine della "Trinità di Kiko"

Ci chiediamo che bisogno c'è della creazione nonché dell'uso di simboli nuovi, soprattutto se ci si definisce 'realtà ecclesiale' come nel caso dei NC nel cui ambito si è introdotti e si vive in un 'ambiente' - luogo di culto compreso che, tra l'altro, non è una Chiesa - in cui tutto parla di Kiko e della sua suggestiva e personalissima costruzione, inventata e voluta sia nei nuovi oggetti di arte sacra che nei dettagli architettonici. Vedi i nuovi canoni dell'architettura delle chiese: la navata simboleggia il corpo di una gestante, gravida dei suoi figli rinati. Il vecchio altare sparisce e al suo posto c´è "la bocca", l´ambone con la Bibbia. Più giù c´è "lo stomaco", una grande tavolata quadrata su cui si dice messa e si fa la comunione con focacce non lievitate e gran numero di calici di vino. E più giù ancora "l´utero", la vasca scavata nel pavimento, dove il battezzato si immerge per uscirne fatto uomo nuovo.

Per non parlare della nuova arte sacra, costituita da oggetti ideati e icone e affreschi dipinti da Kiko, col particolare inquietante del suo volto sostituito a quello di Cristo dovunque ne compaia l'immagine, comprese ormai numerose chiese.

Non sappiamo quale idea millenaristica abbia suggerito la Domus Galileae [Abbiamo analizzato molti dati specifici in un'altra pagina]. Ci pare però che Gesù non abbia mai prescritto di danzare attorno alla Torah, come risulta abbiano fatto i Rabbini nel corso di una celebrazione.  E perché tutta questa enfasi data alla Torah ed alla sua benedizione da parte dei rabbini quando è il Nuovo Testamento (insieme alla Torah) la Parola,  la Parola Vivente che è il Signore-con-noi fino alla fine dei tempi, che guida i nostri passi nel mondo?
Una scenografia che tende a meravigliare a conquistare, un potere di gruppo e di lobby, senza alcuna garanzia di trasparenza.

Vogliamo parlare della responsabilità di quei vescovi che si sono lasciati consegnare questo 'pacchetto prefabbricato chiavi in mano' senza approfondire, abbagliati dagli spot pubblicitari?

Certamente loro, nel migliore dei casi, sono stati quanto meno imprudenti; tuttavia, per quanto ci riguarda c'è voluto del tempo per renderci conto delle anomalie, che potevano essere scoperte solo 'dal di dentro' e proprio l'aver aperto gli occhi ha consentito, gradualmente, come è accaduto in questa nostra esperienza di confronto e di approfondimento, di scoprirne e smascherarne molte altre.

Proprio a proposito dei simboli, guardate che si dice di fare nel CNC: ritrovare i significati dei simboli che sarebbero stati perduti e/o che nessuno conosce né vive più. Vale per i simboli cristiani, e vale anche per quelli ebraici. Ma questi simboli sono scelti non casualmente e non tanto in rapporto al significato che il loro contesto offre (ammesso e non concesso che il simbolo in questione abbia perduto il suo contesto o lo abbia snaturato), ma in rapporto al significato originario della "rivelazione kikiana". Ecco perché da fuori viene spontaneo dire che certi simboli sono fuori dal loro contesto: certo, ma sarebbero entrati in un contesto "altro", "nuovo", quello di Kiko, avrebbero un significato che è lo stesso ma nello stesso tempo "altro".  

[1] Lo Shofar: uso e significati... veri!

La festa di Rosh Hashanà, il Capodanno ebraico, ha anche un diverso nome, Yom Teruà, giorno del suono tremolante della Teruà (una delle due note fondamentali del suono dello Shofar), che deriva da uno dei suoi momenti significativi: il suono dello shofar.

Lo shofàr (strumento rituale ricavato da un corno di ariete), che viene suonato a Rosh Hashanà e a Kippùr, è un richiamo all’esame di coscienza e un risveglio per coloro che, come li definisce Maimonide, “dormono spiritualmente”. Non si tratta solo di elencare e confessare a D-o i peccati commessi di cui ci si pente, bensì di condurre un dialogo con la propria coscienza, di dare una prova di onestà e autenticità verso se stessi.

Sotto le mura di Gerusalemme

Sul motivo per cui di Rosh HaShanà si suona lo shofàr i Maestri e i pensatori si sono soffermati molto. Possiamo indicare alcuni motivi. Innanzi tutto lo shofàr ricorda il sacrificio di Yitzkhàk, o meglio, la legatura di Yitzkhàk. Secondo ciò che la Torà ci racconta nel cap. 22 di Bereshìt, Dio volle mettere alla prova la fede di Avrahàm chiedendogli di portare in sacrificio il figlio Yitzkhàk. Giunti che furono sul monte Morià, Avrahàm legò il figlio; mentre stava per ucciderlo un angelo lo fermò e gli impedì di fargli del male. Avrahàm, allora, sacrificò un montone al posto di Yitzkhàk e, secondo il Midràsh, chiese a Dio di ricordare ogni anno la prova alla quale si era sottoposto senza protestare e grazie a essa salvare i suoi discendenti, nel momento del giudizio nel giorno di Rosh Hashanà. Ecco perché ancora oggi si suona un corno di montone.

Secondo un altro commento, il corno di animale e il suono che da esso deriva, simile a un mugghio, stanno a simboleggiare che l'uomo spesso è come un animale e che le azioni negative che egli compie non sono dovute alla sua cattiveria, ma agli istinti che non sa controllare. In pratica, attraverso il suono dello shofàr noi ricordiamo a D-o i nostri limiti e gli chiediamo di avere compassione nel momento del giudizio.

Ma il motivo che maggiormente ci affascina è quello che ci ricollega al momento peculiare della Creazione, quello in cui Dio soffia il suo alito vitale (la sua Ruah) nell'uomo, che di rappresenta quindi il primo grande shofàr, capace di emettere il suono, la Parola di Dio che è anche parola umana; ma il vero grande suonatore di shofàr è D-o.

Un ultimo commento ritiene che il suono dello shofàr rappresenti una preghiera senza parole, per permettere anche a coloro che non sanno pregare di esprimere i loro sentimenti a Dio e chiedere misericordia nel giorno di Rosh Hashanà.

Questa festa ha anche un altro nome: Zichron Teruà (ricordo della Teruà), connesso col ruolo dello Shofar: quello di indirizzare, di richiamare, di ricucire. Rabbi Moshè Chajm Luzzatto nel suo Maamar HaChochmà dice: "E c'è un altro grande elemento in questo giorno ed è quanto ci è stato comandato circa lo Shofar. E questo perché il tesoro dello Shofar nel suo essere suonato di sotto e la forza della sua radice di sopra è di rafforzare il bene (Zikronot-Ricordi) e piegare il male (Malkuiot-Regalità). E guarda che dal peccato di Adam HaRishon ecco che il bene si è mischiato al male ed è stato conquistato da esso. Ed all'epoca del dono della Torà è uscito il bene dal male, si è rafforzato e si è reso dominatore. Ma nonostante ciò non è giunto al punto da conquistare il male sotto di esso ma è piuttosto giunto ad uscire dalla sua prigionia e rafforzare se stesso, mentre il male è rimasto, separato da esso, che se ne sta per conto suo. Ma in futuro questa riparazione sarà completa ed il bene conquisterà il male completamente ed il bene dominerà da solo. E comunque il primo rafforzamento che è stato fatto al bene (ed a piegare il male) è stato fatto attraverso lo Shofar che ha accompagnato il dono della Torà e questo è quanto è detto 'La voce dello Shofar va e si rafforza" (Esodo XIX, 19). Ed il completamento di questa riparazione in futuro quando il bene vincerà una vittoria definitiva, anche questo sarà attraverso lo Shofar, e questo è quanto è detto 'Verrà suonato il Grande Shofar' (Isaia XVII, 13). E siccome questa riparazione sarà completa come non era in precedenza viene chiamato il Grande Shofar. Ed ecco che siamo stati ordinati di suonare lo Shofar il giorno di Rosh Hashanà per rafforzare la riparazione fatta già con il dono della Torà e per invitare quella futura che avverrà nel futuro."

Rav Friedlander spiega così la struttura della benedizione delle Shofarot. Questa comincia con dei versi legati al suono dello Shofar del dono della Torà, passa ad occuparsi dello Shofar del giudizio e della gioia che caratterizzano la nostra condizione presente e si conclude con lo Shofar del Messia. Il processo di ricordo quindi ha una chiarissima direzione.

Non possiamo far a meno di ricordare il venerdì Santo, quando il suono dello Shofar sta per annunciare l’inizio del riposo festivo. In fretta, sotto gli occhi della Madre, Giuseppe d’Arimatea e i suoi uomini staccano le mani di Gesù dalla trave, ungono con oli il corpo, lo avvolgono in un lenzuolo e, portandolo su una barella, scompaiono nel buio, con le donne che seguono piangendo. La collina è tornata vuota e silenziosa, come saranno ogni venerdì santo gli altari delle nostre chiese, in attesa della Risurrezione...

Ma questi simboli antichi per quanto affascinanti non ci appartengono se non per conoscere le radici della nostra fede. Noi viviamo la Nuova Alleanza, in Gesù Cristo, nostro Signore e non abbiamo bisogno di riesumare l'Antica, mai revocata, ma che appartiene ai nostri fratelli Ebrei. 


Stigmatizziamo:

Uso improprio di simboli ebraici
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sul RICA, sui catecumeni e il "neocatecumenato" >>>

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Pagina inserita 10 luglio 2006