Giov 10,1

«In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.»

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Testimonianze di "ex" /3

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A chi tira continuamente in ballo l'approvazione non rispondo, perchè è un argomento su cui non c'è una comprensione comune sul termine 'approvazione'. Se non diamo lo stesso significato ai termini che usiamo, la comunicazione diventa impossibile.
Per il Cnc approvazione è sinonimo di faccio quel che dice Kiko, che a sua volta fa e dice quello che gli pare.
Invece mi preoccupa l'alto numero di persone depresse nel cammino, di matrimoni che falliscono. Molto spesso per non far fallire il matrimonio, bisogna continuare ad offrirsi come catechisti, itineranti, (ormai che altro possiamo fare? si chiedono i coniugi, dopo aver lasciato il lavoro e aver fondato la loro vita sul cammino).
Quello che c'è da chiedersi è: se improvvisamente il cammino chiudesse cosa succederebbe agli itineranti, alle opere costruite dal cammino, ai tanti, che vivono in attesa del prossimo passaggio?
Avremmo sacerdoti che non sanno parlare senza gli slogan del cammino. Avremmo un alto numero di persone allo sbando, che la chiesa non può permettersi di mantenere, né a livello economico, né a livello di supporto spirituale.
Io non credo che queste persone sarebbero capaci di inserirsi in una normale vita di chiesa.
Non è facile scendere dall'ottovolante su cui le ha messe il cammino.
Inoltre c'è un gran sbandierare il cammino come frutto dello Spirito.
Non ho sottomano S.Paolo, non ricordo a memoria i frutti dello S.S. Ma certamente essi sono pace, amore e gioia.
PACE= nel cammino è una parola svalutata, ridotta ad un saluto- La pace-. Ti può capitare di sentirti dire dopo uno scrutinio in cui ti hanno massacrato: "la pace, fratello". La reazione normale di ribellarsi, di difendere la propria dignità, si blocca davanti a questo generico invito. Ti azzittisci, consideri normale l'aggressione del catechista, e sbagliata la tua normalissima reazione di mandarlo a quel paese.
AMORE= solo se fai il cammino, solo se non critichi, altrimenti delazioni, isolamento, e attacchi personali.
GIOIA= sono stati più volte pubblicati i discorsi di Kiko in cui trasforma la gioia in allegria( al calice, vino ecc.). Io vi vedo l'altalenarsi umorale delle persone depresse, che possono avere scoppi di allegria e vivacità, per poi ritornare depresse.

Di Michela, 11 ottobre 2011 12:34

La testimonianza di Manilo ( che capisco bene e condivido per intero) dichiara la sconfitta plateale del cammino che promette una fecondità illusoria. Illusoria,lo ripeto. Il cammino, che vorrebbe condurre ad una fede adulta, in realtà conduce solo e sempre al cammino; non alla Chiesa, non a Cristo, ma al cammino, nel cammino, dentro la comunità. Te ne accorgi appena metti i piedi fuori di là. A che serve un ‘itinerario di iniziazione…’ se appena ne esci per cercare nuovi orizzonti nella Chiesa ti ritrovi solo ed estraneo a tutti? A nulla, il cammino non è quello che dice, ma solo un cerchio chiuso in se stesso e impermeabile, che ti lega a sé non per promuovere la tua vita, ma per servire il cammino con la tua vita.

Tuttavia , Manilo, la solitudine che eredita chi esce da quel cerchio, può non essere un ostacolo, come dici, ma piuttosto un’occasione. Di Grazia, di respiro, di libertà feconda. Non bisogna smettere di cercare, dentro e attorno a sé, desti e vigilanti. Il prossimo da amare ti verrà incontro, e sarà un dono per te, e quel prossimo userà la tua solitudine, e le tue mani e la tua voce, per incontrare il Signore e saziarsi di Lui. Non voltarti indietro, non cedere alla nostalgia delle ‘cipolle’ indigeste che mangiavi in comunità, ma leggi e vivi la solitudine come un sabato di attesa viva, di speranza vera, che non delude e non illude. Perché il Signore non è un’icona piatta e scolorita, è una Persona che sta accampata attorno a te, sempre, e sa e vede nel segreto.

Di Jonathan 08 agosto, 2010 10:05



Le parole che scrivete, e che seguo sempre con molta attenzione, sono veritiere.
Mi rendo conto però proprio in questi giorni che uscire dal Cammino richiede una Grazia che va ben al di là delle disquisizioni.
Per molti che, come me, hanno vissuto per vent'anni la propria vita nel Cammino e che hanno coltivato le loro relazioni solo all'interno della comunità, uscire comporta, più che rimorsi teologici, la capacità di sperimentare la solitudine.
E non è facile.
Vedere anche solo sui social network le foto di persone con cui hai mille ricordi, a cui hai confidato i tuoi più profondi segreti, i sussulti del cuore, le trepidazioni indicibili, e che ora neanche ti chiamano per andare alle festicciole estive, fa male e parecchio. Perché giocoforza anche le festicciole sono sentite come 'comunitarie', come parte del Cammino che totalizza ogni aspetto della vita, ben al di là della celebrazione sacra. Per esperienza le persone esterne alla comunità spesso si sentono a disagio per i canti che non conoscono (lodi in spazi aperti, schitarrate festaiole ecc.), e vengono poi regolarmente bombardate di inviti alle catechesi tali da farli sentire inevitabilmente 'estranei'. Un ingranaggio fuori posto. In genere tali persone poi non tornano alle festicciole comunitarie.
Oramai da qualche anno solo solo.
Nella Chiesa non trovo la mia identità, poiché mentre il Cammino e RnS sono ovunque, la prima Messa Tradizionale è a centinaia di km di distanza, e finora non ne ho seguita nemmeno una perché non posso materialmente. Alla Messa parrocchiale è praticamente impossibile far amicizia (in Cammino è invece facile, e questo è uno dei motivi per cui 'tira'). Sul lavoro dire di essere cattolico ti qualifica come alieno. Le amicizie virtuali non sono la stessa cosa, anzi se non si sta attenti si rischia di diventare preda del demonio che su internet ha mille mezzi da usare.
E a meno di particolari carismi eremitici l'uomo ha bisogno di amici (se non ho nessun 'prossimo' chi amo?).
Per cui è questo l'ostacolo più grande da vincere, la solitudine.
Nonostante sia ormai consapevole senza dubbi che in Cammino non ho incontrato Cristo, ma solo un antidepressivo-eccitante chiamato col nome del Signore, vedere quelle foto fa male, e molto. Ora pregherò e so che il Signore mi consolerà (come sempre), che la vera pace che ho nel cuore non mi potrà essere strappata. Ma la sofferenza è reale (anche Cristo pianse più volte).
Un abbraccio.

di Manilo 07 agosto, 2010 19:11

...E già, il primo passaggio, che accade dopo pochi anni, due o tre. Ti martellano il cuore con interminabili prediche, che chiamano catechesi, sui beni, tutti. I soldi soprattutto, poi gli affetti, il lavoro, gli interessi che magari stai coltivando, gli hobby, tutto è posto sotto la voce ‘idoli’ da cui liberarsi. Vai, vendi tutto…il Vangelo diventa un’arma efficacissima per resettarti la vita.

E va bè, alla fine di questa convivenza massacrante, arriva il momento della croce, che non c’entra niente con Quella di cui parla il Papa. Tutti seduti, ammassati nel mio caso in una sala angusta e agguerrita di icone kikiane, bisognava rispondere ad una domanda pesante come un macigno: qual è la tua croce? Così, su due piedi, spudoratamente davanti a tutti, già stanchi e disorientati, molti non sapevamo che dire. ‘Se non hai una croce, non ti salvi’, ti senti dire, e oddio!, che dico? Mio padre, mia madre, il figlio, la moglie, quello che vuoi purché finisca questa tortura. E te ne torni a casa disfatta. Dopo tre o quattro giorni di questa roba, al centro di te non hai Cristo e la libertà e la salvezza che vengono dalla Sua Croce e la certezza di Lui. Ti porti nel cuore invece la sensazione che nella tua vita sia tutto sbagliato, tutto da rifare, e non sai da dove ricominciare. ‘Che vuoi da me, Signore?’, cominci a pensare, ma allora non è vero che tu mi ami così come sono, che devo fare? Vendo tutto, anzi lascio tutto e parto, vado ‘in missione’ in Papuasia a convertire i cannibali, faccio tutto quello che vogliono ‘sti cavolo di catechisti, ma tu Signore ridammi la tua pace per favore. Questa pseudo-speranza mi ha tenuto lì per tanti lunghi anni ancora.

Ci ho messo troppo tempo per capire che non è del Signore che si parla nel cn, né della Sua Croce, né della Sua Gloria. Il cn abusa della Parola per abusare dei cuori della gente e derubare la Chiesa di Cristo. E c'è poco da sbellicarsi e da dire corbellerie, caro 'fratello' ridens... (un neocat che si firma "mi sbellico dalle risate" per delegittimare con ironia distruttiva le nostre testimonianze)

Di Jonathan 08 giugno, 2010 10:55



Il movimento neocatecumenale è senz'ombra di dubbio un'organizzazione settaria. Per prima cosa per l'obbedienza cieca che i catechisti pretendono, per ordine di Kiko Arguello, il leader della setta. Altre caratteristiche tipiche della setta, sono l'obbligo del segreto verso gli estranei e tra comunità più avanti nel "cammino" verso quelle ancora alle prime fasi. Altra caratteristica propria a tutte le sette è l'uso di un gergo interno con particolare predilezione per parole in lingua greca ed ebraica, ad es. Kerigma, koinonia, midrash ecc.

In un post precedente ho parlato del distorto senso del peccato di tipo Giansenistico-luterano, secondo il quale l'uomo non è dotato di libero arbitrio ed è sostanzialmente incapace di non peccare, responsabile del peccato secondo Arguello-Writz è il demonio. D'altro canto, posso testimoniare personalmente che spesso i catechisti ci dicevano che non a caso eravamo nella nostra comunità: eravamo dei prescelti a divenire dei Cristiani veri, sale e luce del mondo, ma ci spiegavano che il cammino è una Kenosis , cioè un riconoscere a poco a poco, che non eravamo quelle brave persone che tutto sommato ritenevamo di essere, bensì dei peccatori legati agli "idoli" del mondo.

Il senso distorto del peccato, svolge all'interno della setta molteplici funzioni. La prima, molto importante, è quella d'indebolire l'autostima e le difese psichiche della persona. Strumenti di verifica sono le cosiddette "risonanze". Ascoltato un brano della Bibbia o del Vangelo, la persona fa una dichiarazione di come un particolare brano gli abbia fatto capire qualche suo peccato, oppure "di come il Signore sta operando nella sua vita" con esempi concreti. Le preghiere spontanee fatte in gruppo, ad alta voce, rivelano spesso i punti deboli di ciascuna persona. Altro strumento sono i cosiddetti "giri d'esperienze" durante le convivenze. S'ingenera così nella persona un senso di colpa, e le difese psichiche vengono a poco a poco indebolite. Il colpo d'ariete, metaforicamente parlando, viene dato in occasione degli scrutinii. Deformando a proprio uso e consumo brani del Vangelo, si pone la persona davanti a scelte radicali. Spesso ci sono scene di pianto, e le difese psichiche della persona cedono di schianto, oppure si scappa urlando (e non scherzo). E’ un momento cruciale che permette ai catechisti di penetrare nella breccia psichica dei camminanti.

Da quel momento in poi la psiche capitola, ed è permesso prendere possesso della vita di chi ingenuamente crede, e lo vive come tale, di fare una scelta nobile, generosa , ispirata dal Signore, mentre invece si cede ad una violenza, che da allora in poi, rende le menti degli adepti come dei serbatoi, che vengono riempiti dei concetti e degli slogan dei catechisti.

Il sacerdote, chiamato "presbitero", ha un ruolo del tutto marginale.

Questo meccanismo si ripete costantemente nel tempo, fino a rendere le persone come cavie da esperimento, rispondenti a stimoli pavloviani. Ogni tanto qualcuno ha una crisi di rigetto, chiamata in gergo "entrare in ribellione", ovviamente il "ribelle" viene subito accusato di essere indemoniato, con ovvie conseguenze.

Una volta violentata la psiche degli adepti, si fanno più pressanti le richieste di denaro per l'evangelizzazione, per le baby sitter, ecc ecc, fino a giungere alla richiesta della decima, una vera e propria tassa kikiana. Il mondo è presentato come qualcosa di ostile, gli adepti sono sempre più impegnati nelle varie attività del cammino e perdono interesse per qualsiasi cosa non sia proposta o approvata dalla comunità, cioè dal cammino.

Quando i catechisti sono sicuri dell'indottrinamento e dell'obbedienza cieca della persona, diventano padroni della sua vita. E' solo da questo livello in poi, che si comincia a intervenire pesantemente nella vita degli adepti. Il catechista ha il potere di distruggere una famiglia, se parte di essa non aderisce al cammino, di separare un fidanzato che fosse ostile al cammino dalla sua ragazza neocatecumena, di combinare matrimoni endogamici, fra persone che obbedendo ciecamente, dopo 2 o 3 incontri, convolano a nozze senza neanche conoscersi.

I catechisti suscitano vocazioni, itineranti, famiglie itineranti, ottengono procreazioni abbondanti e talvolta sconsiderate. Se domandate questo ad un neofita, un po' perchè gli viene nascosto, un po' perchè non è ancora "pronto" per poterlo "capire" (ed una volta capito poi , di certo, non lo direbbe) comunque sia, vi dirà che sta vivendo una esperienza che gli ha fatto riscoprire Cristo e magari è anche vero, per quel che ne può capire soprattutto un "lontano", cioè una persona che, digiuna di teologia e di vera dottrina cattolica, si fa accalappiare con una tecnica, definita coloritamente "love bombing iniziale".

Al neofita, sembra di avere trovato una grande famiglia dove si ricercano le radici di un Cristianesimo delle origini. Ciò giustifica ai loro occhi gli ebraismi di Arguello e le varie stranezze liturgiche e certi concetti dottrinali che vengono presentati come riscoperta del vero Cristianesimo. Le canzoni, ovviamente, sono produzione dello stesso Arguello-Writz, i neofiti, anche se non lo ammettono, si sentono superiori ai cosiddetti "cristiani sella domenica."

Sempre a causa del distorto senso del peccato già citato, né gli adepti si sforzano di migliorarsi, né i catechisti incoraggiano a farlo o lo fanno essi stessi. Questo spiega il perchè di certe amare contraddizioni. Invece di koinonia (amore fra i fratelli) avvengono spesso litigi, si formano fazioni, addirittura si arriva allo scontro fisico vero e proprio. Così è per una buona parte dei catechisti che dopo 15 o 20 anni di cammino sono rimasti arroganti, presuntuosi, gelosi della propria influenza sulle persone. Insomma sono rimasti com'erano e se fai notare loro questo "piccolo" particolare usando un'altra parola da gergo NC ti danno del moralista.

Inoltre mi risulta che a Padre Zoffoli arrivarono notizie di catechisti che avevano un comportamento immorale. Alcuni catechisti sono quasi dei professionisti, spesati di tutto, specialmente quelli di alto livello gerarchico.

Purtroppo, proprio a causa dei condizionamenti instaurati dai catechisti, è assai difficile avere un vero dialogo con un NC, anche se neofita, perché tutti nella comunità, vengono avvertiti che proprio per il loro ruolo di "veri" Cristiani, saranno sottoposti a "persecuzioni", che il mondo non li capisce, li diffama.

Inoltre, sebbene esistano quasi dappertutto su Internet le catechesi o orientamenti alle équipes dei catechisti, vengono avvertiti di non leggerle, perchè è dannoso per il buono sviluppo del cammino. Una baggianata ! In realtà gli statuti sono stati pubblicati privi delle catechesi – cui peraltro fanno riferimento – proprio perché impubblicabili in quanto eretiche, nonostante le solenni smentite pubblicate persino su Wikipedia, che è diventata l’apologia del cammino con un castello di falsità abilmente costruite.

Le catechesi di Kiko, constano di più di 3000 pagine, ma a chi gli va di leggersele e rendersi conto della verità, tanto il Papa ha approvato tutto, meglio restare ignoranti e prendersela comoda, tanto la colpa se si è un po' pigri è del demonio....

I catechisti, del resto, imparano le catechesi a pappagallo e, come i loro adepti, parlano per slogan, oltre ciò, sono pressoché incapaci di argomentare alcunché e quindi passano facilmente all'insulto.

Lo dico sinceramente, mi si stringe il cuore al pensiero di tante belle persone, animate da ideali generosi e nobili, che vengono plagiate dal CN! Purtroppo più che informare non posso. Posso solo augurare a quelli che incappano nel CN la mia stessa fortuna. Il Signore mi ci ha tirato fuori tirandomi per i capelli. Il CN ha fatto ormai centinaia di migliaia di vittime. Si parla di milioni in tutto il mondo; gente a cui è venuta la depressione, famiglie distrutte, addirittura suicidi. Danni pecuniari e morali, tempo sprecato, occasioni perdute, problemi di socializzazione una volta rientrati nel mondo di tutti i giorni, apostasie. SE uscite dal CN non abbandonate la chiesa.....
Un abbraccio fraterno+

Di Freedom, 01 giugno, 2010 13:11

a mio modesto avviso, quelli che possono essere toccati dai nostri messaggi sono coloro che gravitano per così dire intorno ai Nc. Giustissimo rivolgersi alla parte sana di un individuo. Io sono fuoriuscito dai NC da pochi mesi, ciò che ho trovato di conforto in questo sito è stato avere la piena conferma soprattutto pratica dell'imbroglio: il solito banale imbroglio di derubare i poveri, i fragili i quali sono sottoposti ad avere un vero lavaggio del cervello (ci sono vari articoli anche sul sito contro gli abusi psicologici CESAP che descrivono assai bene questa tecnica) somiglia molto a forme primitive di ipnosi che sono comunque realmente efficaci a livello collettivo. Innanzitutto l'obbedienza imposta con "la violenza" cioè con una forte pressione psicologica. Si cerca di appiattire le coscienze, di raggiungere la "breccia": qual è la tua croce? A quel punto se li lasci entrare la tua intimità è profanata, si installa una specie di Super Io kikiano che nelle strade della tua mente lascia un percorso disegnato da lui dove certi semafori sono rossi, poi si passa al colpo vibrato con cinica e inaudita violenza tu sei un fallito TU SEI NIENTE... ma attenzione c'è un semaforo verde: Cristo! ma è un Cristo che somiglia stranamente a Kiko, finché non rimane l'immagine chiara del profeta, del pifferaio magico, che con le sue canzoni, con le sue assurde ma martellanti catechesi ti porta d essere kiko-dipendente o cammino-dipendente (è la stessa cosa) quel vuoto esistenziale quella sensazione di essere nulla, viene sostituita dall'immedesimazione con il leader, si appartiene ad una setta di eletti, di prescelti dal Signore, (vieni riempito dal cammino). Ora è chiara la tua missione evangelizzare il mondo, come? Ti sarà detto a suo tempo. Questo meccanismo viene ripetuto ad ogni scrutinio e mantenuto in vita da chi è più zombificato di te. Con questo metodo si cominciano a chiedere soldi, tanti soldi, dimostrazioni in denaro collette di tutti i tipi, perchè la macchina tritacarne del cammino deve continuare inesorabile la sua marcia. Gli effetti li abbiamo sotto gli occhi. Per parte mia considero Arguello un ciarlatano, alla stregua di Osho e vi sono varie similitudini fra i due sebbene apparentemente così diversi.
Ma questa è un'altra storia......

Di Freedom 26 maggio, 2010 10:18

Sarebbe da chiedere ai vescovi che ancora una volta a centinaia si sono resi presenti (quest'anno durante l'ottava di Pasqua) alla Domus a ricevere insegnamenti da un laico; proprio loro: i maestri, le guide del gregge! Che ne è stato di tutte quelle persone uscite dal Cammino Neocatecumenale con la vita distrutta da questa gente? E che fine ha fatto la giustizia per i tanti casi di suicidio avvenuti in queste belle comunità? Chi restituirà a tanti il tempo perso dietro a questi presunti profeti? Questo tempo non tornerà più. Chi fascerà tutte le loro sofferenze? Questo popolo uscito dal Cammino Neocatecumenale è molto grande, nettamente superiore al numero del Cammino Neocatecumenale militante, molti di essi erano entrati in buona fede, sinceramente attratti da quello che credevano essere un serio cammino di santificazione, una scelta radicale, dove sembrava che “si facesse sul serio”…ora essi giacciono silenziosi ai crocicchi delle strade,forse pregando e gridando in cuor loro al Signore,o forse non pregando più, sofferenti e disgustati persino della Chiesa Cattolica che purtroppo identificano col Cammino, o peggio provando odio contro Dio. E chi è “militante” non sta meglio di chi è uscito... E che dire dei Consacrati (in particolar Padre Mario Pezzi, corresponsabile attivo di questi personaggi, essendo lui il terzo componente dopo il duo Kiko–Carmen, fondatori di questo movimento) che hanno svenduto la loro Unzione Sacerdotale, scendendo a patti o addirittura propagando una tale piaga? Che cosa pensano di possedere che non gli sia stato dato in dono? L’essere Cardinali, Vescovi o semplici Sacerdoti? E’ un dono di Dio. La Consacrazione? E’ un dono di Dio. L’essere Cristiani? E’ un dono di Dio. La loro stessa vita? E’ un dono di Dio. Anziché fasciare hanno ferito, anziché cercare la pecora smarrita, loro stessi l’anno scacciata, anziché consigliare e istruire, hanno fatto uscire dalla loro bocca fango imbrattando le pecore deboli. E cosa dire quando durante L’Eucaristia offrono al Padre il Corpo e il Sangue del Suo Figlio con le mani imbrattate del sangue di questi miseri?
E cosa dire quando abusano in maniera indegna del sacramento della Confessione, facendosi loro stessi Dio, e facendo uscire dal confessionale Colui che solo può rimettere il peccato, Colui che solo può sanare le ferite, Colui che solo può far tornare l’uomo in piedi con la piena dignità di figli di Dio, cioè Gesù Cristo nostro Signore? Quale vergogna, quale orrore!
E come è possibile che nonostante tutto questi due “profeti” abbiano potuto, fino a ieri, entrare più o meno liberamente nelle Stanze Vaticane, come se fossero i più grandi benefattori della Chiesa Cattolica e dell’umanità, considerando il fatto che da dieci anni sono ormai note le loro dottrine sia ai “grandi”, che sono stati preposti a pascere il gregge, sia ai “piccoli” che ne hanno fatto le spese? Note sono anche le loro “opere”, dal momento che (si sa) le Sacre Congregazioni sono piene di testimonianze arrivate da ogni parte! E soprattutto, come può essere possibile che riescano a controllare tutte le case editrici, visto che è diventato impossibile trovare un solo testo anche lontanamente critico nei loro confronti?!
O peggio ancora: come si spiega che, in quarant’anni di operato a livello mondiale, con manifestazioni popolari di massa, ed iniziative ecclesiali di enorme portata, tutta questa azione sia potuta passare nel quasi assoluto silenzio da parte dei mezzi di comunicazione (come televisioni, radio, giornali), e che abbia fatto lo stesso rumore del passaggio di una mosca?! Si potrebbe forse spiegare con l’utilizzo delle spaventose quantità di denaro raccolte ininterrottamente dalle oltre 18.000 comunità sparse nel mondo, e magari anche altro, con cui possono comprare il silenzio di chiunque… E come è possibile che sia stato permesso in seno alla Chiesa cattolica, di fondare i Seminari “Redemptoris Mater”, che solo apparentemente appartengono alla giurisdizione delle varie Diocesi dove sono impiantati, sotto la giuda dei Vescovi, ma di fatto fanno capo ai vari super-catechisti, che a loro volta sono comandati dalla triade Karmen, Kiko e Padre Mario? Infatti lo stesso Kiko conferma questa tesi dicendo non molto tempo fa, come da dimostrano i documenti: “Cioè abbiamo bisogno di presbiteri, DI UN NUOVO CLERO, SOLAMENTE UN NUOVO CLERO SALVERA' LA CHIESA.” - …Le abbiamo contate dopo…1.500 famiglie! Che lasciano tutto e partono…. Già il Papa ha inviato quest'anno 200 famiglie in Cina, Shangai, Australia… cioè noi stiamo vivendo in un evento impressionante, perché queste famiglie che vanno al mondo hanno bisogno di presbiteri , per questo penso che mi spenderò anche se sono stanchissimo, mezzo morto, però anche spendersi perché sia possibile che il Signore susciti vocazioni, susciti presbiteri per portare avanti nuove comunità…”. In definitiva per fare cosa? Kiko stesso lo spiega nello stesso documento e dice: “Cominceremo una specie di parrocchia personale, con degli appartamenti, con tutto un progetto di missione ad gentes” ( Perugia, 26 Settembre 2006, incontro con le Comunità NC Umbre). Nell’Annuncio di Quaresima 2006, fatto in Spagna, Kiko dice apertamente: che il tutto è gia stato progettato e organizzato, difatti dice: “ Il Sacerdote con il suo socio a metà di un grattacielo enorme, li messo, in un appartamento con due sorelle maggiori che li serviranno, abbatteremo i tramezzi, metteremo la moquette e pittureremo… in questa zona, ogni famiglia pagana – formata da non battezzati – visiterà le case, l'inviteremo a prendere un aperitivo, ad ascoltare la sacra Scrittura, sono Cristiani e se gli interessa conoscere la religione di certo non andranno in Chiesa, è gente che mai ci andrà, ma sei tu che vai da loro. E quando ci saranno diversi nuclei, ci sarà una catechesi nell'appartamento del Sacerdote e si costituisce una seconda comunità di pagani. Ma sempre ci sarà una prima Comunità “luce delle genti”, persone che hanno terminato il Cammino con i giovani, fantastici, che portano con loro anche i propri compagni di Università, capite? E' necessario dare, presentare una nuova forma di parrocchia “una nuova presenza di Chiesa”. In realtà basterebbe sentire come predicano questi Presbiteri e come stanno sovvertendo le varie Parrocchie dove operano, per capire chi e cosa sono… E nelle "Missio ad gentes" vanno a impiantare il Cammino, non certo la Chiesa...

Di A. Rita Onofri 19 maggio, 2010 09:16

Salve a tutti, alla fine di questa lettura sono riuscita a fare un sospiro di sollievo e liberatorio. Sono una ragazza di 26 anni e per 12 anni ho frequentato il cammino neocatecumenale; non sono mai stata completamente convinta perchè ho la fortuna di avere dei fratelli che mi hanno sempre spronata a essere critica e a riflettere sulle scelte che il cammino mi ha portato a fare e a essere.
Nel leggere quanto avete scritto non mi sono sentita sola, poichè è così quando uno esce dal c.n., si trova da solo con i sensi di colpa, con le incertezze e con le paure di sbagliare(dato che il cammino stesso ti porta ad aver paura di sbagliare con la propria testa, la frase dei catechisti è “se tu desideri una cosa, non è detto che sia quello che vuole il signore, e se è così sarai per sempre infelice”).
Quando sono uscita dal c. mi sono guardata attorno e le persone che erano mie amiche al suo interno hanno cominciato a dirmi che sono illuminata dal demonio che sarò destinata ad sbagliare strada, e a essere infelice ecc.. e leggere che le stesse cose sono capitate ad altre persone mi fa capire che non sono io quella sbagliata.
Purtroppo uscire da questo cammino non è facile, perchè bisogna reimpostare il modo di pensare e di vivere, sia la propria vita terrena che quella spirituale. Solo con l’aiuto di una guida spirituale, che mi sta aiutando ad “disintossicarmi” dal cammino, stò riscoprendo la vera libertà che il signore ci ha donato; la vera fraternità con le persone che ci stanno vicino, indipendentemente dalla loro provenienza; sto riscoprendo il Dio padre misericordioso e la vera testimonianza ed evangelizzazione, che non è solo parlare di dio e della comunità ma sono i gesti quotidiani fatti con amore e umiltà, l’umiltà vera, e non superiorità come ti fa credere il cammino(dato che solo i neo sono chiamati a essere luce e sale)…
Adesso posso dire di essere serena e felice, di credere in me stessa e di ritrovare piano piano il mio IO che in un contesto come quello della comunità si è fatto più debole, di sbagliare e di andare fuori strada senza paure. Adesso posso dire grazie a tutti coloro che senza giudicare mi hanno aiutata ad aprire gli occhi, che mi sono stati vicino sia quando ero dentro al cammino che quando sono uscita, alle persone vere che non mi hanno mai giudicata ma solo invitata al confronto. Sono felice del rapporto che sto vivendo da tre anni con il mio ragazzo che è ateo completamente, e che se fossi stata ancora in comunità mi avrebbero invitata a mollarlo (perchè puoi vivere il vero rapporto solo se entrambi vanno in comunità), ma lui con il suo modo di fare vale molto di più dei catecumeni, di me e di tutte le persone che dicono di credere ma che con i gesti dimostrano il contrario.
Purtroppo il cammino l’ho fatto troppo giovane e sono sempre stata criticata perchè facevo sport e avendo le partite a volte non andavo in convivenza, perchè a volte andavo a mangiare la pizza con i miei amici il sabato sera al posto di andare a messa da loro, perchè a volte non andavo agli incontri perchè avevo dei laboratori all’università e loro volevano che sacrificassi gli studi per Dio. Ma era per Dio o per la Comunità?! Ma Dio non vuole la nostra felicità, vederci vivere e padroneggiare in modo intelligente il mondo attraverso gli strumenti che ci dona tutti i giorni?! Ringrazio Dio di avermi dato la forza di uscire da questo meccanismo perverso e storto che lotta perchè l’uomo non trovi l’armonia e la sua natura, ma perchè sia sempre dipendente dalla comunità. Spero di essere stata un po' chiara perchè l’ho scritto velocemente! buona giornata a tutti!

Di Laura maggio 6 2010

OK Stefano, capisco perfettamente la tua impostazione, come è comprensibile la loro logica, che dovrebbe tapparci la bocca in virtù dell'approvazione.

Resta tuttavia il fatto che noi critichiamo una realtà approvata dalla Chiesa, che constatiamo agisce non in linea con l'approvazione e, in più, presenta altre anomalie dottrinali e pragmatiche non prese in considerazione dal documento statutario approvato.

Abbiamo tutto il diritto, ma ancor più il dovere di farlo, anche perché NON E' VERA l'equazione: chi critica il cammino 'approvato' critica l'autorità che lo ha approvato o non è in comunione col Papa

1) perchè lo Statuto del cammino anche se fosse perfetto -e non lo è- non è un dogma di fede

2) l'approvazione presenta tutte le anomalie che abbiamo sottolineato miliardi di volte

3) allo stesso Papa, che ci ha sconcertati e ci sconcerta 'mandandoli' ad "evangelizzare" il cammino e non Gesù Cristo (perché questo è ciò che accade nella realtà), può essersi fatto credere che le sue direttive siano seguite...

ergo, siamo "scomodi", si tenta di tapparci la bocca; ma non siamo 'fuori' dalla comunione ecclesiale solo perché esercitiamo il discernimento e denunciamo menzogne e anomalie per il bene di molti che ascoltano e magari non sapevano e non sanno ancora.
Che questo non vogliano capirlo i NC lo comprendo, ma che non sia chiaro a uno di noi lo comprendo meno.

Comprendo che tu vorresti agire in fil di correttezza anche formale; ma io non sento di agire scorrettamente se me ne infischio della 'forma', ovviamente senza oltrepassare i limiti della mia responsabilità sia personale che ecclesiale, che significa davanti al Signore...

Qual è il problema, se noi parliamo di soggetti 'approvati' che né agiscono in linea con l'approvazione né con la Tradizione Apostolica, che abbiamo ricevuto accolto assimilato e che custodiamo e cerchiamo non venga dimenticata?

E dire Tradizione Apostolica, equivale a dire quel che ci ha lasciato in dono ed in eredità nostro Signore Gesù Cristo, Vivo e Vero, vero uomo e vero Dio, Figlio del Padre, ed è solo in Lui che siamo anche noi Figli ad opera dello Spirito Santo, che non è monopolio di nessuno tanto meno del Cammino NC!!!

Quanto all'UFFICIALITA' della critica dei fedeli, più ufficiale della documentazione di cui abbiamo (e non solo noi) sommerso le Congregazioni competenti???? Ma non hai visto chi ci opera?

E' tempo di crisi, è tempo di buio, di disorientamento grandi; ma è anche tempo di grande luce e Grazia, perché siamo OBBLIGATI a custodire e ad approfondire sempre di più la nostra Fede proprio per difenderla e mentre lo facciamo!!!!

Di Mic 24 aprile, 2010 15:56



Tutto giusto e logico quello che dici Stefano, cioè di tener conto che sono stati approvati e parlare solo del Magistero. Se avessimo a che fare con persone che hanno a cuore la Tradizione della Chiesa, la retta dottrina, la sacralità della Liturgia, e anche il benessere psicofisico dei fedeli.
Ma con chi abbiamo a che fare?
Con coloro che hanno da troppi anni oramai permesso che il "fenomeno" cammino cn potesse crescere indisturbato a lato della Chiesa, gli stessi che hanno aiutato, legittimato, incoraggiato e in seguito approvato un movimento con le prassi che conosciamo.
Chi è intervenuto attivamente, chi ha taciuto, chi è stato "convinto" con argomenti di peso, ed ora tutti possono mettersi l'animo in pace (se mai avevano problemi con la loro coscienza prima) dicendo: "sono approvati".
Non credi Stefano, che i cattolici di Campobasso abbiano manifestato il loro dissenso dopo che la pastorale diocesana è diventata neocatecumenale?
Con quale risultato?
Non credi che in Vaticano siano arrivate già molte denuncie?
Con quale risultato?
Con questo non voglio dire che non si possa e non si debba continuare a tentare di confrontare i neocatecumenali con il loro Statuto.
E posso comunque continuare a dire che per me uno Statuto per un gruppo di laici, che contiene la descrizione di un "rituale" creato da un laico, è già di per sé un'anomalia sconcertante e difficilmente accettabile.

Di Emma 24 aprile, 2010 18:18



Dice Stefano: "Quello che dite è tutto giusto. Ma io parlo di una "ufficialità del BASSO"."

"Ufficialità dal basso" è una contraddizione in termini.

L'ufficialità presuppone un'autorevolezza, che se è tale deve evidentemente venire da chi è posto a guida, dall'alto...

ma se la "protesta" sale "dal basso", tutto potrà essere tranne che "ufficiale". Anche se oggi le cose "vanno alla rovescia" non possiamo rovesciare anche le categorie gerarchiche.

Cos'altro ha fatto il blog, del resto, da quando è nato? Se non protestare pubblicamente partendo dal basso? Ha ragione Freedom, se si vogliono fare più thread, molti thread sull'infondatezza e sull'inadempienza dello statuto nc, che si facciano, ma cambiare nome (e identità) al blog per seguire la logica neocatecumenale e per paura dei loro attacchi, non ha senso. Cambiare il nome per la seconda volta?? Perchè? L'averlo già cambiato ha forse sortito qualche effetto?

Stefano, se credi tanto che l'unico modo di denunciare il cn sia occuparsi solo dello statuto, perchè non cominci tu? Hai un forum, mi pare, comincia a sviscerare il "non fatto" e il "non detto" dello statuto sul tuo forum, ma non pretendere che tutto un blog, per la seconda volta, cambi nome e fisionomia, sapendo già che a poco servirebbe, e con il risultato di tappare la bocca all'unico posto in cui si parla chiaramente e si dice tutta LA VERITA' SUL CAMMINO NEOCATECUMENALE.

Di A. Rita 24 aprile, 2010 18:40

"Quando arrivano post come quello di Jonathan, mi chiedo come si faccia a non condividerne, anche rivolgendosi a lei, come ha fatto Emma, riempiendo col nostro affetto e col nostro sostegno quello che lei chiama il 'deserto di povertà' rimastole dal cammino"
Tante possono essere le ragioni, cara Mic, almeno tante per quante sono le persone "non intervenute"; i motivi possono essere accidentali, o contingenti, o psicologici, o semplicemente caratteriali....sì, c'è anche chi, per carattere, non riesce o non ama profondersi in manifestazioni d'affetto, anche pensando che in esperienze così forti, l'unico conforto che veramente "arriva" è quello del Signore, in quella fase - giustamente definita da Jonathan "tappa obbligata" - del "deserto", che segue l'uscita dalla baraonda neocatecumenale, così come la quiete segue la tempesta.
"Perciò, ecco, l'attirerò a Me, la condurrò nel deserto, e parlerò al suo cuore..." (Osea 2, 16)
...
Io non ero intervenuta di proposito perchè il problema dello svuotamento di me stessa l'ho conosciuto ed assaporato fino in fondo, con una dicotomia interna che mi ha portato ad una sofferenza da lacerazione d'anima tale che ho finito per somatizzare sia psicologicamente che fisicamente. Credo che mi abbia salvato (e alla fine abbia prevalso, portandomi fuori di lì)l'impronta iniziale del mio incontro (da bambina) col Signore, attraverso la contemplazione e l'amore per Gesù Crocifisso, il "grande ignorato" nel Cammino.
Oggi, per vivermi questo benedetto e salutare "deserto" ho scelto di viverlo accanto ad un sofferente, che per altro non può parlare, ma che col suo silenzio "mi parla" ininterrottamente di Lui, della potenza salvatrice della Croce offerta per amore, unica cosa che il Cammino non era riuscito a sradicare dal mio cuore.
Un abbraccio a Jo.
Ciao

"da parte tua, se non è per te troppo doloroso rievocarlo, potrebbe essere interessante conoscere la testimonianza del momento in cui hai riacquistato la tua libertà e hai ri-preso la costruzione della tua persona in Cristo"
Per quanto riguarda Gianluca, il suo caso è totalmente sui generis, frutto di una incredibile Grazia di preservazione da parte del Signore, perché lui è entrato nel Cammino da persona libera, lo ha frequentato per tre anni da persona libera e ne è uscito da persona libera. Ha ricevuto la Grazia più unica che rara di passare "indenne" attraverso il Cn!
Gianluca si è convertito a 31 anni dall'ateismo, tre mesi prima di incontrare il Cammino, con una forte esperienza personale di Dio, che gli dette da subito una impronta indelebile. Dio gli donò subito un Padre spirituale, ed una forza nella preghiera costante, che mai lo ha abbandonato.
Si è innamorato subito "di Cristo, e questi crocifisso" e tutti i venerdì mattina si alzava alle quattro e si recava davanti alla chiesa del suo Padre spirituale, per poter essere il primo della lista nei colloqui di direzione; quando alle sette si apriva la chiesa lui entrava, partecipava alle Lodi e all'Adorazione del Santissimo, poi incontrava il Padre. All'uscita dal colloquio, verso le otto, era giusto in tempo per andare al lavoro.
In questo clima di totale rinascita per lui (e di totale svuotamento per me) ci conoscemmo, perché io invitai un amico comune alle catechesi del Cammino, che erano tenute dai miei fratelli di comunità. Dalla prima catechesi il suo amico non restò, anzi fuggì a gambe levate, lui rimase.
Ma già dal Questionario sulla penitenziale, venne fuori la sua impostazione veracemente cattolica e si mise a discutere coi catechisti, perché lui sosteneva che “il peccato OFFENDE Dio. Certo che sì!” Io ero colpita della sicurezza della sua Fede appena nata, la cui testimonianza scendeva come un balsamo sul mio spirito devastato da dieci anni di quella setta atea (anche se ancora non ne avevo preso coscienza), il suo amore folle per Gesù mi riportava alla mia infanzia, mi mostrava il vero Gesù che io avevo perduto … e il Signore avvicinò le nostre vite. Io non riuscivo più a pregare, non sopportavo più parole su parole, le omelie, gli Annunci, non sopportavo più di sentir parlare di Dio … Lui mi spingeva a pregare, mi portava con lui alle quattro della mattina a fare Adorazione … le nostre giornate passavano a parlare non di noi ma di Gesù (quello vero).
Gianluca riconosceva delle incongruenze nelle catechesi di quella gente ed era molto in dubbio se entrare in Cammino, perciò si mise in preghiera e comprese che, per l’intanto, la sua strada passava per lì … doveva cominciare così. Intanto si preparava col suo Padre per la Prima Confessione e Prima Comunione - che da bambino non aveva fatto - col Catechismo della Chiesa Cattolica, con l’Adorazione e la Preghiera. Nel contempo frequentava la comunità e discuteva tutto quello che nelle catechesi e nei passaggi non trovava “ortodosso”.
Poi Giunse anche il Sacramento della Santa Cresima e da lì in poi incominciò ad intuire ancor più le storture catechetiche che ascoltava e diceva ai suoi catechisti: “Io da voi il discernimento sulla mia vita non me lo lascio fare. Voi siete come me, poveracci e peccatori come me. Io ho un Padre spirituale e quello seguo. Una sola voce, non centomila.” Nel frattempo io uscii dal Cammino e lui rimase in comunità per un altro anno. In quell'anno comprese tutti gli abusi liturgici che si compiono nell’Eucarestia neocatecumenale, oltre a dover vedere ogni sabato il sacrilego uso di dare la Santa Comunione anche a divorziati, conviventi, ed irregolari di ogni tipo, che vengono portati avanti così, senza svegliarne la coscienza, fino al Secondo Passaggio.
Per questo in una convivenza con la comunità ed i catechisti combatté, unico contro tutti, minacciando di denunciarli al Vescovo se non si smetteva con i sacrilegi. Così è uscito dal Cammino. Per questo gli è stato tolto il lavoro e poi la casa dove alloggiava (che era di un suo fratello di comunità). Abbiamo saputo che in quel periodo (giugno 2005) per sistemare quella situazione di abusi eucaristici, e salvare “la faccia” del Cammino, venne a Terni niente meno che Carmen. Poi Gianluca è stato ricercato, con lusinghe, con promesse, con ricatti, ma lui si è sempre rifiutato di tornare al Cn, dicendo ai catechisti che la loro dottrina era perniciosa, tutta da buttare nel cassonetto della spazzatura. (Per chi volesse leggere l’esperienza scritta da lui al Papa, l’indirizzo è www.mariamadremia.net, nella Homepage.)
Ho raccontato in breve tre anni della sua testimonianza di fede in Cristo Gesù, per dire anche che Gianluca non ha sofferto di questa esperienza, se non per la delusione di aver scelto per sé un percorso di fede rivelatosi poi “un tarocco”, e per Grazia di Dio non ha subito nessuna perdita di libertà né di destrutturazione della persona. Semmai, in casi come questo di conversione adulta, il rischio era quello di scandalizzarsi e riallontanarsi da Dio e dalla Chiesa, ma in questo il Signore lo ha sempre aiutato. E’ stato lui che, un mese prima di uscire dal Cn, trovando in Internet le catechesi, mi aprì gli occhi dicendomi che quella dottrina veniva da Lutero e Calvino, cosa che io, in dieci anni non avevo capito.
Gianluca non si esprime mai mosso da sofferenza e rancori, ma solo per la Verità. Il mio percorso di guarigione spirituale invece è lungo e lento: sento che il dolore e la frustrazione dello svuotamento si trasformano in forza per combattere l’eresia e poter servire a tanti fratelli. La Croce di Gesù e la mia, unita alla Sua, mi proteggono e mi stanno curando.
Oggi, Gianluca ed io camminiamo insieme in Dio, nella Chiesa, combattendo il Cammino (non le persone ingannate, ma l’eresia) con gli strumenti che abbiamo a disposizione: questo blog di informazione ed analisi e non stancandoci di scrivere lettere al Santo Padre e alle Congregazioni competenti, affinché vinca la Verità di Cristo ed i suoi nemici vengano smascherati.
Soli Deo gloria!

Di Anna Rita 1 dicembre, 2009 02:44


Dice Paolo156:
“Nel CNC niente è obbligatorio, manco ancora il digiuno. Se digiuno ok, va bene, se non digiuno devo pregare per poter avere lo spirito e riuscire a digiunare. Senza lo Spirito Santo non si va da nessuna parte, manco ancora si riesce a digiunare e a far digiunare... non è NC obbligare perché non è Cristiano obbligare. … No, ognuno nella sua libertà.”

Risponde Emma:
"Niente è obbligatorio nel cnc? Posso anche crederlo, semplicemente perchè non ce n'è bisogno, il pre-condizionamento fa sì che in modo "automatico", ognuno si conforma a ciò che è usuale fare e purtroppo anche pensare, il condizionamento fa sì che la persona crede agire in modo libero mentre invece agisce in funzione di ciò che ha integrato come buono e giusto, dettato da chi ha il potere di influenzare la psiche e le menti."

Risponde Mic:
“Se nel Cn niente è obbligatorio, com'è che o ti assoggetti adeguandoti acriticamente a metodi prassi, insegnamenti (senza poter fare domande), oppure devi andartene, perché sei preda del demonio?”

Risolviamo questo dilemma che ciclicamente ricompare all’interno dei confronti, poiché c’è una linea di pensiero secondo cui il Cammino sia un luogo estremamente permissivo (e come tale deleterio per la crescita morale del cristiano), tesi sostenuta anche dall’eminentissimo Sacerdote Luigi Villa che dice: “La fondazione dei "neo-catecumenali" dello spagnolo Francesco Argüello (detto: Kiko) è certamente il Movimento più radicalmente permissivo che esista nella Chiesa del Vaticano Il. Ed è da anni che Noi denunciamo questo "Movimento" eretico in seno alla Chiesa, perché è certamente una delle più gravi e pericolose deviazioni dalla dottrina cattolica, e anche la più insidiosa "eresia" che minaccia la Fede cattolica dopo il Vaticano II.” (Luigi Villa – “Eresie della dottrina neocatecumenale” – Ed. Civiltà)

Per contro ci sono moltissime persone che testimoniano l’esperienza personale di aver subito ogni sorta di condizionamento psicologico ed esistenziale, obbligati al un’ “obbedienza” pronta e muta ai catechisti, che si spinge fino al ricatto del “o fai così o te ne vai”, che incatena, una volta accettato il principio che la salvezza passi solo per il Cnc.

Com’è allora il Cammino? Libertario o repressivo? È davvero il luogo della libertà soggettiva, del fare le cose “ognuno nella sua libertà”, il luogo del “per grazia e senza sforzo”, (come testimoniano Paolo 156, ed altri) oppure il luogo dello strapotere degli iniziatori, dei catechisti, di tutto un sistema che gira attorno al singolo – comunità compresa – che lo stringe al muro, obbligandolo per amore o per forza a conformarsi mente (spirito) e azione alla prassi interna?

Il Cammino è entrambe le cose. Esistono infatti persone che escono dal Cammino perché lo considerano troppo permissivo e persone che ne escono perché troppo oppresse da esso. Esistono anche persone che RIMANGONO nel Cn perché lo considerano “la celebrazione della libertà dello spirito” ed altre che rimangono proprio perché ne amano “l’impostazione rigidamente inquadrata, virilmente zelante”. Ripeto, entrambi gli aspetti sono veri, ma con tempistiche diverse. Entrambi gli aspetti sono percepiti, ma diversamente, a seconda della fisionomia mentale del singolo che li impatta. È normale che una realtà così diffusa a tutti i meridiani e paralleli del globo sia vissuta e recepita diversamente dalla cultura con cui si incontra, ma questo è comunque possibile perché il Cammino – come il suo iniziatore e la dottrina che predica – ha una natura camaleontica. Spiego.

Il Cammino a livello di comportamento soggettivo dei singoli, a livello di pratiche spirituali comunitarie e personali, in una parola: a livello di crescita spirituale, dà delle direttive precise, ma lascia al singolo la libertà di seguirle o meno (da ciò la sensazione di molti di essere molto liberi, anche di “sbagliare”), ciò perché si obbedisce alla dottrina protestante secondo cui ogni sforzo personale è bandito perché ipocrita, secondo cui la conversione è solo iniziativa di Dio e l’uomo può solo riceverla e perciò non esiste possibilità di fare il bene, se non sotto il totale influsso della Grazia, che Dio dà solo a chi decide Lui … non c’è scambio fra Grazia e adesione umana alla Grazia, ma solo l’azione di Dio gettata in un contenitore vuoto(!) che la riceva. Oltre tutto con la storia del “cammino in discesa nella conoscenza del proprio male”, la famosa mal interpretata “kenosi”, vien detto dai catechisti che il Cammino, se fatto bene, non deve rendere “migliori” (no, no, quello è da farisei ipocriti), ma “peggiori”, per poter prendere atto ed accettare tutta la propria realtà di peccato, unica condizione per essere salvati (Lutero e Calvino docent). Ha quindi ragione Villa quando dice che il Cammino è la realtà più permissiva della Chiesa, dal Vaticano II in poi.

Ma quando si tratta di imporre delle restrizioni ai neocatecumenali che servano per tutelare la struttura interna del Cammino, vedi obbedienza assoluta dei catechisti agli iniziatori, obbedienza assoluta dei neocatecumenali ai catechisti (apparentemente non in ambito morale e spirituale, salvo che quando si rendesse necessario per salvare “la faccia” del Cammino, ma in ambito organizzativo ed ideologico) allora il sistema è inesorabile! Nessuno può mettere in dubbio una parola di Kiko: lui ha il carisma; nessuno può discutere un ordine dei catechisti: loro sono i profeti di Dio per te; nessuno può modificare le abitudini liturgiche, comunitarie, dottrinali o psicologiche che regolano il Cammino al suo interno. Ciò non è permesso. O ti adegui, o te ne vai con tutte le maledizioni del caso. In ogni caso è un fatto che i metodi e le ideologie connotano un 'fare', cioè comportamenti tratti da insegnamenti e prassi che incidono sull'essere e sul divenire della persona e quindi, alla fine, 'toccano' anche il campo morale e spirituale e incidono su di essi.

Ora accade che alcuni percepiscano la prima caratteristica del Cammino, altri la seconda, accettandole o rifiutandole.

Coloro che accettano positivamente la prima caratteristica sono quelli molto ben descritti da Emma: “Niente è obbligatorio nel cnc? Posso anche crederlo, semplicemente perché non ce n'è bisogno, il precondizionamento fa sì che in modo "automatico", ognuno si conforma a ciò che è usuale fare e purtroppo anche pensare, il condizionamento fa sì che la persona crede di agire in modo libero mentre invece agisce in funzione di ciò che ha integrato come buono e giusto, dettato da chi ha il potere di influenzare la psiche e le menti.”

Quelli che invece accettano consapevolmente l’aspetto repressivo sono coloro che nella vita hanno bisogno di esser sempre portati per mano, di qualcuno che si prenda la responsabilità delle loro scelte, perciò si sentono protetti da un sistema rigidamente preconfezionato.

Coloro che invece rifiutano uno o l’altro o entrambi questi elementi sono coloro che grazie a Dio si sono accorti che in tutti e due i casi si è fuori dalla dottrina cattolica della Chiesa e da ciò che insegna il Signore nel Vangelo e hanno sufficiente maturità psicologica per non rimanere invischiati nella forte 'dipendenza' che anni di metodi e prassi ad hoc comunque inducono.

Di Anna Rita 19 novembre, 2009 19:44

Sono stata all'incontro, che vi avevo annunciato giorni fa, col parroco e altri fratelli. Ci sono andata così, disarmata.

Mi hanno chiesto perché, e no, non ho taciuto le mie ragioni. Che poi sono le nostre: il ruolo dei catechisti, con annessi i dubbi sulla legittimità del loro 'discernimento'. L'indebita confusione di ruolo tra loro e il sacerdote, il quale deve limitarsi a sussurrare il suo pensiero all'orecchio del catechista di turno. Le difformità liturgiche, l'autogestione della Parola, i simbolismi ebraici, l'estetica profana di architetti addestrati.

In risposta il solito scudo difensivo: il Concilio, che autorizza la gestione laicale della Chiesa, la quale non è più 'piramidale' ma è 'un popolo, dove il sacerdote è solo un garante'.

Tutto il resto va da sé: Il Papa, che sa tutto, ha approvato tutto.

Alla fine ho chiesto quel che mi premeva di più: perché vi ostinate a essere così diversi? Risposta: perché siamo diversi!

Non ho fatto la guerra, tipo Geremia. Sono scappata, piuttosto, dalle mie responsabilità, come Giona. E che il Signore mi perdoni se, invece che un'ardente profezia, Gli ho riservato solo la mia resa.

..la percezione vivissima che mi sono portata a casa è che stiamo, il cn ed io, posso dire il cn e noi?, stiamo su due sponde opposte. Vicini tanto da potersi guardare negli occhi, ma lontani di una distanza incolmabile.

Ci unisce il bisogno di Dio. Ci separa la direzione scelta per cercarLo e lasciarsi trovare da Lui, dal Suo sguardo Paterno e misericordioso.

Io sarò una cattolica della domenica. E proverò a entrare nella solitudine obbediente del Getsemani, e vegliare con Lui, in questo tempo in cui la Chiesa sembra aver perso le ali.

Ma loro sono diversi. Vogliono essere diversi, sotto ogni aspetto, sostanzialmente diversi. L'estetica lo dichiara con supponenza, la prassi lo conferma. Questo è il punto, a mio avviso. Naturalmente, è solo l'esito definitivo della mia esperienza, come tale opinabile. Ma mi hanno convinto, al di là di ogni ragionevole dubbio, sulla distanza insuperabile che c'è fra me, o noi, e loro.

Se lo scontro è inutile, oltre che inopportuno, anche il confronto risulta, a mio avviso, improponibile con chi pone la sua diversità come presupposto intangibile.

Sottolineare, poi, con discutibile orgoglio, che i loro testi sono zeppi di citazioni scritturistiche e magisteriali, aggrava la distanza invece che accorciarla. L'aggrava nel senso proprio del termine, la appesantisce, non c'è fra noi un allegro ruscelletto, ma le sabbie mobili delle contraddizioni più insanabili. Perché questa impossibile comunione accade proprio dentro la Chiesa.

Allora certo, vien da chiedersi cosa significhi esattamente oggi essere cattolici. Ma questo attorcigliarsi su se stessi equivale a cadere nella trappola delle contraddizioni, e a voler riempirsi i polmoni del fumo nero della diversità sbandierata orgogliosamente.

Credo che l'unica via possibile sia prendere atto di questa realtà, per quanto terribile sia, e non provarci nemmeno ad attraversarle quelle sabbie mobili per tentare un impossibile incontro. Ma piuttosto starne alla larga. E ritagliarsi nella Chiesa, sempre Madre amatissima, un luogo nel quale poter incontrare il Signore, amarLo e servirLo come Lui vuole.

di Jonathan 11 ottobre, 2009 11:37


Vorrei dire ad agostiniano che non è questione di catechisti più o meno illuminati. E' un problema, diciamo, di punti di vista. I catechisti ripropongono il pensiero del cammino, il modo di concepire la vita cristiana secondo gli iniziatori del cammino. Quel pensiero non sempre è in armonia con quello della Chiesa, la Chiesa di sempre intendo, ivi compresa la Chiesa di oggi postconciliare. Le disparità sono talvolta marginali e si può soprassedere; talvolta le differenze sono sostanziali e lì nasce il problema. Non si può stare a lungo nel cammino senza decidersi a concedere ai catechisti una fiducia pressocché incondizionata, perché la struttura del cammino si fonda su quella fiducia che peraltro viene ripetutamente richiesta. Io credo di non potermi fidare più, nonostante gli 'aggiustamenti' alle cose dette in sede di scrutinio (sei libera, nessuno ti costringe e cose simili). Il punto è che dicono cose non vere e non giuste secondo la Chiesa, quell'unica Chiesa alla quale appartengo e che amo. Dicono e fanno cose che sono in palese contraddizione con la mia Chiesa. Ci sono, certo, varietà e ricchezza di carismi, di modi e di vie per vivere il Vangelo, ma uno solo è il Signore, una la Verità, comunque la si voglia proclamare. Non possono e non devono esserci contraddizioni su quella Verità, sul pensiero cristiano che ha attraversato i secoli, si è arricchito della sapienza di tanti senza mai smentirsi. Se contraddizioni ci sono, o vanno sanate o vanno eliminate. Perché la Verità è una. Io sono una piccola cosa: posso solo fermarmi qui e provare a ripartire da me.

Di Jonathan 09 giugno, 2009 19:53

8 anni in cammino come corresponsabile, poi la scuola liturgica e la scoperta di "anomalie" da me denunciate direttamente ai catechisti:

  1. dov'è il Presbitero previsto dagli statuti durante la Liturgia della Parola (noi non l'abbiamo mai avuto, salvo che per il primo anno)?
  2. Perché si continua a far presiedere la Liturgia della Parola a chi non ne ha alcun titolo?
  3. Perché durante la Liturgia della Parola le "risonanze" diventano mini omelie fuorvianti e a volte eretiche?
  4. Perché non si attuano subito i vari precetti del Santo Padre?
  5. Perché si inneggia alla assoluta necessità di purificarsi dai peccati e poi si fanno passare coppie di conviventi che hanno alle spalle un matrimonio religioso non annullato?

  6. Perché le Celebrazioni cambiano sempre quando viene il Vescovo?

  7. Perché si chiede se "vuoi fare un'alleanza seria con il Signore?" quando ho già fatto questa alleanza con il battesimo?

  8. Perché il Presbitero è sempre in secondo piano rispetto ai catechisti?
  9. Perché i catechisti ti dicono chiaramente che se non resti in cammino è perché il demonio non vuole, facendoti credere che sei un posseduto?

  10. Perché chi ha già ricevuto l'elezione o comunque ha superato una tappa importante si comporta peggio dei "cristiani della domenica"?

  11. Perché in anni di cammino, una volta che ho avuto bisogno di un consiglio sulle malefatte di un catechista (non mio) nei miei confronti i miei catechisti non ne hanno voluto sapere?

  12. Dove vanno a finire le migliaia di euro che io personalmente ho contato?

Sono 12 domande, come gli apostoli e le tribù di Israele, ma fino ad oggi nessuno mi ha mai risposto.
Solo il mio Vescovo mi ha incoraggiato ad uscire, dopo che mia moglie è finita da uno pischiatra (e io pure) e la nostra famiglia ha rischiato di disintegrarsi, così come il lavoro e tutta la nostra vita.
Un anno e mezzo, tanto è durata la tortura per uscire dal cn, ma ora che siamo in un altro movimento siamo rinati.
Preghiamo perché qualcosa cambi.
Era tutto vero: è una chiesa nella Chiesa.

Di Alberto 14 aprile, 2009 17:39

(vedi risposte pubblicate in un documento a parte)



Emma non è una 'fuoriuscita' dal Cammino, ma le sue osservazioni sono state pubblicate qui, perché in tema con la testimonianza successiva)
Sono sempre scioccata e la parola non è troppo forte quando leggo testimonianze come quelle di Fabio e Annarita.
Ma come è possibile che si tollerino nella Chiesa metodi come quelli descritti, metodi potenzialmente pericolosissimi per l'incolumità psichica dell'individuo ?
Come si può tollerare che questi metodi siano previsti in uno statuto che descrive il Cnc come uno strumento di iniziazione e formazione cristiana?
È possibile che nessuna istanza competente si sia interessata a questi metodi, è possibile che nessuno psichiatra o psicologo, con l'autorizzazione del paziente fuoriuscito dal cammino, abbia avvertito le autorità religiose e anche denunciato questa situazione?
Conoscersi realmente? È il cammino di una vita e i catechisti pretendono di sapere di che cosa deve spogliarsi l'individuo?
Che competenza hanno per accompagnarlo in un cammino fra i più delicati e sensibili, quello che porta l'individuo all'interno di sé, laddove si trovano le ferite che la vita immancabilmente porta con sé, le memorie dolorose spesso rimosse?
Come possono rispettare i ritmi, i tempi, le resistenze dell'individuo?
Non hanno le competenze, non hanno gli strumenti e se anche li avessero è quello il luogo, sono quelle le modalità ?
Quel viaggio così intimo, all'interno di sé, deve svolgersi in condizioni ben particolari, nella discrezione e confidenzialità di chi accompagna, in una relazione di fiducia che è fondamentale, accompagnamento che deve farsi con cautela, rispetto, attenzione, prudenza, in un quadro rispettoso, intimo e protetto, e non certo davanti ad una comunità che ascolta e davanti ad un catechista che non ha nessuna competenza.
Questi metodi sono scioccanti e vanno denunciati come tali.
"Non vi mettete con la psicologia" dice Arguello ai catechisti... vergognosa consegna ma coerente perché l`uomo sa che i suoi catechisti non potrebbero farlo MA in verità i metodi di manipolazione psicologica sono attuati in seno al Cnc.
La psicologia, una certa forma di psicologia, è usata ma non al servizio del bene dell'individuo ma per la sua manipolazione.
E ciò è gravissimo.

Di Emma 29 marzo, 2009 13:13

Carissima Emma
grazie per la tua opinione evidentemente competente...
ti dirò che non sono riuscita, lo confesso, a leggere il testo degli ultimi Statuti, perché quando comincio mi viene il voltastomaco, ma dubito fortemente (se c'è qualcuno che sa diversamente mi smentisca)che nello Statuto si descriva correttamente cosa sono gli scrutini e come si svolgono realmente, come del resto non troverai mai che al neocatecumenale venga chiesta tutti i mesi la decima parte dello stipendio, oltre ad altre collette, mettendola nel calderone della comunità, allo scopo - dicono loro - di aiutare i fratelli di comunità che sono più in difficoltà;
quindi se a mettere la "decima" è anche qualche fratello che non arriva mai alla fine del mese è lo stesso, "tanto poi va dal Responsabile a richiede i soldi che ha messo...ma il gesto va fatto". In realtà nessuno sa quanto il Responsabile raccolga ogni mese (é segreto, non lo deve dire nemmeno a sua moglie), come li ridistribuisca ai fratelli bisognosi e se una parte venga usata per chissà cosa...ma questo nello statuto non c'è. E non c'è scritto neanche che i catechisti ti dicono che se metti di meno del decimo di quanto guadagni, cercando "di ingannare il Signore", ti accadrà come quei due discepoli, moglie e marito, che mentirono mettendo ai piedi degli Apostoli i loro averi non completi, e morirono di colpo davanti a San Pietro.
Ma torniamo agli scrutini (quelli del 2° Passaggio):
la comunità si siede a cerchio, a volte capita che vengano ad ascoltare gli scrutini anche fratelli di altre comunità, anche da altre città della stessa regione, fratelli catechisti che devono fare "scuola di scrutinio", che si siedono a cerchio (perciò un grosso cerchio a più file di sedie) e ciò non deve dare problemi a chi parla, perché è importante prima di tutto il distacco da se stessi, dalla vergogna (che è fariseismo), dal riserbo delle proprie cose (che è egoismo e chiusura verso il Signore e i fratelli) quindi più gente c'è meglio è…
Il neocatecumeno, estratto a sorte per parlare, si siede al centro del cerchio, con la grossa croce metallica del Cammino messa di fianco alla sua sedia, e di fronte a lui, a spezzare il cerchio, ci sono le quattro o cinque sedie dove si pongono i catechisti, a un due metri circa di distanza, a mo' di commissione.
Questo è l'ambiente esteriore in cui si tengono gli scrutini. L'ambiente interiore, cioè l'atmosfera che si crea è comunque quella di una forte tensione, perché stanno per venire fuori i segreti di tutti, i più dolorosi o imbarazzanti, e se questo può aumentare comprensione e compassione da parte dei fratelli di comunità verso eventuali difetti fino allora non capiti o non accettati, accade anche che se in comunità ci sono membri della stessa famiglia si può scatenare (internamente, non subito, non davanti ai catechisti, perché si ha paura del loro giudizio) di tutto: metti per esempio un marito che debba tirare fuori i suoi adulteri...che succede alla moglie? O i figli che devono sentire certi peccati dei genitori…o viceversa…
Ma il motivo principale della tensione è l'aggressività premeditata con cui i catechisti si impegnano a trattarti: il nostro catechista, Pino, ci diceva che in quella stanza c'erano molti demoni, che non volevano che noi dicessimo la verità e che creavano resistenze dentro di noi, per impedire a Dio di salvarci; per questo - ci spiegava - loro ci trattavano male, non per trattare male noi ma i demoni che erano dentro di noi ed anzi esortava anche a noi a trattare male noi stessi, smascherandoci completamente, per aggredire i demoni che avevamo dentro; ci diceva: "Aiutateci a combattere i vostri demoni, state dalla nostra parte, combattete con noi." Ecco perché c'era tensione: da una parte uno voleva collaborare, ma dall'altra soffriva a sentirsi aggredito, anche perché qualunque sofferenza uno tirasse fuori loro dovevano dimostrarti che l'avevi vissuta con orgoglio, senza umiltà, cioè fuori da uno stato di conversione, “poiché si soffre quando si rifiuta la storia, che è sempre la volontà di Dio”, altrimenti non ci avresti sofferto più di tanto; quindi qualunque cosa dicessi, ti era accaduto perché Dio lo aveva permesso, e lo aveva permesso per la tua durezza di cuore, per combattere le tue resistenze alla conversione.
So che nei precedenti statuti la Chiesa aveva imposto questa aggiunta: che il discernimento sui catecumeni DOVEVA ESSERE FATTO NEL RISPETTO DEL FORO INTERNO DELLE PERSONE(segno evidente che alla Chiesa siano arrivate testimonianze di gente seriamente danneggiata dall'invadenza dei catechisti). Quando il nostro catechista, Pino, prima degli scrutini ci disse questa cosa "del foro interno", divenne verde dalla rabbia e fece una risatina ironica: era evidente che bollava completamente il pensiero della Chiesa che – secondo lui – con quella clausola stava impedendo lo smascheramento dei demoni e quindi una conversione più profonda. Non occorre dire che la clausola non fu presa in considerazione…e gli scrutini continuarono ad essere gestiti come sempre fatto nella storia del Cammino, conformemente a quella mentalità.
Questo discorso “del combattimento dei propri demoni” non è che sia del tutto campato in aria: questo era il metodo di vita ascetica che usavano su se stessi i Padri del Deserto, quindi in verità una modalità durissima, serissima, un programma di santificazione dei più estremi…ma quei santi uomini che vivevano nelle grotte, digiunando e pregando ininterrottamente, conducendo penitenze inimitabili per l’uomo di oggi, per l’uomo della strada, che vive in città, nel mondo, indebolito spiritualmente da tutte le comodità che il benessere porta con sé, quegli uomini – dicevo – avevano la statura interiore e soprattutto la Grazia da Dio di poter affrontare simili battaglie senza che queste li distruggessero…e non a caso per fare quella vita, non inseguita di testa propria ma a cui lo Spirito Santo li spingeva, quegli uomini lasciavano il mondo e vivevano in una solitudine piena solo di Dio…quindi che c’azzecca tutto questo con dei poveracci come noi, immersi nel frastuono del mondo, indeboliti dalla voce del mondo, della carne, e del demonio (perché no? diciamolo pure) e come si può pretendere di fare un tale servizio ad una persona a cui non è stata ancora nemmeno consegnata “la preghiera”? Un neocatecumeno che venga da una situazione di ateismo, riceve questo passaggio un anno prima di quello della preghiera, come se si potesse affrontare tutto ciò senza il sostegno della preghiera…ed un neocatecumeno che venga da una situazione precedente di religiosità – come era il mio caso – “non doveva pregare” prima che glie lo dicessero loro, perché la sua religiosità cattolica era piena di devozionismi pagani e sentimentali, da cui si doveva spurgare, e se continuava a pregare come aveva sempre fatto non si sarebbe mai liberato dalla “falsa immagine” del Gesù “tutta dolcezza, tutto bontà” (v. Sacro Cuore) che la Chiesa gli aveva erroneamente inculcato. Io nella mia somma stoltezza li ho assecondati, ho voluto ubbidire, mi sono voluta fidare, ho smesso di pregare, aspettando di riprendere a farlo con il Passaggio dell’Iniziazione alla preghiera, quando – come loro dicevano – “quando la Chiesa vi consegnerà la preghiera”. Perciò nel frattempo, il rapporto personale con Dio, che il Signore mi aveva donato fortemente fin da piccola, io l’ho perduto, per colpa mia, perché ho reputato più importante seguire uno schema che restare attaccata alla Persona di Gesù…ed è accaduto che quando mi hanno consegnato la preghiera, io ero già così devastata dentro che non sono più riuscita a pregare. Oggi, a distanza di dieci anni da quel passaggio, ancora non riesco a pregare, si è spezzato qualcosa in me, ho perduto il mio Signore (non è che Lui abbia perso me, ma io ho perso Lui): non riesco più a pregare con la Liturgia delle Ore( a parte qualche volta in cui mi ci metto “di tigna”) perché ancora mi ricorda il Cammino, non riesco ad usare altre forme di preghiera tradizionali, come il Rosario che amo tanto (a parte qualche volta), perché c’è dentro di me un rifiuto involontario a mettermi in preghiera…a parlare ad un Gesù che ho perduto…e allora l’unica cosa che riesco a fare, quando la concentrazione e la volontà mi assistono, sono una serie di Ave Maria, una dietro l’altra, perché so che l’unica àncora che ho è Lei, la Madre Santissima, Colei che da piccola mi portò a Gesù, il mio Gesù che il Cammino mi ha portato via…e quando non riesco a dire proprio nulla mi rifugio nel servizio che sto facendo ad un malato terminale che seguo giorno e notte, cercando di vivere questo servizio a Gesù Crocifisso come una preghiera viva…
Io sono contenta, ripeto, se ci sono persone che in questi passaggi hanno trovato giovamento,( anche se ciò che c’è nelle profondità di quei cuori non lo so io e non lo sanno neppure loro…) ma per me non è stato così.
Chiedo scusa, Emma, per questa confessione pubblica, che a qualcuno potrà sembrare fuori luogo, imbarazzante, ma chi ha vissuto il 2° Passaggio nel Cammino Neocatecumenale ha perso il senso della privacy e dell’imbarazzo… ed inoltre se queste sono le conseguenze che io ho avuto dal Cammino, con cui devo convivere ogni giorno, anche questa può essere una testimonianza, affinché altri non compiano gli stessi miei errori, perché non è mai scontato poterli risolvere, poter recuperare la situazione, poter tornare indietro…
Spero di essere stata utile all’ulteriore chiarificazione della realtà del Cammino, ti saluto in Cristo

Di A. Rita 29 marzo, 2009 16:01

(stralci da una delle più recenti accuse sul blog, e successive risposte)

MA MI PREMURERO' IO STESSO DI FAR INSERIRE IL VOSTRO BLOG TRA I SITI MONITORATI, ALLA STESSA STREGUA DI QUELLI MUSULMANI CHE INCITANO ALLA GUERRA SANTA CONTRO IL DEMONIO-OCCIDENTE.

Chi scrive questo conosce poco il cammino, e conosce ancora meno i princìpi dei suoi fondatori, che preferiscono agire nell'ombra.

Noi saremmo molto contenti che questo blog fosse monitorato dalle forze dell'ordine, e che qualche magistrato si chiedesse come mai i soldi raccolti nel cammino non vengono rendicontati, se vengono donati liberamente o meno. Dare via i propri beni, macchine, gioielli, oppure un mese di stipendio, dopo un paio di mesi di riunioni serali con i catechisti, potrebbe far pensare alla manipolazione mentale, in stile Vanna Marchi.... Se poi tutto questo finisse in mano a qualche giornalista laico, sai che bello scandalo!

A Suor Pia dico: ma lo sai che per un matrimonio 'ricostruito' ce ne sono 4 distrutti? ma conosci le sofferenze di chi subisce gli scrutinii?
Queste sono le vere torture, le cacce alle streghe dei giorni nostri!

Ti sei chiesta come mai un movimento che ritiene di essere 'linfa della chiesa' produce un numero enorme di fuoriusciti che diventano nemici della chiesa? E te la prendi con noi che abbiamo avuto la grazia di restare nella chiesa, e che soffriamo per i danni che il cammino ha fatto alle persone che in buona fede lo hanno seguito?

Leggi le testimonianze degli ex che sono sul sito, confronta gli insegnamenti NC con gli insegnamenti della Chiesa, anche di questo nostro papa, sopratutto sull'Eucarestia, e poi piano piano, con l'aiuto di Dio e soprattutto con l'affidamento a Maria, si solleverà anche per te il velo che impedisce di cogliere la verità nascosta dalle belle parole dei catechisti.

di Michela 24 marzo, 2009 12:23

Mi è stato segnalato questo blog, non tanto perchè sono cristiano e frequento la mia parrocchia, quanto perchè mi sono occupato in passato degli abusi riscontrabili in rete. Sull'acredine nei confronti del CN (suppongo Cammino Neocatecumenale, realtà da anni presente proficuamente anche nella mia parrocchia)

egregio signor battista di maurizio, che ti definisci “un cristiano” (…chissà perché non “un cattolico”?) a cui hanno CASUALMENTE segnalato questo blog, in cui intervieni DISINTERESSATAMENTE per puro amore della “pace nel web”…e che SUPPONI che “CN” significhi Cammino Neocatecumenale…quanto deve durare questa messa in scena?
E’ tipico di voi neocatecumenali, specialmente VOI catechisti fingere.. fingere di scandalizzarvi di eventuali pensieri critici verso la Chiesa (cosa che avete fatto VOI ininterrottamente per quarant’anni), fingere che le catechesi del vostro Kapo siano cattoliche, fingere…
Non temere, finto parrocchiano qualunque, delle nostre coscienze risponderemo noi davanti a Dio, come indubbiamente voi risponderete delle VOSTRE opere.
Per quanto riguarda il tono da “adepto di setta” ed il compito “elitario e superiore alla gerarchia” ti consiglio caldamente, come dice spesso Mic, un buon testo di psicologia sulle proiezioni mentali, perché dicendo ciò hai fatto la radiografia al Cammino…
E come tutti i catechisti neocatecumenali che urlano sempre e comunque, (dovendo convincere il prossimo di ciò di cui forse non sono convinti neanche loro) sei pregato di scrivere con le minuscole, perché il maiuscolo equivale a gridare e se volevamo sentire (o leggere) i vostri “strillacci” saremmo restati in Cammino…
Siete incorreggibili: sono stati riportati interi brani catechetici del vostro Kapo eretico ma, poiché non siete affatto capaci di discutere le inoppugnabili denuncie di eresia, perché non esiste argomento per negarle, non vi viene di meglio da fare che “fare la voce grossa”, minacciando provvedimenti, facendo quel terrorismo psicologico di cui ovviamente accusate gli altri…
Ma come caspita ti permetti di accusare la gente di “non disdegnare l’eliminazione fisica dell’avversario”?! Kiko non è un nostro avversario, ma casomai di Dio, visto che fa scempio del Vangelo, della dottrina cattolica, del Magistero di duemila anni e della vera immagine di Gesù Cristo nostro Signore. Non temere per il tuo Kapo: è troppo protetto (non intendo dal Cielo) perché possa mai correre pericoli; semmai è in pericolo chi parla contro di lui…
CIO', SU MENTI INSTABILI, PUO' PROVOCARE LATENTI IMPERSONIFICAZIONI E AZIONI VIOLENTE DI RISPOSTA. QUESTA E' COMUNQUE ISTIGAZIONE A DELINQUERE. FORSE NON VE NE RENDETE CONTO MA STATE MANIPOLANDO UNA MATERIA SENSIBILISSIMA: LA COSCIENZA, NON SEMPRE STABILE E DISCERNENTE, DI PERSONE CHE NON CONOSCETE.
Questa tua dettagliata frase applicala, parola per parola, all’azione che produce nelle persone la predicazione di Kiko Arguello e alla prassi con cui lo stesso porta avanti la struttura del Cammino, ed avrai il centro del problema e la misura del dramma di centinaia di migliaia di persone schiave di lui.
A te non importa nulla della salute mentale dei frequentatori del Web, a te preme solo che la verità non si sappia, ma la conoscenza della verità, soprattutto da parte della Gerarchia, è l’unica cosa che ci interessi, e non certo di armarci o armare nessuno in chissà qual maniera…
Comunque fratello – semplice parrocchiano o neocatecumenale che tu sia, sempre fratello sei – se invece di pregare per i movimenti vorrai pregare per noi e per la nostra (sempre dovuta e continua) conversione, grazie infinite.

Di A. Rita 24 marzo, 2009 22:17

Risposta alla precedente testimonianza di Chiara:
Quando accade che il coniuge “lontano” sia divenuto tale dopo essere stato in comunità, condividendo per anni un cammino di fede con il compagno/a della sua vita, credo che le fratture interne che vengano a crearsi nella coppia siano profonde e delicate da entrambe le parti, secondo tutte e due i punti di vista.
Chi ha lasciato, oltre a faticare prima di giungere alla scelta, per aver dovuto lottare con inevitabili sensi di colpa, magari si trova, nella nuova situazione, a dover arginare eventuali attacchi sempre possibili da parte degli ex catechisti e degli ex fratelli, magari si trova a faticare per rientrare nella vera quotidianità, più ampia nel respiro e nelle possibilità propositive, perché meno ristretta nella piccola “cerchia comunitaria”, ma anche più affettivamente vuota per la sopraggiunta mancanza del contesto protettivo che comunque “il cerchio” offre…si trova inoltre a dover fare i conti con il coniuge che, se non ha condiviso la scelta e difficilmente è così altrimenti l’avrebbe seguita, continua un percorso tutto suo, che si evolve nel tempo e che magari non condivide con l’altro per l’avvenuta divisione delle direzioni… cioè si trova a vivere con tutto “un mondo” - la persona che gli vive accanto - che da quell’istante gli viene precluso, nascosto, reso ignoto: nascono le chiusure…
Chi è rimasto sente il peso, a volte traumatico, di dover continuare da solo un percorso iniziato in due… sente la mancanza dell’altro con cui forse non riesce più a condividere le esperienze comunitarie, e che comincia a tenersi dentro, nella persuasione di non essere più capito come prima… forse pensa che l’altro abbia rinnegato quel proposito comune di camminare nella fede assieme… forse, se il desiderio di conversione è forte ed il pensiero plagiato di stare nell’unico cammino di salvezza possibile lo è altrettanto, forse si sente ABBANDONATO e tradito dal coniuge che, lasciando il loro comune cammino ha parimenti “lasciato” lui, da solo, a camminare da solo… è allora che questa solitudine coniugale, fatta forte del DISTACCO AFFETTIVO predicato fino allo spasimo dal secondo passaggio in poi, porta facilmente ad una distanza del cuore verso chi ha scelto di allontanarsi e poiché vengono predicati tutti i distacchi affettivi tranne però quello verso il Cammino e la comunità, l’attaccamento a questi ultimi diviene fisiologico ed inevitabile…
Chi resta dentro pensa che chi lascia non voglia più convertirsi (la sorella parlava del suo rifiuto alla “decima”, che per una mentalità catecumenale è l’ABC del santo distacco dal denaro – mentre per chi ha aperto gli occhi risulta più chiaramente come una periodica “rapina a mano armata”…);
chi resta dentro pensa che chi lascia rifiuti il posto che Dio gli aveva dato, rifiuti i profeti che Dio gli aveva mandato, rifiuti la Chiesa che Dio gli aveva donato, rifiuti il coniuge con cui camminava…perciò si chiude nel suo sentirsi respinto…
Carissima sorella in Cristo, che hai fatto dieci anni di Cammino come me, e come me sei uscita sentendoti quasi liberata…
Ti scongiuro di mettere nelle mani di Gesù nostro Signore il futuro del tuo Matrimonio, Sacramento indissolubile, ti invito a rifugiarti nella Sua Grazia cominciando (se già non lo fai) ad andare alla Santa Massa tutti i giorni, o più spesso che puoi, mettendo sul Sacro Altare questo doloroso momento che state vivendo con tuo marito, offrendo a Gesù il tuo dolore ed il suo (che c’è anche se non lo manifesta) per la salvezza del tuo Matrimonio;
ti scongiuro di deporre le tue pene e questa vostra santa unione nelle mani purissime e nel Cuore Immacolato di Maria tua e nostra Madre, recitando con queste intenzioni (se già non lo fai) il Santo Rosario tutti i giorni, affinché la Mamma dolcissima si prenda a cuore il vostro dramma e vi ottenga la grazia di riavvicinarvi, sciogliendo i vostri cuori, cominciando a riconoscere ognuno il dolore dell’altro…rendendovi disposti nell’umiltà ad accettare l’altro e le sue mancanze…Solo Gesù e la Mamma Maria possono compiere questo miracolo.
Vorrei dirti di non metterti agli occhi di tuo marito come concorrenziale al Cammino, perché essendo lui plagiato e non mentalmente libero come te, non sarebbe in grado – neanche se lo volesse – di scegliere te e la famiglia, perché gli hanno fatto credere che il Cammino equivale a Dio e chi rifiuta il Cammino rifiuta Dio. Prega invece, affidandoti al Signore e alla Madonna Santissima, perché la preghiera fatta con fede ottiene tutto.
Chiedo a tutti i fratelli del Blog di unirci con tutto il cuore nella preghiera per questa sorella, affinché il Signore salvi questi due fratelli dal divenire le ennesime vittime del plagio di questo nefasto Cammino.
Un saluto in Cristo

Di A. Rita 19 marzo, 2009 18:53

Ho frequentato il CN per 10 anni con mio marito, da tre anni ne sono uscita, ma mio marito è rimasto e si trova alla tappa della Redditio.
Le cause principali che mi hanno indotta a lasciare la CN sono le seguenti: non trovavo giusto dare la decima (avrei preferito fare del bene personalmente), le molte imposizioni pedisseque da parte dei catechisti che ho trovato davvero assurde ed inoltre perché mi sentivo continuamente giudicata dai "fratelli", anziché aiutata, specie quando ho sofferto, per circa un anno, di forte depressione.
La decisione di abbandonare la comunità è stata molto travagliata, ho impiegato un anno per prendere la decisione definitiva in quanto provavo forti sensi di colpa. Non mi sono mai pentita di aver lasciato la CN, anzi ho quasi l'impressione di essere scampata ad un pericolo. Sono molto serena e continuo ad essere, come dicono loro "la cristiana della domenica". Dopo aver lasciato la CN, ho sempre incoraggiato mio marito a continuare, in quanto non volevo che fosse influenzato dalla mia decisione. Ma è da un po' di tempo che incomincio ad essere stanca, in quanto vedo che mio marito antepone tutti i suoi impegni neocatecumenali alla famiglia, infatti mi lascia da sola anche durante gli eventi più importanti. Ma dopo una lunga riflessione con molta amarezza penso che mio marito, frequentando assiduamente la Parola di Dio, in questi anni avrebbe dovuto migliorare il nostro rapporto di coppia, invece peggiora ogni giorno di più: non esiste alcun dialogo tra noi e tutto si spegne sempre di più. È talmente grande la mia rabbia che proprio questa sera gli ho dato l'ultimatum (tempo concesso 15 gg): o lascia la CN o ci separiamo in quanto ritengo che essa sia una setta che abusa psicologicamente delle persone che vi fanno parte.

Di Chiara 18 marzo, 2009 19:53


Posto qui la prima parte della mia esperienza itinerante in Francia e mi scuso per l’inevitabile lunghezza.
Ho cominciato il Cammino nel Maggio del ‘94 e subito, nella successiva convivenza di inizio corso dell’ottobre 1994, mi sono alzata per il Monastero, vocazione che ho ricevuto quando avevo dodici anni, per la cui realizzazione entrai in Cammino. In Cammino la chiamata al monastero viene sempre abbinata a quella dell’Itineranza, poiché sempre i catechisti invitano chi vuole entrare in Monastero a fare prima un’esperienza di Itineranza per discernere se per caso la modalità di consacrazione sia quella di tipo attivo anziché contemplativo. (Almeno così loro giustificano questa richiesta, ma la realtà è che prima di “perdere” un elemento valido per il servizio al Cammino, consegnandolo ad un’altra realtà religiosa della Chiesa, provano a vedere se è disposto a restare nel proprio ambito.) Comunque anche a me fu impedito da Giorgio di entrare in qualunque Monastero prima del sesto anno di Cammino, cioè prima di aver fatto il Passaggio dell’Iniziazione alla Preghiera (dando per scontato che una persona che venga già da 14 anni di cammino di Fede nella Chiesa, prima di entrare in quello neocatecumenale, non sappia comunque pregare o non abbia già un rapporto personale con Dio…ma purtroppo ben sappiamo che per i neocatecumenali tutti sono uguali, tutti non hanno la fede finché non è il Cammino a dargliela, tutti non conoscono Dio se non è il Cammino a mostrarLo loro, anzi, se hai un rapporto con Dio sicuramente è sbagliato, viziato da devozionismi e sentimentalismi da abbattere, perché è l’impostazione cattolica che “ha fallito” che è da abbattere, o su una visione personale di Dio che non è quella giusta, cioè quella di Kiko Arguello…e così finché non arrivi all’Iniziazione alla Preghiera non ti puoi muovere. Giorgio mi disse: “Piano con i Monasteri! Tu non ti muovi fino all’Iniziazione alla Preghiera: sesto anno di Cammino!” (Io l’avrei ucciso…perché sentivo una spinta fortissima ad entrare; altri cinque anni… erano 14 anni che aspettavo e lì mi sentivo un pesce fuor d’acqua: tutto mi dava disagio: le Eucarestie così rumorose, prive di momenti di silenzio, neanche il tempo del ringraziamento dopo la Comunione, che io mi ritagliavo lo stesso mentre urlavano i loro canti…i pellegrinaggi chiassosi e goliardici, le incomprensioni dei fratelli di comunità che mi vedevano come una bestia rara perché dopo l’Eucarestia non andavo in discoteca con loro, le incomprensioni con le sorelle che mi invitavano a vestirmi meglio, a truccarmi, a pettinarmi diversamente, quando non me ne importava niente e dicevano che ero “strana”, ero “depressa”, perché quando prendevo il Signore Gesù mi si scioglieva il cuore e piangevo sempre…)
“Tanto che fretta c’è? – aggiunse Giorgio – il Monastero sta lì, mica scappa via! Nel frattempo ti faremo fare scuola di catechesi ed anche l’esperienza dell’Itineranza.”
In questo Giorgio mantenne la parola, perché mi stimava e mi voleva bene, perciò bruciò effettivamente i tempi “canonici” neocatecumenali e dopo il Primo Scrutinio, nell’Ottobre del ’96 mi portò in una convivenza regionale delle comunità più anziane da cui partivano per l’itineranza e lì mi alzai di nuovo. Mi scelse tra dieci ragazze alzate, mi mise in coppia con B., una ragazza che aveva 18 anni di cammino e che era drammaticamente uscita una settimana prima da un Monastero in cui era entrata da un anno e mezzo, e così quell’ottobre siamo partite per Tolone, in Francia. (Appena ci scelse Giorgio disse a questa ragazza: “Racconta ad Anna Rita che ti è successo in Monastero, così le passano le “fantasie” sui monasteri.” B., in obbedienza a Giorgio, cominciò quasi subito a raccontarmi tutto il macello successo in quella comunità monastica, di cui io conoscevo una per una tutte le sorelle, per averci fatto degli esercizi spirituali nei due anni precedenti e perché il loro confessore era diventato il mio Padre spirituale ( purtroppo solo per sette mesi perché morì in seguito ad una operazione cardiaca) e perciò il suo racconto mi turbò profondamente, cosa che era esattamente quello che voleva Giorgio, affinché io – spaventata dal racconto – abbandonassi l’idea di entrare in monastero…)
Comunque arrivate a Tolone trovammo ad aspettarci la famiglia I. (F./o e N./a) di Roma, che avevano otto figli ed erano in attesa della nona, che ci accolse apparentemente bene, portandoci in gita a visitare la vicina Marsiglia (la prima e l’ultima uscita fatta tutti insieme in nove mesi, a parte le Eucarestie e qualche convivenza “fuori porta”). In realtà questi coniugi venivano da una missione fallimentare a Taiwan (Singapore) dalla quale dovettero far ritorno a casa per le enormi difficoltà di inserire i figli nella società cinese, motivo per cui anche i figli di dieci anni erano stati costretti ad andare all’asilo, dato che non capivano una parola di cinese e quindi non potevano seguire le scuole relative alla loro età. Inoltre N.a ci raccontò che avevano sofferto molto a causa delle ragazze in missione che stavano a Taiwan, le quali si rifiutarono di aiutarli nella conduzione della casa poiché sostenevano di essere andate là non per sostegno domestico alle famiglie, ma per “fare la Traditio ai parroci”, cioè per proporre l’apertura del Cammino nelle varie parrocchie della zona. Questo fu visto da loro come una cattiveria e un’indifferenza al loro bisogno (veramente anche a me, nella mia ingenuità, pareva così, mentre B., (la ragazza che era con me) più pratica e disincantata di me, era d’accordo con le ragazze di Taiwan, nel rispetto del tipo di vocazione che quelle ragazze avevano manifestato) e perciò i genitori restarono molto contrariati da questo problema, a cui dettero la colpa del fallimento della loro missione. Tornarono perciò a Roma – ci disse N.a – “fra pianto e stridore di denti” (naturalmente parlo dei genitori che volevano tanto fare i “missionari”, non certo i figli che avranno tirato un sospiro di sollievo…). Quando due anni dopo si prospettò per loro una nuova missione, a Toulon in Francia, ambiente molto più abbordabile di quello cinese, visto che F.o conosceva già la lingua perché era siciliano di origine ma nato e vissuto da piccolo in Algeria, decisero di partire con gli otto figli ed un’altra in arrivo. Ma erano tutti molto tesi: i figli, nel ricordo della precedente terribile esperienza non erano affatto contenti di lasciare gli zii, i cugini, Roma: la loro città, la loro scuola con tutti i compagni, i fratelli di comunità di Roma (circa la comunità parlo della primogenita, che avendo quindici anni aveva già la sua comunità di giovani nc in cui era inserita); i genitori invece, contenti di tornare in missione, ma decisissimi a non soffrire di nuovo con le ragazze quello che avevano passato a Taiwan, perciò molto “parapettati” (termine neocatecumenale) nei confronti miei e di B.
E infatti le “precauzioni” non si fecero attendere: poiché io e B. risultavamo in missione come appoggio alla famiglia dal momento che la gravidanza di N. risultava difficile – lei sosteneva di non poter fare NULLA in casa perché diceva di avere le contrazioni al terzo mese – ci venne intimato che non “dovevamo perdere tempo a pregare”, ma dovevamo lavorare! Adesso spiego meglio: nei primi giorni di convivenza con la famiglia( fu messa a disposizione da due fratelli di Parigi una villa fuori Tolone, in cui abitavamo tutti insieme: la famiglia da una parte ed noi due ragazze in un’altra ala della casa) io a B. ci alzavamo e facevamo le lodi insieme, introducendo anche mezz’ora di preghiera silenziosa. Quando andavamo in cucina, a preghiera ultimata, per cominciare a lavorare in casa, vedevamo N. molto scura in volto: era visibilmente contrariata perché voleva che cominciassimo prima a pulire la casa. Infatti nel giro di una settimana venne a casa Michelangelo, il Responsabile del Sud della Francia, ad avvertirci che a Novembre ci sarebbe stata la Convivenza Itineranti a Porto San Giorgio dove Kiko avrebbe o no confermato l’avvio della nostra missione; in quell’occasione fu molto chiaro: “Qui non siamo in monastero, ma in missione, perciò pregherete solo se ne avrete il tempo, altrimenti non lo farete, se non siete d’accordo potete tornare anche subito a casa vostra.” Io ero disposta a qualunque ubbidienza, offrendo a Dio la mancanza di preghiera ed andando avanti…
La nostra giornata cominciava alle 6.30, ci si alzava, il tempo di prendere un caffè ( che per risparmiare tempo preparavamo la sera prima, ma anche quello disturbava qualcuno…) e si vestivano i bambini per mandarli a scuola. A scuola li portava il padre col pulmino di famiglia, o se ce n’era bisogno li portavamo noi con una piccola auto messa a disposizione dal parroco francese della zona di missione. Noi ci spicciavamo in mezz’ora scarsa a fare le lodi (da cui avevamo dovuto togliere la preghiera silenziosa); avevamo anche chiesto a N. e ad F. se la mattina volevano pregare con noi, ma si rifiutarono, dicendo che “non era previsto”, che la prassi era che la coppia doveva pregare per conto suo e le ragazze per conto loro…solo le lodi della domenica dovevano essere fatte tutti insieme con i figli, perché così era “previsto”.
N. cercava di essere gentile con me più che con l’altra ragazza, perché diceva che essendo io la più piccola di cammino avevano il dovere di “non scandalizzarmi” e questo scatenava le lamentele di B. che non sopportava la sua ipocrisia e ogni giorno, quando eravamo chiuse nella nostra camera, si sfogava con interminabili critiche contro di lei ed il marito. La mattinata la passavamo pulendo la casa, mentre N. ci guardava lavorare, poi mentre io cucinavo per dodici persone, B. faceva altri servizi come stirare o altro. Poi c’era il pranzo con tutti i figli tornati da scuola, che spesso finiva con litigi tra i ragazzi (abbastanza normali) che erano sempre molto nervosi e con le ire del padre che non ci andava molto leggero, specie con i grandicelli. C’era sempre un motivo per alzare la voce e stare in tensione.
Dopo pranzo avevamo tre quarti d’ora di riposo ed io e B. che stavamo correndo dalle sei di mattina, crollavamo a dormire. Quando ci alzavamo si preparava la merenda ai ragazzi e si cominciava subito a preparare la cena. Quando non c’era celebrazione si andava a dormire alle 22.30, sennò alle 23.30 e oltre. Questi ritmi tenuti ininterrottamente per mesi e mesi risultarono fisicamente sfiancanti.
Darò un breve ritratto di questi ragazzi.
La primogenita, quindicenne, era una ragazza molto bella, molto socievole e simpatica, era loquace e raccontava molto volentieri le avventure che aveva vissuto a Roma con i cugini ed i fratelli di comunità ed aveva una voglia matta di tornare a Roma nel suo ambiente, e quando si scontrava con il padre lo faceva disperare perché rimaneva impassibile, senza mai piangere, con lo sguardo perso nel vuoto, di fronte a qualsiasi grido o percossa. Mi colpiva il fatto che non subisse il fascino della nuova nazione, né del fatto di poter imparare a parlare correntemente una nuova lingua, al contrario le mancava tanto la nonna, e a parte qualche volta in cui veniva in camera nostra a raccontarci le sue cose che aveva lasciato a Roma, se ne restava tutto il pomeriggio chiusa in camera. Ricordo che in una delle nostre discese in Italia, i genitori le permisero di venire in treno con noi e di passare qualche giorno dalla zia, perché stava entrando in depressione.
La seconda, di quattordici anni, era una ragazza particolare: studiosissima a scuola e molto brava. Era molto alta e magrissima, dai modi lenti e flemmatici, molto riservata ed indipendente, di poche parole, non tradiva mai un’emozione dal suo comportamento, era gentile, formale e distaccata.
Il terzo era un maschio di tredici anni: era insieme scherzoso ed impacciato, si muoveva a scatti e parlava così velocemente che a stento si capiva quello che diceva, la tipica timidezza del ragazzino in pre-adolescenza, era molto intelligente ed aveva un bell’umorismo, che con il passare dei mesi gli ho visto scomparire…
La quarta, di undici anni, era secondo me la più preoccupante di tutti: era di un’aggressività e di una violenza inaudite: non riusciva a controllarsi in alcun modo e si scontrava spesso con i fratelli più piccoli, di cui soffriva molto di gelosia. Anche quando cercava di dialogare con la madre, urlava a squarciagola (roba da turarsi le orecchie!) e se vedeva che la madre che non l’assecondava, restando calma ed indifferente alle sue grida, si contorceva come in uno spasmo isterico…la sua natura profonda era sicuramente dolce e sensibile, ma il suo stato psichico era senza dubbio fortemente disturbato; ricordo che diceva tra gli urli alla madre: “Perché non mi difendi mai?!!!” – e quando N. le rispondeva con calma: “Perché vedo che ti sai difendere benissimo da sola…” – allora lei urlava: “Non è vero!!!Non è vero!!!” Mi colpiva molto l’impotenza che viveva dietro a quell’aggressività, e in vero mi intimoriva anche, perché era oltre ogni limite.
Seguivano altre due sorelline, di otto e sei anni (mi sembra), la prima molto timida, molto calma e dolce, che soffriva molto la tensione che c’era sempre in casa, aveva sempre il pianto nella voce quando parlava, e quando ad una catechesi Michelangelo le chiese qual’era la cosa che desiderava di più, lei rispose: “La pace.”
L’altra di cinque o sei anni era tutta un fermento, molto allegra, molto vivace, cantava sempre e non stava mai ferma. Quando nacque la sorellina in breve si spense, si chiuse in se stessa e smise di ridere…
Infine c’erano gli ultimi due maschietti: uno di quattro anni scontrosissimo, sempre scuro in volto, chiunque gli parlasse rispondeva male o con un versaccio e scappava via. Quando nacque la nona sorella si calmò molto, si rasserenò e si addolcì…
Il piccolo era il classico orsacchiotto, tutto miele, sempre dolce e affettuoso, ma quando nacque la sorella divenne nervoso, violento ed intrattabile, sembrava che si fosse scambiato i ruoli col fratellino maggiore.
Ho voluto dare un quadro veloce e generale sulla personalità di quei figli, non perché avessero in se stessi chissà quale anomalia rispetto alla norma delle varie età, ma perché tutti esprimevano, in varie modalità, dei disagi, più o meno gravi, a seconda dei casi. La domenica mattina si scatenava tutta la tensione che vivevano dentro, ed erano veramente difficili da gestire: manifestavano così la mancanza di voglia di stare in quella situazione, e lo dimostravano anche non volendo dire le lodi: ricordo che una domenica mattina, per riuscire a dire le lodi tutti insieme, il padre nel giro di mezz’ora li picchiò tutti e otto. Questo accadeva anche perché se non c’erano in programma convivenze con altre comunità francesi, non c’era mai l’iniziativa di far uscire questi ragazzi per qualche passeggiata, né li ho mai visti incontrarsi con qualche compagno di scuola, né di domenica né negli altri giorni. Unica eccezione fu una festa parrocchiale giovanile, organizzata dal parroco francese della zona, alla quale io e B. accompagnammo i tre figli più grandi, che era stata allestita in uno scantinato, con musiche da discoteca, in un ambiente buio, saturo di fumo e di spinelli, nella quale per la verità non restammo molto. Mi ferì molto in quell’occasione una frase della ragazza che era in missione con me, la quale guardandomi con un sorriso strano, mentre fumava in quel postaccio buio e fumoso ed assordante, mi disse con tono profetico: “Tanto tu prima o poi così dovrai finire…” (forse anche lei era infastidita dal mio modo di vivere la fede, che le sarà sembrato “troppo asettico, troppo perfettino” – oggi dico: secondo lei troppo cattolico - perché non era mia abitudine aggredire gli altri come usava fare lei…).

Di A. Rita 02 marzo, 2009 20:38



x A. Rita che dice

" Siccome era anche in un momento di difficoltà economica e stava ricevendo aiuto da tutti i fratelli, lui soffriva perché STAVA TRADENDO LA COMUNITA’! Era talmente forte in lui questo disagio che quando ci fu lo scrutinio della Traditio chiese di parlare per primo, per togliersi dalla coscienza quel peso insopportabile, nonostante che quella storia fosse già finita da più di un anno! Si volle CONFESSARE CON LA COMUNITA’! Vi rendete conto della stortura protestante di cui era vittima? Il suo peccato non toccava la sua relazione con Dio, ma la relazione con i fratelli, e non era importante riconciliarsi con Dio nella Confessione sacramentale, ma confessare alla comunità, e solo allora il suo cuore trovò pace, solo allora si sentì “assolto”. Ma tale era il senso di inadeguatezza, di indegnità che viveva in quel periodo in comunità che poi confessò di aver tentato il suicidio! "

A conferma di quello che tu dici, mi ricordo benissimo di alcuni discorsi, che a dire il vero non ho mai condiviso, secondo cui il peccato PERSONALE avrebbe ucciso LA COMUNITA'! In poche parole se tu singolarmente pecchi (vedi, ad esempio, adulterio) siccome Dio ti ha messo in cammino con tanti fratelli e la comunità è il tuo corpo, è il tuo mezzo per arrivare a Dio, il tuo peccato uccide, mina la tua Comunità.

Ecco quindi la conferma di quanto dissero i catechisti a Luciano!

Non fa una piega.

è il sistema di prendere una verità ed assolutizzarla, come avviene sempre nel cammino e, in questo caso, portare alle estreme conseguenze il fatto che davvero il nostro peccato (ma ricordiamo che succede anche per il bene che viene da noi con l'aiuto del Signore) incide nel mondo e, in primis, nel Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa...

in questo caso si applica questa verità universale, esclusivamente alla comunità: ERRORE, sviamento, ennesimo straniamento dalla realtà ecclesiale e generale

Io ho un solo corpo ("un corpo tu mi hai dato") fatto anche di anima e di spirito per arrivare a Dio e relazionarmi con Lui. La comunità può essere il 'luogo' privilegiato del mio agire e null'altro, nulla di più, nulla di diverso...

anche l'altro slogan che viene spesso ripetuto nel Cammino: "il Signore salva a grappoli", cioè salva la comunità non il singolo, mi sembra allucinante perché cancella sia la responsabilità individuale - che circoscrive all'entità-comunità ipostatizzata - che il rapporto personale insostituibile con il Signore...

Se ci pensate bene sono inganni TERRIFICANTI! E quanti, troppi, ci sono ancora dentro!

Di Strl 15 febbraio, 2009 14:49

x pasquale t.
" Mi chiamo Pasquale T. sono nel Cammino Neocatecumenale da 25 anni. Ho letto la storia che hai inviato al blog "La verità sul Cammino Neocatecumenale" Non voglio fare il difensore del Cammino, nè desidero fare una polemica con te. "

Ciao Pasquale, mi permetto di risponderti perché ho fatto 15 anni di cammino e quindi credo di conoscerlo assai bene....

Caro Pasquale, essendo te nel cammino da 25 anni dovresti oramai averlo finito ed essere arrivato alla fede adulta, al vero cristianesimo, ad essere immagine di Cristo ...

Tanto per iniziare, quello che scrivi, da un punto di vista legale, è passibile di denuncia penale. E per fortuna che hai voluto iniziare dicendo "non voglio difendere il Cammino né fare polemica con te..."!

Comunque, visto che non mi interessa niente fare sterile polemica ma MI INTERESSA MOLTISSIMO AIUTARE CHI E' DEBOLE PSICOLOGICAMENTE A STARE LONTANO DAL CN, ti scrivo, brevemente, quanto segue:

sappi che quello che tu definisci caso isolato (il povero Luciano) non è assolutamente isolato! Io ne conosco altri 2:

Il primo a Macerata, che fortunatamente si è concluso non colla morte della poveretta ma con un grande miracolo (non morire cadendo da 4 piani... penso che anche i più atei inizierebbero a credere a Dio...).

Il secondo, purtroppo finito in tragedia, a Porto San Giorgio.

Non ti posso scrivere tutti i dettagli (nomi, giorno, famiglia, psicologo curante, medicine prese) perché, al contrario di quello che vedo realizzarsi sempre più spesso nel CN, io cerco di rispettare il foro (chiamala privacy) dei fratelli!

A questi due casi eclatanti ti posso aggiungere un'altra decina di casi di gente finita in psicoanalisi e/o depressa, depressione che NON AVEVANO al momento in cui sono entrati in cammino. Tutti casi che, se non generati, sono stati sicuramente aggravati dalla partecipazione al CN.

Ah, ti posso aggiungere anche un caso di doppio infarto che si è verificato proprio nel periodo della massima obbedienza ai Catechisti.... E ti assicuro che il fratello ora, superata questa fase di obbedienza cieca, è già da qualche anno che segue una rigorosissima vita per evitare ulteriori infarti: fuma, mangia tutto quello che vuole, niente attività fisica... vedi un po' te!

Ah, e ti posso citare anche il caso di un fratello che divenuto completamente pazzo! Si, proprio pazzo! Con tanto di visioni di Gesù Cristo, di dialogo in diretta con Dio e simili!

Oltre ad altri casi di fratelli talmente tanto depressi (sempre post inizio CN) da rinchiudersi fisicamente in casa per oltre 1 anno! Se comunque pensi sempre che sia un caso... va beh!

Caro Pasquale, ti assicuro e senza ironia che ti voglio bene perché sei completamente ZOMBIFICATO! Mi ricordi uno dei dodici cefa (gerarchia propria del cammino NC)... ZOMBIFICATI E CLONATI, identici tra loro!

Potrei parlar male dei tuoi figli, di tua madre, di tua moglie e per te sarebbe accettabile! Ma mai dire qualche cosa che nel CN non funziona! ciao

Di Strl 14 febbraio, 2009 08:11

Psyco ha detto...
"l'argomento scotta, ma non si può più nascondere che in molte comunità ci sono casi di sofferenze e disagi psichici, favoriti dallo stile e dal clima oppressivo e repressivo dei boss".

Strl diceva rispondendomi:
"al riguardo... una ragazza ha tentato il suicidio ma nonostante un volo da 4 piani si è salvata!!! Non voglio dire che sia tutta colpa del CNC ma sicuramente il CNC è stato partecipe nell'alimentare (e non nel curare) la sofferenza che ha spinto questa povera ragazza al salto..."

Cari amici,
bisogna cominciare, secondo me, a rendersi conto che se incontri VERAMENTE Gesù Cristo nella tua vita (quello vero, non la proiezione mentale di Kiko Arguello), il Signore ti fa tutto nuovo, il Suo Amore potente e rigenerante ti costituisce nuova creatura, guarisce le tue sofferenze perché a contatto con la Sua Luce o vengono spazzate via come neve al sole - per un suo diretto intervento - oppure pur rimanendo non ti uccidono più, perché in Lui acquistano senso: il senso redentivo della Croce... Se questo nel Cammino accade solo apparentemente o non accade affatto, come nel caso in questione, non va imputato alla profondità delle sofferenze dei singoli - quasi come se Gesù non fosse in grado di curare qualunque cosa - e neanche al fatto che in comunità esistono oggettivamente casi di persone psichicamente provate - perché l´Amore, la Pace, la dolcezza e la carezza del Salvatore nostro, la Sua forza di Resurrezione, guariscono il cuore dell'uomo che si placa solo quando si sente amato così...- ma va imputato ad un motivo molto semplice: che nel Cammino NON si incontra il vero Gesù Cristo Figlio di Dio, ma solo il Dio di Kiko, che è una figura vetero-testamentaria, lontana ( il rapporto con lui si esplica solo nella dimensione orizzontale, comunitaria, non puoi dire di avere un rapporto personale con lui, altrimenti passi per un visionario misticheggiante, un sentimentale) una figura dura e violenta (vietato pensare al Gesù Misericordioso di Suor Faustina, o al Sacro Cuore che apparve a Santa Caterina Labourè, perché - dice Kiko - "quel Dio di cartapesta, tutto soavino e tenerino, non esiste" ed inoltre: "se lo seguirai ti benedirà, ma se lo abbandoni lui ti maledice e ti spazza via!") una figura senza sentimenti (Dio non è offeso dal tuo peccato, non soffre se lo tradisci, "perché lui, in quanto tale, non può soffrire e non può perdere la sua Gloria con l´offesa") e questo tipo di Dio rigido asettico ed irraggiungibile NON PUO´ GUARIRE NESSUNO, PERCHE´ NON AMA E NON CORRISPONDE ALLA VERITA´ INCARNATA, ALL´AMORE INCARNATO CHE E´ IL FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE, il Quale tanto ha accettato "sofferenza" ed "offesa" da spalancare le braccia sulla Croce ed amandoci così fino alla fine ci ha liberato dal peccato, dalla Morte eterna e dalla paura di soffrire. E Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! Il problema è che questo meraviglioso Uomo-Dio, che con il suo abbraccio ti infonde Vita, tu nel Cammino non lo incontri: tu al massimo incontri - come dice Michela - quella sorta di pace interiore che ti viene dal sentirti inizialmente al sicuro tra tanti fratelli che marciano in carovana come te (il "clan" difende, è rassicurante) e dal sentirti al sicuro perché altri "più anziani nella fede di te" (non DIO) decidono per te cos'è bene e cosa non lo è, togliendoti anche il disturbo di dover ragionare e scegliere con la tua coscienza (anzi, non devi farlo proprio!). In queste condizioni si cammina per anni, con l'illusione di fare dei passi avanti, solo perché cambiano i contenuti della Liturgia della Parola, ma in realtà si fanno passi indietro, ci si incrosta nelle storture dottrinarie - perché tutto il male sta nella dottrina! - marchiate a fuoco con gli scrutini, il cuore si indurisce nella perdita del vero senso del peccato, cioè quello cattolico del pentimento e del dolore di aver addolorato il Signore, e con l´eresia nella testa e la durezza nel cuore si può arrivare a tutto...un esempio?
Adesso ve la dico tutta: Luciano ci aveva provato anche nel 2000 e sapete perché? Per uno schiacciante senso di colpa: aveva vissuto per alcuni mesi una storia extra coniugale e questo gli aveva procurato un'immensa sofferenza, ma non perché stava spezzando il rapporto con Dio offendendolo gravemente con l´adulterio (tanto "il peccato non offende Dio"...vero?) e neanche perché stava tradendo sua moglie infliggendole una sofferenza, no no ! Siccome era anche in un momento di difficoltà economica e stava ricevendo aiuto da tutti i fratelli, lui soffriva perché STAVA TRADENDO LA COMUNITA´! Era talmente forte in lui questo disagio che quando ci fu lo scrutinio della Traditio chiese di parlare per primo, per togliersi dalla coscienza quel peso insopportabile, nonostante che quella storia fosse già finita da più di un anno! Si volle CONFESSARE CON LA COMUNITA´! Vi rendete conto della stortura protestante di cui era vittima? Il suo peccato non toccava la sua relazione con Dio, ma la relazione con i fratelli, e non era importante riconciliarsi con Dio nella Confessione sacramentale, ma confessare alla comunità, e solo allora il suo cuore trovò pace, solo allora si sentì "assolto". Ma tale era il senso di inadeguatezza, di indegnità che viveva in quel periodo in comunità che poi confessò di aver tentato il suicidio! E sapete quale fu la risposta dei catechisti?
Il signor Pino Manzari (uno dei "dodici cefa", che potrebbe subentrare a Kiko nella conduzione mondiale del Cammino) rispose molto "caritatevolmente": "Per questo esiste l'Inferno, per gli impenitenti." E quella "scienziata" della moglie disse: "Ma non ti rendi conto che così hai tradito I FRATELLI?" (!!!) Non occorre commento... Questa è la dimostrazione che la dottrina protestante conduce alla Morte. Ecco perché affermo senza ombra di dubbio che Luciano è stato ucciso dall'eresia del Cammino Neocatecumenale, che per anni ha deformato e devastato la sua anima.

Di A. Rita 09 febbraio, 2009 18:14


Ho letto tutta le lettera di A.Rita dal suo sito, ed è stato terribile!

Davanti alla violenza del metodo neocatecumenale ci sono solo due vie:
- accettare tutto rinunciando a capire, ad interrogarsi, facendo addormentare le domande che emergono dalle molte incongruenze. (e questo è quello che hanno fatto molti neocatecumenali che scrivono qui, e pensano di essere nel giusto perché il risultato è una sorta di pace interiore che loro scambiano per la pace di Cristo)

- ribellarsi rischiando che la ribellione diventi un atteggiamento interiore di protesta contro tutto; contro Dio, oppure la chiesa, oppure contro se stessi e il proprio carattere (continuando inconsciamente a ripetere quanto già si faceva nel cammino che è contro Dio, la chiesa, e contro se stessi).
Se questo bisogno di 'giustizia' non viene compreso da qualcuno, se non si capisce cosa ci è stato fatto, ecco che si rischia l'apostasia o l'autolesionismo, inteso anche come depressione.

A me sembra di stare passando tutte queste fasi, ma vi assicuro, che quando mi capita di parlare con qualche ex-fratello, mi accorgo che la mia vita è molto più serena della sua, che non tornerei in quel mondo falso e fasullo per niente al mondo, e che sono stata fortunata ad esserne uscita.

Di Michela 09 febbraio, 2009 12:54

Grazie per aver riportato la lettera inviata al Santo Padre. Volevo sapere se "anche un mio fratello di comunità si è ucciso, l’anno scorso ecc." intendi dire un TUO fratello di CN”.

Caro fratello, il fratello suicida di cui parlavo era Luciano, un mio caro fratello di comunità, con cui ho camminato assieme per circa otto anni, eravamo molto vicini (io comprendevo i suoi problemi e non ci scherzavo su come facevano molti altri, e lui comprendeva i miei) e nei miei ultimi due anni di cammino cercò molto di aiutarmi (pensa che quando ho vissuto difficoltà con la preghiera, tutte le mattine veniva a casa mia alle 7.30, prima di andare a lavorare, e diceva le lodi con me…).
Se vai su: mariamadremia.net, troverai sulla home page “lettera aperta a C. e a tutta la comunità”, è una lettera che ho scritto recentemente ad una ex sorella di comunità in cui tratto anche il caso di Luciano, secondo il mio punto di vista. Riporto comunque anche qui quel brano della lettera perché ritengo che testimonianze del genere siano utili per tutti, sia per chi attraversa grandi sofferenze, sia per chi potrebbe meglio aprire gli occhi sul fatto che il Cammino è in ogni caso un percorso fallimentare, anche e soprattutto per chi – ingannato – si sente “salvato” dal Cammino. Un percorso che purtroppo in non pochi casi finisce in tragedia.

“Stesso epilogo per Luciano, che è andato in disperazione quando è morta Fiorella, verso la quale aveva maturato grazie a Dio un desiderio di riparazione, ma quando è morta deve aver pensato, secondo la logica sballata neocatecumenale: “Dio mi ha tolto li modo per riscattarmi, quindi non vuole più che io mi converta, non c’è più salvezza per me.” E si è ucciso. Nessuno è stato capace di spiegargli che Dio è amore e che il suo desiderio sincero di riscattarsi per Dio era già sufficiente (imparate: questo significa essere giustificati per fede! Perché Dio calcola l’intenzione del cuore) e che anche se Fiorella non era più lì, per il Signore era come se lui avesse già compiuto tutto? Ma certo che nessuno glielo ha spiegato, perché nella vostra guasta dottrina le buone intenzioni sono da condannare come atti di superbia e di esibizionismo, la buona volontà è ipocrisia e fariseismo. E quando una mentalità così malsana penetra tanto in fondo, se sopraggiunge un evento irreparabile questo porta alla disperazione, perché si entra in una fase di “non ritorno”, allora fratelli non serve più farsi “in quattro” per aiutarlo, sono solo palliativi, perché lui ormai è solo con un dolore senza ritorno. Solo i suoi catechisti avrebbero potuto spezzare quel cerchio dandogli una vera parola di fede, un senso alla sua nuova croce. Ma i catechisti non l’hanno voluto cercare, né per consolarlo della perdita (cosa che non si nega neanche ad un cane), né tanto meno per parlargli: perché non sapevano che dirgli, cioè la loro cosiddetta fede adulta si ferma qui. E non hanno scuse perché lui lo aveva detto: “Io mi uccido”.
Era una pecora smarrita nel suo dolore, che non è stata cercata. So che Pino in quei giorni aveva un problema alla prostata: bella scusa. Anche P. Andrea aveva la prostata? Forse anche Beatrice e Lucia avevano “la prostata”? O forse non avevano il coraggio di venire rifiutati da lui, che non li voleva più vedere? E perché sfuggiva i suoi catechisti in un momento di tale bisogno? Forse perché un mese prima aveva affrontato uno scrutinio con loro e – guarda caso! – prendeva da loro le distanze, come succede a tutti quelli che vengono intimamente feriti dalle parole dei catechisti dentro gli scrutini?
Il fatto è che Luciano lo ha fatto. Ed è un fatto molto grave che dopo quindici/vent’anni di un cammino di fede uno si tolga la vita, uno compia come ultimo dei suoi gesti un delitto, l’atto che più di ogni altro è contro la fede. Come mai dopo quindici anni di cammino di fede uno perde la fede? E la morte lo trova caduto e non rialzato? Non è un giudizio, il giudizio per fortuna appartiene solo a Dio (come anche il giudizio su di me, o su Gianluca, per fortuna non appartiene a voi ma solo a Dio). Ma è un fatto grave. Va bene il dolore, la depressione, i farmaci, troppi farmaci … farmaci sbagliati … farmaci mischiati … non si sa …
Ma resta un fatto molto grave. Che come minimo dovrebbe far riflettere … di fronte al quale sarebbe meglio restare in silenzio, tapparsi la bocca, specie al funerale, senza dire baggianate del tipo “che ora canta eternamente, nell’Eucarestia del Cielo”: queste sono fanfaluche, che ho ascoltato al suo funerale sia da voi sia – dispiace dirlo - da Padre Agostino, e sono tali perché se Luciano prima di morire non ha chiesto nel suo cuore perdono a Dio, Luciano non si è salvato! E siccome non sapremo mai se lo ha fatto o no, noi non sapremo mai se Luciano si è salvato. E se Dio Misericordioso lo ha salvato lo stesso, visto che era vittima di una dottrina sballata, la sana Dottrina ci insegna che lui prima di cantare beato in Paradiso, si farà molto, molto Purgatorio, perché il suicidio è un atto gravissimo contro Dio e contro se stessi che va riparato, perciò bisogna pregare molto per lui, per sostenere ed abbreviare la sua purificazione, facendo dire per lui molte SS. Messe, ma chi è responsabile della sua disperazione, per averlo portato a quel punto con anni di insegnamenti eretici, con la mancanza di carità e con l’indifferenza al suo dolore, incominci a tremare!! Perché Dio è vindice del sangue degli oppressi!
Ma invece no, invece di tremare i signori catechisti si sono preoccupati di venire da voi, in comunità, di corsa, dopo che era morto, dopo che lo avevano abbandonato a se stesso, e si sono preoccupati solo di farvi razionalizzare la faccenda, per impedirvi di interrogarvi rettamente sull’accaduto, per impedirvi di mettere in discussione questo dannatissimo Cammino, di cui questi sono i veri “frutti” e che purtroppo per troppi finisce in tragedia (ma secondo loro, anche se non ve lo avessero detto lo hanno pensato, la colpa di tutto è sicuramente e solo di Luciano, “che non si è voluto convertire” …).
E voi vi siete bevuto tutto, come al solito.”

Mi piacerebbe molto sapere come sei approdato a Porto San Giorgio, ma nel rispetto del tuo foro interno, se non ne vuoi parlare va bene comunque. Se ne volessi parlare “a quattr’occhi” la mia mai è: annarita.2009@gmail.com un saluto

Di A. Rita 08 febbraio, 2009 20:11

Per Strl, che dice:
Questo del togliere il mandato è un grande problema: ho conosciuto famiglie itineranti che hanno apertamente manifestato i loro disappunti sulle catechesi e hanno iniziato a pensare di voler smettere di fare catechesi; sapete che cosa è successo: che i fratelli vicini hanno fatto al pater familias questo ragionamento "ma sono 10 anni che non lavori; hai 45 anni e 6 figli! Se smetti ti ritrovi in mezzo ad una strada"...

Grazie infinite per il tuo contributo! Ritengo che testimonianze simili siano di una utilità enorme per poter comprendere le vere dinamiche interne del Cammino, quelle nascoste, quelle occulte, quelle che sullo Statuto non leggeremo MAI, quelle che la Chiesa non verrà mai a sapere se non ci decidiamo noi, che siamo stati dentro per tanto tempo, ad aprire bocca e a tirarle fuori. Stesso motivo per cui sono certissima che esistano molti catechisti che sono in possesso delle catechesi superiori al passaggio dell'Iniziazione alla preghiera, cioè dalla Traditio in poi e che, per un latente timore residuo di profanare “il segreto”, per uno strano senso di colpa che dimostra la non ancora completa liberazione psicologica dal periodo “di cattività” sofferto, non riescono a divulgarle… Occorre invece parlare, rendere manifesto, scoprire la piaga, denunciare apertamente! Questo perché è giunta l’ora di cominciare ad elencare i CONTRO-FRUTTI del Cammino (famiglie rovinate, obbligate a separarsi, vocazioni distrutte o fallite, suicidi a grappoli: anche un mio fratello di comunità si è ucciso, l’anno scorso ecc.), visto che è la politica dei “frutti” quella che Kiko sfrutta per far presa sulla Gerarchia. Non si è purtroppo ancora compreso che il Cammino Neocatecumenale è una realtà OCCULTA, come giustissimamente notava Emma, e l’unico modo per fugare le tenebre fitte che permettono l’azione indisturbata dell’Iniquità, è quello di far entrare la luce della verità! Per ciò non sono affatto d’accordo con chi considera un tale scambio di esperienze come UNA PERDITA DI TEMPO: intanto perché donare la testimonianza del proprio vissuto, specie se doloroso, è un atto gratuito che merita sempre rispetto ed aver la possibilità di ascoltarlo non può essere considerato “tempo perso” se non da chi, come i neocatecumenali, non rispetta il foro interno delle persone, tanto caro invece alla Chiesa e se non da chi non ha compreso che per combattere realtà controverse ed inquietanti come il Cammino non basta meditare genericamente tutti i sacrosanti Documenti e Discorsi ed Eventi della Chiesa se poi questo “meditare”(indispensabile) non viene confrontato e confermato dall’esperienza vissuta. Chi porta le esperienze non fa altro che confermare e radicare le opinioni di chi giustamente riflette sulle indicazioni ed il Magistero della Chiesa.

Caro Strl, riguardo al problema del mandato ai catechisti che poi nasconde l’altro dramma delle famiglie numerose che, poverette, dopo essere state esaltate come eroiche, come “un frutto” del Cammino, si ritrovano invece incarcerate nel sistema, può farti piacere sapere che nella seconda lettera che io e Gianluca Cruccas abbiamo inviato al Santo Padre, trattavamo tra i molti problemi anche di questo, proponendolo alla Sua attenzione così:

“E quando il 24 Aprile si è presentato al PONTIFICIO ISTITUTO GIOVANNI PAOLO II PER STUDI SU MATRIMONIO E FAMIGLIA - Pontificia Università Lateranense per tenere una conferenza su “ la comunità familiare al servizio dell’evangelizzazione”, ha forse reso conto di tutte le famiglie che ha rovinato? Ma che cosa avrà da dirci un eretico di tale portata sulla famiglia? Che cosa avrà da dirci un personaggio che si è fatto una chiesa parallela, (che gli è stato permesso di creare) in opposizione a quella Cattolica, sulla nuova evangelizzazione? E ci chiediamo: ma tutte le persone che sanno di questi misfatti, sia Consacrati che laici, come possono sedersi allo stesso tavolo con Kiko e ascoltare le sue menzogne? Vergogna. E che cosa ne sarà di tutte le persone che in buona fede militano dentro questo movimento, plagiate, e sottomesse all’obbedienza più cieca dalla guida di catechisti eretici? Io stesso (Gianluca), discutendo con un loro super catechista (con 11 figli) della loro dottrina sull’Eucaristia, dopo un primo momento della solita incapacità che hanno di riconoscere la verità, mi son sentito confessare: “prega per me, mi sento un fallito”. Questo per far capire che le famiglie creatisi nel Cammino Neocatecumenale (soprattutto quelle in itineranza e quelle molto numerose), giacciono in uno stato spirituale che è prigioniero della dottrina e della personalità di Kiko Arguello, e soprattutto il giorno che prenderanno coscienza della verità sul Cammino Neocatecumenale e sul loro fondatore, se volessero tornare nella vera realtà della vita si ritroverebbero con una moltitudine di figli da sfamare e da mantenere in tutto e per tutto, “cosa materialmente impossibile con uno stipendio solo” e con uno stato spirituale veramente da “falliti”; traendo così l’amarissima conclusione che non possono abbandonare il movimento per problemi di sopravvivenza. Quello che ci chiediamo sul problema delle famiglie itineranti è soprattutto chi faccia il discernimento per capire, innanzitutto se veramente Dio le chiama a questa missione (e con vera paternità e maternità responsabile), e poi come sia possibile fidarsi delle rassicurazioni di Kiko Arguello su tale discernimento. A questo particolare eretico non gli importa nulla delle famiglie, a lui importa solo di far fare tanti figli, non per uno spirito di apertura alla vita come predica, ma per crearsi il suo popolo e - non ci stancheremo mai di dirlo - gli è stato permesso. E considerando la sua particolare attitudine a mentire, quando appare in televisione e sui palchi, come ultimamente ha fatto per le giornate della famiglia, è con certezza un vano tentativo da parte sua di dimostrare che lui è Cattolico.”
(per il testo completo vai su: www.mariamadremia.net)
Un caro saluto a tutti.

Di A. Rita 05 febbraio, 2009 01:16



per Roma Locuta che dice: “…o per suo errore o per poca accortezza nel farti recepire che invece IN CRISTO SIAMO SEMPRE LIBERI”. “Il cammino anzi, insiste molto su questo punto della Liberta' e sul "senza sforzo", quindi mi sorprende che abbia voluto dirti altro”.

Mic: sai a cosa si riferisce il "senza sforzo" di Kiko (ipsissima et ripetuta verba)? Al fatto che è inutile che ci sforziamo a vincere le nostre cattive tendenze e peccaminosi comportamenti con l'aiuto della "Grazia Santificante" (che Kiko non nomina mai, anzi per lui non esiste, perché siamo luteranamente e calvinisticamente inesorabilmente peccatori!!!!

Un “bacio in fronte” a Mic che ha smascherato l’eresia nascosta in una delle più frequenti e pericolose frasi di Kiko Arguello! E per finire il suo concetto, aggiungo che “dopo esserci luteranamente e calvinisticamente riconosciuti inesorabilmente peccatori” non ci rimane che accettare che “non potendo fare il bene ma solo il male e non per colpa nostra, ma perché è il demonio a peccare dentro di noi e noi non ci possiamo fare NIENTE, anche perché se ci sforziamo di non fare il male, allora ci trasformeremo nel più ipocrita dei farisei” – TESTUALI PAROLE DI KIKO – non ci rimane che realizzare la teoria di Lutero del “PECCA FORTITER SED CREDE FORTIUS”! Evviva la “comunità dei peccatori” – come dice il Pastore Evangelico Bonhoeffer, tanto ricopiato da Kiko! Evviva, possiamo sentirci LIBERI (ecco che vuol dire per Kiko: IN CRISTO SIAMO SEMPRE LIBERI!) di essere i peccatori che siamo! Che bello, che libertà essere peccatori – basta solo riconoscerlo – SENZA SFORZO alcuno per non esserlo, tanto Gesù ci ha già salvati tutti in anticipo, indipendentemente da come ci comportiamo!!! Ma questo è il principio del SERVO ARBITRIO di LUTERO!!!
C’è poi un altro “SENZA SFORZO” di cui parla Kiko, dal sapore apparentemente più cattolico: lo stato in cui non ti sforzi perché “il Signore ha vinto per te quel certo peccato”, cioè ti avrebbe concesso di vincere certi peccati. Purtroppo però ciò – secondo Kiko – si verifica solo se Dio decide di convertirti, perché – sempre secondo lui – la conversione dipende solo da Dio, il Quale se vuole ti converte, se non vuole resti un lontano. Ma tanto che problema c’è? Tanto anche i lontani si salveranno, per Kiko si salveranno tutti, perché Cristo ci ha già salvati tutti in anticipo, perché noi – povere marionette - non possiamo scegliere di fare il bene! Non ha importanza insomma essere buoni o cattivi, lottare contro il peccato o andarci a braccetto, perché quello dipende dalla “missione” che Dio ti ha affidato in questa vita (ad esempio Giuda avrebbe ricevuto da Dio la “missione” di tradire Gesù!!! Quindi è stato pure bravo, perché ha ubbidito a Dio!) Ma questa è la PREDESTINAZIONE DI CALVINO!!!
Era esattamente questo, Mic, che intendevo quando giorni fa dicevo a Steph che ciò che possiamo fare noi piccoli, oltre che pregare, è demolire sistematicamente e minuziosamente tutte le storture dottrinarie contenute nelle catechesi del Cammino. Facendolo tramite uno strumento come Internet molte persone possono ricevere l’enorme servizio di vedere smascherate le bugie eretiche che per anni si sono bevute, riuscendo forse a capire in cosa differisce la dottrina cattolica da quella protestante-giudaico-neocatecumenale. E forse tanti in buona fede, come Cristiano, incominceranno a vedere che tra le catechesi che ricevono ed il Magistero della Chiesa C’E’ UN ABISSO. E forse molti fratelli neocatecumenali smetteranno – tra tuoni e fulmini – di chiamarci calunniatori, bugiardi, menzogneri, quando attraverso esempi concreti di fatti accaduti e attraverso chiare confutazioni dottrinali verrà loro chiusa la bocca. Anch’io , Mic, concordo con te quando dici che siamo arrivati a tanta e tale confusione perché dal Concilio in poi, anziché correggere apertamente gli errori, si è preferito limitarsi a mostrare il buono del Vero…cosa ne sarebbe di un bambino che venisse allevato ed educato senza mai dirgli: “No!”- o senza mai correggerlo direttamente circa i suoi sbagli?
Ottimo il metodo di Caterina di inserire le parole dirette delle catechesi, perché si commentano da sole…e sono una prova inoppugnabile. Mi viene in mente una proposta fratelli : un giorno alla settimana da dedicare ad una frase eretica di Kiko da smontare, attraverso il Catechismo della Chiesa Cattolica, le parole dei Padri della Chiesa ed i documenti del Santo Padre. La prima potrebbe essere una delle sue migliori “perle”:
“IL PECCATO NON OFFENDE DIO.”
(Questionario sulla penitenziale - Orientamenti alle equipes dei catechisti per la fase di conversione)
Un grande saluto ad Aldo a Michela e a Strl…non smettete di dare le vostre esperienze, fratelli, che sono preziosissime! Un saluto caro anche ad Emma, che con il suo ultimo intervento di ieri ha fatto perfettamente “CENTRO”! Cara Emma, che dire…HAI CAPITO TUTTO e spero che ne riparleremo…

Di A. Rita 05 febbraio, 2009 01:14

... è disperante, perché - oltre ad aver conosciuto il Cammino dall'interno - abbiamo i documenti di quel che dice A. Rita che in vecchie pagine del Blog è già stato discusso; ma i NC, che non è possibile abbiano avuto esperienze diverse, continuano ad accusarci di dire falsità, senza peraltro dimostrare il contrario... Ricorderete anche le recenti catechesi di Porto S. Giorgio (il link è a quella di Carmen, ma Kiko e Farnes non sono da meno) e ora sono state inviate comunità a 'catechizzare' parrocchie romane di periferia...

di Mic 31 gennaio, 2009 17:36

Per quanto ne so io quando Giovanni Paolo II si accorse che gli erano stati volutamente nascosti (dal suo segretario) i libri di Padre Zoffoli, si indignò ed ordinò che gli fossero consegnati: parliamo degli anni ’90. A ciò infatti fece seguito l’ordine da parte di Sua Santità agli iniziatori del Cammino della consegna alla Santa Sede di tutte le catechesi del cammino neocatecumenale, a cui Kiko e company, dopo trent’anni di smentite circa l’esistenza dei mamotretos, non poté più sottrarsi…Fecero seguito anche l’Ecclesia de Eucarestia e la Redemptionis Sacramentum. Nel ’96 le catechesi arrivarono finalmente alla Congregazione della Dottrina della Fede e cominciarono le verifiche.
Naturalmente le notizie (puntualmente false) che i catechisti ci fornivano nel corso degli anni successivi consistevano nel dire che la Chiesa stava procedendo con la correzione delle catechesi, correzione che consisteva nell’aggiunta qua e là di alcune note in margine tratte dagli articoli del CCC, che avevano solo il compito di chiarire meglio il concetto in questione. Aggiungevano inoltre. “Il cinquanta per cento, il settanta per cento delle catechesi sono già state approvate.” Niente di più falso: è venuto fuori che le correzioni delle cosiddette “catechesi corrette” le abbia fatte Kiko stesso, aggiungendo alcuni passi del Catechismo (quello Cattolico, per l’occasione, e non quello Olandese, come gli sentii dire io stessa a Porto San Giorgio nel 1997 quando raccontando degli inizi affermava: “ Mi sono preparato sul Catechismo olandese, perché…perché…beh…perché sì!”) in calce alle pagine, ma continuando – come tutti sappiamo – a far usare ai catechisti quelle “non corrette” (dicitura chiaramente specificata sulla copertina ). Va da sé, quindi, che Ratzinger, che nel ’96 era Prefetto della Dottr. della Fede abbia visionato TUTTE le catechesi, e le abbia conosciute in TUTTE le loro parti e che sicuramente non ne abbia approvato neanche una virgola, considerato che esse si trovano ancora tutte bloccate nella sede della Congregazione senza che l’approvazione sia mai venuta fuori. Oltre tutto l’attuale Papa presentò un volume TUTTO NUOVO di catechesi a Kiko, in sostituzione di TUTTO il direttorio catechetico del Cammino, e Kiko nella sua somma sfacciataggine glie lo rifiutò ,come racconta lui stesso nell’Annuncio di Quaresima del 2006, a Madrid:
“…quando abbiamo terminato questo libretto, e la Santa Sede stava per riconoscerlo, risulta che Monsignor Bertone, il Segretario, ci disse che questo Libro sarebbe stato il Direttorio catechetico dei catechisti. Come? Cioè, dobbiamo togliere la nostra catechesi e questo mattone, così grasso, fatto per un teologo, è quello che devono studiare i catechisti?”
“Insomma, potete immaginare… ci danno appuntamento per l’incontro di approvazione di questo libretto e, affinché la Santa Sede dicesse che non siamo eretici, che si trattava di tutto questo, abbiamo l’incontro col Cardinale Ratzinger. E, Carmen può confermare, in quella situazione Dio mi diede coraggio… Dico al Cardinale Ratzinger: “Io quel libro non lo riconosco.” Dice Ratzinger: “Come ha detto? Che non riconosce questo libro? Da cinque anni lavoriamo ed ora lei dice che non lo riconosce? Ma lei…, perché allora la Chiesa si disinteressa di voi…” “Io in questo Libro non riconosco il CNC! Quella è una tesi fatta male.” Dissi questo davanti a Ratzinger. Ratzinger fu bravissimo, un altro mi avrebbe cacciato dal suo ufficio.”
“Noi pensavamo fosse una sintesi teologica fatta da Emiliano, che ha fatto quello che ha potuto, poverino, ma non c’è chi possa leggerglielo. Inoltre, quel libro è già sparito; è come una tesi dottorale, un mattone (nel senso di gran volume) così di teologia, dicendo un po’ quello che dice la Chiesa sull’ecclesiologia, la cristologia. Potete immaginare se quelle erano le nostre catechesi…”
Ecco qual è l’attuale posizione della Chiesa verso le catechesi del Cammino, ma incredibilmente queste comunità che predicano con un direttorio inaccettabile sono state ugualmente inviate a fare missione, ben sapendo che la Dottrina che la Chiesa ha loro proposto come schema catechetico è stata da essi rifiutata apertamente già dal 2002, e ben sapendo che, approvando gli ultimi statuti di Giugno in cui gli articoli pullulano letteralmente di riferimenti al Direttorio catechetico del Cammino, che con una ossessività esasperante viene intenzionalmente e ovunque nominato, la Santa sede ha come dato il via libero alla prossima approvazione delle catechesi Kikiane, (perché difficilmente adesso una congregazione darà un giudizio negativo, smentendo l’approvazione del Papa ed i suoi elogi a Rylko!) e invalidando perciò anche i continui inviti fatti ad attenersi alla pastorale diocesana…cosa che mi lascia molto disorientata…se qualcuno non la vede così, lo prego di aiutarmi a capire…

Di A. Rita 31 gennaio, 2009 16:02

Caro Gianluca,
scorrendo tra gli autori degli interventi e vedendo “Gianluca” ho sperato fosse un altro Gianluca che conosco io, e che alla tua lunga dissertazione avrebbe risposto meglio di me, mettendoti a posto con quattro parole, ma quel Gianluca lavora fino alle dieci ed ancora non sa ciò che hai postato, inoltre non si decide ad intervenire per la troppa amarezza, che gli impedisce di credere che esprimersi serva ancora a qualcosa…ma che ne avrebbe da dire delle belle anche lui sul Cammino…
Perché questo è lo stato d’animo che determina il Cammino in coloro che lo hanno conosciuto per quello che è e che, a differenza di te, hanno aperto gli occhi. Questo è lo stato d’animo di profondo “scandalo dei piccoli” che IL CAMMINO (e non questo blog, nel quale persone libere esprimono liberamente il loro pensiero) causa con la sua menzogna dottrinale e con le sue violente imposizioni a migliaia di anime, questo è lo stato d’animo che riscontri in me, A.Rita, ed in tutti quelli che come Mic, Francesco, Emma, Michela, Sofia, hanno sperimentato nella loro vita la devastante esperienza del Cammino, ricevendone ferite difficilmente guaribili se non in lunghissimi anni, con molta pazienza e per grazia di Dio. Per questo riscontri una differenza di toni e di argomenti tra i sopra citati e ad esempio Caterina, perché lei questa triste esperienza non l’ha vissuta sulla sua pelle, non convive tutti i giorni con le nefaste conseguenze psicologiche, esistenziali e spirituali che il cammino infligge a chi si imbatte in esso ed è anche il motivo per cui a volte si esprime con degli accenti di speranza circa un miglioramento ecclesiale del Cammino che chi conosce Kiko e la realtà che lui ha creato non può obbiettivamente nutrire. Non sperare di poter comprendere le sue richieste al Santo Padre, perché finché resterai nel Cammino sarai preda del plagio mentale che offusca le vostre facoltà mentali rendendovi impossibile una comparazione oggettiva e razionale fra la dottrina della Chiesa Cattolica ed il cumulo di idiozie, anche mal dette, che Kiko predica da quarant’anni (per non parlare di Carmen, su cui è pietoso il silenzio). Ed ora veniamo a te: come puoi pensare di chiamare “tirata di veste” al Sommo Pontefice le legittime osservazioni di chi chiede che dottrina e Liturgia di un movimento collimino con il Magistero della Chiesa? Come può un catecumenale dire ciò, se proprio i vostri rapporti con la Santa Sede sono tutti una “tirata di veste”, voi che avete strappato l’approvazione degli ultimi statuti con una disubbidienza del Card. Rylko che ha approvato da solo gli statuti quando nell’incontro che ebbe con il Santo Padre Sua Santità gli disse che non avrebbe approvato nulla prima di un giudizio positivo della Congr. Del Culto e di quella della Dottr. Della Fede? Ma Rylko ha disubbidito ed ha proceduto ugualmente da solo, mettendo il Papa di fronte al fatto compiuto! E’ bello questo modo di fare? E’ questa l’ubbidienza ed il rispetto che avete per il Papa? E’ molto differente da quello che fece Lefebvre, quando ordinò i quattro senza attendere il permesso papale? Con la differenza che Lefebvre non attentò mai all’ortodossia della dottrina, mentre Kiko non ha fatto altro che insinuare sfiducia nella pastorale ecclesiale e nella Dottrina Cattolica, affermando quasi sempre il contrario degli insegnamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica e del Magistero, diffondendo il luteranesimo ed il giudaismo, l’arianesimo e lo gnosticismo di stampo cabalistico!! Non te ne eri accorto? Prega il Signore Gesù, ma quello vero, quello che Kiko definisce “UN DIO DI CARTAPESTA CHE NON ESISTE” e pregalo che ti apra gli occhi. Per quanto riguarda i vari messaggi sono tutti normalissimi pareri personali, legittimamente espressi da persone libere e che hanno, per esperienza vissuta, tutti i crismi per poter dire la loro, a parte forse il mio, che riconosco avesse un linguaggio un po’ più spinto e che a chi è privo di libertà critica pur nella finale sottomissione a “pietro”, può turbare…ma non far finta di non capire: le parole toccanti a cui si riferiva Mic erano quelle successive in cui parlavo della mia sofferenza vissuta nel Cammino e di quella che vivo oggi alla sconcertante notizia dell’invio in missione di gente eretica! Sono stata in Itineranza, caro Gianluca, e nessuno meglio di me sa cosa significhi fare missione con gente eretica! E se vuoi ti racconto gli intrighi e le bugie che circolano nelle convivenze itineranti di Porto San Giorgio per far continuare la missione a certa gente, anche a scapito dei figli costretti contro voglia a seguirli! Meglio che non continuo, potresti scandalizzarti veramente, ma delle persone giuste! Se voi catecumeni non avete detto una parola contro la lettera di Arinze non è per rispetto ma perché essendo servi supini dei vostri catechisti ed in definitiva di Kiko non prendereste MAI un’iniziativa personale perché sapete bene che non è concesso a nessuno e perché purtroppo non ne sentite neanche il bisogno…perciò scopo di questo blog non è scandalizzare i piccoli ma cercare di fargli aprire gli occhi. Tu invece chi sei? Un piccolo che, come era successo a me, si è bevuto tutto quello che i catechisti dicevano e perciò li difendi a spada tratta, disposto a giocarti la testa sulla bontà di tutte le loro intenzioni e di quelle del grande profeta iniziatore, oppure sei un “finto piccolo”, cioè un catechista, uno indottrinato a parte, uno che ha saltato il fosso della malafede e che a tua volta magari hai già fatto strage di molti “piccoli” facendoli a pezzi dentro gli scrutini ed oggi fingi di preoccuparti che non si scandalizzino per una presunta sfiducia verso il Papa che non fate altro che inoculare da quarant’anni? Sappi che se fossi catechista e stessi diffondendo le menzogne di Kiko a destra e manca sei TU che scandalizzi i piccoli e fossi in te mi preoccuperei per la salvezza della mia anima. Lo sai perché sto qui a parlarti alle una e quaranta di notte, e con il rischio che Mic neanche mi pubblichi? Perché sei mio fratello, perché ti voglio bene, essendo un membro vivo di Gesù Cristo mio Signore come lo sono io, e quindi sei parte di me e mi rompe da morire che tu sia ingannato come lo sono stata anch’io per dieci anni ed oggi doppiamente ingannato per l’approvazione che siete riusciti a strappare a quel capolavoro di pazienza di Carità e di mitezza che è Papa Ratzinger e che vi fa sentire al sicuro da chi non è disposto a dimenticare che il Cammino si basa su dottrine eretiche. Questo blog crea confusione? Santa confusione allora! Nessuno ha mai messo a repentaglio la mia fede in vita mia, a parte il Cammino. Qui non si tratta di nostalgia di tradizioni religiose ma di nostalgia della TRADIZIONE della Chiesa che il Cammino non arricchisce affatto ma contraddice diffondendo l’eresia. Tu sei contento che i lefebvriani siano stati riaccolti, ma sai che il Vescovo di Ratisbona ha cacciato Williamson da tutta la sua diocesi, impedendogli di entrare in alcuna chiesa anche solo per pregare? Ti sembra rispettoso verso il Papa che l’altro ieri lo ha riaccettato? Lo sai che i vescovi di Francia si sono ribellati ed hanno già detto che non riaccoglieranno i Lefebvriani? E sai perché? Perché anche questi vescovi,come voi, sono figli diretti di una corrente del Vaticano II che disprezza la continuità con la Tradizione, a vantaggio di una nuova evangelizzazione che è più collusione col mondo che altro. Come vedi le cose sono un po’ più complesse di come le metti tu.
Pregherò per te.
A.Rita

Di A. Rita 30 gennaio, 2009 02:24

ANIMO! ANIMO FRATELLI E SORELLE! ANIMO!

Il Discorso del Santo Padre è stato SPLENDIDO e vi assicuro che ha centrato i punti di maggiore interesse! Vi assicuro che ai fondatori del Cnc è ARRIVATO A COGLIERE NEL SEGNO! E vi assicuro che hanno mangiato la foglia!

A volte anche noi facciamo lo stesso errore di nostri fratelli ENFATIZZANDO TROPPO SOLO LE PARTI ESORTATIVE DEI DISCORSI!

Il Santo Padre ha dato delle DIRETTIVE CHIARE. E vi assicuro che sono PESANTI.

Poi, dobbiamo pensare una cosa. Facciamo anche noi l'errore di credere che ciò che è stato detto e scritto, E MAI RINNEGATO, si "auto-elimini" da sé solo perché detto e scritto in "Passato"?

Il Papa PARLA ED AGISCE CON COERENZA EVOLUTIVA!

Le sue PAROLE E I SUOI SCRITTI RIMANGONO VALIDI E DA QUESTI IL PAPA HA SVILUPPATO L'ULTERIORE DISCORSO!

Il Papa ha GIA' PARLATO E SCRITTO RIGUARDO LA LITURGIA E LA FEDE! E SU QUELLE BASI HA PARLATO ULTERIORMENTE!

È implicito, infatti, ciò che già ha detto ed è ulteriormente sviluppato!

Di cosa parla il Papa, quando CHIEDE l'Unità della Fede? Di cosa parla il Papa quando CHIEDE l'Obbedienza alla Pastorale Diocesana? Di cosa parla il Papa quando VINCOLA l'esistenza del CnC all'OBBEDIENZA alla Chiesa e all'Integrazione in Parrocchia?

Forza fratelli! ANIMO! ANIMO!

Ricordatevi sempre una cosa!

Non pensate che la nostra Sofferenza sia Ignorata! Ignorata Da Dio e dal Suo Vicario!

QUESTO E' UN PENSIERO CHE DEVE LASCIARE IMMEDIATAMENTE I NOSTRI CUORI!

DIO NON DIMENTICA LA SOFFERENZA DEI SUOI FIGLI! DIO NON IGNORA IL DOLORE DEL SUO PICCOLO GREGGE! Il nostro cuore, però deve essere sgombro dal risentimento! E PER ESSERLO C'È BISOGNO DELLA FORZA CHE VIENE DALL'ALTO! DELLA PREGHIERE E SOPRATTUTTO DEI SACRAMENTI! SOMMAMENTE DEL SACRIFICIO DELLA MESSA!

Se anche una Madre potesse dimenticare il suo bambino, IL SIGNORE NON DIMENTICHERA' I SUOI FIGLI!

Non dobbiamo TEMERE, perché perfino i capelli del nostro capo SONO CONTATI! Dio non si dimentica degli Uccelli e dei fiori, A MAGGIOR RAGIONE NON SI DIMENTICA DEI SUOI FIGLI!

Preziosa è agli occhi del Signore, la Vita, la Sofferenza, la Gioia, e perfino la Morte dei suoi Figli!

Se anche dovessimo rimanere SOLI (e ciò non avverrà mai) DIO NON CI ABBANDONA! NON CI ABBANDONA!

La Santa Chiesa di Cristo, NON SARA' MAI SOPRAFFATTA! Sarà sempre presente e le porte dell'inferno non prevarranno! Questa profezie è CERTA e si è realizzata SEMPRE!

Anche Oggi la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica ed Apostolica Romana, è PRESENTE ED OPERANTE! Poggiata sulla Roccia di Pietro! Anche se non è "tracotante" come quella FALSA dei FALSI profeti! È umile e sofferente. È devota e fedele. È FECONDA, più di quanto pensate. È silenziosa e operosa...

E vedrete, che se Dio vorrà e accadrà l'evento FAUSTO di cui vi parlavo, SARA' ANCORA PIU' VIGOROSA e più PRONTA A RICOSTRUIRE! In UMILE E DEVOTO SERVIZIO A PIETRO!

ANIMO!

vi seguo sempre, anche se durante le feste ho un po' diradato la lettura del blog. Da quello che ne capisco, l'approvazione degli statuti non è stato nulla rispetto ad un'approvazione papale così aperta come quella di sabato.

Nel cammino contano i segni, i gesti e ci sono stati tutti: dai canti fatti da Kiko in persona con la SUA chitarra, dalla chiamata con applausi in stile società multilevel, fino all'icona di Kiko sull'altare.

Per un nc il messaggio è chiaro: la chiesa tutta è diventata nc, il papa si è adeguato alla 'liturgia' e ai 'segni' neocatecumenali.

Adesso tutti i vescovi diocesani sono autorizzati implicitamente a fare le messe di ringraziamento nelle cattedrali delle diocesi dove c'è il cammino.

Qui non si tratta più di accogliere le pecore perdute : qui si è volutamente rinunciato ad esercitare il dovere di essere nella 'verità', di fare 'verità' e vivere nella 'verità'. E purtroppo da questo non può che derivare un grande male.

Di solito tendo a non dare peso alle profezie e rivelazioni varie, tendo a stare con i piedi per terra; ma questa volta, per un istante, ho visto l'abominio della desolazione stare là dove non deve stare.

È ovvio che l'icona di kiko non è l'abominio della desolazione, ma ne è sicuramente un tassello.

Va beh, visto che anche un laico può essere eletto papa, facciamo papa Kiko e non se ne parli più.... :) e Carmen... camerlenga...? che ne dite? E don Mario Pezzi? per me, al massimo sacrestano...

Di Michela 12 gennaio, 2009 10:07

Nella mia parrocchia i neocatecumenali avevano creato una loro sorta di chiesa interna, con celebrazioni riservate solo a loro. Occupavano spazi all’interno dell’oratorio e pagavano anche per questo finanziando la parrocchia stessa molto generosamente (una sorta di “affitto celato”). Con il cambio del parroco (per fortuna di forte impostazione salesiana) sono stati finalmente cacciati (anzi, se ne sono andati dopo che gli è stato fatto notare che gli spazi dovevano essere riservati ai giovani) e chiudendo ovviamente i cordoni della borsa. Ora ritorneranno sicuramente, ringalluzziti. E ovviamente non ci andranno più né i miei numerosi figli né tutti i loro amichetti, visto che non essendo neocatecumenali non potrebbero accettare di essere trattati come dei paria (ergo disprezzati platealmente) come era prima, in quanto “non iniziati”. Bel risultato questo. Un sentito grazie al Sommo Pontefice e chi evidentemente lo ha (male) consigliato.

Di confuso e allibito 12 gennaio, 2009 09:45

Mi accorgo di amare la santa Chiesa in quei momenti in cui mi ritrovo a soffrire per i suoi dolori.

Da molti anni sono sempre più convinto che il Cammino Neocatecumenale è un vero tumore per la Chiesa cattolica; mi rendo conto che solo gli ingenui, i disinformati e quelli in malafede possono pensare diversamente (ma è difficile estirpare un tumore così esteso, in un corpo che era già malato, senza rischiare di danneggiare anche cellule sane: e il Papa certamente lo sa meglio di me).

Ieri sera, mentre il Papa non poteva sottrarsi al tumulto neocatecumenale, ho pregato per lui perché la Beata Vergine gli ottenesse tutta la forza necessaria per affrontare la durissima prova.

Ieri sera, infatti, i neocatecumenali erano lì davanti al Papa con il loro solito atteggiamento presuntuoso e di pretesa.

Se il Papa avesse esordito dicendo la verità più evidente (e cioè che il Cammino ha tuttora gravi problemi in campo liturgico e dottrinale), quanti seguaci di Kiko sarebbero rimasti in piazza ad implorare in lacrime di essere corretti pur di non mettere in pericolo la propria appartenenza all'unica vera Chiesa?

Benedetto XVI sa che lo scisma neocatecumenale ha già da tempo solide radici in molti cuori, anzitutto in quelli di chi guida il Cammino, dai cosiddetti "catechisti" in su (ed è ovvio, visto che hanno passato tantissimi anni a seguire Kiko anche quando si finiva per scontrarsi con i vescovi, anche quando si finiva per "interpretare" a proprio comodo le parole del Papa, anche quando si finiva per disobbedire al Papa e ai vescovi).

Ma come il pastore che rischia le novantanove pecore per salvare quella perduta, ancora una volta il Papa lancia un accorato appello rivolto anzitutto ai neocatecumenali in buona fede (gli unici capaci di portare buoni frutti, gli unici desiderosi di ascoltarlo anche per ricevere una sgridata), nella speranza di poter riportare presto al sicuro la pecorella smarrita sulle sue spalle.

I neocatecumenali in buona fede ricorderanno che il Papa ha chiesto esplicitamente (e per l'ennesima volta) una «docile adesione alla direttive dei Pastori», ciò che nel Cammino è sempre mancato. Perciò resteranno perplessi di fronte ai loro cosiddetti "catechisti" nel momento in cui questi dimostreranno disprezzo verso i legittimi Pastori della Chiesa, ignorandone le direttive o "interpretandole" ad uso e consumo del Cammino.

I neocatecumenali in buona fede avranno un sussulto tutte le volte che noteranno che nel Cammino "l'anelito verso l'unità" riguarda l'unità con Kiko piuttosto che l'unità col resto della Chiesa cattolica.

I neocatecumenali in buona fede si domanderanno come mai il Papa chiede per l'ennesima volta “l’inserimento organico del Cammino nella pastorale diocesana e la sua unità con le altre realtà ecclesiali”, ed invece il Cammino fagocita le parrocchie e disprezza (nei fatti ancor prima che nelle parole) i cristiani "della domenica" e delle altre realtà ecclesiali.

I neocatecumenali in buona fede si chiederanno come mai nei seminari Redemptoris Mater si fabbricano preti incapaci di servire qualcosa che non sia il Cammino, "presbiteri" tutt'altro che inseriti nella diocesi (se non per cavarne il "sostentamento clero"), "presbiteri" di fatto estranei alla parrocchia e alla diocesi (ecco perché li chiamano "presbìteri" anziché "preti" o "sacerdoti"). Si chiederanno come mai il Cammino (che non "è" la Chiesa) fa crescere se stesso anziché la Chiesa.

I neocatecumenali in buona fede si chiederanno come mai la "stima e la benevolenza della Santa Sede" viene ricambiata con una azione apostolica tutt'altro che "benemerita", incapace di guardare al di fuori del circolo kikiano, allergica alle indicazioni del Papa e dei vescovi.

In poche parole, di fronte a dei mistificatori esperti ed allenati, il Papa usa parole di speranza che quasi suonano ironiche e graffianti, e che perciò scuoteranno le coscienze dei neocatecumenali in buona fede e di buona volontà.

Come nel tentare di educare i bambini viziati ed arroganti, dopo aver tentato con le buone, per me non restano altro che rimedi duri.

Ma questo Papa è evidentemente più paziente di me, più misericordioso di me, e che più di me spera ancora di recuperare la pecorella perduta, riottosa e recalcitrante.

Leggo che la Carmen Hernández dice che i musulmani "pregano meglio di Kiko Argüello": il cabaret neocatecumenale è ricominciato.

Al termine dello spettacolo, papa Benedetto XVI se ne va via subito, in modo da non dover subire le note di quel patetico canto "Risuscitò" (seppure epurato da Kiko, in via del tutto eccezionale, da quei fastidiosissimi battimani).

La cerimonia, infatti, non doveva essere stata assai piacevole per il Papa, che ha dovuto sorbirsi il solito show autocelebrativo neocatecumenale, con le famiglie prolifiche (un po' come nel Ventennio fascista), come se i termini "paternità responsabile" e "figli dono di Dio" si riducessero a una gara a chi consegue più gravidanze, a chi "fabbrica" più prole (e perciò, di conseguenza, ad accuse implicite ed esplicite a chi non riesce a fabbricarne).

Il momento più prestigioso per i neocatecumenali è quello della presentazione coronata dagli applausi in presenza del Papa (oh, che spettacolo mostrare al Papa dei neocatecumenali che plaudono ad altri neocatecumenali!)

La chiesa di san Gerardo Maiella (santo famoso per la sua obbedienza silenziosa e decisa anche di fronte alle calunnie) verrà invasa e fagocitata da due comunità neocatecumenali (provenienti dal popolo kikiano, famoso per la sua disobbedienza chiassosa e decisa e per aver chiamato calunnie le testimonianze verificabili sulle storture del Cammino: san Gerardo, dal cielo, vedrà che scempi saranno capaci di fare «i nuovi falsi profeti» dotati di virtù e atteggiamenti esattamente opposti a quelli che lo hanno portato all'onore degli altari).

Un'altra quindicina di comunità neocatecumenali provvederà ad infestare un'altra dozzina di parrocchie romane, nell'evidente intento di neocatecumenalizzare tutta Roma accerchiando il Papa per cingergli l'ultimo assedio. Considerato che fino ad oggi la presenza del Cammino in una parrocchia è servita solo ad emarginare i non-neocatecumenali, parafrasando il linguaggio militare dovremmo dire che la Chiesa cattolica sta abbandonando posizioni perfino a Roma.

Sulla "missio ad gentes" vediamo lo scempio tipico dell'irresponsabilità kikiana: l'estrazione a sorte, di fantozziana memoria. Più che una lotteria, è una roulette russa.

Nella Chiesa cattolica, prima di inviare qualcuno in missione, si pensa e si ragiona; per esempio, se uno soffre di reumatismi, non lo si invia certo in missione in un paese freddo.

Nella chiesa kikiana, invece, prima si carpisce una disponibilità alla missione (spesso frutto di una lunghissima serie di sottili ricatti morali: loro hanno dieci figli e tu solo quattro? tutta la tua comunità ha dato disponibilità per la missione e tu non vuoi andar via dall'Italia? non vuoi proprio far nulla per far crescere il Cammino?) ...e poi nel momento in cui Kiko, per un calcolo politico-propagandistico, ha bisogno di esporre dei "copiosi frutti", ecco che ti tocca partecipare alla roulette russa.

A guastare la festa autocelebrativa è proprio il Papa che, sebbene intercala con termini che sanno di elogio (dev'essere un modo per tener desta l'attenzione), lancia pochi ma precisi fendenti: docilità ai pastori della Chiesa, unità col resto della Chiesa, comunione con tutte le altre componenti del popolo di Dio...

Chi avesse avuto l'impressione di un Papa "ripetitivo", sappia che è esattamente così. I neocatecumenali continuano a disobbedire e perciò occorre continuare a ricordar loro che occorre obbedire ai vescovi e al Papa. I neocatecumenali sono disuniti dalla Chiesa perché pensano che chi non è dei loro non è della Chiesa (tant'è che disprezzano tutto ciò che non è neocat o almeno elogio ai neocat), e perciò occorre ricordar loro l'unità e la comunione...

La Carmen, già famosa per aver interrotto papa Giovanni Paolo II, scarica un diluvio di parole, parlando più a lungo dello stesso Benedetto XVI, incurante del fatto che Kiko tenta più volte di frenarla, e addirittura sfoggiando un inaudito "sono davanti al Papa e posso parlare".

Che pena, che serata penosa dev'essere stata per papa Benedetto XVI, soprattutto quando si sarà ritirato nella sua camera e avrà pensato che il signor Kiko e la signora Carmen non saranno certo saziati da questa "certificazione" praticamente autoprodotta.

Di Tripudio 12 gennaio, 2009 00:18

Continueremo a inserire, in altre pagine, man mano che perverranno, le testimonianze più significative...

 

Stigmatizziamo:

Uso improprio di simboli ebraici
La Cannukkià, il candelabro a 9 luci, simbolo della vittoria su Antioco IV Epifane, diventa... >>>

Stranezze liturgiche
scoperte anche dal Web
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Appunti sulla mania dell'ebraismo del CNC
Chi aggiunge simboli esterni per "ravvivare" la forma religiosa crea "idolatria" >>>

Seminari del CNC
"Redemptoris Mater" 
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sul RICA, sui catecumeni e il "neocatecumenato" >>>

Inflazione del volto di Kiko nelle immagini di Cristo
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Sono a comunicarvi le decisioni del S. Padre...
Abbiamo inserito il testo della Lettera del card Arinze, comparato con le nostre osservazioni...>>>

Reazioni alla lettera
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. Notazioni ulteriori >>>

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Abbiamo inserito, con commento, il testo della discorso di Kiko, P.za S. Pietro, 3 giugno 2006 >>>

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Nei culti totalitari, l'ideologia è interiorizzata come "la verità"... >>>

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croce rovesciata disegnata da Kiko...>>>

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Alcuni saggi delle difficoltà di dialogo con gli aderenti al cammino NC >>>

Registrati
Abbiamo predisposto un questionario che ti preghiamo, se vuoi, di riempire per un contatto iniziale e per dare dignità alla tua storia. >>>

Per sdrammatizzare... «Cronache semiserie della pulce pellegrina»

ultimo aggiornamento 8 giugno 2010